LA PAZIENTE DELLE QUATTRO, di Noam Shpancer

pubblicato da: admin - 18 Dicembre, 2010 @ 7:26 pm

Mi piace conoscere i meccanismi della mente mia e altrui. Trovo misteriosa e affascinante la costruzione della personalità di ognuno di noi. Per questo molti miei libri sono testi di psicologia e psicoanalisi. Se trovo poi un romanzo scritto da uno psicologo, docente universtario e clinico al Center for Cognitive and Behavioral Therapy di Columbus che unisce teoria psiconalitica a una storia romanzata il mio piacere è assicurato. Se poi si parla di trattamento dei disturbi d’ansia il mio interesse è alle stelle.

Accanto al racconto dell’amore contrastato dello psicologo, protagonista del racconto, c’è l’accurata descrizione dell’analisi a una nuova paziente, una spogliarellista che non riesce più a esibirsi in pubblico perchè soggetta a ripetuti attacchi di ansia.  

 L’incontro con questa particolare paziente, Tiffany, avviene sempre alle quattro del pomeriggio. Come spesso succede nella terapia emergono transfert e controtransfert, tanto che i confini tra vita professionale e personale dello psicologo si assottigliano pericolosamente. Nel risolvere i conflitti di Tiffany anch’egli si confronta con la propria fragilità e con certi nodi irrisolti della sua vita.

Noam Shpancer in questo suo primo romanzo ci dà anche lezioni di psicologia spiegandoci il Cognitivismo e i principi del Comportamentismo quando il  protagonista impartisce le  lezioni  a un gruppo di universitari.

Sono parti veramente interessanti.  Gli argomenti spiegati a Jennifer, a  Eric, alla ragazza dai capelli rosa, a  Nohan e alle due ragazze dai denti smaglianti sono una guida  alla conoscenza del proprio sè. La vita è una ricerca, lo diceva anche Socrate. Ed allora concentriamoci sulla maniera di pensare e promuoviamo il pensiero corretto, quello che ci fa stare meglio. Scegliamo i nostri pensieri, come se fossimo in un negozio di scarpe.”Il pensiero corretto è un’abitudine che si può acquisire, ma soltanto con l’esercizio quotidiano” come imparare a stere dritti quando si è seduti.

Sempre comunque essere pienamente consapevoli e raccontarlo, a se stessi nell’interrotto monologo interiore che dovremmo avere e agli altri.

Molte sue terorie mi intrigano; egli si discosta spesso da Freud che chiama con epiteti talvolta un po’ pungenti come  l’anziano viennese. Soprattutto si discosta da lui circa la “tirannia dell’infanzia”. Per Freud ogni disturbo della personalità, ogni psicosi o nevrosi, o disturbi d’ansia deve essere ricondotta all’infanzia e dunque ai genitori. Per i cognitivisti e comportamentisti non è così. Certo che l’infanzia conta, ma non è determinante. Istruttiva, ma non decisiva. Insomma siamo noi adulti che dobbiamo “risolvere il problema”. E’ sempre difficile un cambiamento psicologico, E’ chiaro che, prima o poi, capita a tutti di mostrarsi ciechi e deboli di fronte a qualcosa. E gli unici rimedi a questo ostacolo sono “la consapevolezza, l’indagine, la perseveranza e il coraggio.”

Parole sagge!!! Mentre leggo mi sento risollevata e capace di attuare ogni”problem solving”. Non sempre succede, ma ci provo. Altrimenti c’è  LA LETTURA!

*      *     *

Fra un mese l’appuntamento non sarà più quotidiano, ma leggermente diluito nel tempo. Ritroverò più tempo proprio per leggere. Da tanto non faccio le “maratone” che fa Camilla ogni giorno.

Mi rendo conto che nonostante la fatica, l’impegno,  le arrabbiature con il PC, la cancellazione degli spams ecc. scrivere ogni giorno di ciò che ho letto è un grande piacere. So che molti leggono e conservano questi posts sia come consigli di letture, sia come piccolo aiuto per “camminare insieme”.

Trovo inoltre che lasciare spazio anche agli altri Lettori sia stato ed è molto proficuo: altri interessi, altri gusti, altri punti di vista…

Sì, è  auspicabile che altri uomini scrivano i commenti, soprattutto  per non lasciare “isolato” Riccardo, Gran Collaboratore e fucina d’idee!

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4 commenti
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  1. Mirna, ma ’sto blog …lo vogliamo pubblicare? Ad un felice pensionato puoi ben dire “Don’t work, be happy”! Nella nuova edizione, potrebbe essere inserita la Pittura (L’impressionismo!!), la Musica e gli eventi dell’Accademia delle Muse (Cristina) e poesie o loro brani. Comincio io con una Poesia che mi piace molto. Non vi dico di chi è, tanto lo sapete! E dire che io quel poco di francese che so l’ho imparato sciando con graziose francesine, una quarantacinquina d’anni fa …

    Sous le pont Mirabeau coule la Seine
    Et nos amours
    Faut-il qu’il m’en souvienne
    La joie venait toujours après la peine
    Vienne la nuit sonne l’heure
    Les jours s’en vont je demeure
    Les mains dans les mains restons face à face
    Tandis que sous
    Le pont de nos bras passe
    Des éternels regards l’onde si lasse
    Vienne la nuit sonne l’heure
    Les jours s’en vont je demeure
    L’amour s’en va comme cette eau courante
    L’amour s’en va
    Comme la vie est lente
    Et comme l’Espérance est violente
    Vienne la nuit sonne l’heure
    Les jours s’en vont je demeure
    Passent les jours et passent les semaines
    Ni temps passé
    Ni les amours reviennent
    Sous le pont Mirabeau coule la Seine.

  2. I sentieri contorti e misteriosi della mente sono i veri viaggi delle umane peregrinazioni alla ricerca di non si sa cosa. E’ la ricerca che conta, tutto quello che si incontra durante le scalate e le discese, tra inferi e paradisi e chi più ne ha più ne metta. E per ognuno di noi lettori ci sono dei punti fermi, dei segnali stradali: E’ infinito il viaggio interiore, ele strade sono infinite, e le scelte sono infinite. E si va. E non capisco come ci si possa annoiare . Ma io capisco pochissime cose, perciò non batatemi.

    La penelopina, cara Mirna, è la mia nipotina piccola. Bionda e deliziosa, tutta occhi e mente fina, dolce e risoluta, amore mio. Amiamo i nostri figli dal momento della nascita e , con loro, per anni e anni, siamo unite da un cordone che si allenta lentamente e dolorosamente- nel senso che a volte uno tira di qua e uno di là, una cosa del genere.
    l’amore per i nostri nipotini è una scelta, è anche, soprattutto direi, una continua scoperta, è un modo magnifico di riconoscere un altro da te, senza cordoni che fanno male, ma con un amore intellettuale, che può sgorgare libero e …intelligente.

    Sono in ansia spasmodica per le future decisioni circa il blog. Mirna da un lato e Riccardo , pronto a fare il sollevamento pesi dall’altro: siamo in buone mani! Non mollatemi “giù” dal mio posticino, su questa nuvoletta che si chiama Leave a Reply -camilla .

  3. Volevo parlare presto di Apolinnaire perchè lo incontrai con gioia durante le lezioni del professore Erba, poeta.
    Ma Riccardo, il torrente impetuoso, mi ha preceduta.
    Molto bella l’idea di allargare a pittura, Accademia, ecc. ma ciò esula dal mio primitivo progetto che ha avuto tanto successo.
    Credo che continuerò come è stato impostato perchè le mie lettrici (e so che sono tante) amano ritrovarsi nella scelta di questo genere di letture e di riflessioni. Diciamolo pure, molto femminili, molto introspettive, riflessioni pacate e tranquille che seguono un filo conduttore…il nostro percorso costruttivo.
    Ma essenziali gli apporti maschili, le idee diverse, quindi caro Riccardo, potrai partecipare quando vorrai.
    E poi sai che la Poesia ha un luogo importante nel mio cuore, Leggo, scrivo e talvolta …vivo …in Poesia.

  4. Scrive Pessoa (in “Le lente nubi fanno sonno”):
    “Che bella cosa, al margine del rio
    sapere che è esso che scorre …” E’ lui che scorre. non io …
    In Apolinnaire era un fiume, qui è un rio …
    “Je demeure”, “io dimoro”, “io non ancòra” “io resto” (come Saviano e Fazio)
    Eppure quell’uno diceva: “panta rei”, “tutto scorre”!
    E allora?