MARINA CVETAEVA E RAINER MARIA RILKE – LETTERE –

pubblicato da: Mirna - 10 Gennaio, 2013 @ 4:09 pm

Voglia di POESIA!

Desiderio di sorvolare sull’aridità di questi tempi e salire verso l’alto. Perchè è così che fa il linguaggio della Poesia: traduce la nostra realtà e la colora, la sospende, la smembra e la ricuce  e ce la ridà più variegata, talvolta oscura, altre sfavillante di scoperte. La Poesia è ascolto attento del mondo .

Come scrive Marina Cvetaeva essa “e’ una specie di muta melodia dentro la testa , una specie di linea sonora” che proviene dalle fibre stesse del’io e di ciò che ci circonda.

Nell’ultimo anno della sua vita Rainer Maria Rilke viene sollecitato  da Boris Pasternak ad inviare alla poetessa russa  Marina Cvetaeva un suo volume di poesie con dedica. E’ l’inizio di un intenso e appassionato epistolario che durerà  dal maggio al novembre 1926.

Già Marina lo ama, come ama la poesia. Per lei Rilke è la Poesia stessa. Ogni sua parola un’intenzione/intonazione, la totalità del pensiero. Replica immediatamente con impeto alla lettera di accompagnamento:

“Rainer Maria Rilke!

Posso chiamarla così? Lei, incarnazione della poesia, dovrebbe sapere che il Suo stesso nome è una poesia. Rainer Maria, ha una risonanza religiosa, e infantile, e cavalleresca. Il suo nome non si intona con i tempi d’oggi, viene dal prima o dal dopo – o dal sempre.”

Legge le sue Elegie a letto, la sera, e scrive “Il mio letto si è fatto nuvola”.

Con l’inizio di questa corrispondenza sembra chiudersi il cerchio delle tante amiche epistolari di Rilke. Sembra che nelle sei lettere inviate a Marina Cvetaeva ci sia qualcosa di definitivo. Anche lei, come Lou Andreas  Salomè , è russa, di quella terra che il poeta ha tanto amato. Ma soprattutto in lei sembra trovare  colei  alla quale  i suoi versi sono rivolti “la grande amante in tal misura ricolma del proprio amore da poter rinunciare all’amato” aveva egli infatti  auspicato nelle Elegie duinesi  “quel tempo in cui amando / resistiamo all’amato, ce ne liberiamo tremanti:/ come la freccia resiste alla corda per essere, raccolta / nel balzo, più di se stessa./

Ed ora, ricoverato nel sanatorio di Val-Mont in Svizzera, ritrova in questa giovane e veemente  poetessa russa  l’eroica amante cantata.

Sono lettere preziose queste dove l’amore per l’amore della Poesia si innalza a vette altissime. Ognuno sembra riflettere il proprio sè poetico nell’altro, è un’unione perfetta di due poeti dallo stesso afflato verso la creazione artistica che impernia tutta la loro vita.  Passione per la totalità dev’essere la Poesia e per entrambi lo è. Ricerca della libertà e della non-possessività, il proprio sè che si dissolve nel proprio oltre perchè i cinque sensi diventano immateriali e sensibili per ricevere la verità delle cose che imprimono il loro segno, riflette Rilke nei sonetti di Orfeo,  e Marina è pienamente d’accordo.

Nella postfazione di questo libro  (edizioni SE) Pina de Luca spiega che Orfeo-Rilke perviene a un simile risultato attraverso un duro e rigoroso esercizio; nella sinestesia raggiunta, i sensi non sono più mossi dall’impazienza del desiderio e neppure conoscono l’affanno del volere. Egli sa non desiderare, non volere Euridice ed è per tale rinuncia che l’estraneità di lei si descrive impalpabile nel suo udito come la sonorità stessa del silenzio.”

Marina è irruente nelle sue lettere e riesce a scuotere lo stanco e malato poeta, lo fa vibrare ancora di Poesia. Lui le  dedica una Elegia, l’ultima:

A Marina Cvetaeva-Efron

Oh, queste perdite nell’universo, Marina, le stelle cadenti!

Ovunque lassù ci lanciamo, verso quale mai stella,

nulla vi possiamo aggiungere! Già tutto è sempre

compreso nel tutto…

 

(Nel mio Blog  sono presenti due post: “Marina Cvetaeva, mia madre” di Ariadna Efron e “Epistolario Rilke-Salomè”, v. archivio )

Share

2 commenti
Lascia un commento »

  1. Buongiorno a tutti coloro che leggono gentilmente questo blog. Se lo leggono, penso , sarà perchè non sono indifferenti alla letteratura, alla bella letteratura, quella elegante, originale, unica in ogni opera espressa.Come la poesia di Marina Cvetaeva e di Rilke.
    Vi “regalo”, col fiocco, sia pur virtualmente, due piccoli libri stupendi.
    1.–di Gaelle Josse LE ORE DEL SILENZIO Skira ed. pagine 96 euro 13. E’ un libro gioiello, è la storia di Magdalena van Beyeren, in copertina c’è un particolare del ritratto di Magdalena, “La donna di spalle alla spinetta” di Emanuel de Witte, 1665. Magdalena raconta un frammento della sua vita di donna, di madre e di moglie della migliore borghesia del 1667: e c’è dentro tutto l’amore di una donna e di una madre, c’è l’arte, apparirà anche un giovane Jan Vermeer, c’è il segreto di Magdalena:perchè ha voluto farsi dipingere senza mostrare il suo viso? Insomma un libro da non stipare assieme agli altri in ordine al suo posto, ma da lasciare in vista, come oggetto prezioso pieno di segreti.
    2.–di Madeleine Bourdouxhe LA DONNA DI GILLES ed Adelphi– Questa è una storia d’amore, l’amore di Elisa per il suo Gilles. Un amore antico, assoluto, totale. Un amore di tempi passati, un amore che oggi forse non c’è più. Per fortuna….Un romanzo magnifico, raro e forte come l’amore.

  2. I consigli di Camilla sono sempre importanti . I libri di cui parli, mia cara amica, devono essere intriganti e sicuramente li leggerò. Se poi in uno appare anche Vermeer, che adoro, e nell’altro si parla di un grande amore…
    E’ stupendo quando hai tra le mani un libro che sai ti piacerà, il pomeriggio breve e freddo si accende di attesa e gioia. Quando invece non hai un libro che ti cattura all’istante vagoli fra le stanze dove trovi solo vecchi romanzi da rileggere o libri che non ti convincono ancora … e ti senti un po’ vuota, un po’ delusa…le ore sembrano insipide…allora, se puoi, corri in biblioteca o in libreria!