LA CENA e altri libri da leggere con…Grazia

pubblicato da: admin - 7 Agosto, 2011 @ 5:51 pm

INTERVISTA A GRAZIA

 

Appena incontro Grazia, solitamente nell’unica pasticceria del paese, le chiedo degli ultimi libri letti. Lei si illumina  da Grande Lettrice qual è, e mi sciorina titoli interessanti. Intanto mi mostra il libro che ha in borsetta – non esce senza mai averne uno con sé – perché possono esserci momenti in cui la lettura ti può aiutare a spingere avanti un po’ di tempo insulso.

Mi mostra un libretto blu della Sellerio che fa parte di una serie di dieci romanzi gialli  scritti a quattro mani  da una coppia svedese, Maj Sjovall e Per Wahloo. Questo si intola “L’uomo sul tetto” e l’assassinio avviene per un colpo di baionetta..C’è naturalmente un Commissario che diventerà amico dei lettori ed oltre la trama intrigante tipica dei polizieschi c’è uno spaccato della società svedese neo-capitalista degli anni ’60 con riflessioni sui meccanismi psicologici della violenza sociale.

Per Grazia i libri che danno godimento al Lettore hanno la stessa dignità , sia se sono di grandi scrittori, o gialli o leggeri. Sono d’accordissimo. E nell’impeto della conversazione letteraria le faccio tante domande, dove le piace leggere – “un po’ ovunque, ma soprattutto sdraiata sul letto”-

Mi confida che scrive su un quadernoi i titoli dei libri letti.

Quanti in un anno?

A questo punto andiamo a casa sua, un delizioso appartamento che guarda l’antica chiesuola nel verde e che è tappezzato di libri.. Il va sans dire. Libri in ordine alfabetico per orizzontale, altri per colore in verticale, ma tutti guardati ed accarezzati con amore dalla proprietaria.

Mi dice che talvolta ne compra uno doppio, ma se ha una prefazione diversa ,lo conserva ugualmente.

Consulta il quadernone: nel 2010 ha letto  72 libri. Quindi più di uno alla settimana e pensare che insegna ancora! Quanti ne leggerà quando sarà in pensione?

 

L’ultimo letto è  La cena di Hermann Kock. Viene spietamente presa in esame l’amoralità dei nostri tempi. Durante una cena due coppie parlano del loro essere genitori e della difficoltà nell’instaurare un rapporto sereno con i figli.

 

…e poi mi presta cinque libri con mia grande gioia tra cui La Lettrice e La biblioteca dei miei sogni di cui ho già parlato.

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6 commenti
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  1. Finalmente qualcuno che ha letto la cena. di cui parlai nel blog nel 2010; questo libro, di HERMAN KOCH, mi tormentò parecchio l’anno scorso. Volevo disperatamente pareri di altri lettori e , al tempo stesso, temevo molto il giudizio di ciascuno. Infatti la cena è un libri terribile.Un libro che mette in discussione i fondamenti umani di ogni persona. Oltre a questo, che non è certo poco, temevo di dover perdere delle amicizie! Non avrei potuto condividere un giudizio di comprensione per i “genitori” protagonisti. eccetera. Mi sembra che lo lesse riccardo ma non successe nulla. Ora sono pronta a tutto e mi piacerebbe moltissimo conoscere il giudizio di Grazia. Dico subito che , per me, la distinzione tra le vittime e i carnefici o complici dei, la divisione è nettissima. Un libro che mi ha FATTO TANTA PAURA. H.Koch sarà a Mantova in settembre. Non andrò a sentirlo. Ma ho già prenotato per Salvatore Scibona. Per dire che i libri che fanno stare bene sono tutti leggibili, spesso sono leggibili e potenti anche i libri che ti fanno stare male.

  2. Ieri ho letto per qualche oraZONA. è una terribile tempesta, un terremoto, maremoto, una furia sconvolgente. Ho gli occhi pieni di detriti di storia di morti e di urla e di orrori impensabili. Non so, non so, non so. Nulla di paragonabile a LE BENEVOLE che nulla nega alla storia ma nulla nega al ROMANZO – alla letteratura. Zona, fin’ora, è una furia di orrore e disperazione, immnsi e senza forma , almeno io non la distinguo in quel caos.: ha la forma di una catastrofe assoluta.E il rumore e la densità e l’impossibilità di respirare.

  3. Rispondo a Camilla su La cena di Herman Koch, che ho letto il mese scorso, un libro terribile, sono d’accordo, un libro sicuramente da leggere e da meditare. Ognuno poi ci vedrà quello che sente, quello che pensa del mondo attuale. Credo sia un libro sulla società di oggi che ciascuno può interpretare secondo la sua sensibilità e la sua visione degli altri, della vita.
    Per spiegare e spiegarmi, è la prima volta che lo faccio, spinta di Mirna che oggi mi ha telefonato per sollecitare un mio commento, inizio raccontando del libro per come lo ricordo, non ce l’ho sotto mano perchè me lo ha prestato la mia amica Mariarosa, anche lei formidabile lettrice e suggeritrice di ottime e piacevoli letture, però è ancora ben inciso dentro di me lo sgomento che ho provato leggendolo.
    Due coppie a cena devono parlare dei propri figli. Sono in un ristorante di lusso, appartengono alla borghesia della gente “per bene”, i due uomini sono fratelli, uno è un noto politico candidato a diventare il primo ministro olandese. Il racconto dura il tempo di un pranzo. Nel corso del quale viene fuori che i figli quindicenni delle due coppie hanno ucciso una barbona e le immagini del pestaggio sono state scaricate su internet. A questo punto la lettura diventa dura, ci si aspetta una presa di distanza dei genitori, delle madri in particolare, dai comportamenti dei figli, una scelta “morale” contro la violenza. Invece no. Inizia la difesa dei figli da parte delle due coppie e piano piano si raggiunge la consapevolezza che la violenza dei figli è anche la violenza dei padri, che la cosa più importante è proteggerli e nascondere quello che hanno fatto, costi quel che costi. A questo punto viene da pensare che la violenza dei figli nasce da quella dei genitori, e questa non può che nascere dalla società nella quale viviamo. La moglie di Paul nel finale è fiera di suo marito, della sua violenza, lei stessa la esercita sul cognato per impedirgli di essere eletto e di riferire i fatti come sono davvero accaduti. Non è solo il desiderio di proteggere i propri figli, la loro vita, dalla rovina. C’è, e questo è come un pugno nello stomaco, per chi legge, la assoluta mancanza di moralità e l’impunità di una società ricca e violenta, indifferente alla vita e al rispetto per gli altri.
    Non so se lo scrittore giustifica i suoi personaggi. Mi auguro di no. Spero che abbia scritto per denunciare la deriva morale verso la quale le società ricche stanno avviandosi. Per raccontare che la protezione e “l’amore” ? ( fa orrore dirlo, l’amore non può arrivare a tanto) per i propri cari può spingersi fino ad un limite che non può essere giustificato.

  4. Allora La cena sia…Proverò a leggerlo anche io e poi vi dirò cosa ne penso. Che bello questo scambio di opinioni Camilla-Grazia. E’ così stimolante poter discutere di libri perchè ogni libro è una nuova vita nella quale entriamo…A proposito : L’uomo sul tetto l’ho letto anche io. Gli svedesi sono bravissimi a scrivere gialli anche se ora è diventata una moda più che altro. Sono stata lontana dal blog in questi giorni perchè vicissitudini e traversie non mi hanno permesso di affacciarmi a questo splendido angolo di benessere e serenità. Ci manchi Mirna, ha ragione Camilla che saluto con affetto anche lei…

  5. Benvenuta Grazia! E’ un piacere veder allargare questo cenacolo di lettori e gli argomenti sono sempre stimolanti. E a proposito di genitori/complici: credo che chiunque abbia lavorato o lavori nella scuola – io ho solo una breve esperienza nelle scuole musicali – abbia potuto toccare con mano l’aggressività dei genitori ogni qualvolta si fosse dovuto correggere il comportamento dei figli. Non importa cosa o come: oggi il genitore è incondizionatamente – salvo rare eccezioni – complice del figlio. Agghiacciante sì, privare il figlio della forza dell’educazione.

  6. Non pensare, cara Grazia, che il giudizio morale (si può ancora usare questa parola?) su quelle belle famigliole, benestanti, e modaiole della vicenda raccontata- benissimo- da Koch,,sia stato unanime, neppure limpido e sereno come il tuo. Al tempo dell’uscita del libro anche le molte interviste all’autore erano molto ambigue. Fu proprio questo a lasciarmi interdetta.Solo le amiche insegnanti in carica , come dice stefania, compresero immediatamente quanto fosse realistica e vicina alla loro esperienza la metamorfosi dei genitori con cui hanno a che fare rispetto all’educazione sentimentale dei loro pargoli.
    Mi sembra una catastrofe culturale, che può spiegare l’imbarbarimento e la crudeltà che si va palesando con spocchia.

    Cara Raffaella e cara Stefania, ben affacciate ! A presto. (Sto partendo per una gita.