IL CIRCOLO PICKWICK, di Charles Dickens

pubblicato da: admin - 15 Gennaio, 2011 @ 7:32 pm

scansione0009Non è facile in questi ultimi giorni di sfida di “unlibroalgiorno” trovare nuovi spunti di lettura  perchè sono troppo  piacevolmente presa da incontri, concerti, films.  Paradossalmente leggo un po’ meno proprio perchè il tempo di scrivere di Lettura mi toglie dalla mia attività preferita. E come dice giustamente Camilla si dovrebbe parlare della nuova narrativa, dei nuovi scrittori, di idee fresche.

Ho già pronto un libro nuovo ed  interessante di una scritrice russa chepotrò leggere appena  avrò più tempo.

Ma stamattina  che gradevole incontro nel bar al primo piano - quello che sembra un po’ futurista, un po’ circolo privilegiato e che guarda la piazza anni’30 – nella gloria di “un quasi disteso mezzogiorno!”

La cornice:  piccoli gelsomini bianchi sul davanzale, le rose colorate che Riccardo ci ha offerto e quelle di Alì che come un affezionato segugio appare sempre dove c’è Camilla riempiendola di altre rose. 

(Cara Miki, saresti dovuta essere anche tu con noi nel luminoso caffè trentino!)

Cito solamente per dovere  il libro di Charles Dickens conosciuto da tutti  perchè mi è venuto alla mente mentre Camilla, Maria Teresa, Riccardo ed io  parlavamo sì di Lettura, ma  soprattutto di ciò che essa significa e cioè di Viaggi nell’anima e di Vita che scorre intorno  a noi.

Anche il signor Pickwick fa sempre un resoconto dei viaggi che compie con i suoi amici tracciando così una mappa dell’Inghilterra del suo tempo. Lui e i suoi soci sono un po’ scombinati , ma risultano attenti ed acuti osservatori degli altri e del mondo circostante. Del Club fanno parte poeti, sportivi, donnaioli,  golosi, (poche donne in verità!), ma tutti con gli occhiali rosa del senso dell’umorismo.

Io ho sempre adorato i Circoli Letterari, Culturali,  Club segreti che dir si voglia.

Da quindicenne (sono sempre stata un po’ “ritardata”, pensavo a giocare e non ai “morosi” come avrebbe tanto desiderato mia nonna Bianca) avevo creato un Circolo segreto chiamato appunto  Pickwick –  ma mi rifacevo più a quello di “Piccole Donne” . Ne facevano parte mio fratello minore e un ragazzino obeso e balbuziente, G.B., che si era preso una cotta per me. Io ero la più grande, quindi ero  la “capa”, il  mio nome in codice  era Hirondelle, quello di G.B. che divenne poi - persa la balbuzie e la ciccia-  un ottimo  e affascinante giornalista, era “Tiger”… Ci riunivamo nella soffitta e ci scambiavamo bigliettini con commenti sui libri letti o sulle raccolte di figurine.

Ebbene, stamani,  tra caffè e rose, baciati dal sole, noi quattro Lettori e amici ci siamo scambiati i nostri pensieri e i nostri sorrisi in un improvvisato Circolo di consonanze.  

Dai libri agli astrolabi, da Banville a “Eva dorme”, dall’amicizia spontanea alle nostre “maschere e mascherine”, molti nostri pensieri,  in un tempo chiaro e ilare sono  stati scambiati con simpatia e attenzione.

L’attenzione, ha ribadito Camilla, è quel certo ingrediente cha fa lievitare un rapporto, lo fa diventare gustoso e speciale.  Ma sono certa che di questo piccolo circolo mattutino improvvisato racconteranno qualcosa anche gli altri soci…

Io cerco di concludere la mia scommessa  e poi lascerò aperta  – senza orari –  la “finestra-blog” per conoscere  e condividere  le  suggestioni e le emozioni che un Libro  dona sempre.

 

P.S. La foto ad hoc mi arriva da Enza.

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7 commenti
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  1. Che bello sarebbe stato unirmi a voi nel vostro specialissimo coffee meeting:-)
    Chissà che non si possa ripetere… Sarebbe bello…
    Il circolo Picwick non l’ho mai letto.Ma Dickens non è tra i miei preferiti, tranne Great Expectations che trovo fantastico…Un bacione

  2. Cara Hirondelle, allora anche tu avevi la tua Setta dei Poeti estinti di cui all’Attimo Fuggente! Ecco, vedi, anche in quella circostanza, i membri della “setta” si aprivano, comunicavano, cioè agivano in comune. E grazie a strumenti come il tuo blog ed alla tua splendida gestione, questo è stato, anche per noi, un grande risultato raggiunto. Attraverso di esso infatti noi leggiamo e ascoltiamo le letture nostre e quelle altrui e conosciamo “l’altro”, il nostro prossimo, che non il nostro mondo, il nostro modo di leggere, pensare e di agire. E stabiliamo relazioni umane ben più profonde che non quelle cresciute – ad esempio – su trent’anni di stratificazioni tutte uguali, tutte superficiali, una sull’altra che se togli la buccia sotto trovi un’altra buccia e così via sino alla fine, ma di sostanza niente …

    Il Caffè di questa mattina, anche se non è ancora ai livelli dei Caffè portoghesi di Pereira o di quelli della splendida Trieste o del Pedrocchi di Padova, almeno per me è stata una gradevolissima novità. Infatti per anni il caffè per me era una cosa con la “c” minuscola, la borsa fra le gambe, il Sole 24 Ore in una mano ed il telefonino acceso nel’altra … ma si può?

    Ma torniamo al blog … sai come la penso … il tuo blog merita di essere pubblicato … people love paper, vuoi mettere il piacere di riaprire le pagine del Libro Blog? E poi già che ci sono te ne dico un’altra: un blog così dovrebbe diventare strumento didattico nelle scuole, dai Gelmini, questa si che sarebbe una riforma! Potrebbe sempre essere proposto in una scuola qui in Trentino a mo’ di esperimento, che ne pensi?

    Sto rileggendo “Un indovino mi disse” di Terzani e mi ha colpito una sua riflessione: il passato, il presente ed il futuro sono la stessa cosa, la stessa acqua del fiume che sta per passare davanti a noi, quella che sta passando e quella appena passata … basta sognare un po’ e possiamo conoscere il nostro futuro. E il professor Keats del film citato afferma: “Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre”. Ed allora, con questo tuo blog rendiamoci un po’ più liberi, sognamo un nostro futuro migliore, soprattutto oggi di fronte ad una realtà alla quale ci rifiutiamo di abituarci. Manteniamo viva la nostra Utopia di un mondo diverso, migliore, anche se “altro”. Dai Hirondelle, dai che ce la facciamo! E poi, anche se non ci saremo riusciti, potremmo sempre dire, come quel tale nel film “Qualcuno volò sul nido del Cuculo: “Almeno ci ho provato!”

  3. Davvero una mattina solare, non solo per il tempo atmosferico! Il nostro incontro al caffè, tra rose e libri… e che libri, che libro quello di poesie del Berchet portato -in edizione storica- da Camilla! Insomma, tutta un’atmosfera da non dimenticare. E’ sempre molto bello trovare consonanze, percepire affinità di pensiero e di valutazioni… E per me (che in questi ultimi mesi ho partecipato poco o nulla a questo blog) stamattina è sato un ritrovarmi in un contesto di sicuro benessere.
    Cara Mirna, io non ho avuto un mio circolo Pickwick, però ricordo di aver avuto per mesi in seconda media un sistema di comunicazione a suon di pizzini con alcune mie compagne di classe, sistema basato su un alfabeto speciale che rendeva i pizzini stessi incomprensibili agli estranei e di conseguenza dava a noi del gruppo la fisionomia di un circolo ristretto e segreto. Eravamo tutte perdutamente innamorate di un nostro compagno un po’ asinello e infatti ripetente, che quindi aveva un anno più di noi e proprio per questo era vagheggiato in quanto “grande”. Aveva un cognome tedesco che iniziava con la K, che nel nostro alfabeto segreto si scriveva II (il 2 in numeri romani) e si pettinava alla moda del tempo con un ciuffo ondulato che avevamo deciso di indicare con una S. Insomma, scrivevamo sempre di II S e anche parlando tra noi a voce lo chiamavamo “seconda esse”, come se parlassimo di un’altra classe, parallela alla nostra. Che tenerezza pensare adesso a queste cose! Era “l’età della stupidera”, ma che tenerezza!

  4. E meno male che c’è il Riccardo che ci dice : teniamo viva la nostra utopia. Sono stata tanto bene ieri mattina con voi.
    Cara Raffaella mi sarebbe molto piaciuto incontrarti, se ti è piaciuto Grandi speranze, di D. (devo avertelo già detto) c’è un libro, un piccolo libro, davvero bellissimo, legato a Grandi spranze ma ambientato nella Nuova Zelanda, che si chiama Mr. Pip ed è di Lloyd Jones e è sapiente.
    Cara Mirna , la tua scommessa è stravinta e nessuno avrebbe potuto stravincerla con la tua eleganza, la tua bacchetta magica (da direttore d’orchestra).Intanto il blog si potrebbe metterlo su una chiavetta e portare (la chiavetta) in copisteria. No?

    E spero tanto di poter raccontare a chi vorrà leggere , un poco delle atmosfere dei tre tomi dedicati da Rebecca West a “La famiglia Aubry”. Nessun libro, dei 365 del blog e delle altre migliaia che mi hanno abbellito l’esistenza somiglia a questo strano diario della grande West. anche se è di memorie, anche se di ambiente familiare, anche se è inglese e la vicenda accade nei primi anni del secolo scorso: quanta letteratura abbiamo letto “simile”. E invece no. Questo qui non somiglia a nulla. Ma somiglia tanto a dei piccoli, teneri e lievi fantasmi che girano dentro di me.E questo potrebbe rendere il tutto diverso da come lo sto descrivendo. Un saluto affettuoso a tutti.

  5. Cara Camilla,
    ho iniziato a leggere il prezioso “vecchio” libro di poesie che mi hai voluto regalare e innanzi tutto ti ringrazio del pensiero e del dono. Sai, non sono un collezionista nel senso quantitativo del termine, mi illudo di esserlo nel senso qualitativo: infatti colleziono solo ricordi di qualità e questo sarà siuramente uno di quelli!
    Ciò che dicevi, è vero. Certi libri vanno “isolati” dalla massa, va data loro una centralità non diluita … insomma vanno posti su di una colonnina di marmo ed affidati ad un custode. Ed io ti sono grato di essere stato nominato custode di questo tuo libro, ora mio, anzi nostro, il quale – appena Maria Teresa ed io ci metteremo finalmente a riordinare la nostra libreria – troverà allocazione proprio accanto all’antologia inglese di quando avevo quindici anni, libro che avevo perso (di vista) da vent’anni e che ho ritrovato solo da pochi giorni (che festa! Si era perso ed è stato ritrovato!). Si faranno compagnia e, tenendosi per mano, eviteranno di perdersi nuovamente.

  6. Ah che bellezza custodita e centrata in un accogliente caffè trentino…!!! Avrei voluto esserci tanto tanto…!!!! Ci riuscirò un giorno…
    Quanta letizia il tuo blog cara Mirna e profondità d’intenti, in viaggio per ricercare/rsi.
    E’ un momento impegnativo e difficile della mia vita e mi allieta pensare alla Bellezza di voi, dei vostri pensieri. Sto leggendo “La famiglia Aubry”, su consiglio di Camilla, un libro che mi trascina dentro questa famiglia che mi sembra di conoscere perchè capace di turbarmi e sorprendermi. Certo che si, il blog è da pubblicare e diffondere!!!
    Al prossimocaffè ragazzi,vi abbraccio,
    Miki

  7. Cara Mirna,
    Va-lentina ma prima o poi arriva. Questo post è di gennaio, ma “Il Circolo Pickwick” da allora è entrato nella mia lista dei desideri ed ora lo ho finalmente letto. Che bello, mi ha ricordato Wodehouse anche se Dickens è più raffinato, forse. Mi sono innamorata di Sam Weller, per la sua ironia e il suo romanticismo, e ho riso a crepapelle leggendo e rileggendo la lettera d’amore che scrive a Mary per San Valentino.
    “Dolcissima creatura… …prima di conoscervi pensavo che tutte le donne fossero uguali. Ma ora, ora scopro che razza d’incredula rapa dalla testa frolla ero prima; perché non c’è nessuno come voi, a parte il fatto che voi mi piacete più di niente che mi piace così”.
    Ma tutta la lettera è spassosa, specialmente con le continue interruzioni di Mr Weller padre ed i suoi commenti e le risposte di Mr Weller figlio.
    Grazie Mirna, i tuoi spunti sono germogli che nella stagione giusta diventano belle piantine!