LA MENTE COLORATA, di Pietro Citati

pubblicato da: admin - 10 Febbraio, 2010 @ 6:05 pm

scansione0013scansione0013E’ Ulisse  l’ uomo  dalla mente dai mille colori, multiforme, variegata, caleidoscopica che Citati, in questo saggio, ci ripropone con entusiasmo contagioso.

L’archetipo di Ulisse è Ermes, perchè Ulisse come il dio messaggero è curioso, ama il viaggio, la fuga, la magia, i rapporti umani, la recitazione, l’inganno. E contrariamente ad Achille che appartiene al mondo dei semidei, è un uomo effimero, che ama la sua terra, sua moglie, suo figlio, ma accoglie qualsiasi cosa esiste, vuole conoscere ad ogni costo pur se deve affrontare mille pericoli.

Dice di lui Atena, la sua dea protettrice:

“Ostinato, dalla mente variegata, mai sazio di inganni…Tu superi tutti i mortali per consiglio e parola…”

 E’ un artigiano e come tale  ha “un’intelligenza sottile e piena di risorse, la sapienza delle mani, la capacità di sfruttare ciò che è imprevedibile, casuale, l’istante che passa e non ritorna.”

Ricordiamo che Ermes, tra i giochi, preferiva quello di inventare, come un artigiano; da  neonato inventò la lira dalle sette corde.

 Ulisse è anche un narratore. Non è un poeta ispirato dalle muse, egli racconta ciò che nasce dall’esperienza diretta. Così alla corte dei Feaci, davanti al re Alcinoo che gli chiede finalmente di rivelare il suo nome, fa nascere la narrazione autobiografica e il suo racconto colorato si distende, si nasconde, si amplia in storie che si intersecano: la voce di Proteo si ascolta da quella di Menelao, la voce di Circe è in quella di Ulisse, secondo il principio delle scatole cinesi che piaceva agli autori delle Mille e una notte o a Potocki , autore del Manoscritto di Saragozza.

Sono Odisseo, figlio di Laerte, noto agli uomini

per tutte le astuzie, la mia fama va fino al cielo:

Abito ad Itaca chiara nel sole…

Anche se Ulisse verrà messo nell’Inferno da Dante, egli rimarrà nel nostro immaginario collettivo il primo eroe moderno. Mi sembra di conoscerlo da sempre, come un caro amico, un parente.

Per una letttrice accanita come me questo saggio è prezioso, ampio, da gustare lentamente. Sentiamo ripercorrendo questo pagine “ lo stesso piacere di camminare a piedi nudi sulla sabbia dell’Odissea”, entriamo ancora una volta nel mondo degli dei greci, origine della nostra civiltà occidentale.

Un mio coetaneo pensionato, che vive a Padova, si è messo studiare ex novo il greco antico per poter assaporare  interamente i classici.

Pietro Citati ci consiglia di rileggere i classici, anche tradotti ovviamente, poi di rileggerli fino a quando siamo completamente dentro di essi.

“Un autore diventa classico quando ti possiede completamente, quando ti impone il suo mondo come mondo assoluto”.

Quali sono i vostri classici più amati?

Questo libro è un mondo ampio in cui  ci si può avvicinare ai compagni di Ulisse, come il pelide Achille, Menelao, le ninfe tentatrici, gli dei…è una vacanza colorata per la nostra mente.

 Citati è un autore eccezionale, io ho moltissimi suoi libri, soprattutto biografie di scrittori di cui parlerò senz’altro più avanti.

Non solo scrittrici dunque nella mia carrellata di libri letti, ma anche uno scrittore,  che ci conduce per mano dentro i nostri ricordi primordiali, dentro noi stessi.

Si dovrebbe vivere 1000 anni, ( o forse di più?,) per leggere tutto ciò che è stato scritto.

 

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  1. si dovrebbe vivere 1000 anni per ascoltare tuttala musica che è stata scritta……ma forse è giusto così…tendere all’ impossibile….

  2. Concordo con l’autore del libro che consiglia di leggere e rileggere i classici fino a che si sono fatti propri. Devo dire, da grecista, che ha proprio preso in pieno il senso della lettura di qualsiasi opera. L’anno scorso abbiamo studiato e tradotto quasi tutta “L’apologia di Socrate” di Platone e quest’anno (stiamo finendo) il cosiddetto “Logos epitaphios” di Tucidide. Ammetto che, letti in traduzione libera e in traduzione per così dire “ragionata” personalmente, le cose cambiano profondamente, tanto da non scordarsele più.
    Purtroppo però, non avendo mille anni per leggere tutto quello che è stato scritto, mi accontento di una generale infarinatura che “Storia della letteratura greca” di Luciano Canfora può darmi.

  3. Il posto non è adatto, ma Mirna, e a tutti i suoi lettori, vorrei far conoscere una bellissima iniziativa -almeno per noi che amiamo i libri- proposta da un altro blogger…andate pure a leggere di cosa si tratta su http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/archives/1010/!!!

  4. La menzione pura di Ulisse mi fa pensare di Adriana Cavarero e suoi libri bellissimi, “Tu che mi guardi, tu che mi racconti” (in particolare il suo capitolo, “Il paradosso di Ulisse”), e, più recentemente, “A più voci: Per una filosofia dell’espressione vocale.” I due libri sono cari a me, e sono stati fonti ricchi per il mio lavoro sopra Rossini, anche se il Pesarese non comparisce lassu in suo nome proprio.

    Per me stesso, il libro che funziona nella vita come “il libro classico” è senza dubbio “I fratelli Karamazov.” Quando scrivevo l’elogii per i miei genitori, ho cercato (e trovato) la via coi questi fratelli ed i suoi racconti. Vorrei dire che lui ci offre una via di parlare della grazia che vieni della nostra vita comuna, anche se noi siamo soli. Sono riconoscente.

  5. Proprio in questo periodo sto rileggendo l’Odissea con un gruppo di persone ormai lontani dall’età cosiddetta scolare. Devo dire che, come quando ero studente, ancora adesso mi affascinano i racconti che si intersecano all’interno del capolavoro e soprattutto come gli intrecci narrativi, l’incontro con i personaggi, con gli occhi di oggi, mi appaiono, se pur noti, più vicini. Il testo di Calvino “Perchè leggere i classici” è illuminante.
    Penso che non sia possibile leggere tutto anche perchè è impossibile, a tutt’oggi, vivere mille anni e poi se si pensa alle riletture mille anni non sono ancora sufficienti. Vorrei rileggere “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, mentre ho riletto “Madame Bovary” di Flaubert e le sue atmosfere le ho ritrovate in un viaggio in Normandia.

  6. Ieri ho visto…

    http://www.nytimes.com/2010/02/10/books/10mason.html?ref=books

    … una recensione di un nuovo romanzo da Zachary Mason, intitolato “I capitoli perduti di l’Odissea.” Adesso posso dire io soltanto che la recensione è interresante.