L'AVVOCATO DI STRADA di John Grisham

pubblicato da: admin - 17 Aprile, 2011 @ 9:45 pm

             Finalmente un’altra voce maschile – Gianfranco - partecipa al nostro salotto letterario virtuale proponendoci  un’ avvincente lettura che  farà  riflettere .

                                                               51Dg2Sp556L._SL500_AA240_[1]   Michael Brock è un avvocato americano che lavora per un importante studio legale.

Un giorno viene sequestrato assieme ad altri suoi colleghi da un (homeless) senza tetto che si fa chiamare Mister. Quest’ultimo non chiarisce il motivo del suo gesto, solo chiede di sapere chi si occupa degli sfratti prima che un cecchino della polizia lo uccida. Michael, sconvolto da questa esperienza, si sente sempre più insofferente alla sua vita di sempre fatta di ottanta ore a settimana di lavoro e da un matrimonio che non funziona perché l’ufficio assorbe tutto il suo tempo e l’ospedale quello della moglie chirurgo. Allora inizia ad avvicinarsi a un avvocato di colore impegnato nel sociale, e una notte si reca in una casa di accoglienza per i senza tetto a fare del volontariato. Lì viene in contatto con una giovane madre tossicodipendente con 4 figli che vive in una macchina. Il giorno dopo scopre che la donna e i suoi figli erano morti durante la notte intossicati dai gas di scarico della macchina lasciata accesa nel tentativo di difendersi da una bufera di neve. Così decide di indagare sul caso e su quello di Mister e scopre che il suo studio si era reso colpevole di una grave violazione, in quanto aveva sfrattato senza preavviso dei senza tetto che vivevano in un immobile comprato da un loro cliente, una società immobiliare. Gli occupanti erano gente di strada, ma pagavano regolarmente un affitto, anche se in nero, così avrebbero dovuto ricevere un preavviso di due settimane. Michael decide così di lasciare lo studio e sottrae il fascicolo riguardante questi eventi. Si unisce allo studio di Mordecai (l’avvocato di colore) rinunciando ad una valanga di dollari, e venendo per questo lasciato dalla moglie Claire. Però alla fine riuscirà a trascinare il suo potente studio in tribunale e a ottenere un risarcimento esemplare per i suoi indigenti.

La storia ,infatti, non passa inosservata: il debole contro il sistema; i barboni contro il colosso degli studi legali. Ma non solo, è anche la storia di chi, avvocato, lascia tutto per sostenere la causa degli homeless. Un esempio di generosità, altruità, umiltà che oggi non guastano, ormai indifferenti e presi da tutti altri valori.

Interessanti le descrizioni del mondo degli homeless: l’autore stesso in una nota a fine libro, ci racconta come si sia recato alla Washington legal clinic for the homeless per conoscere meglio l’argomento. Inoltre è molto ben descritto il mondo degli avvocati che lavorano nei grandi studi, che l’autore conosce bene in quanto avvocato di medio successo, fatto di una vita dedicata al lavoro nella ricerca maniacale del successo e del denaro.

Da segnalare che in Italia nel 2001, sulla scia del libro di Grisham, è nato un progetto di volontariato che porta lo stesso nome del libro. Presso lo sportello legale le persone senza dimora che hanno bisogno di un aiuto legale, vengono ricevuti da avvocati e laureati in giurisprudenza che forniscono gratuitamente consulenza e assistenza legale. Il progetto “Avvocato di strada” in breve tempo si è affermato per la sua utilità sociale, ed è riuscito ad esportare il proprio modello in molte altre città italiane, al fine di rendere più capillare l’aiuto a quante più persone possibili.

 Gianfranco

 

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7 commenti
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  1. Benvenuto Gianfranco… Grisham è un maestro del legal thriller e pensa che non ho mai letto nulla di lui ma ho amato le trasposizioni cinematografiche dei suoi film ; Il socio, Il cliente, L’uomo della pioggia, il rapporto Pelican…Chissà come sarebbe leggere un suo libro. Potrei cominciare da Avvocato di strada.Grazie per il tuo consiglio di lettura!

  2. Mi pare che il contenuto di questo romanzo sia, oltre che sicuramente avvincente, anche di grande attualità, visto che arrivano i rifugiati dall’Africa che rischiano di infoltire le fila degli homeless. Non conosco il libro e chissà quando lo leggerò (confesso per l’ennesima volta di non essere una gran lettrice…), ma sapevo del progetto AVVOCATO DI STRADA e sento il bisogno di cogliere l’occasione per esprimere il mio dissenso rispetto alle posizioni trancianti del tipo “Fora dai bal!”. So bene che gli arrivi in totale sono tanti e la gestione pone tanti problemi, ma guai a vederli solo con paura. La storia umana è piena di esilii, migrazioni, viaggi della speranza ed io mi sono sempre chiesta e continuo a chiedermi a che cosa dev’essersi ridotta la vita di un essere umano per costringerlo a lasciare le proprie radici, a quanta disperazione dev’essere alla base di questa decisione. E allora, pur con i controlli dovuti, occorre accettare questi arrivi. La distribuzione in piccoli gruppi potrà favorire l’integrazione, aiutata dall’attenzione degli enti pubblici e da interventi di volontariato. Ma è importante l’atteggiamento con cui noi tutti, uno per uno, ci poniamo di fronte a chi arriva.
    Ciao Gianfranco e grazie per questo post!

  3. In tutti i tempi il Dio Denaro ha avuto spesso la meglio con le conseguenti ingiustizie in suo nome. E’ così un vero sollievo sapere che categorie, quasi caste, come quelle degli avvocati o dei medici, per motivi diversi, portatrici di scienze, che dovrebbero difendere l’umanità, a volte non speculino sulle sue sofferenze.
    Non conoscevo il progetto “Avvocato di strada” e sono contenta di averlo scoperto attraverso questo libro.
    Devo però aggiungere che a volte anche chi crede di essere detentore di diritti può essere violato proprio da quella legge che dovrebbe tutelarlo. A questo proposito mi viene in mente un film del 1971 di Nanni Loy “Detenuto in attesa di giudizio”, dove si vede un uomo, stritolato dall’ingranaggio della giustizia e che passa da un carcere all’altro, subendo continue umiliazioni. E’ una denuncia dei disservizi del sistema giudiziario italiano e ancora oggi, a distanza di decenni, il film è in grado di scatenare ampi dibattiti sulla funzione della “giustizia”.

  4. E’ consolante venire a sapere che esistono anche le persone altruiste, che c’è ancora e sempre qualcuno che riesce a vedere con empatia ciò che succede intorno a noi.
    Comprendo “l’avvocato di strada” che lascia il benessere e che si dedica alle persone bisognose rinunciando ai privilegi della sua “casta”. Evidentemente il suo imperativo categorico non glielo permetteva più, ma quanta ricchezza ha acquisito così facendo! Quella della sua dignità di essere umano! Quella di vivere a tu per tu con se stesso con serenità.
    Insomma comportarsi da giusti arricchisce il nostro animo e dà fiducia nel futuro. Credo che gran parte della Felicità stia nell’aiutare ed amare il prossimo. Sicuramente San Francesco, Madre Teresa di Calcutta sono stati felici. E così il mio amato dottor Schweizer e tanti altri non famosi.
    Mi sembra impossibile invece che altre persone non riescano a mettersi nei panni dei più deboli, dei sofferenti, dei bisognosi, di questi migranti affamati, senza lavoro, che fuggono per ragioni politiche…è terribile percepire dagli egoisti individualisti la loro povertà morale, la loro aridità. Personaggi da fuggire per non venire contagiati.

  5. Benvento Gianfranco! Rafforziamo la nostra (esigua) schiera di “uomini del blog”!
    E bravo per la scelta del libro. Infatti … è di questi giorni l’omicidio di Vittorio Arrigoni, di un uomo che si era dedicato alla difesa di un popolo “che nessuno vuole”: i Palestinesi. Non “li vogliono” gli arabi, perchè preferiscono strumentalizzarli. Non li vuole Israele, perchè … Non voglio fare politica nè risalire alle ragioni che hanno portato alla creazione dello Stato di Israele. Solo vi invito a riflettere come ci sentiremmo noi se un giorno qualcuno, fucili alla mano, venisse a dirci che abbiamo tre ore di tempo per abbandonare la nostra casa e la nostra terra perchè dobbiamo far spazio, che so, agli abitanti di Trieste, perchè questa terra era stata promessa loro.
    Vittorio Arrigoni ha dimostrato che esistono ancora “avvocati di strada” i quali sacrificano se stessi a vantaggio degli “Altri”. La sua vita era preziosa, e lo è ancora di più dopo la sua uccisione. Una sola osservazione: tutte le vite sono importanti, e se è più che giusto, doveroso riservare la nostra “pietas” a persone come lui, è altrettando doveroso non dimenticare i miloni di persone che soffrono e muoionio di fame, di malattie, di povertà. Cerchiamo quindi, anche noi, di essere un po’ “avvocati di strada”, dando il nostro piccolo contributo di condivisione anche materiale a tanta sofferenza, iniziando a condividere queste situazioni e cercando di “vedere” e non solo di “guardare” quella parte del mondo, ad iniziare dai migrantio africani. Altro che “respingimenti!

  6. mi piacerebbe inserirmi in questo 3d ma non ci capisco più niente, tanti sono gli oggetti di cui si parla e relaltivi sentimenti. qualche organizzazione di avvocati di strada certo esiste da qualche parte, certamente non è una realtà diffusa al punto da rassicurarci che i” Miseri” ne possano trarre beneficio, se non in casi rarissimi. La terribile storia di Arrigoni, un uomo che aveva scelto di sacrificarsi per i diritti fondamentali del popolo palestinese ha portato i media , come sempre, a semplificare le questioni complicatissime. La stessa esistenza di Israele, che è costantemente minacciata – un paese grande come la Puglia circondato da una enormità di possibili nemici,basta guardare una cartina geo. per tremare, ha creato ferite e ingiustizie, mescolando il micro e il macro. Intendo dire che Arrigoni è un vero Giusto e non doveva essere ucciso (da terroristi palestinesi), che la politica di destra fascistoide di Israele è terribile e autodistruttiva. Che il popolo palestinese e il popolo israeliano avrebbero il diritto , finalmente, di vivere in pace. Ma i potenti della terra giocano, ovunque, sulla vita delle persone. E che non c’è niente, niente di rassicurante e di rasserenante.

  7. Devo dire che il blog di Mirna e’ sempre piu’ interessante, sempre piu’ perche’ oltre che delle trame dei libri si parla molto della trasposizione dei fatti narrati a momenti di vita reali ed attuali.
    Ho letto molti dei libri di Grisham e lo ritengo uno dei migliori scrittori di legal-thriller, ma non solo. Infatti e’ lui il primo, approfittando della sua professione, che prende in considerazione volta per volta situazioni di vita difficili e complesse per affrontarle, pur con molte peripezie, in modo… alla fine positivo e costruttivo per il protagonista e, di conseguenza, per chi segue lo svolgersi degli eventi.
    Ricordo bene l’avvocato di strada e ricordo anche che all’epoca a Bologna (citta’ dove vivevo) era sorto in seguito al libro, l’associazione medesima… come sia andata avanti non lo sinceramente.
    Bologna e’ la citta’ italiana che lo scrittore preferisce, se avete letto o leggerete ‘il broker’… avrete una perfetta ambientazione nella citta’ dai mille portici e vi sembrera’ di correre con il protagonista tutti i pericoli che lo aspettano….
    I pranzi lunghi nei ristoranti, un amico americano mi chiese tempo fa se era vero che in Italia si fermava tutto alle 13 per andare al ristorante, per poi riprendere alle 16 il lavoro del pomeriggio… mi ci e’ voluto un po’ per fargli capire che non era proprio cosi’…
    ho divagato un po’… spero che Mirna mi perdonera’…