I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA (con i libri!)

pubblicato da: admin - 30 Marzo, 2010 @ 6:54 pm

sfondocopy[1]scansione0011E’ possibile essere felici dedicandosi alla letteratura? Si può cambiare il mondo con i buoni libri? Sembra proprio così leggendo questo bellissimo libro di Ernesto Ferrero, scrittore, critico letterario, collaboratore di case editrici importanti, ed attualmente direttore della Fiera Internazionale del libro. Nato nel 1938,  Ferrero entra come responsabile dell’Ufficio Stampa nella Casa editrice Einaudi  nel 1963 e presto ne diventa il  direttore editoriale.

Sono gli anni d’oro della editoria italiana e la casa editrice Einaudi, guidata dal vulcanico e carismatico Giulio Einaudi, figlio di Luigi il fondatore, è il luogo privilegiato dove si respirano passioni intellettuali e civili importanti e dove si incontrano scrittori che sono entrati nella nostra storia.

Per Ernesto Ferrero è un’educazione sentimentale-editoriale e di amore-odio verso “L’Editore”,  snob, sarcastico, viziato, ma  geniale che ha fatto della sua Casa editrice in via Biancamano a Torino, una famiglia sulla quale , come un despota, governa. Questo libro è in fondo dedicato a lui, un altro divo Giulio; in copertina c’è lui nella sua sfrontata sicurezza e senso di onnipotenza.  Ma gli anni passati con lui sono entusiasmanti e tutti si lasciano trascinare dalla sua  filosofia; l’Editore commenta che il suo lavoro, proprio perchè fatto in libertà, è un lavoro che dà felicità  “con i libri ogni singola giornata diventa un momento di divertimento, allegria , appagamento”.

Nel 1989, non riuscendo più “sopportare” l’Editore,  Ferrero se ne va dalla Einaudi, ma essa rimane il centro della  sua prima indimenticabile “famiglia.” Questo libro si potrebbe intitolare anche “ritratto di famiglia con Editore “. Vi si ritrovano tutti gli scrittori legati alla Einaudi;  si parla ancora di Pavese sebbene morto da 10 anni,  qualcuno ancora lo ricorda quando “ faceva le notti in casa editrice, sulle bozze”. Altri dicono che prima di ritirarsi nell’albergo del suo suicidio  “egli avesse tracciato sui muri bianchi del corridoio scritte feroci” contro l’Editore. Pavese insieme a Natalia Ginsburg, per una volta alleati, gli avevano scritto,  qualche tempo prima , che se ne sarebbero andati, forse in America.  L’ Editore aveva restituito loro le lettere con scritto a matita :”Ci vengo anch’io.

Esiste una storia della felicità di Pavese, d’una felicità  nel cuore della tristezza, d’una felicità che nasce con la stessa spinta dell’approfondirsi del dolore, finchè il divario è tanto forte che il faticoso equilibrio si spezza.” scrive  Calvino ricordando il collega.

Nella “famiglia” di via Biancamano si aggira Natalia Ginzburg; ecco come la descrive l’autore: ” Solida e minuta al tempo stesso, tacchi bassi, vestiti grigi come la zazzera corta e folta e dura, gli occhi bui che sondano l’ambiente circostante a piccoli colpi febbrili…la voce bassa, velata dalle troppe sigarette…” .

 Incontriamo anche Leone Ginzburg, Calvino, Gadda, Primo Levi, Bobbio e Pasolini…  Un libro, questo, per sviscerati amanti dei libri, e per quelli che sono sulla buona strada…

So che questo blog sta facendo aumentare i lettori. Evviva!

I libri danno felicità. A me senz’altro. A voi?

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1 commento
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  1. Se non danno la felicità, sono sicuramente fedeli compagni soprattutto nei momenti che si desidera starsene un po’ da soli – non solo per pensare – lontani dagli impegni e anche dalle compagnie più amate.