A PICCOLI COLPI DI REMO di Alberto Cavanna

pubblicato da: admin - 14 Aprile, 2011 @ 11:10 pm

cop[1]

 Arte Navale 2011

DA RICCARDO:

Alberto Cavanna, Savonese naturalizzato Spezzino, ama definirsi ‘shipwriter and talebuilder’ e cioè ‘narratore di navi e costruttore di storie’. Operaio, impiegato e poi dirigente in importanti cantieri navali ha legato la sua vita lavorativa prima e letteraria poi al mare. Ha esordito con ‘”Storie di navi, di viaggi e di relitti” Mursia 2001. Fra gli altri ha poi pubblicato “Bacicio do Tin”, Mursia 2004, secondo classificato al Premio Bancarella 2004, di cui al mio post del 20 giugno 2010; “Da bosco e da riviera”, Rizzoli 2009, Premio Marincovich 2009, Premio Casinò di Sanremo – Libro del Mare 2010, di cui al mio post dell’11 agosto 2010.

“Trentinamente scoperto” da me per caso, mentre passeggiavo fra gli scaffali della libreria Il Papiro di Trento, inserito nei nostri post, ci ha telefonato ringraziandoci per l’apprezzamento mostrato nei suoi confronti e noi ne abbiamo subito approfittato, invitandolo in Trentino: infatti la sera del 2 maggio Alberto sarà ospite dell’Accademia delle Muse, a Trento, presso la casa della Presidente Cristina, ad ore 20,15, per rinfrescare i titoli “vecchi” e presentarci l’ultimo nato, finalista al Bancarella 2011: “A piccoli colpi di remo”, disponibile presso Il Papiro ed anche nella serata di presentazione, libro di cui è stato scritto:

“Gli uomini, le loro vicende, i loro sentimenti e il mare in trenta racconti scritti nell’arco di molti anni. Alcuni di essi sono diventati romanzi: “Viribus Unitis” ha ispirato “Da bosco e da riviera”; “Un corsaro” ha ispirato “Bacicio do Tin”. “Calipso” e “L’orco” stanno per ispirarne altri. Sin tratta di bozzetti, immagini, situazioni aventi tutte una carica emotiva di fronte alla quale è difficile restare insensibili. Il Mare, è il grande sfondo su cui i vari personaggi si muovono, con pochi punti fermi di riferimento: le Navi, i viaggi, la terraferma. In Mare aperto i punti cardinali sono un’entità relativa, un’idea astratta che ha riscontro solo nell’ago della bussola; il tempo stesso è un succedersi di eventi ritmati come albe e tramonti che scandiscono l’unica attività possibile:il navigare. Il resto è vento, nuvole, cielo e acqua. La sola certezza l’unico appiglio cui la sopravvivenza di ognuno si aggrappa, é la Nave, solitaria testimonianza umana in un ambiente semplice e ostile, scenario del viaggio. I secoli passano ma solo le Navi cambiano: gli uomini in viaggio, i loro pensieri, le loro paure restano sempre le stesse. I personaggi di Alberto Cavanna, colti in un attimo preciso della vita, appaiono in tutta la loro bruciante umanità, quasi liberati dal fardello di un’identità, di una provenienza, delle convenzioni della società cui appartengono e questo proprio in virtù dello spazio speciale in cui la loro semplice azione si svolge. Essi, colti in un momento emblematico della loro vita, una sorta di ‘final cut’, si liberano di ogni ipocrisia e narrano una breve vicenda, a volte solamenteuna situazione liberatoria, degna di essere rappresentata come l’epigramma di un’intera esistenza.”

Che altro dire? Ad Alberto, grazie per i tuoi lavori e grazie per avere accettato il nostro invito. A tutti noi del blog, … interveniamo alla serata! Buon vento e buona lettura a tutti

Riccardo

Share

Nessun commento
Lascia un commento »

  1. Che bello poter incontrare di persona l’autore di un libro che amiamo….A me è successo più volte con Affinati ed ogni volta è stata una grande emozione, che mi rendeva difficile fare un discorso coerente tanta era l’agitazione…ma lui è stato sempre sorridente e ” alla mano”. Che fascino il mare raccontato da Cavanna attraverso le parole di Riccardo…Buona serata e buon weekend… Io da oggi sono formalmente in vacanza, quindi più tempo per le mie letture! Urrà!

  2. Chi scrive di navi, di mare, di viaggi è sempre apprezzatissimo da me, un tempo viaggiatrice da una costa all’altra ora viaggiatrice nei pensieri altrui.
    Già il titolo è intrigante, “a piccoli colpi di remo” perchè non solo riporta lo sciabordìo delle onde, la schiuma ricciuta, l’odore del legno ma evoca una filosofia di pazienza, di attenzione e riflessione sulla vita che fluisce e che noi attraversiamo come naviganti in cerca di approdi.
    Lo leggerò con passione.
    E viaggiare è anche conoscere altri luoghi soltanto con il racconto di amici. Stamani, per esempio, eravamo in un angolo del bar di Vilma, in piazza Duomo, accanto a una piccola palma a conversare.
    Eliana, Maria Teresa, Shalva il mio amico georgiano, ed io…un angolo di Tbilisi!
    Immagino che anche là ci sarà stato lo stesso sole primaverile, lo stesso venticello, un caffè…. evocazione dei lunghi viali, delle chiese ortodosse, della bellezza della città, usanze e tradizioni, cibo. Eliana esperta conoscitrice della Georgia ha reso felice il mio amico Shalva che soffre di nostalgia per la sua bella terra. Egli ha promesso che ci porterà tutte a Tblisi e che brinderemo con il loro vino forte e generoso, faremo tanti Tamada per le persone care e giuste.
    Andremo via terra, ma “a piccoli colpi di remo”.

  3. Oh viaggiare! Passione che apre finestre a un mondo dentro e fuori di noi.
    Questo libro mi fa pensare naturalmente al viaggio per eccellenza, quello narrato nell’Odissea. Il mare e Ulisse sono i grandi protagonisti della vicenda. Attraverso la navigazione Ulisse va verso mondi e quindi incontri e genti diverse e grazie a loro si arricchisce della loro cultura e della loro storia.
    Sempre pronti dunque a navigare “a piccoli colpi di remo”!

  4. Benvenuto Gianfranco! Il tuo apporto arricchisce notevolmente la (sparuta) pattuglia di “uomini del blog”, e bravo per la scelta del libro, molto attuale … Infatti pochi giorni fa è stato uscciso Vittorio Arrigoni, per certi aspetti anc’egli un “avvocato di strada” nel senso che si occupava degli “Altri” cioè di un Popolo che nessuno vuole, non gli Arabi, che lo hanno strumentalizzato, non lo Stato di Israele … Non voglio fare politica, solo pensate a come ci sentiremmo noi se arrivassero i soldati e, fucili alla mano, ci intimassero di lasciare in poche ore la nostra casa e la nostra terra, in quanto “promessa”, che so, ai Triestini! La sua morte ci addolora, come pure quella dei nostri soldati all’estero e – lasciatemelo dire – come quella dei milioni di persone che muoiono di fame, malattie e guerre. Dobbiamo inzizare a condividere – anche materialmente – queste sofferenze: ogni nostro piccolo atto quotidiano contribuisce a costruire il mondo di domani, i cui tempi sono ben più lunghi dei nostri, ma pur sempre “conseguenziali”. E’ ora di guardare e non solo di vedere questa parte del mondo, altro che “respingimenti”! Più che alla guerra ed alle migrazioni dobbiamo opporci ai presupposti che le generano. Quando una valanga è “partita” è difficile fermarla: molto meglio costruire dei paravalanghe che ne impediscano il distacco. E questi paravalanghe sono l’eliminazione della tensione fra due “potenziali” (quasi fossero elettrici) troppo diversi, tensione che altrimenti ristabilisce bruscamente l’equilibrio con scariche e scintille micidiali.
    P.S. :il 2 maggio all’Accademia delle Muse avremo ospite lo scrittore Alberto Cavanna (Bacicio du Tin; Da bosco e da Riviera; A piccoli colpi di remo, in libreria Il papiro). Non mancate!