Il Salotto di Cristina. Penelopi e affini

pubblicato da: Mirna - 21 Ottobre, 2016 @ 12:43 pm

penelopi-ott-2016-001Cari amici che seguite il mio blog “fra un libro e l’altro”, certamente conoscerete le serate delle Penelopi che si svolgono nel salotto di Cristina, pianista, cantante, artista, ospite eccelsa.

Serate uniche, particolari, nate da un’ idea sua e delle sorelle  più di trent’anni fa: radunare a sera   signore e signorine, che si dilettino sì di cucito, ricamo e gastronomia, ma anche  di arte, poesia, musica, canto,  teatro e … soprattutto  di gusto del sorriso condiviso.penelopi-ott-2016-024

Serate natalizie all’insegna del  colore rosso dei nostri vestiti  e dei canti , serate di carnevale con mille costumi cuciti proprio dalla Penelope e esibizioni  canore e recitativi sfolgoranti.

E tanto altro.

Come si fa a ripercorrere lustri di serate speciali, divertenti, una diversa dall’altra ?  Tutte  connotate  da qualcosa di progettato, studiato e messo in atto per divertire ed essere  condiviso .

penelopi-ott-2016-020Prendiamo ieri sera per esempio:  c’erano “vecchie Penelopi” non di  età  !,  ma di frequentazione;  una Penelope di “ritorno” come Stefania che dopo sei anni di assenza (abituata a venirci giovanissima) ha sentito l’urgenza di rituffarsi nel magico mondo del salotto di Cristina,  Penelopi “esterne” come le cugine di Maria Teresa, Penelopi nuove, accolte con la solita canzoncina. ….

Non poteva mancare Anna,  la Grande Madre Penelope di 93 anni e dalle camicette luccicanti  come il suo spirito.penelopi-ott-2016-018

Appena entro attraverso il giardino pieno di piante, fiori, laghetto e fontanelle gorgoglianti mi sembra di entrare in un mondo fatato e penelopi-ott-2016-022rassicurante.

L’ingresso, i salotti e  la cucina del piano terra sono allegri, colorati, luminosi e ormai conosciuti.

Mi danno conforto, mi fanno lasciare fuori ogni pensiero.

Merito di Cristina e del suo organizzare con precisione ogni serata sia  per le Penelopi penelopi-ott-2016-016penelopi-ott-2016-010che per gli Accademici.

Ieri sera, dunque, lei ci suona due evocativi pezzi moderni, poi chiede a Stefania di suonare l’Arabesque di Shumann, poi si recitano  poesie serie, poesie in dialetto,  io e Maria Teresa (le mitiche twin sisters)  cantiamo La canzon degli angioletti che si scordano di fare la …pipì.

Ridiano, cantiamo, mangiamo torte e pizzette, beviamo spumante e bibite.

Parliamo e sorridiamo. E ridiamo. E balliamo.

E stiamo bene.penelopi-ott-2016-015

Conserveremo  queste ore nel nostro prezioso deposito delle cose liete. Evviva le Penelopi. Grazie Cristina.

Share

2 commenti
Lascia un commento »

  1. Sì, sì! Il deposito delle cose liete si arricchisce ogni volta che si realizzano le serate tra amiche, in primis quelle nella bella casa di Cristina. E qui non posso non ringraziare lei, la nostra ospitale padrona di casa, Cristina appunto, che apre il suo salotto sempre, senza stancarsi mai e sempre con un radioso sorriso di accoglienza che fa star bene subito, appena si arriva.
    Ma anche a te, cara Mirna, che sai così bene farci rivivere quelle ore, va la nostra gratitudine… per non parlare di Stefania, che regala il suo prezioso talento con la massima semplicità, per cui ci fa sentire privilegiate ed orgogliose di esserle amiche.
    E’ davvero bello, alla nostra età, poter e saper godere di un’atmosfera intrisa di gioco e di cultura insieme, portarci dentro la bellissima e intensa sensazione che continua in noi per giorni e giorni!

  2. Grazie, cara Mirna, per quanto hai scritto sul nostro incontro “penelopesco”! Leggendo il tuo post ci si rituffa nell’atmosfera speciale che ogni incontro da Cristina ci fa vivere. Grazie davvero alla splendida e generosa padrona di casa, perchè non è comune trovare chi sia disposto ad aprire la propria casa alle amiche, offrendo loro serenità, svago e allegria; grazie a chi ha regalato alle presenti un briciolo del proprio cuore, offrendo letture o altre performance artistiche (il duo delle twin sisters è stato ineguagliabile!) e grazie a Stefania, che ci ha davvero incantate con un’interpretazione intensa e appassionata dell’Arabesque di Schumann.