BRIEFE AN MILENA, di Franz Kafka

pubblicato da: admin - 3 Gennaio, 2011 @ 8:20 pm

Gita a Merano 2.1.2011 043scansione0001La prima  vera lettera che  Franz Kafka scrisse a Milena Jesenka Polak è datata aprile 1920 e reca l’intestazione della  Pension Ottoburg  di Maia Bassa, Merano.

Quante persone celebri hanno soggiornato nella mia città natale!

Ci pensavo ieri mentre con Stefania e Marco passeggiavo in un luminosissimo Lungo Passirio verso il Tappeiner e le Gilf.

Ricordo anche che mio padre diceva con orgoglio di avere un giorno aspettato l’autobus  con Ezra Pound!  

Parlo dunque di questo libretto acquistato  a Monaco di Baviera quando cercavo di imparare il tedesco.  Le prime pagine hanno appunti, traduzioni di parole, le ultime  invece sembrano intonse. Probabilmente la lettura della corrispondenza devo averla conclusa in italiano.

 Franz e Milena si sono visti poche volte, ma ciò che si scrivono nelle tantissime lettere è molto intenso. Kafka giunto a Merano per curare in un clima più mite di quello di Praga la propria tubercolosi scrive subito due lettere a Milena, la giovane ceca che si era offerta di tradurre i suoi racconti.

L’aveva vista soltanto una volta nell’ottobre del 1919, ma da subito egli le  si rivolge con rapidità e naturalezza, come se l’avesse conosciuta da sempre. Kafka le confida i grandi segreti della sua vita: la tubercolosi, la spiegazione psicologica  della tubercolosi “Sono malato di mente, la malattia polmonare è soltanto uno straripare della malattia mentale.”, il Processo al quale si era sottoposto, i suoi fidanzamenti, il suo senso di colpa.

Nelle  lettere le due anime si accendono  di “passione”, la divisione li tiene uniti più che la vicinanza.

Così Kafka nella sua piccola camera d’albergo di Merano  o quando si affaccia al balcone vede Milena nelle nuvole, sente la sua vicinanza “…Lei è qui esattamente come me e più ancora; dove sono io è Lei, come me e più ancora”.

Per Kafka Milena diventa presto “la Madre”, nella realtà e molto nella sua immaginazione essa incarna tutte le qualità materne desiderate: l’equilibrio, la calma, la fiducia , la chiarezza, la forza di verità, l’intelligenza chiaroveggente, la dolcezza che allontana la sofferenza. Ma presto diventa anche la figura simbolica opposta: la casta luna, irraggiungibile nella sua lontananza, la fanciulla vergine, la Bella – opposto a lui, oscuro “animale dei boschi”-.

Insomma la loro relazione per lo più epistolare si trasforma in timore, gelosia,angoscia. Kafka non riesce a gestire un tale rapporto. Milena stessa non riesce con lui ad essere ciò che la stabilizzante Lou Salomè fu per Rilke.

Kafka, forse da sempre  Gregor Samsa, ha  “nostalgia di qualche cosa”, di “un nutrimento sconosciuto” ” Sporco sono, Milena, infintamente sporco“. Si sente vivere nell’oscurità, nel sottosuolo. Milena , la Bella, è la sorella di Gregor Samsa, colei che gli porta  il cibo, in una comunicazione silenziosa.

E neppure la dolcezza di Merano, dei suoi alberi, delle sue acque chiare consolano  il più enigmatico scrittore della cultura del Novecento.

Io, invecee, ieri ero nel luogo della mia infanzia e della prima giovinezzza. Ho rivisto il caro cugino, mi sono immersa in quella luce algida d’inizio Gennaio, assaporando al sole, il breve tremito delle palme e dei cespugli. Il Kursall color dell’oro si stagliava nell’azzurro limpido, la principessa Sissi in ombra aveva sempre intorno giovani ammiratrici, la Winter Promenade ha regalato bellezza e ricordi.

E al ritorno verso casa, una sosta ad Egna, magica nel suo silenzio ghiacciato e una visita  a due persone speciali…che ci hanno aperto la casa con un calore spontaneo di altri tempi e d’altri luoghi.

Ma di questo parlerò un altra volta insieme al libro che si è automaticamente collegato a ciò…

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  1. Ach so…!? Bist Du in Meran geboren? Merano … Quale combinazione! Ci sono stato quest’estate, da Malles a Passo Resia e quindi a Merano, in bicicletta, naturalmente, e proprio questa mattina Maria Teresa ed io ci stiamo tornando (in auto, cosa avevate pensato?) per un paio di giorni … è un regalino che ci facciamo per il nostro 40° anniversarto di matrimonio (5 gennaio 1971) … Merano era anche la sede da me richiesta quale S.Tenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina, ma non c’era il posto disponibile, così mi hanno mandato a Bressanone … Vuol dire che domani andremo anche lì …
    Quanto a Kafka … ne ho letto troppo poco per un intervento … ma questo blog serve anche per comunicare le nostre sensazioni e i nostri sentimenti “a prescindere”. Nicht Vahr? Non è forse vero?
    Bis Bald, a presto, Merano!
    Riccardo (e Maria Teresa)

  2. L’atmosfera mitteleuropea e’ unica. I colori chiari dei muri, gli stili (Liberty, Jugendstil ecc.) mescolati con garbo, la pacatezza, il valore terapeutico della passeggiata (come non ricordare Thomas Mann ne “La montagna incantata”, il dialogo colto. Merano e’ anche cio’ ed io mi sento anelare a Trento perche’ almeno in parte ha subito gli influssi di questa cultura. Ecco quindi che nel raggio di una passeggiata a piedi si passa dal frastuono colorato e piu’ turistico degli ancora aperti mercatini di Natale (fino al 6 per gli interessati) alla quiete della Winter Promenade che offre persino tepore a noi stanchi viandanti. Che bello sapere dei nostri eroi letterari (mitteleuropei) di stanza a Meran. Tutto cio’ rende l’atmosfera ancora piu’ ricca. E unica. Buona gita a Maria Teresa e Riccardo.

  3. la fine tragica e gli ultimi anni di vita nel campo di concentramento di Ravensbrueck di Milena Jenseska sono bene descritti nel libro di Margaret Buber Neumann ” Milena , the tragic story of Kafka`s great love ” ( esiste la traduzione in italiano , ma non ne conosco il titolo esatto)