TUTTO DA CAPO, di Cathleen Schine

pubblicato da: admin - 6 Maggio, 2010 @ 6:42 pm

scansione0005Ancora negli Stati Uniti. Ed ancora una scrittrice. La Biblioteca di Trento definisce rosa i suoi romanzi , ma io non ne sono molto sicura.  Con leggerezza  e un delizioso senso dell’umorismo Cathleen Shine  sottolinea gli usi e i costumi della società americana e affronta temi esistenziali importanti quali la solitudine di molte donne, la mezza età, il conflitto fra sorelle, la visione del mondo. A volta anche sorridendo si può parlare dell’intima sofferenza dell’uomo. In fondo non si dice che “Ridendo, Arlecchino si confessò”? I suoi personaggi risultano ben delinati e rimangono impressi nella memoria.

E’ l’autrice de “La Lettera d’amore” e di un divertente originale romanzo “L’evoluzione di Jane” che si svolge alle Galapagos.

Tra New York,  Westport e Palm Spring seguiamo gli avvenimenti  di tre donne, madre e due figlie, giunte a un momento difficile della loro vita. “The three Weissmanns of Westport”  parla di Betty, settantacinquenne che viene lasciata dal marito settantottenne  innamoratosi di una donna più giovane. Sola, allontanata dal bell’appartamento di New York e senza soldi, Betty è costretta a ricominciare tutto da capo. Grazie al cugino Lou , che le mette a disposizione il suo cottage, si trasferisce a Westport insieme alle due figlie cinquantenni in crisi economica e sentimentale. Miranda, quarantanovenne molto bella, è sempre alla ricerca di emozioni, avventure. Mai stata sposata incontra a Westport un giovane biondo che la salva da un quasi sicuro annegamento . Miranda non si considera “vecchia”, fa dunque fatica a pensare che Kay sia tanto più giovane di lei. Inoltre Kay ha un bambino di due anni, delizioso. E’ di lui che inconsciamente Miranda si “innamora” ed è di lui che sentirà il vuoto, la mancanza, quando la storia sentimentale finisce.

Annie è separata con due figli grandi, è più pragmatica, è lei che lavora ancora è può sostenere madre e sorella. Anch’essa ha una storia sentimentale che finisce presto. Ma nuove prospettive, il nuovo ambiente, cambiano le aspettative delle tre donne che riusciranno a risolvere e concludere, ognuna a modo suo , il momento critico.

Intorno alle Weissmann un ambiente di ricchi ebrei; ci vengono descritte le feste del generoso cugino Lou che invita tutti a Palm Spring. Ci sono persino barzellette Yiddish ed alcuni personaggi divertenti come il suocero novantanovenne di Lou che scambia sempre sua figlia “per un vecchio con il riporto” o per un idraulico.

Nel Natale festeggiato a Palm Spring – “Perchè devono essere solo i Cristiani a divertirsi?”chiede un personaggio – viene descritta un’opulenta  cena a base di ostriche, aragoste “la cena di mare nel deserto” e una fotografica descrizione della società americana in cui la vecchiaia non deve essere evidente. “Migliaia di donne sole, una categoria identificabile, le anime perdute dell’America” pensa un invitato osservando “le donne mature, ancora belle e piene di vita nella loro maturità…bellezza ed esuberanza improvvisamente affiancate dall’unica cosa che bellezza ed esuberanza non riescono a reggere: l’irrilevanza.”

Però mi ha consolato leggere di ultrasettantenni che si innamorano, cambiano vita, ricominciano tutto da capo. Solo in America si può fare così?

*   *    *     *      *

Consiglio di leggere il commento che Cinzia ha lasciato al post su “Cuore”. Ci sono domande interessanti.

Per Claudia : in marzo ho presentato il libro “Il giardino segreto”

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  1. ciao Mirna,

    ho appena visto la presentazione del romanzo di Cathleen Schine, certamente intrigante. Sono stata immediatamente attratta dalla copertina del libro che riporta
    uno dei tanti splendidi dipinti di Edward Hopper, pittore americano morto nel
    1967 e del quale e’ in corso a Roma la prima grande mostra italiana.
    E’ il pittore delle solitudini umane, riprese dalla scrittrice nel romanzo, ritrattista
    spettatore esterno della vita quotidiana dietro una finestra, al bancone di un bar, in stanze aperte ad uno sguardo sensibile e contemplativo. Credo tu abbia capito che amo molto l’arte di Hopper, che a breve godro’ dal vivo alla mostra romana (fino al 13/6)
    affiancato degnamente dall’altra mosta, alle Scuderie del Quirinale, su Caravaggio, prendendo questa volta davvero due piccioni con la stessa fava.
    A chi dovesse trovarsi nella capitale consiglio davvero i due fantastici eventi.

    cordialmente, dimma

  2. Appena letto stamattina il tuo post ( sono ancora a casa dal lavoro…) mi è venuto in mente il bellissimo libro, forse un pò melò, Voglia di tenerezza da cui è stato tratto un film che ricordo con piacere con Jack Nicholson e Shirley Mc Laine. Anche lì, la paura di invecchiare e perdere la bellezza. ma chi morirà sarà la giovane e bella figlia… Il destino è così crudele a volte…

  3. Mi era sfuggita la tua presentazione de “Il Giardino Segreto” in marzo….mi sono letteralmente bloccata alla presentazione di “Emma” di Jane Austen…. daltronde il nome di mia figlia lo devo un po’ anche a lei!!! Adoro l’Inghilterra dell’ottocento e novecento…. il mio regista preferito è James Jvory quello di “Camera con vista”, “Casa Howard”, “Quel che resta del giorno” ….dove quasi sempre l’attrice protagonista è Emma Thompson…. e dello stesso regista è anche il film “Jane Austen a Manhattan”… insomma nulla è a caso!!

  4. Claudia accenna ad Jvory e ad uno dei suoi film più letterari “Quel che resta del giorno” tratto dal magnifico romanzo di Kazuo Ishiguro. Conoscete questo grande scrittore? E’ giapponese ma scrive in lingua inglese; è uno degli scrittori contemporanei più straordinari e originali, in Italia non è molto noto e i suoi libri sono difficili da trovare. sono stati pubblicati, in genere, da Einaudi. Non ricordo se Mirna abbia letto Ishiguro, una vera passione mia e di Mariarosa, ai tempi in cui, qualche volta, ci si incontrava. Il romanzo della Schine non l’ho letto, non tutti i suoi libri mi sono piaciuti; ricordo “il testamento di mamma” come uno, forse, dei più originali, un poco meno imperniati su storie d’amore , a volte, un tantino scontate.
    Mi accorgo, in questo momento intendo, anche se…forse è solo una mia stupidissima impressione sbagliata, mi succede spesso di sbagliarmi, quasi sempre direi, insomma questo blog mi mette soggezione. Cammino in punta di tasti, scrivo sottovoce, temo di non comportarmi abbastanza bene. Cosa sara? R.S.V.P. Ciao a tutti.

  5. Ciao Camilla, Ishiguro lo conosco ed anche a me piace molto, come tutti i giapponesi del resto che ho scoperto recentemente,da Banana Yoshimoto a Murakami Haruki … Ed è vero che lo stile di Ishiguro è molto English e raffinato…
    Non farti mettere in soggezione dal blog, Mirna non lo vorrebbe. Io lo vedo come uno spazio aperto dove non conta come scriviamo ma le emozioni che la scrittura e i libri ci suscitano…E tu poi scrivi benissimo…

  6. Cara Raffaella, ti ringrazio del tuo post. Io intendevo dire che, spesso, amo scherzare , alleggerie, ridacchiare anche in questo tipo di comunicazione che trovo tanto simile ai messaggi che venivano scambiati , a mano o per posta, specialmente tra donne, ma non solo e che ritroviamo in tutta la letteratura – fno alla diffusione del telefono. ricordi il magnifico”Le amicizie pericolose” di de Laclos? E poi sempre, un messaggio dietro l’altro, lettere su lettere che hanno raccontato la storia dei nostri predecessori. Oggi l’elettrodomestico p.c. può servire molto bene a questo tipo di rapporti , veloci, sincopati ma tanto diversi dalle telefonate o dagli sms. Non trovi? Poche parole, scritte valgono, valgono. E con pochissime parole si possono tessere persino storie, una vicino all’altra. Grazie e ciao.