LA STAZIONE TERMALE di Ginevra Bompiani

pubblicato da: Mirna - 22 Agosto, 2012 @ 3:36 pm

LA STAZIONE TERMALE di Ginevra Bombiani

 

Chi frequenta le Terme sa la sensazione di sospensione ovattata che si respira in questi luoghi deputati all’esclusivo proprio benessere.

Io sono andata una volta Rogarska a “passare le acque” ed alcune volte a Montegrotto Terme dove mi rilasso immergendomi per ore nella piscina calda o facendomi fare massaggi. Non riesco a starci piu’ di tre giorni, naturalmente perche’ la mia irrequietezza interiore mi porta a fremere e a cercare qualcos’altro a cui agganciarmi.

Ma l’ambiente saturo di vapori, di lentezza, di suoni attutiti, di accappatoi bianchi  vaganti senza troppa identificazione, mi da’ sempre una sensazione di nebulosita’, di distacco un po’ dagli altri che porta verso un ripegamento su se stessi, come si fosse in un bozzolo temporaneamente protetto.

 

Le  proagoniste del racconto di Ginevra Bombiani a loro modo cercano questa momentanea lontananza dal contingente quotidiano, dai problemi irrisolti, ma nello stesso tempo si abbandonano al fatto che   ogni sensazione viene rimescolata e rivalutata.

Qui c’e’ tempo, il tempo dilatato in uno spazio che sembra soprattutto femminile. Sono le donne che costruiscono questa storia grazie ai loro segreti e ai loro sentimenti non detti.

Ma come in un “brodo di coltura”  I “batteri esistenziali” come l’amore, la solitudine, la morte, la vecchiaia si esplicitano, si raggruppano, si distanziano.

Quattro protagoniste: le piu’ significative Lucy e Lucia. Dal nome quasi uguale.

Lucy, bambina adottata e’ alle terme con zia Lucia – giovane vedova depressa che assomiglia ad Annette Bening – e che ci racconta  con la sua voce infantile gli avvenimenti che vede, le indiscrezioni  e I giudizi sui vari personaggi e con quella innocente crudelta’ tipica dei bambini apre inconsapevolmente nuovi spiragli nei rapporti interpersonali delle quattro donne.

Ma e’ Lucia, quasi l’alter ego “vecchio” della bambina che ci cattura con la sua estrema sensbilita:   sentiamo la sofferenza del proprio corpo che invecchia, ma percepiamo innanzitutto la propria identificazione con Lucy nella quale Lucia vede il suo stesso male di vivere, si riconosce come persona disamata, non riempita dalla vita. Come una persona che deve nuotare a fatica per stare a galla e non riesce invece a volare  come le altre piu’ fortunate.

Lucai vuole prendersi cura di lei e cosi’ facendo si sente come se un ramo fosse fiorito dentro di se’:

“Io invece mi sento come se un mio ramo fosse improvvisamente fiorito, di un fiore laterale e tardivo.’ Pensa Lucia “ Perche’ I bambini non mi piacciono, sono noiosi e piantagrane, golosi di stupidaggini, ma succede qualche volta che un bambino non sia stato riempito dalla vita, che gli sia rimasta la nostalgia di qualcosa che non ha conosciuto, e questa privazione, che negli adulti marcisce, in lui profuma, ha un fiato speciale, serio e febbrile. E Lucy ce l’ha. Non e’ solo che mi rivedo I lei, e’ che quando parlo con lei ridivento quello che sono, senza eta’ e senza luogo, come se giocassimo insieme il gioco del disamato.”

 

Direi che Ginevra Bombiani ci ha presentato un rapporto bellissimo e profondo.  Ma anche gli altri personaggi sono interessanti.

zia Lucia  riuscira’ alla fine del soggiorno ad affrontare con piu’ coraggio una prova dfficile,

Giuseppina,l’amica di Lucia, una nota gornalista – che lei si’, vola nella vita -, sempre amata ed ammirata, senza tanti pensieri  cupi, si ama e si accetta, anzi si porge alla vita e agli altri con un piglio quasi militaresco. Devo dire che mi e’ molto simpatica. Ad un certo punto viene persino paragonata ad Annibale.

 

Insomma ognuno di noi si approccia alla vita – e alla eventuale Stazione Termale – con  tutta la sua Weltanshauung!!!

 

Sellerio Editore Palermo

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3 commenti
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  1. Grazie carissima della bella cartolina, davvero graziosa, che mi hai mandato, di Borzonasca in tutta la sua aura speciale. La Ginevra Bompiani è stata una grande donna per l’editoria e la letteratura. Non ho letto “La stazione termale”.
    In questa estate tropo bollente che ancora non ha intenzione di togliersi di mezzo, ho letto moltissimo. unica possibilità di sopravvivenza. Ho riletto, finito ieri sera, un vecchio romanzo di Jhon Banville ECLISSE, soffermandomi su ogni parola- proprio ogni parola- con il consueto sbalordimento che suscita in me Banville nei suoi romanzi veri (gialli a parte). Ho ripercorso con fervore la storia di Alex, l’attore in crisi che si rintana nella vecchia casa di famiglia e la storia della sua figlia , Cass, una figlia difficile, malata forse, ormai grande e lontana. E’ estate, e ogni sensazione che Alex prova è descritta come un repentino romanzo dove, però, non manca nulla di sensuale e profondo e misterioso, fino alla sensazione successiva che ritorna continuamente avanti e indietro nell’anima, se così si può dire, nel tempo passato, nella paura del presente e nel terrore nascosto del futuro. ed è Cass che commuove e mi rende tanto vicina ad Alex , Cass pericolosa e confusa, cosa mai ? Ed ecco il grande fascino di questo istrionico e grandioso Banville: c’è un altro romanzo ( che oggi stesso mi metterò a rileggere), L’INVENZIONE DEL PASSATO,dove una dolce Catherine , detta Cass dai genitori, è assai lontana da casa.E, lontani da noi, forse, i figli sono tutt’altro da quello che crediamo di loro, tutt’altro. E’ in Italia, in quella stessa torrida estate, dove suo padre alex piange, . ed è una giovane studiosa conosciuta e bella e dolce. Non la figlia “strana” anche se adorata. Insomma questa letteratura, complessa ma esplicita, generosissima per chi voglia comprendere tutta la bellezza del grande romanzo, dei grandi romanzi, della grande , stupefatta scrittura dove è l’arte, l’indicibile, quello che non va neppure spiegato, che affascina e pone di fronte la bellezza. assoluta della grande letteratura.
    Fra poco me ne vado a Pinè, Baselga, con”L’invenzione del passato” e la giornata sarà molto interessante. al fresco leggere Banville: di meglio cosa ci può essere? Un abbraccio a tutti.

  2. Ciao carissimi, oggi di ritorno dall’Elba, isola bella e selvaggia. Leggo poco e mi appunto tutto quello che scrivete sul blog e che mi suggerisce stupore. Rosa Candida m’ha inondato di vera bellezza e luce brillante. Grazie..!!!. Vi abbraccio tutti fortissimo.

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