LEGGENDO TURGENEV di William Trevor

pubblicato da: Mirna - 28 Novembre, 2012 @ 10:38 am

Potenza della lettura! Che fa evadere in una realtà parallela e sfuggire allo squallore di una vita infelice. E’ quello che accade a Mary Louise, giovane donna  ingenua e sognatrice che crede che sposando  il poco attraente Elmer Quarry, proprietario di un ben avviato negozio di stoffe, sarà felice. Il desiderio di lasciare la fattoria dove è nata, la speranza di benessere e affrancamento sociale non le fanno valutare la mancanza d’amore da ambo le parti. Ma se ne accorgerà ben presto. Dopo una triste e arida luna di miele si ritroverà nella casa del marito a convivere anche con le sorelle di lui, due acide e gelose zitelle  che vogliono continuare  a condurre  la loro vita quotidiana tra fratelli dove Mary Louise è l’intrusa, la nemica.

Siamo nell’Irlanda degli anni Cinquanta, ma la storia si sposta avanti di 37 anni in una casa di cura psichiatrica dove Mary Louise si trova da  alcuni decenni. Ormai queste istituzioni vengono  chiuse e la donna può tornare a casa dal marito.

La bellezza di questa storia sta nell’intreccio di immaginazione, lettura e personaggi letterari.

E nella storia romantica che la protagonista intreccerà con un ritrovato cugino  invalido di cui era già innamorata ai tempi della scuola. Le domeniche in cui poteva essere libera dalla tirannia delle cognate sono dedicate a lui che vive con la madre in campagna. Lei lo raggiunge in bicicletta per poi insieme fare passeggiate nell’antico cimitero, parlare dei romanzi di Turgenev e scambiarsi teneri baci. Mary Louise  vive dunque la sua vera vita con Robert trovando in lui il perfetto compagno d’amore.

E quando lui morirà, subito dopo averle dichiarato il suo amore, Mary Louise non lo farà “andar via”, ma lo tratterrà appropriandosi dei mobili della sua camera da letto, di molti  suoi oggetti e soprattutto dei tre romanzi di Turgenev, fedeli accompagnatori del loro amore. Tutto questo viene fatto portare nella soffitta  dove si rifugia per ore a leggere,  ricordare, sorridere , a vivere per lui e per ciò che il loro sentimento le aveva finalmente regalato.

La lettura è la vera evasione dal carcere psicologico del suo matrimonio e piano piano fantasia e realtà si fondono. Nella soffitta chiusa a chiave Mary Louise si delizia delle intimità che la morte non può toccare, non più di quanto potesse toccare la storia d’amore tra Elena e Insarov.  E l’immaginazione ad occhi aperti le fanno vivere viaggi in Italia o in Francia  con Robert  che, vestito di chiaro, si sporge sul tavolino di un bar in riva al mare, per baciarla come la prima volta al cimitero antico. “Lievi come farfalle, i baci danzavano su e giù per il suo braccio, dalle punte delle dita alle spalle. L’orchestrina del caffè cominciava a suonare. Bevevano vino bianco.”

Ma ciò che per lei  è salvezza e gioia, per gli altri è pazzia. Meglio dunque relegarla in manicomio, decidono i familiari sobillati dalle tremende cognate.

Marie Louise è però già libera dentro di sè e la costrizione nella casa di cura non le toglie  nulla. Ormai ultracinquantenne e di nuovo a casa racconta al Pastore di aver letto  e riletto i romanzi di Turgenev e che ha sempre buttato le medicine prescritte perchè non le servivano. Gli confida che “suo cugino le aveva fatto la corte invitandola nel mondo di un romanziere, il massimo che poteva permettersi, il massimo che lei si era sentita di accettare. Tuttavia la passione era arrivata, come una consumazione finale. Per trentun anni era rimasta aggrappata a un rifugio nel quale la sua storia d’amore potesse crescere, una casa sicura che le offrisse protezione. Per trentun anni era passata per pazza ed era stata tranquilla.”

Dentro di noi c’è sempre una soffitta in cui rifugiarsi o ritrovarsi. La lettura è il suo  muro portante. Chi di noi da ragazzo –  o forse anche ora –  non si è tuffato nel mondo letterario per sfuggire a un periodo difficile o soltanto per vivere di più? Quante ragazze sono state Jo March o Jane Eyre o Elizabeth Bennet ?  E quanti ragazzi  sono stati compagni di Sandokan o di capitan Nemo?

Sì, sicuramente, i libri sono i migliori compagni di vita …

Edizioni Guanda, 2012

 

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3 commenti
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  1. Bello questo romanzo di W.T, che racconta di anime fragili e confinate ai margini, sottoposte a pregiudizi inclementi. Mi appassiona sempre Trevor, perchè lascia andare i suoi personaggi verso destini tessuti attraverso azioni intime, modulate da un microcosmo inclemente e impietoso. In questo romanzo i personaggi tanto più si deformano agli occhi del mondo, tanto più riescono a”trovarsi”.

  2. William Trevor vuole bene alle donne , mi viene da dire. Sono quasi sempre ragazze, vive e fragili socialmente ma forti e magnifiche nell’animo. Lucy Gault, Felicia, Ellie, Mary Luise e tante altre.. William Trevor, ultraottantenne, è uno dei più fulgidi autori irlandesi. Il suo ultimo romanzo , scritto nel 2009, L’AMORE, UN’ESTATE, dove la protagonista è l’indimenticabile Ellie, ,ragginge una delle vette della sua prolifica , luminosa produzione narrativa. Ancora più bello di LEGGENDO TURGENEV . Da provare per non dimenticarsene mai più..

  3. Rileggere don Marcello Farina “A rinascere si impara” mio vecchio post
    Dopo l’interessante lezione-conferenza sul Romanticismo tenuta da don Marcello Farina all”Università della Terza età, sono corsa a riprendere in mano il suo libro che porta il sottotitolo Filosofia per tutti. Si tratta dei suoi contributi pubblicati settimanalmente sul quotidiano “L’Adige”, in cui egli “traduce” per il lettore comune e frettoloso i ragionamenti e il pensiero dei grandi filosofi. Don Farina ci spiega con parole chiare, lucide, essenziali i molteplici aspetti della nostra esperienza umana, dalla gioia al dolore, dal peccato al perdono, dall’amore, al dubbio, alla morte. Le sue personali riflessioni critiche del quotidiano, riflessioni illuminate, tolleranti, affascinanti sono intrecciate ai pensieri di filosofi, teologi, scrittori, soprattutto del Novecento, il secolo appena trascorso e che da molti è stato definito “il secolo dell’ansia”.

    Diventa necessario perciò in quest’epoca frettolosa, di individualismo e di malessere latente, decifrare ancora e sempre noi stessi e il mondo che ci circonda. La ricerca della verità è un nostro dovere, diceva Platone, anzi è il nostro fine ultimo. E Kant prosegue, secoli dopo, dicendo che essendo la nostra Ragione limitata dobbiamo sempre cercare, non avere il timore di conoscere. Cercare la felicità attraverso la Morale, saper cogliere la bellezza del mondo attraverso il sentimento del Bello.

    Marcello Farina scrive “Assomigliamo a dei cristalli, belli ma fragilissimi: basta pochissimo perchè tutto possa andare in pezzi“. Pensavo proprio ieri come noi umani siamo dei funamboli, camminiamo sempre in bilico, basta poco a farci precipitare: relazioni umane insoddisfacenti, malattie improvvise, solitudine, precarietà. Viviamo in tempi in cui ci sente “inscatolati” in ruoli e immagini preconfezionati dai quali però dobbiamo avere il coraggio di uscire, pena un’omologazione coatta e un irrisolto male di vivere. Riacquistiamo dunque la libertà dell’essere con la nostra forza del pensiero.

    “Pensare è certo faticoso, imprudente e azzardato. Ma solo pensando si riacquista dignità e si può procedere a testa alta dentro le sfide di oggi.” ci consiglia don Farina.

    In “A rinascere si impara“si sottolineano i nostri dilemmi esistenziali, si trova una guida per il nostro percorso di crescita, si ritrovano le inquetudini del giovane Holden e gli immaturi cronici come Peter Pan che rifiutano di crescere per non affrontare la realtà.

    Ma soprattutto si parla di etica e di rispetto per gli altri. “La mia libertà inizia proprio dove comincia la tua”, anche se Kafka scriveva ” La via verso il prossimo è per me lunghissima.” Ma sempre Etty Hillesum nel suo Diario ci dimostra la virtù della semplicità e una lezione ineguagliabile:quella di chiarire il mistero del senso e dell’insensatezza del nostro umano dolore risolvendoli in amore.

    Possiamo leggere di politica, laicità e religione e di speranza nelle pagine chiare di questo sacerdote e filosofo che tutta la città di Trento ama e ammira. E soprattutto dell’incoraggiamento a crescere per rinascere ogni giorno, come i fiori di primavera.