LA SIGNORA DELLE CAMELIE, di Alexander Dumas fils

pubblicato da: admin - 2 Agosto, 2010 @ 5:54 pm

Stamattina pochi pensieri libreschi: la mente tutta occupata dalla sfida di prendere l’auto e scendere a Chiavari per fare un po’ di bagni al mare. Strada tutta curve e con tanti motorini circolanti…per me autista poco provetta un notevole sforzo. Ma ce l’ho fatta.

Ieri pomeriggio invece sono stata per un po’ sotto la palma al sole  fingendomi Siddharta. Un frammento di un attimo, forse, sono entrata nel battito dell’universo. Siddharta, non mi dà malinconia come a Camilla, anzi  per me è una speranza, un altrove irraggiungibile ma possibile. Trovo più malinconia nella  nostra civiltà occidentale dalla quale io non riuscirei però a staccarmi.

Civiltà occidentale malinconica

Io sono occidentale

Io sono malinconica.

Potrebbe reggere questo mio sillogismo?

E chi più malinconica della Dame aux camélias? Fra l’altro uno dei miei soprannomi oltre a quello di Alice. Non perché sia mai stata una mondaine, ma perchè davo spesso l’idea di fragilità fisica. Ma di quello che gli altri vedono in te, se ne parlerà un’altra volta!

La storia di Marguerite Gautier,  Violetta Valery nella Traviata, è raccontata dal figlio naturale di Alexander Dumas che ne  porta lo stesso nome. Nato nel 1824 dalla relazione con una sartina, è riconosciuto dal padre nel 1831. Trascorre la prima giovinezza in una vita dissipata, nella galante mondanità della Parigi borghese di cui conoscerà la superficialità, il finto perbenismo, la crudeltà .

Proprio in questa storia, oltre alla trama notissima, c’è il ritratto impietoso di un ambiente sociale e di una morale iprocriti che antepongono l’apparenza alla sostanza. Marguerite, prostituta di lusso, ha l’animo nobile: sacrifica la propria felicità per donare tranquillità e sicurezza all’uomo amato.

Elementi romantici fusi con quelli realistici e conformistici decretano un grande interesse del pubblico.

Alexander Dumas figlio scrive questa notissima opera a 23 anni. Vi descrive il suo personale dramma sentimentale vissuto con Marie Duplessis, demi-mondaine maestra di eleganza  e frequentatrice di ambienti brillanti, che morì giovanissima di tisi  in una situazione di isolamento per non mostrare la propria decadenza sia economica che fisica.

La signora delle camelie venne ridotta per il teatro, ma dovette aspettare tre anni per superare il divieto della censura. Si può dire che iniziò la comédie de moeurs, quelle commedie di costume che conobbero tanto successo.

Questo volume, edito dai tipi dell’Orsa Maggiore reca in copertina un dipinto di  Zandomeneghi. Chissà quali altri suggerimenti riceverò da questa casa in fatto di libri. Intanto ho però iniziato un saggio di Magris (comperato cinque anni fa) che mi segue da un comodino all’altro, da una città allo’altra, dalla casa  alla spiaggia. E’ “Danubio” che mi accompagnerà in questo mese di “viaggio” interiore.E il Danubio che sento più cupo del Gange,( nasce nella Selva nera, sfocia nel mar Nero !) è però a me più vicino e congeniale .

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6 commenti
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  1. Ma chi ti chiamava “signora delle camelie”? -” non perchè fossi mai stata una mondana”,dici, Mirna, sei troppo brava. Scrivi benissimo, stupisci sempre con le tue inaspettate affermazioni e negazioni. Mi sono fatta una risata, prchè immagino la scena della Mirna- Margherita Gautier o Violetta, che liba nei lieti calici.
    Quanto a Danubio ti racconto, malvagiamente, le ultimissime righe finali: (non sono sicurissima dell’esattezza, essendo versi di una poesia dialettale), ma il finale è , circa questo :”Fa che la morte mia/ signor, la sia / como el score del fiume in tel mar grando”. E’ un frammento di una bellissima poesia di Biagio Marin. Che non ho mai dimenticato. Buon mare, tornerai abbronzatissima.

  2. Anche questa è una lettura che mi manca. Ma davvero ti chiamavano Alice? Anche a me!
    Tutt’ora! E per un periodo anche Pollyanna, ora magari non più perchè è difficile per me vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Quante volte ho letto quel libro… Ed il film…
    Un bacione

  3. Per me sei piu’ come M.me de Stael… acuta, brillante e moderatrice (a volte…).
    La signora delle Camelie e relativa “Traviata” mi hanno sempre fatto troppa rabbia perche’ potessi prenderle seriamente. Beh, per la Traviata, mi concentro sulla musica, ma la storia mi fa impazzire… GRRRR

  4. Cara Stefania, quante rabbie dobbiamo ancora ingurgitare? E dico dobbiamo perchè ce n’è per tutte, ancora e ancora. Per tutte le genrazioni, intendo. La strada per acchiappare il pieno riconoscimento di “esseri umani” al di là di SESSO, etnia, religione ecc. è appena iniziata e solo in pochi , meno sfortunati, angoli del mondo. La prima discriminazione, la madre delle discriminazioni, che si ripropone quasi ovunque e si somma alle altre, è quella “delle camelie”. Un giorno, anche a questo proposito, mi potrai dire qualche “perchè” sul libro di Stelzer. Te ne sarei molto grata e mi interessa moltissimo. Grazie e resta sempre così…e anche di più.

  5. Carissima Camilla, sono d’accordo… La rabbia maggiore che mi scatena questa storia e’, che oltre a “subire” l’oltraggio del mestiere piu’ tipicamente femminile (ahimè), le viene richiesto ANCHE il sacrificio… solo a scriverlo divento verde.
    Riguardo a Stelzer, non c’e’ posto per lui al momento nella mia mente; fra una tesi e un articolo ho i neuroni focalizzati sull’estetica pianistica (posso solo scrivere alcuni commenti veloci nel blog). Ma prima o poi voglio buttare là qualche pensiero sulla tua pagina, perche’ certo e’ una storia che fa riflettere e mi conferma l’originalita’ del suo creatore.

  6. Cat burglar – A nimble, silent, sneaky thief