L’AMANTE di Marguerite Duras

pubblicato da: Mirna - 24 Agosto, 2014 @ 12:59 pm

L’AMANTE  di Marguerite Duras

Che bello avere amiche lettrici DOC!

Dopo aver letto la biografia della Duras dico a Grazia che  ho letto soltanto La diga sul Pacifico così lei va a cercare tra i  suoi scaffali e  trova e mi presta l’Amante.

Direi che conoscendo meglio la vita della scrittrice francese ho gustato maggiormente questo breve romanzo perché oltre la sua prima storia di amore e di passione vissuta ad appena quindici anni c’è sempre l’ombra potente della sua famiglia che appare tra i suoi ricordi.

Sappiamo che la Duras è una donna dai moltissimi aggrovigliati amori e in questo  suo libro rievoca un vivido momento della sua vita in Indocina, quando su un traghetto che attraversava il fiume Mekong incontra un ricco cinese  ventisettenne .

L’uomo è catturato da quella minuta ragazzina dal semplice vestitino di seta lisa, scarpette dorate e un cappello da uomo di feltro rosa. E lei si lascia corteggiare già conscia della sua carica erotica.

L’atmosfera di quel paese dal clima sempre uguale, afoso, monotono, senza primavere né risvegli, come ci descrive la Duras, sembra la cornice perfetta per la sua prima  relazione .

Per un anno e mezzo Marguerite e Léo (come lo chiama lei)   si vedranno in un piccolo appartamento di Cholon, la chinatown di Saigon. Lei avrà l’impressione di fare l’amore in pubblico. Attraverso le persiane vedono passare le persone e sentono le chiacchiere e il chiasso della città.

Dopo la prima volta  escono dalla garconnière a sera. Lei scrive “ Mi sono rimessa il cappello da uomo con il nastro nero, le scarpe d’oro, il rossetto scuro sulle labbra, il vestito di seta. Ad un tratto mi sento invecchiata. Lui lo vede,dice: sei stanca”

Non è un  caso  che nella prima pagina del libro lei scriva “Presto fu tardi nella mia vita

La Duras intreccia al ricordo di  questo suo primo bruciante amore quello dei suoi  faticosi  rapporti familiari. Con la madre capace di repentini  cambiamenti d’umore nei suoi confronti, con il fratello Pierre cattivo e debole,

Ne esce una storia che segue un filo temporale frammentato, ma la partecipazione emotiva dell’io narrante è forte e autentica.

Ha settant’anni quando scrive L’Amante. Un altro pezzo importante della sua vita, il più nascosto, il più dolce forse.

Qualche anno più tardi dirà che ha capito che tutto è vanità.

In maggio aveva  saputo che era morto Léo che le aveva telefonato dopo il successo del film. E lei gli aveva risposto

“Allora sei vero, siamo esistiti sul serio , non mi sono inventata tutto, perché ogni tanto ho l’impressione di non aver avuto una vita, una vita vera intendo, ma soltanto una vita scritta.”

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