CLAUDINE A L'ECOLE, di Colette

pubblicato da: admin - 13 Dicembre, 2010 @ 9:11 pm

240px-Claudine_ecole_colette[1]Avete letto i romanzi di Claudine? “Claudina a scuola“, “Claudina a Parigi” “Claudina si sposa” Claudina se ne va”. Io li comprai da adolescente, attratta soprattutto dal primo titolo che prometteva la vita dell’ambiente scolastico, da me sempre amato. Erano quattro  libretti beige della BUR, ormai scomparsi perchè sono stati da me  prestati (ahimè) e mai più rivisti.

Non immaginavo ciò che avrei letto. Io lettrice di “Piccole donne” di “Jane Eyre e di “Cuore” mi aspettavo racconti di lezioni con maestrine dalla penna rossa, qualche confidenza romantica e un po’ di “retorica” adatta a giovani fanciulle dell’azione cattolica (come ero stata io).

Che imbarazzo, che disagio, ma che curiosità leggere della selvatica Claudine, figlia di un distratto studioso di molluschi, che libera può passeggiare tra boschi bellissimi e ascoltare  e parlare dei primi  turbamenti erotici.

La descrizione del verde dei boschi mi attirava molto, la Francia della rigogliosa vegetazione  di Montigny appagava il mio desiderio di evasione e solitudine a contatto con la natura.

 Ci credete  però che qualche volta arrossivo? Succedeva  quando Claire o forse un’altra confidava le sensazioni delle prime pusioni sessuali.  Non era immorale, ma amorale.  Non sapevo se proseguire o chiudere il libro.  Beh, li ho finiti, anzi divorati.

Diventata più grande ho riletto con analisi critica  di questa ragazzina dalla spregiudicata sensualità, una attuale teen ager ante litteram.

Meno imbarazzata sicuramente, ma chissà perchè rimane sempre in me un po’ di disagio con certe letture. Mi rammento de “Il delta di Venere” di Anais Nin, certamente più sfrontato del ciclo di Claudine,  e del quali me ne disfeci.

Invece  ho apprezzato “Lady Chatterley”. Forse in Anais Nin subdoravo la mancanza di spontaneità perchè  percepivo  l’esigenza di vendere con argomenti “proibiti”quasi al limite del pornografico.

I romanzi  di Claudine furono firmati dal marito di Colette, Henry Gauthier Villars, e fu lui a suggerire di aggiungere colorazioni erotiche ai racconti, sapendo che queste  avrebbero attirato molti lettori. Romanzi anticonformisti e molto osè per l’epoca, ma per questo letti da tantissimi come appagamento della propria pruderie.

Il personaggio di Claudine divenne così famoso da ispirare persino la moda: si vendevano grembiulini  e camicette alla Claudine, cravatte alla Claudine…

Che vita anticonformista, originale, ricca, vera quella di Colette, il cui vero nome era Sidonie Gabrielle.  Tre mariti, un amante più giovane di lei di trent’anni, non solo scrittrice prolifica apprezzata persino da Proust e Gide (“Cheri”, “Il grano in erba” due  dei suoi famosissimi romanzi) , attrice di music-hall dove spesso recitava nuda; dopo i 40 anni aprì un Istituto di bellezza, divenne  estetista. Colette amò sempre  il trucco come parte di sè e forse non come maschera ma come propaggine di tutta la sua riccchezza vitale.

Ricevette molte onorificenze, tra cui quella dell’Académie Goncourt. Fu la prima scrittrice ad avere, nel 1954, funerali di stato.

Visse 81 anni, gli ultimi malata gravemente tanto da non poter lasciare la sua stanza coloratissima, ma riceveva e sempre non mancava di stupire gli amici e i visitatori.

Personaggio “moderno”? Libero. Vero.

Completo ciò che Enza ha scritto su di lei pochi post fa:

« Io voglio… io voglio… io voglio fare quello che voglio! […]. Voglio recitare la pantomima, anche la commedia. Voglio danzare nuda se il costume mi impaccia e umilia la mia plasticità, voglio ritirarmi su un’isola, se mi pare, o frequentare signore che vivono delle loro grazie, purché siano allegre, bizzarre, persino malinconiche e sagge come lo sono molte delle donne di vita. Voglio scrivere libri tristi e casti dove non ci saranno che dei paesaggi, dei fiori, della tristezza, dell’orgoglio, e il candore di animali affascinanti che si spaventano dell’uomo… Voglio sorridere a tutti i volti amichevoli, e allontanarmi dalla gente brutta, sporca e puzzolente. Voglio amare teneramente chi mi ama e dargli tutto ciò che possiedo al mondo: il mio corpo ribelle al destino, il mio cuore così dolce e la mia libertà! Io voglio… io voglio! »
 
Libertà? Verità? Viva la sincerità .
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  1. Non conoscevo Colette… Ma almeno un libro della serie devo leggerlo…
    Per quanto riguarda libri ” sensuali” anche io ho amato molto L’amante di Lady Chatterley… E’ come si scrivono certe cose quello che fa diventare una pagina di eros poesia o mera pornografia. Ultima delusione… La separazione del maschio di Francesco Piccolo. Consigliatomi lo scorso anno dallo scrittore Carmine Abate, l’ho trovato eccessivamente ” spinto” senza motivo…

  2. Conosco Colette avendo letto qualche libro legato al personaggio di Claudine, “Julie”, “Il grano in erba”, “Chérie” e “La fine di Chérie”.
    Devo dire che fra tutti ho preferito “Il grano in erba”, scritto nel 1923. Racconta la storia di due ragazzi che passano dall’infanzia all’adolescenza, scoprendo l’amore. Il testo iniziò ad essere pubblicato a puntate sul quotidiano “Le Matin”. Dopo pochi episodi però, il tema scabroso trattato dal romanzo – la scoperta del proprio corpo, le prime pulsioni sessuali, le gelosie sentimentali – convinsero l’editore a sospendere l’edizione dell’opera. I commenti che seguirono la sospensione della pubblicazione favorirono una sua edizione in libro. Colette comunque rifugge la volgarità e racconta l’amore giovane con pudore e delicatezza.

  3. @ raffaella Credo che le donne di oggi (io compresa!!! anche se sono nata quasi ieri) possiamo guardare a colette come squisita scrittrice, come donna eccezionale figlia del suo tempo e la bella analisi di Mirna dice tutto.Come modello femminile è lontana, lontana. Quello che rimane nella società contemporanea per le donne che si buttano nella vita con le sole vecchie armi della, chiamiamola seduzione, è solo mercantile, crudele , volgare e troppo facile. Niente aura rivoluzionaria e anticonforimsta, spirito indomito, poesia, sentimento di dignità e gran coraggio dei tempi ottocenteschi e inizio secolo dove Colette portava una voce forte e chiara di rivendicazione femminile e di arte raffinata.