BONJOUR TRISTESSE, di Francoise Sagan

pubblicato da: admin - 20 Agosto, 2010 @ 6:54 pm

Agosto sta lentamente sfibrandosi in mattinate  di pioggerella fine o di umido sole. Una sottile tristezza mi prende stamane. Le cose che finiscono, le persone che sono cambiate. Ripenso alla cara cugina toscana rivista ieri dopo sei anni, i  miei cambiamenti degli anni che passano rifllessi in lei. I ricordi dolci del passato, i sorrisi della gioia dell’incontro, in me sempre mitigati dalla  malinconica consapevolezza che non si può fermare nulla, che si deve andare avanti. Scriveva Werfel “Si corre unicamente perchè la corsa è l’unica forma di vita, e rimanere fermi sarebbe impossibile a chiunque.”

Che libro ho cercato dunque per crogiolarmi in sensazioni languide, quasi autunnali? “Bonjour tristesse“, comprato nel 1958 , a soli 14 anni, e sulla cui prima pagina scrissi: “Buongiorno tristezza, anch’io ti ho conosciuta”.

Romanzo di grande successo, che fu di moda per alcuni anni, come una canzonetta orecchiabile. Francoise Sagan, giovane scrittrice, divenne famosissima. In quell’anno anche un’altra giovanissima francese divenne popolare: parlo della poetessa Minou Drouet. Chi se la ricorda?

Anni in cui le adolescenti diventano protagoniste, non più bambine in attesa di essere adulte, ma persone che decidono del proprio e dell’altrui destino. Proprio come in questo racconto.

Siamo in un’altra estate del Mediterraneo e la protagonista narratrice vive allegramente con il padre, un vedovo un po’ libertino, che nella figlia trova soprattutto un’amica complice.

Quando il padre conosce Anna, una persona di validi principi, onesta, chiara, e vuole sposarla per la ragazzina viziata e diseducata è il dramma: “Non arrivavo a capire:mio padre così ostinatamente contrario al matrimonio, alle catene, in una notte aveva deciso…Così tutta la nostra vita sarebbe stata cambiata. Perdevamo la nostra indipendenza…”

Riuscirà questa difficile adolescente a ideare un macchinoso complotto con l’ex- amante del padre per far fuggire Anna lontano da loro. Ma questo si rivelerà una spinta al suicidio di quest’ultima. La morte di Anna graverà per sempre sulla coscienza della protagonista :rimorso e grande tristezza.

E la famosa conclusione del libro, letto e commentato da noi adolescenti che amavamo essere talvolta tristi predica “Soltanto quando sono a letto, all’alba, quando in Parigi v’è solo il rumore delle vetture, qualche volta la memoria mi tradisce: l’estate torna con tutti i suoi ricordi…Allora qualcosa si leva in me che io accolgo col suo nome, a occhi chiusi:buon giorno, tristezza.”

Ma, grazie al cielo, la gioia ritorna sempre. Ricordo un romanzo  molto amato di Betty Smith “Al mattino viene la gioia”.

E poi ripensiamo al bellissmo saggio di Lorenzo Gobbi che proprio qualche giorno fa ha risposto al mio post e ai vostri commenti.

Commento:
Cara Mirna, leggo per caso questo post, e te ne ringrazio. “Lessico della
gioia “
ha significato molto per me, e sono felice che venga letto così –
non sai quanto! Ne è uscita di recente una nuova edizione, presso le
Edizioni Servitium. Sul mio blog www.lattenzione.blogspot.com trovi la mia
e.mail.

Ringrazio te e tutti coloro che così hanno letto: è un dono
davvero straordinario.
Un caro saluto
Lorenzo Gobbi

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6 commenti
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  1. Anch’io oggi sono malinconica, cara Mirna, e questo è un libro che farebbe al caso mio…;ma forse ancor di più il romanzo di Bertty Smith che citi… Già il titolo invita al sorriso.Quando sono un pò triste. è la biblioteca il luogo dove mi rifugio, e dove trovo i nostri cari fedelissimi libri… Ho iniziato la Lunga Notte di Emilio Tadini, preso in bib. Vedremo. Qualcuno l’ha letto? Sembra bello ma non so… c’è qualcosa che non mi convince…

  2. Cara Mirna, non c’è tristezza che tenga di fronte alla tua stupenda ironia.Ti vedo,quattordicenne, china sul quaderno che scrivi -buongirno tristezza, anch’io ti ho conosciuta -senza per altro aver indotto nessuno al suicidio, almeno credo…. Nelle mani di un Balzac la nostra ragazzina di Sagan sarebbe stata un’atra cuginetta bette.
    Alla dolce Raffaella non consiglierei di leggersi la Sagan, e ,se si sente un poco triste, nemmeno E. Tadini, non perchè Tadini non sia scrittore importante ,forse per quella sua itrinseca malinconia. Mirna ricorda il grande F.Werfel : hai già letto il suo celebre racconto lungo, o romanzo brevissimo, “UNa scittura femminile azzurro pallido?”, per esempio? Non che Werfel fosse allegro, ma la sua scrittura è talmente lieve, empatica e essenziale che sicuramente il respiro di chi legge si fa più sicuro e corroborante.

  3. Grazie Camilla e Raffaella che mi seguite ogni giorno e mi fate compagnia al mattino mentre aspetto che il primo raggio di sole( quando c’è) scenda dall’alto del giardino per entrare in cucina.
    Ho dimenticato di citare l’edizione di “Bonjour tristesse” presentato ieri : Longanesi & C., 1957. Nelle prime pagine c’è stampata anche una poesia di P.Eluard “La vie immédiate” che inizia con:
    Adieu tristesse/ Bonjour tristesse (versi ricopiati da me…!) perchè la vita èanche maliconia e come prosegue Eluard “Tu es inscrite dans les ligne du plafond / tu es inscrite dans les yeux que j’aime….e continua elogiandola come un bel viso…
    Che leggere dunque? Siamo noi che sappiamo scegliere perchè come diceva Montale ( e mio genero l’altra sera!), e potrei aggiungere anche me stessa…sappiamo quello che non vogliamo, o forse ciò che non siamo.
    Sì, ho letto Werfel e la sua scrittura azzurro pallido…che già mi dà piacere soltanto sentirne le parole (tradotte) tra le labbra.
    Buona giornata care amiche.

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