NIENTE SI OPPONE ALLA NOTTE di Delphine de Vigan, ed. Mondadori

pubblicato da: Mirna - 7 Gennaio, 2014 @ 10:50 am

Quando la scrittura diventa salvifica o almeno chiarificatrice, confessione, parte di assoluzione.

E’ ciò che fa la scrittrice Delphine de Vigan in questo romanzo biografico-autobiografico per dirimere le angoscie, l’amore irrisolto, il mistero di sua madre. Una scrittura onesta nel senso che è scritta per se stessa  - l’autrice, la figlia, –  e per noi che possiamo  condividere con obiettività la storia di una donna bellissima e tragicamente segnata dalla malattia mentale.

Sua madre Lucile – ne vediamo un’istantanea in copertina – nasce ina una famiglia numerosa e particolare, dove tutti i bambini sono belli e biondi tanto che per molti anni lavorano come modelli pubblicitari. Soprattutto Lucile, la più bella e affascinante , riservata ma con uno sguardo  spietatamente acuto . Maturata troppo in fretta tra fratelli e sorelle lei è sempre stata la figlia osservata con un’attenzione troppo particolare dal padre.

Lui non poteva staccare lo sguardo da lei, incantato.

E lo stesso effetto Lucile lo provoca su tutti. Lo racconta lei stessa a sua figlia Delphine ! Le avrebbe raccontato di quell’attrazione che esercitava sulle persone, quel misto di bellezza e assenza, quel suo modo di sostenere lo sguardo, persa nei suoi pensieri.

E’ da questo mistero venato di nero che occorre iniziare per raccontare la madre.

Il  suo suicidio è l’evento che spinge Delphine a riscoprirla, a conoscerla fino in fondo. Deve. E’ un imperativo categorico. Non può farsi distruggere da ricordi inquietanti e incomprensibili, deve approfondire il dolore di entrambe.

“Scrivo di Lucile con i miei occhi di bambina cresciuta troppo in fretta, scrivo il mistero che lei è sempre stata per me, così presente e, nello stesso tempo, così lontana, lei che non mi ha più abbracciato da quando ho compiuto dieci anni.”

Una storia che non ci lascia indifferenti, che ci lega perchè c’è sempre qualcosa di riconoscibile nelle tragedie altrui.

Scrive Delphine de Vigan. “la mia famiglia incarna quel che la gioia ha di più chiassoso, di più spettacolare, l’eco instancabile dei morti, e il risonare del disastro. Oggi so pure che illustra, come tante altre famiglie, il potere devastante della parole, e quello del silenzio.”

E’ molto difficile per Delphine manipolare o romanzare la vita di sua madre nella quale si trova invischiata e,soltanto con fatica e  grande dolore, riesce a sbrogliarla rimanendo spietatamente nella realtà dei fatti e dei sentimenti. Deve  partire dai frammenti che Lucile aveva confidato all’uno e all’altro dei fratelli e sorelle, a sua sorella Manon, a Delphine più raramente.  Cerca di ricomporre il punto di vista della madre. “Ricompongo, certo, riempio i vuoti, sistemo a modo mio. Mi allontano di più da Lucile volendo avvicinarla”

Il male di vivere di Lucile è entrato a far parte anche delle figlie, ma tutta la grande famiglia dei nonni, degli zii rispecchiava in parte schegge del sentire degli altri. Una  “bella”famiglia della quale esiste anche un reportage nella televisione francese. Genitori carismatici, tanti figli belli. Uno adottato. Tanti lutti . Un figlioletto precipitato nel pozzo, un altro forse suicidatosi, l’ultimo nato affetto dalla sindrome di Down. E fra questi Lucile che crolla psicologicamente dopo il suo  divorzio. Affetta da disturbo bipolare già in nuce fin da ragazzina, forse scatenato, come denuncia nei suoi diari, da un incesto?

Un lavoro epico per Delphine Vigan, scrittrice e vincitrice di premi prestigiosi, voler scavare per capire una volta per tutte quella sotterranea autodistruzione della madre che nel suo andare verso la fine ha ferito e senza volerlo quasi distrutto anche le figlie.

Da non perdere.

“Il titolo Rien ne s’oppose à la nuit è tratto dalla canzone Osez Joséphine scritta da Alan Bashung e Jean Fauque, la cui bellezza oscura e audace mi ha accompagnato per tutto il tempo della scrittura.”

 

 

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