TAMATA E L'ALLEANZA … e Buon Vento

pubblicato da: admin - 28 Giugno, 2010 @ 6:28 pm

MOITESSIER_tamata0[1]Ci scrive Riccardo Lucatti:

 “Makan anghiem” … in indonesiano “masticare aria” … in greco “agorazein” (fare qualche “vasca” in una piazza, in una “agorà”, appunto) …. in italiano “gironzolare senza una meta precisa rilassandosi completamente”. Con questa frase Bernard Moitessier, uno dei più famosi navigatori solitari a vela del secolo scorso, riuscì a convincere la polizia asiatica che egli non era un individuo sospetto per il solo fatto che andasse girovagando per i mari del mondo senza una meta …

 

Moitessier è stato anche scrittore. In particolare suggerisco di leggere per primo il suo ultimo libro “Tamata e l’alleanza”. Tamata, sempre in indonesiano, significa “tentare, provare” e l’”alleanza” cosa c’entra? Scopritelo voi stessi.

Il libro che vi sto suggerendo sono in realtà più libri in uno. Vi troverete la descrizione della vita dei colonizzatori francesi in Indocina (oggi Vietnam), la conquista giapponese, la loro sconfitta, l’arrivo dei Vietcong, la narrazione delle lunghe navigazioni in solitaria, della vita sugli atolli ed infine le riflessioni – un po’ sacre ed un po’ profane – che una persona così volutamente isolata dai condizionamenti umani, con molto tempo a disposizione, era solito fare innanzi tutto su se stessa e per se stessa, regalandole poi a noi attraverso i suoi libri.

Dicono che l’alpinismo e la montagna avvicinino a Dio. Io sono stato alpinista. Oggi sono velista. E’ vero, ammirare certi paesaggi da una vetta (ad esempio dolomitica, all’alba, dopo una nevicata estiva) induce riflettere sulla bellezza del creato. Lo stesso dicasi assistendo all’incontro fra una vela ed un delfino. Tuttavia ho sempre pensato che maggiormente ci si avvicini a Dio aiutando chi soffre nella solitudine, nella povertà, nelle malattie. Lo stesso vale per il mare.

Ma allora, esiste un valore morale o spirituale nell’uomo Moitessier? Sì, esiste e credo che consista nella dimostrazione di quanto un uomo riesca a fare, se solo ama e crede in ciò che fa. In altre parole: consiste nel prendere atto di quali capacità ha voluto dotarci Nostro Signore. Sta a noi utilizzarle solo per il bene e non per il Male.

Questo per chi crede. E per gli altri? Forse per aiutarli credere …

Un esempio? Resistere in parete anche solo alcune ore (non parliamo di giorni interi) sotto una tormenta di neve, non scoraggiarsi, tener duro, rimanere padroni delle proprie reazioni anteponendo la salvezza altrui alla propria, oppure, come ha fatto Moitessier (solo per fare una fra le tante citazioni possibili), riuscire a governare una vecchia giunca, da solo, per 40 giorni, in una durissima navigazione controvento (“di bolina”) contri il monsone indiano … beh, non è da tutti.

Ma chi glielo ha fatto fare, direte voi … La spiegazione è semplice: voleva compiere quel percorso, seguire quella rotta, non altra. Tutto qui.

Tanto per far capire ai meno appassionati di mare di chi sto parlando, un episodio. Nel 1968 Bernard partecipa alla prima edizione della regata attorno al mondo senza scalo. Parte da Plymouth in Inghilterra, fa il giro del mondo passando per il Capo di Buona Speranza e per Capo Horn. E’ in testa alla gara, sarebbe il vincitore di una forte somma di denaro ma qualcosa dentro di lui si rompe, oppure si aggiusta, a seconda di come si interpreta il suo gesto. Prossimo all’arrivo decide che tagliare il traguardo sarebbe come tradire se stesso, come dire al mondo che il mare si vive per un premio, come dire a se stesso che lo scopo del suo viaggiare è quello di arrivare primo. Allora fa una bella virata, passa di nuovo il Capo di Buona Speranza nella peggior stagione dell’anno e si rifugia, per ben vent’anni, in Polinesia, senza dare più notizie di sé. Una volta e mezzo il giro del mondo a vela, senza motore ausiliario, in solitaria, senza fare scalo in nessun porto. Il tutto con una barchetta a salir sulla quale i velisti di oggi tremerebbero al solo pensiero.

“Ma io non sono un velista, non è un libro per me”, potrebbe dire taluno. Errore, anch’io non sono un pittore nè un musicista, eppure amo la pittura e la musica. Non dobbiamo limitarci a leggere di ciò che già conosciamo: la lettura è anche e soprattutto scoperta del nuovo.

Al momento di intraprendere la lettura di Tamata, vi suggerisco di munirvi di un atlante geografico o – meglio – di un mappamondo, per seguire le tante rotte del nostro autore. Poi, con calma, mi saprete dire se siete andati a leggere anche gli altri suoi libri. Io scommetto di sì.

E vi lascio con il saluto di noi velisti: “Buon Vento!”

Lucatti

 

Bernard Moitessier

Tamata e l’alleanza

Editore Incontri Nautici, 1993, 1994

€16,53

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9 commenti
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  1. Come mi sarebbe piaciuto essere una sportiva ! Sfidare me stessa e la mia capacità di resistenza! Saper sciare, scalare, nuotare bene (ho imparato un semplice stile rana “da stagno” soltanto dopo il mio naufragio!). Credo , come dice Riccardo, che il “tu per tu” con la natura avvicini alla divinità. Alte vette, mare calmo o corrusco…la Bellezza insita nel mondo che si offre a chi la sa conquistare e leggere.
    Da languida poco sportiva mi sono accontentata di cavalcare tante biciclette nelle campagne emiliane assolate d’oro in estate e dolcemente brumose in autunno. Ma la Bellezza sono riuscita a scorgerla anche nelle piccole cose nascoste: le prime violette nei fossati, il riso felice dei papaveri distesi nella “gloria del mezzogiorno”, il cespuglio della mia lavanda ligure fremente di viola, profumo e farfalle. L’importante, come dici tu Riccardo, è riflettere grati sulla Bellezza del creato e sul suo Ingegnere Divino.

  2. Bello il racconto di Bernard che lascia tutto dopo aver fatto il giro del mondo e se ne va in Polinesia…A volte dovremmo anche noi avere solo un pizzico della dose di coraggio di questo velista… Io quando sono stressata lo dico sempre; mollo tutto e me ne vado per un pò… Poi sono sempre qui e le uniche fughe rimangono quelle con la fantasia, sulle ali dei libri,,,,

  3. Che bello Mirna il tuo spirito contemplativo davanti alle cose “piccole”….ma contemporaneamente esulto al pensiero di Riccardo Lucatti e lo ringrazio del suo post. Quante volte ci diciamo che è ovvio lasciarsi sfiorare dall’infinito in cima a una montagna o in riva al mare. Ma io purtroppo mi rendo conto che per me è estremamente faticoso abbandonarmi all’infinito, al senso della Bellezza e della Grandezza. E dire che in montagna vado spesso e amo anche il mare (anche se alla mia età e dopo una vita passata a provarci, ho tristemente rinunciato a imparare a nuotare. Qualcuno mi sa dire perchè proprio non mi riesce???’)Troppo auto-controllo? Troppa rigidità psico-fisica? Troppo reticente a sussurrare a Dio il Grazie autentico davanti al creato, nei suoi aspetti grandi o piccolo che siano? E poi, è “peccato” questo? Peccato nel senso morale, per l’incapacità di riconoscere sul serio i Doni?
    Sono troppo pesante? Scusate…..ma in un blog così bello si può, vero?

  4. Ciao. Grazie dell’attenzione che prestate al mio post. Volevo dire, Tamata non è solo “liberazione” ma riscoperta di Spazio e Tempo, ricerca di mondi diversi, di diversi modi di vivere, di conoscere altre realtà, ampliando l’orizzonte che ci circonda… Facciamo un tentativo: provate ad uscire di casa in estate alle quattro e ad avviarvi per le strade della vostra città, per sentieri di campagna o di montagna, a piedi o in bicicletta, oppure a uscire in barca (purchè piccola e rigorosamente a vela, ovviamente se disponete di barca, lago o mare) … sarà come aver compiuto un viaggio in un’altra terra, lontana, inusuale, sconosciuta, ricca di altri silenzi, luci, suoni, profumi …
    Figuratevi un po’ cosa si prova a viaggiare come Bernard!
    Ricordo una volta … si era in vacanza in Corsica e la mattina presto, giusto verso le 5, io ero solito uscire in biciletta (ovviamete da corsa, cosa credete? giusto ieri ho “scalato” Passo Resia e poi sono rientrato a Merano. Evviva la pensione!”) per mantenere l’allenamento, quelle tre-quattro ore prima che il sole rendesse tutto impossibile … Ebbene, i profumi della menta, del mirto, il frusciare delle lepri che attraversavano la mia “rotta”, l’odore del silenzio … proprio un altro mondo! Ecco cosa anche noi possiamo fare, senza avere la pretesa, i mezzi, la determinazione e le capacità di Bernard Moitessier…
    In Tamata vi è poi vi è l’aspetto storico testimoniale della vita coloniale, delle vicende belliche locali … Insomma, come dicevo, non è solo “liberazione e ribellione” agli schemi, ma molto, molto di più.
    Buon vento a tutti!
    Riccardo
    P.S.: Per i “non sportivi”: vogliono provare un giro in barca a vela (da regata) a Riva del Garda? Si inclina molto ma non “scuffia”. Basta aver fiducia nello skipper e non aver paura dei ventoni dell’Altogarda …

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