RIFLESSIONI DI UNA BOOK BLOGGER

pubblicato da: Mirna - 2 Gennaio, 2014 @ 9:03 am

Ma come, è già il 2 gennaio 2014?

Gli auguri  per  il nuovo anno ai miei lettori amici li faccio solo ora, una mattinata grigia grigia di vero inverno del nord. Ma il tempo scappa veloce veloce in un mio tempo personale in cui mi piace molto sostare, gustare, riflettere.

E’ chiaro che spero che i giorni a venire siano colmi di sorprese, curiosità, amicizia e che si riesca a trovare in noi la capacità di non arrabbiarsi troppo con ciò che di ingiusto accade intorno .  Lasciamo in fondo in fondo ai nostri pensieri una  tenue speranza che qualcosa di positivo accada. Perchè non dovrebbe?

Io ci spero, perciò affidiamoci al destino, al caso e a noi stessi!

Come accanita scrittrice di diari mi piace fare il bilancio di ogni fine anno rileggendo i miei accadimenti, i miei pensieri scritti e aprire un nuovo quaderno bianco  pronto ad accogliere  un altro pezzo di vita da vivere.

Da ragazzina – ho iniziato a scrivere a 14 anni – oltre a noiose descrizioni delle mie amicizie, dei miei innamoramenti, delle discussioni in famiglia, scrivevo già le mie  prime riflessioni di ciò che avrei voluto diventare, o meglio , di ciò che avrei voluto “essere”.

Colta, sicura di me,  in armonia con il mondo della natura e degli umani,  con la serenità olimpica raggiunta da Goethe (questo ritorna spesso nei miei quaderni), ma naturalmente questa  meta ideale non è stata mai raggiunta… (altra storia e altra vita le nostre!!!)

Ma importante è stato il percorso verso i miei ideali … con l’aiuto preponderante della LETTURA!

Che dire dunque del mio appena trascorso 2013? Che si può “crescere” sempre imparando a conoscersi meglio grazie anche a nuove amicizie, viaggi, confronti, libri letti.

Valentina ha scritto su FB che ha letto 28 libri in un anno. E’ una giovane mamma che lavora. Bravissima. E Grazia quanti ne avrà letti, lei che tiene il conto sul quadernone? Ce lo dici, Grazia?

Sono felice che i miei consigli di lettura e i vostri che si intersecano ai miei post siano di aiuto e sollecitazione a scoprire nuovi scrittori, nuove storie.

La letteratura racconta della vita, dei nostri sentimenti, delle nostre paure. Che c’è di meglio per immedesimarci, per esorcizzare, per meravigliarci, per consolarci?

I libri sono i nostri fidatissimi amici e mi sento fortunata ad esserne circondata, ma soprattutto fortunata perchè ne sono sempre golosa e innamorata.

Sui miei tavolini ho quasi dieci libri- presi  in biblioteca in un impeto di bulimia libresca  -  che mi danno talvolta la frenesia di non sapere quale iniziare per primo. Allora ne “assaggio” qualcuno e se raramente incappo in un romanzo che non  mi piace smetto immediatamente con un po’ di dolore. E non ne scrivo, perchè il mio blog non è una rubrica di recensioni, ma un diario di una lettrice che vuole condividere soltanto i libri  che le piacciono e le emozioni che essi suscitano.

Aspetto da voi i titoli dei libri che vi “circondano”!

(Come ci hanno spesso  scritto Maria Rosa, Raffaella, Camilla, Miki e tutti gli altri.)

BUON ANNO DUNQUE E BUONA LETTURA.

La vostra book blogger

 

 

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5 commenti
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  1. Il conteggio annuale delle mie letture non coincide con il nuovo anno, inizia in novembre per concludersi con la fine di ottobre. Sollecitata dalla nostra “book blogger” – le virgolette marcano la mia distanza dalle lingue straniere – ho controllato: al 31 ottobre scorso erano 76. Non tutte memorabili, naturalmente; lo sforzo di annotarle mi permette di ricordare, almeno a grandi linee.
    Visto che questo è un blog dove si deve parlare di libri, elenco gli ultimi letti. Ho chiuso il vecchio e aperto il nuovo anno in compagnia di “L’ultimo scalo del Tramp Steamer” di Àlvaro Mutis, autore scomparso nel 2013, narra la storia di un amore impossibile e di un piccolo mercantile malandato, il racconto in alcune parti mi ha ricordato Conrad.
    In precedenza, e quindi ultimo dello scorso anno, il primo romanzo della Nèmirovskj, “Il malinteso”. Sempre piacevole leggere questa autrice e scoprire in una ventenne la maturità alla quale la sottoscritta, alla sua veneranda età, non è ancora giunta.
    Attualmente sono molto presa da “La storia di un matrimonio”, anche questo romanzo non recentissimo, autore Andrew Sean Greer, del quale qualcuno nel blog ha già parlato, mi sembra; sono a poco più di un terzo.
    In genere leggo la sera, quando mi ritiro da tutte le altre attività, ma se un libro mi piace e mi coinvolge non posso fare a meno di portarlo in giro per casa, di aprirlo appena ne ho l’opportunità e di infilarlo in borsa se il formato lo permette: con questo lo faccio.
    Dello stesso autore mi è piaciuto anche “Le confessioni di Max Tivoli”, già segnalato da qualcuno. Una recensione a proposito dell’ultimo, uscito di recente, “Le vite impossibili di Greta Wells”, definito “un omaggio più o meno scoperto alla fantascienza del grande H. G. Wells”, sembra attirarmi meno, per ora.

    @ Mirna. Singolari le due foto del post. In entrambe le stesse due protagoniste: in una rasserenanti, nell’altra inquietanti… Due facce della stessa realtà?

  2. Mi piace essere circondata dai libri perché così mi sento abbracciata… per sempre. L’idea che nel 2014 ne arrivino altri di nuovi e ne ritornino di vecchi, mi rasserena.
    Accanto a me ho il libro di Claire Messoud bello, arguto, ironico. poi i libri di Edna O’Brien di recente ristamp;, di questi mi piace riassaporare il cielo, gli odori di un’Irlanda dura e selvaggia.

    Vi Auguro un Anno bello bello, in compagnia degli amati libri.

    Grazie Mirna.

    Miki

  3. Eh, sì cara Grazia, il mistero è sempre inquietante. E cosa c’è di più misterioso di un gatto per giunta nero? E un po’ anche noi, materne amiche di gattine nere, avremo due facce? Sicuramente sì!!!
    Ieri sera poi, per restare in tema di letteratura e gatti, stavo guardando la scena finale di un Jane Eyre prodotto dalla BBC. Un po’ gotico, scuro, bellissimo. La scena finale emozionante: Jane si sente chiamare da Edward dopo aver rinunciato al matrimonio con il parroco. Jane, Jane …allora si mette in viaggio e arriva Thornfield ormai mezza distrutta dall’incendio. Cerca il suo signor Rochester e lo trova sotto un albero, trtiste, con gli occhi spenti, ma sempre affascinante. Si riconoscono, si avvicinano si buttano una tra le braccia dell’altro e stanno per baciarsi…ah, che dolcezza…quando Mimilla, la gatta dalla faccia inquietante, balza verso il televisore e con la zampi na si mette a picchiare i due innamorati. Così mi sono persa la scena finale!
    Perché?
    Gelosia? Mi voleva distogliere per giocare!!!

  4. Mimilla “sente” i momenti topici, in ogni circostanza, anche in Jane Eyre!
    Periodo di discontinuità per me e voracità disordinata in tema di letture… Appena finito uno di Haruki Murakami “South of the Border, West of the Sun”, sempre mio beniamino per la sua impalpabilità emozionale e per il continuo zig-zag fra reale e surreale. E poi sto leggendo di Erich Fromm “l’arte di amare”, libro datato ma di ancora forte impatto e profondità psicologiche. A seguire ci sarà sicuramente “Intelligenza emotiva” di Goleman, tema che mi interessa incredibilmente e di cui mi hanno parlato entusiasti molti amici.
    Cari auguri a tutti e mille di questi libri!

  5. Una spy-story che è una storia d’amore, strutturata in modo originale. Un agente segreto israeliano si innamora di una bellissima ragazza inglese vista sull’autobus; segue e controlla la vita di lei senza rivelarsi, le invia lettere appassionate e dischi per ascoltare la stessa musica (Mozart, credo) alla stessa ora…Fa un lavoro duro e brutale, ama il suo paese, “i monti, le valli, la polvere, la disperazione, le strade, i sentieri”. E’ “Il Minotauro” (1980) di Benjamin Tammuz. Il titolo rimanda a un’acquaforte di Picasso che era appesa nella camera del bambino che sarebbe poi diventato l’agente segreto; essa rappresenta un essere con testa di toro e corpo di uomo, che si piega sulle ginocchia in un’arena, in punto di morte. Dalla tribuna vicina una donna gli tende la mano, come a cercare di toccare la testa del mostro agonizzante; ma tra la mano tesa e la testa rimane una piccola distanza. Una lettura avvincente, straordinaria.
    Ho poi riletto “Il fucile da caccia” di I.Yasushi; breve, perfetto romanzo epistolare.
    Ora sono poco oltre la metà di “L’ultima fuggitiva” di T.Chevalier: America del 1850, schiavismo/abolizionismo, protagonista che aiuta schiavi in fuga, trapunte patchwork…che non so realizzare, ma che mi sono sempre piaciute moltissimo.