UN GIOCO DA RAGAZZE di Marina Terragni

pubblicato da: Mirna - 1 Settembre, 2012 @ 7:58 am

Settembre. 

 La rentrée come dicono i francesi. 

E nuovi libri da leggere e sfogliare, in libreria, in biblioteca, al Libri & Caffè di via Galilei.

 

 

Rizzoli editore

 

 

Un libro di politica, giocoso, ma non troppo.

In cui si dice – ma noi donne lo sappiamo gia’ da un pezzo – che il sistema patriarcale e’ fallito su tutti i fronti.

Non per auspicarne uno matriarcale, ma sarebbe saggio e utile  provare ad affrontare la politica e la vita sociale con la ricchezza che la differenza fra I sessi ci offre.

“the opposite to patriarchy is not matriarchy, but fraternity” canta Sinead O’Connor. Vera fraternità,

Forse, scrive Marina Terragni, stiamo vivendo il grande momento della svolta in cui finalmente si sta prendendo atto che le donne in politica potrebbero fare qualcosa di meglio che prendere soltanto il “potere”.

I partiti sono  un’istituzione maschile ed ora sono tutti al collasso, almeno qui in Italia.

Cerchiamo di ribaltare la questione: non abbiamo una questione femminile, ne abbiamo una maschile.

I paragrafi si succedono con tante riflessioni interessanti, intriganti, divertenti e serie.

Cio’ che la giornalista sottolinea in quest sue pagine e’ sempre l’importanza della voce delle donne che deve farsi sentire in modo incisivo e senza voler imitare gli uomini – guai, visto gli effetti -, ma operando con quelle doti femminili di buon senso, attenzione “materna” verso tutto e tutti e con questo si intende oltre le persone, la natura , gli animali .

Fare ordine, parlare con la propria voce, imparare da noi donne, non cedere alla costrizione del dominio.

Ricordiamo il bellissimo film “Il discorso del re” in cui Giorgio VI d’Inghilterra non riesce a sostenere il potere ed anche quello di Nanni Moretti in cui il papa  fugge disperato di fronte al soglio.

Dobbiamo stare attente appunto a non imitare I maschi.

La Terragni si chiede infine se tocca alle donne salvare l’economia, salvare la democrazia e tutto cio’ che va salvato.

 

Intanto leggo che la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha avuto una splendida idea…da donna!

Ha disposto che se i detenuti leggeranno un libro al mese –di narrativa, filosofia o scienze- corredato da relazione motivata potranno scontare 4 giorni di reclusione dalla loro condanna. Possono raggiungere un massimo di 48 giorni ogni anno.

 

Mi sembra stupenda l’equivalenza tra libri e liberta’

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2 commenti
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  1. Bellissima l’idea della Presidente del Brasile. … Credo che noi donne , su alcune cose, abbiamo davvero una marcia in più, e sono convinta che Riccardo, ormai in netta minoranza come uomo nel blog ( meno male che ci sei Riccardo!) concordi su questo. HO letto un bellissimo libro : “Le signore dell’arte” di Rachele Ferraio, Mondadori, su quattro grandi artiste del Novecento italiano… Per chi ama l’arte lo consiglio caldamente! Un abbraccio e bentornata Mirna, qui oggi pare autunno inoltrato…

  2. La Donna (Domina) domina nel confronto con l’uomo sotto molti aspetti: pensa di più al bene comune che non al proprio; è maggiormente capace di ascoltare; è meno egocentrica, quindi maggiormente disposta alla “comunicazione” (cioè alla communis actio, all’azione comune, alla collaborazione). Nel complesso è più equilibrata. Forse ciò le deriva dall’ambiente “interrno” nel quale si è formata, nei secoli: la famiglia, affidata soprattutto a lei, mentre l’uomo era fuori, nella giugnla a caccia di un “risultato esterno”, prede nella giungla di alberi e liane d’un tempo e stipendio nella giungla di oggi, fatta d’asfalto e di uffici. Sta di fatto che oggi che le prede si trovano al supermercato e che lo stipendio è – almeno teoricamente – alla portata di tutti indipendentemente dal sesso, l’unico freno che le resta è la maternità. Ora, poichè non riusciamo a far partorire i maschietti e a mio sommesso avviso abbiamo comunque bisogno di una maggiore persenza femminile in politica, nell’economia, nella finanza, nel sociale (ovunque, insomma), occorre attuare tutte le misure necessarie a che sia agevolato al massimo il contributo dell’uomo alla vita familiare “interna” e quello della donna alla vita “esterna”. Mi riferisco, ad esempio, alla concessione agli uomini di rapporti di lavoro part time con scadenza corrispondente alla crescita della prole. In parallelo mi riferisco alla definizione per legge di “quote azzurre” (anzichè “rosa”), nel senso che “sia garantia al sesso maschile una presenza tassativamente compresa fra il 30 ed il 40% delle posizioni”. Utopia? Certamente! Ma ogni essere umano deve avere un’Utopia cui tendere. Poi, potremmo anche accontentarci di qualcosa in meno … ma questo non diciamolo a nessuno, mi raccomando! Nel frattempo, dai sondaggi in USA risulta che alle prossime presidenziali vincerà chi avrà convinto le donne.