PIANOFORTE VENDESI

pubblicato da: admin - 21 Gennaio, 2010 @ 8:23 pm

Parole che si potrebbero leggere in bella mostra nella vetrina del negozio di mio genero Marco a Chiavari.

Invece PIANOFORTE VENDESI  è¨ il titolo del nuovo libro di Andrea Vitali, autore di romanzi esilaranti quasi tutti ambientati sulle rive del lago di Como nel periodo del Ventennio fascista.  Primo fra tutti “Olive comprese”, che io avevo immaginato come quelle  servite col Martini dry…ma  che invece di ben altre…olive si trattava. Libro scritto benissimo, veramente divertente, soprattutto per i maschietti.

Anche questa storia è ambientata a Bellano, sul lago di Como, durante la notte dell’Epifania del 1966, ritenuta dal paese la festa dei morti. Tutti gli abitanti festeggiano con grandi mangiate e bevute; fra questi c’è soprattutto il calzolaio, custode del pianoforte, quello che vivrà  una notte particolare e di colossale sbronza per poter dialogare, come ogni anno,con tutti i defunti, di famiglia e non.

Già l’atmosfera invernale, di pioggia, di oscurità e bagliori, ci danno una sensazione di obnubilamento, di irrealtà e magia, di contraddizioni “tra lecito ed illecito”, tra il bianco e il nero, ma soprattutto ci fanno percepire una coesa continuità tra passato e presente.

E’ un romanzo breve scritto in una prosa chiara, corretta e godibilissima. L’ho letto stamattina quando, dopo la mia ginnastica posturale, sono andata dalla dottoressa per una visita. (alla nostra età è d’uopo far controllare la pressione e i vari acciacchi, nel mio caso un ginocchio un po’ dolorante). Ho aspettato quasi un’oretta per poi sentirmi dire che la pressione va abbastanza bene, che il ginocchio forse migliorerà e che tutto rientra “nel quadro”… Pazienza, intanto però mi ero letta una storia bella, diversa da quelle scritte finora dal Vitali, una storia che mi ha fatto ricordare e riflettere.

Insomma, si parla di un ladro soprannominato Il pianista per via delle sue mani lunghe e affusolate. Qui dovrei mettere però un inciso perchè¨, secondo molti pianisti, le mani più adatte per suonare una tastiera dovrebbero essere larghe e forti come quelle di un carpentiere.

Il nostro ladro, approfittando della gente che festeggia, s’imbatte in un cartello Pianoforte vendesi e pensa che, con  nessuno in giro, potrà arraffare qualcosa. La casa in questione è aperta e lui può salire indisturbato.

E’ emozionante l’incontro- scontro  con il pianoforte: davanti a lui nell’oscurità un oggetto poco conosciuto e soprattutto difficile da rubare. Ma la sua lunga mano da pianista e da ladro sa¬ che

 Il medio cade su un tasto, ne nasce un DO profondo che occupa il silenzio.”

Improvvisamente dall’altra stanza esce la vecchia proprietaria dello strumento, una gentilissima pianista che lo farà sedere e, dopo una surreale conversazione,  lo farà suonare. E’ come se la vecchia signora gli avesse prestato le sue mani perchè lui suonerà un valzer che poi ripeterà, sbalordito egli stesso, al maresciallo e al brigadiere che indagano sul suo conto.

La signora , si scopre, è¨ morta  però da parecchio tempo.

Mi sono venute subito in mente le storie di fantasmi raccontate da mia nonna e quelle sentite da chi crede nel paranormale. Ne hanno scritto, fra i tanti, Henry James e persino G. Jung, assai intrigati da queste esperienze tramandate da tante generazioni .

Chi ci crede?  Quali racconti ricordate? Potrebbe esserci qualcosa di inspiegabile anche per noi i figli della scienza e della tecnologia?

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  1. L’ ho letto perchè me l’ hai regalato, ma soprattutto perchè incuriosito dal titolo che in po’ mi riguarda….il tuo modo elegante ed acuto di spiegarlo mi ha svelato livelli di comprensione e di analisi che non avevo messo a fuoco….grazie!
    p.s. : ti seguirò nelle prossime “puntate” con assiduità ed interesse….
    p.s. del p.s. : grazie della pubblicità!!
    Marco

  2. Storie di fantasmi… Come non dimenticare il bellissimo Wuthering Heights, Cime Tempestose?Anche lì i fantasmi hanno un ruolo particolare…
    bella recensione, lo leggerò…
    Raf

  3. Mi viene in mente la commedia di Eduardo De Filippo “Questi fantasmi”, a proposito del credere o no in essi (i fantasmi). L’ingenuo (ma forse non tanto) protagonista ci credeva fermamente in quanto il fantasma (che tale non era) portava benessere alla famiglia. In effetti – e questa è la magia del racconto teatrale – gli spettatori sapevano perfettamente che il fantasma non era altri che l’amante della moglie. Allora ci crediamo o no?
    Anche “I racconti del terrore” di Edgar Allan Poe abbondano di fantasmi ed affini. Un bell’esempio ne è “La caduta della casa degli Usher”.
    Penso comunque che un po’ di irrazionalità non faccia male e soprattutto nelle situazioni di disagio è bello pensare che accanto a noi ci siano presenze che ci accompagnano…
    Il libro che hai recensito deve essere interessante e prima o poi lo leggerò. Grazie.

  4. Fra gli academici della musica, la terra favorita dei fantasmi è l’una delle storie di E.T.A. Hoffmann, ben noto (mi sento sicuro) a Stefania. Per me stesso, mi piace molto il brano del film “Il violino rosso,” ambientato dei monti vicino a Vienna. L’episodio è di un violinista, il bambino col cuore debole. Non parlo di più, a caso che questo film rimane sconosciuto a Lei.