DANUBIO, ovvero il Panta rei

pubblicato da: admin - 3 Agosto, 2010 @ 5:19 pm

Che cosa più di un fiume è la metafora della vita? Che scorre lento o impetuoso per poi sfociare nell’indistinto?   Questo saggio di Claudio Magris mi accompagnerà per un bel po’. Non è libro da leggere d’un fiato, è un testo su cui soffermarsi a lungo tanti sono gli spunti, i pensieri, le riflessioni che  questo  scittore triestino ci offre.

Per seguire il corso del Danubio si viaggia, ci si sposta come le sue acque e si toccano paesi e popoli diversi. E dunque anche la nostra esistenza è un viaggio. Meglio muoversi che stare per combattere lo spleen baudeleriano sempre in agguato nella nostra cultura occidentale.  “Le voyage pour connaitre ma géographie” enunciava proprio il poeta parigino.

Nel viaggio l’io si dilata e si contrae, conosciamo gli “altri” e li confrontiamo con il nostro sentire, affrontiamo la casualità e poi, per Magris e per i grafomani, c’è da scrivere sulla carta le impressioni, la relazione, gli appunti, i disegni. Letteraturizzare le proprie esperienze è come fare un trasloco, qualcosa va perso, ma qualcos’altro dimenticato salta fuori.

Viaggiare luno il fiume, ci dice Magris, è portarsi appresso tutta la nostra cultura, la nostra esprienza esistenziale. Ecco perciò per ogni luogo, per ogni sosta o situazione  citazioni, rimandi, poeti…

Questo saggio sarà un’abbondante libagione da centellinare però a piccoli sorsi: già nelle prime pagine si parla di Tristram Shandy (analizzato  a suo tempo per un esame di inglese),  Hoderlin , che chiamava il Danubio “fiume della Melodia ” e Goethe, i grandi filosofi tedeschi e quella Mitteleuropa oggi idealizzata quale armonia di popoli diversi…insomma un volumetto denso.

Che viaggio sarà! Insieme al ritratto di una civiltà ci saranno le digressioni di un viandante-scrittore curioso di tutto ciò che lo circonda, dai luoghi alle persone.

Il Danubio diviene un labirintico percorso alla ricerca del senso della vita e della storia, sull’atlante della vecchia Europa e del nostro presente.”

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Rispondo a Camilla circa il mio appellativo di “Violetta” o Signora delle Camelie. Mi chiamava così  anche la mia amica Giuliana di Aquileia, conterranea proprio del poeta B iagio Marin con i versi del quale Magris conclude il libro (complimenti per la memoria, Camilla!).

 Ai tempi dei nostri viaggi in Inghilterra, Francia, Germania, ecc. a me venivano spesso mancamenti per la dieta imposta dai pochi soldi a disposizione (preferivamo spenderli per  andare al Musical, comprare minigonne, rullini per foto, ecc). Così la mia “delicatezza” veniva associata a Violetta e ai suoi svenimenti. Il clou del soprannome però venne raggiunto  quando la suddetta amica vedendo che non riuscivo a chiudere una valigia piena di roba, prima del nostro ritorno in patria,  mi spinse di lato dicendo con sguardo di compatimento : “Spostati Violetta” e …”sraaang”…lei mi ruppe la chiusura. Così viaggiai con la valigia legata con la corda. Lei è soprannominata Sansone.

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3 commenti
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  1. Ancora piu’ platealmente dell’albero di Siddharta, il fiume rappresenta l’eterno fluire della vita, nel caso di Magris, veicolo o spunto del viaggio, nel caso delle nostre “illuminazioni” esempio di continuo cambiamento, abbandoni o scoperte. Anche la musica e’ cosi’, se non si e’ nel suo fluire, si perde tutto, se si riflette su cio’ che e’ appena stato o su cio’ che dovra’ avvenire si e’ “fuori.” Fiume, musica, vita. Estemporanei, misteriosi, cangianti, come la nostra mente.

    Il viaggio acuisce il “fuoco” su cio’ che si ha davanti a se’ e soprattutto su cio’ che non e’ li’. Cosi’, dopo anni di “Nuovo Continente” “vedo” un po’ piu’ chiaramente il Vecchio e soprattutto il mio paese, i suoi pregi e i suoi difetti. Non potrei mai vivere una vita senza viaggio (ereditario?), mi illuderei che tutto l’universo e’ davanti ai miei occhi mentre e’ “davanti alla mia mente.” Libro che scrivo sulla mia lista …. Grazie mamma!

  2. Ho letto “Danubio” proprio perché parla del viaggio in generale e devo ammettere che non è un libro che si può leggere tutto d’un fiato e che sicuramente abbisogna, come per tutti i viaggi, di soste per rinfrancarsi e riflettere. Sfogliando le sue pagine ho incontrato, sulle sponde del fiume, grandi e piccole storie, anche la mia di quando sono stata a Vienna, Budapest e Praga e ora che viene riproposto dalla nostra cara blogger mi è venuta voglia di riprenderlo in mano, sempre che riesca a trovarlo!

  3. Il mio P.C. oggi fa i capricci. Voglio solo invitarti, cara Mirna, a scrivere, le tue memorie o altre delicatessen! Perchè scrivi benissimo, sei divertente, ironica, hai il sorriso della Gioconda, come si dice alle donne ….piuttosto eccezionali. Tu Violetta e lei Sansone, i tuoi acccenni, troppo pochi e troppo brevi, alle vicende della tua vita di ragazza sono irresistibili.Stropicciami Mimilla.