MRS DALLOWAY, di Virginia Woolf

pubblicato da: admin - 6 Aprile, 2010 @ 6:18 pm

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Nel cielo azzurro chiaro di  stamattina ho visto volare un aeroplano dorato. Ho pensato subito a  Mrs. Dalloway, quando  in una soleggiata mattinata di giugno alza lo sguardo e vede un aereo con un festone pubblicitario. Siamo nel 1923 e lei sta cercando dei fiori per il ricevimento che darà la sera.  Un romanzo eccezionale in cui c’è la rottura del concetto tradizionale  del tempo. Tutto si svolge in un’unica giornata dilatata all’infinito con riferimenti al passato, al presente e al futuro.

E’ quello che, credo, ognuno di noi sente in ogni attimo della propria vita, quegli attimi densi della nostra storia. Se ci soffermiamo a riflettere  possiamo percepire che ogni pensiero è correlato a ricordi, sogni, aspettative.

Virginia Woolf ha 43 anni quando scrive questo libro; sono gli anni artisticamente più fecondi e il suo senso della vita verrà concentrato e “psicologizzato” nell’animo di una signora dell’alta borghesia londinese.Virginia si immerge nella signora Dalloway, assegnandole i suoi turbamenti e  i suoi interrogativi  fino a riuscire a riordinarli proprio scrivendone.

 Quando apre la porta di casa per uscire, Mrs Dalloway rivive l’analoga sensazione di quando, ragazza,  apriva la finestra affacciata sul prato di casa sua. Ogni gesto, ogni incontro produce in lei una reazione impregnata da altre esperienze. E’ un monologo interiore che fluisce ininterrottamente nei suoi pensieri. Dagli attimi e pensieri leggeri come l’incontro con un conoscente al quale dice di amare passeggiare per le vie di Londra , “I love walking in London”, a domande sull’amore e sulla solitudine. Si chiede se i ricevimenti uniscano veramente le persone o le facciano sentire ancora più sole.

Clarissa Dalloway ha 50 anni, ha un marito gentile che assomiglia a Leonard Woolf, una figlia impegnata nel sociale. Tutta la sua vita viene raccontata mentre si organizza  questo ricevimento al quale sarà invitato anche un suo vecchio spasimante.

Parallelamente si snoda la vicenda di Septimus Warren Smith il cui legame con Mrs. Dalloway è il medico che lo ha in cura. Quest’ultimo, invitato al party, racconterà del suicidio di Warren Smith.

C’è un conflitto tra la vita e la morte. Clarissa, chiara, aperta, gaia e Warren Smith (war:guerra; smitten: colpire) l’oscurità della pazzia, l’odio per il tragico passato di guerra.

Vincerà la vita, il ricevimento si farà e lo spazio della casa di Clarissa diventerà, come lei vuole, “il luogo dove essere”.

Il tempo e la memoria sono il centro del romanzo. La memoria è la somma di tutti i sensi, è un agente di continuità. Septimus, il deuteragonista, odia il passato perciò non riesce ad integrarsi nel presente e tantomeno pensare al futuro: per Clarissa invece la memoria è la somma di tutti i sensi, è un agente di continuità, è un insieme di emozioni da rivivere in tranquillità. In una scena finale Mrs Dalloway si affaccerà alla finestra per riflettere e ricordare.

La finestra è un occhio sul mondo esterno ma diventa anche un canale di introspezione proprio in questo andare e venire del dentro al  fuori. Attraverso la finestra in un altro celeberrimo romanzo della Woolf  si vede il faro…

 Per me, qui a Trento, è proprio l’affacciarmi alla finestra il momento della pausa, del pensiero vagolante, del punto della situazione…ho sempre un rettangolo di cielo da guardare…e altre finestre.

 Qual è il vosto punto di “raccolta”in voi stessi?

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6 commenti
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  1. Che meraviglia questo libro, che perfezione di mezzi, di estetica, di significato. E’ l’altro capolavoro della Woolf con “Gita al Faro”. E’ un tour de force di introspezione, un “concertato”, una fuga strumentale che inizia con la presentazione dei temi, i primi intrecci e poi gli stretti, quando le vicende accadono sempre piu’ ravvicinate fino alla catarsi. In questo giorno di perfezione Mrs Dalloway affronta svariati temi, la solitudine, i sogni disattesi, l’invecchiamento, la morte in un universo parallelo non troppo lontano dal suo, le convenzioni, l’autoriflessione.
    Come Virginia Woolf pieghi la scrittura a flessibile rappresentazione dell’interiorita’ dell’attuale, del passato e del futuro, resta un miracolo. La nostra percezione di questo e’ piu’ di un miracolo, e’ la potenza dell’arte. Grazie mamma di aver “postato” un libro che deve essere nelle librerie di tutti. Ah dimenticavo, il mio punto di raccolta in me stessa? Seduta nella semioscurita’, a meditare.

  2. La Woolf è una delle più grandi scrittrici della storia mio parere. Mi è subito venuta la voglia di riprendere in mano Mrs Dalloway e di rivedere lo spendido film The Hours. Dove le vite di tre donne, Woolf compresa, si intrecciano… Da guardare per chi se lo fosse perso…

  3. Questo romanzo dimostra quanto la Woolf riesca a descrivere al meglio le sensazioni dell’animo femminile, i momenti d’essere che ognuna di noi porta con sè.
    Un flusso di ricordi e realtà, passeggiata, considerazioni, se, possibilità, domande, risposte, impossibilità della risposta.
    Ho visto anch’io il film “The Hours”, basato dall’omonimo romanzo di Michael Cunningham vincitore del premio Pulitzer. Le protagoniste sono tre donne, di cui una proprio la Woolf e le loro storie ruotano attorno a “Mrs Dalloway”. Le loro vicende, pur accadute in periodi diversi, si intrecciano fra loro, per confluire, alla fine, nella condivisione di un attimo identificazione.

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