UN GIORNO COME TANTI di Mirco Nacoti

pubblicato da: admin - 16 Settembre, 2011 @ 8:53 am

 

MI FA PIACERE DARE SPAZIO ALLA LETTURA DI MARIA TERESA.

 PROPRIO DUE GIORNI FA CON ANDREA BIANCHI DELLA TRENTOBLOGCOMMUNITY SI è PARLATO DI DARE PIU’ SPAZIO ALLE PROBLEMATICHE NON SOLO DELLA CITTA’ O DELL’ITALIA, MA SOPRATTUTTO DELLE “EMERGENZE” UMANE, AMBIENTALI ….MORALI

 

 L’emergenza in Costa d’Avorio nel diario di un medico… senza frontiere

 

Il sottotitolo anticipa la natura di questo libro, che quindi si presume sia cercato, scelto e letto sotto la spinta di interessi umanitari. Ma io non ci sono arrivata così.

Ero al mare a fine giugno a Milano Marittima (quanto diversa dalla mia isola da Robinson…), sdraiata al sole senza leggere nulla, in totale disimpegno.

Encefalogramma piatto.

Un ragazzo di colore si è avvicinato e mi ha salutato. Essendo la spiaggia sempre frequentata da venditori, ho risposto con una frase del tipo “No, grazie, non mi serve niente”. Lui allora mi ha controrisposto: “Ma io ti ho solo salutato, non ti ho chiesto se ti occorre qualcosa”. Ho allora risposto al saluto, ho attivato le mie funzioni cerebrali ed abbiamo cominciato a parlare. Mi ha presentato questo libretto (il diminutivo è riferito solo alle dimensioni) e mi ha facilmente convinto a prenderlo. L’ho divorato, mi ha catturato, mi ha fatto riflettere.

 

È il diario -anche intimo- di Mirco Nacoti, giovane medico che ha trascorso i primi sei mesi del 2004 nella regione di Man, in Costa d’Avorio, dove Medici Senza Frontiere ha un ospedale e dove lui, lasciando la Terapia Intensiva Pediatrica di Bergamo, ha fatto tutto quello che un medico di buona volontà può fare: pronto soccorso, ostetricia, pediatria, attività nel centro nutrizionale e mille altre cose. Il tutto in un contesto in cui gli stregoni hanno grande influenza e la magìa è una pratica molto comune.

Molte cose colpiscono in questo, come penso in altri libri di questo genere, ma certamente qui una costante è la tenacia nell’andare avanti nonostante la percezione dei propri limiti, nonostante la voglia di tornare a casa, nonostante il desiderio struggente della fidanzata Marta che a casa lo aspetta…

Insomma, siamo ben lontani dalla figura dell’eroe:

“Ho voluto l’Africa e adesso ne ingoio forzatamente ettolitri di calici amari”

 

E più in là, ancora peggio. In certi giorni non riesce nemmeno più a scrivere il suo diario, poi riprende:

“Avevo smarrito la voglia di scrivere. Un po’ di spavento, la scomparsa di scrittura significa occhi gonfi di abitudine”

 

Ad un certo punto, nel pieno delle brutture della guerra civile, Mirco Nacoti dice:

”Per fortuna c’è la gradevolezza del rapporto umano che la professione medica ha il privilegio di offrire a chi la pratica”

E qui mi viene spontaneo un paragone tra medici e insegnanti: a mio parere in queste due professioni più che in altre sono importantissimi i rapporti umani ed il modo in cui questi rapporti si gestiscono segna i buoni o cattivi medici ed i buoni o cattivi insegnanti.

Altro aspetto in comune tra le due categorie (ferma restando l’enorme differenza retributiva!) è la necessità di aggiornarsi:

“Un medico che non si confronta, che non si rinnova è un flaccido spettro”

 

Le riflessioni di Mirco si intercalano ai tanti tremendi casi medici, sempre con lucida vicinanza alla popolazione e con mille dubbi espressi, come quando dice:

“Ho l’impressione che la gente dei villaggi venga educata al fatalismo… Nessuna speranza viene mai prospettata… Fa comodo e garantisce abusi e soprusi inattaccabili”

Lo trovo tremendo!

 

È un libro documento, ma è anche un diario, anche un diario intimo e talora ha pagine delicatissime e struggenti che non esito a definire poetiche. Alcune parti anche graficamente si presentano un po’ come tali.

 

Credo che non mi sarà mai possibile dimenticare questa “madre di Cecilia” che temo si rinnovi continuamente (trascrivo esattamente capoversi e maiuscole come trovo):

“La madre raccoglie il bimbo come niente fosse

Inclina un poco il dorso verso il basso

e se lo addossa alla schiena

alla guisa di un koala

Mantiene la posizione il tempo di un sospiro

avvolge se stessa e il proprio rampollo nell’ampio tessuto vivace

color papaia acceso sgargiante ricolmo di disegni

Gli angoli del panno li avvita all’altezza dell’ombelico

la parte restante lungo i contorni degli arti inferiori della creatura per ancorarla

Testa e gambe ciondolano ai movimenti materni

una tale grazia e abilità in quel gesto quotidiano

La madre raccoglie il bimbo come se niente fosse

e se ne esce dalla sala d’urgenza frettolosamente

non mi saluta

…

Il sangue è arrivato troppo tardi

…

 

Non vorrei rattristare troppo chi eventualmente legge questo post! Ci sono in questo libro anche momenti spiritosi e vivaci. L’autore è persona di grande intelligenza, mai per nessun motivo sgradevole. E Bergamo non è lontana: chissà, forse Mirco Nacoti ora è qui e lo si può conoscere!

Un caldo saluto alla carissima Mirna, nei cui confronti sono colpevole di lunghi silenzi, e a tutte le amiche del blog

Maria Teresa

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15 commenti
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  1. Non essendo questo libro in vendita nel normale circuito commerciale, mi pare opportuno segnalare che è edito dalle Edizioni dell’Arco: http://www.ediarco.itinfo@ediarco.it
    Altra precisazione importante: ogni centesimo raccolto da UN GIORNO COME TANTI servirà per finanziare l’attività di acquaticità dell’associazione “Sguazzi” e per altre attività svolte dallo stesso gruppo di volontari a Bergamo, e ora anche in Africa!

  2. Cara maria teresa, mi hai rapita con il tuo post. Rivela tutto il tuo sentimento profonda e la tua tenerezza. per l’umanità .Non mi rattrista quello che scrivi, tutt’altro: mi fa sentire molto vicina a te, mi rassicura ascoltare le tue parole piene di empatia. Ti ringrazio di aver raccontato con tanta sincerità e dolcezza una delle centinaia di migliaia di storie d’amore che , malgrado tutto, si muovono nel mondo. Un abbraccio

  3. Abbiamo seminato vento, ora altri (!) raccolgono la tempesta. Il nord del mondo ne ha sfruttato il sud. Oggi poche persone, i moderni santi, rare gocce d’acqua e d’umanità cercano di dissetare il deserto della distruzione. Moderni santi, da additare ad esempio ai nostri giovani, anche nelle scuole, altro che i bellimbusti di ballare con le stelle, anche se di origini regali, o le testimonial delle creme anticellulite, loro poi che di cellulite proprio non ne hanno! Pensate un po’ a quanto amore ci vuole per far nascere anche un solo figlio, per allevarlo, nutrirlo, curarlo, farlo sopravvivere, cercare di dargli un futuro, e quanto poco invece occorra a far morire di fame e di sete milioni di persone, a premere il grilletto di un mitra Kalashnikov Ak-47 o a firmare un contratto di sfruttamento di una regione africana. Ed allora, se suggerissimo a chi ancora di recente ha dimostrato tanta generosità nell’aiutare “una famiglia e tante brave giovani in difficoltà ” di indirizzare la sua azione verso la costruzione di ospedali, pozzi, scuole etc, in Africa? Le famiglie in difficoltà e le giovani a trarne vantaggio sarebbero ben più numerose, non vi pare?

  4. M.Teresa m’hai riempito il cuore, tanto, per la chiara ed intima carezza che c’hai voluto trasmettere. Un medico bello Mirco oltre misura, di quella bellezza rara che sa fare miracoli con e per l’altro.
    Vostra,

    Miki

  5. @tutti. Il Dr. Mirco Nacoti abita ed opera a Bergamo. Che ne dite se lo invitassimo per un incontro qui a Trento?

  6. Abbiamo bisogno di esempi, come dice Riccardo, in questa epoca di amoralità e gretto egoismo. Ed occorre ascoltare le voci dei giusti, perchè ce ne sono,seppur pochi. E come un effetto domino si potrà riafferrare il senso di solidarietà, empatia e fratellanza che sembra veramente andato perduto. Leggere testimonianze, ascoltare, guardare il film TERRAFERMA di Crialese dove su una piccola isola lavica del nostro sud riappaiono antichi codici d’onore e d’umanità. Da una famiglia che sembra citare, soprattutto nell’integerrimo anziano capofamiglia, “I Malavoglia” al giovane nipote che si trova tra due realtà emergono le perplessità della vita attuale. Il turismo , la cultura mediatica, il desiderio di godere fisicamente strappando il sole e il mare solamente per divertirsi e dall’altra parte i derelitti del nostro presente, quei fuggiaschi dall’Africa e altri paesi che cercano di afferrare con le loro mani stremate un pezzetto di terraferma, un po’ di pane , un po’ di calore umano.

  7. Buongiorno.Trovo splendida la descrizione anche dell’approccio di MT con questo giovane
    scambiato per un venditore…siamo frettolosi nel liquidarli con un”grazie no” ma per fortuna questa volta ci ha dato l’opportunita’ di conoscere un medico cosi’ attento agli altri e alla progressione del suo lavoro ! Grazie ancora a MT per averci dato questo spazio che ci fa bene al cuore……

  8. Grazie Maria Teresa per lo splendido post che ci hai regalato… Riccardo ha ragione, sarebbe bello poter conoscere Mirco, Bergamo non è lontana… Ormai il blog sta allargando i confini! Chissà che emozionante, poi l’incontro con Miki, due medici dal cuore straordinario e dalla sensibilità speciale…
    P.s Mi sono persa il film di Crialese, ho declinato l’invito di due amiche oberata da impegni di lavoro e non solo , ma ci terrei a vederlo…
    Sil tema immigrati mi segnalano come film Cose dell’altro mondo…Divertente ma amara commedia su un mondo, una città del Nord est, che improvvisamente si trova senza immigrati e stranieri, con tutti che devono rimboccarsi le maniche e non poche conseguenze…

  9. Ciao. Non voglio rubare la scena a nessuno… ma se volete recupero il tel. di Mirco su internet e lo chiamo, cercando di fare in modo che possa essere qui a Trento anche Miki, con il marito. Che ne dite? @Miki, ci puoi già dare qualche vostra disponibilità? Un caro saluto a tutti
    Riccardo

  10. DAL PRECEDENTE POST …UNA RICHIESTA D’AIUTO DA PARTE DI RICCARDO
    Submitted on 20/09/2011 at 2:48pm

    Superman, indossa il tuo costume “da lavoro” e vieni a darmi una mano, in questo bellissimo blog, tutto di donne, mi sento un po’ solo soletto!
    Riccardo

  11. Domani 21 settembre sarò intervistata da Maurizio Costanzo durante la sua trasmissione di RADIO 1 “L’uomo della notte”. Dalle ore 00’23 all’1.
    Si parlerà naturalmente di…LIBRI e di lettura.
    So che mi chiederà qual è il “mio libro del cuore”…difficile rispondere…ne ho talmente tanti…ma ce n’è uno in partìicolare che mi ha accompagnato e mi accompagna tuttora…è…ma se ce la fate ascoltatemi domani notte…

  12. GRAZIA DA BORZONASCA ALCUNI GIORNI FA MI HA SCRITTO:

    “Sto scrivendo ancora immersa nella dolcezza e nella malinconia del libro di Mariapia Veladiano “La vita accanto” che ho finito di leggere poco fa, prima di aprire la posta.

    Cosa dire? Un racconto lieve, triste e delicato, con bei ritratti femminili mescolati con tanta infelicità e uomini descritti come pallide comparse o come violenti.

    Mi sono piaciute le descrizioni che richiamano i colori, gli odori, i suoni… e, anche, la serenità che riserva il finale.

    Bello.
    Grazia”

  13. Un saluto grato a Grazia che torna alla letteratura. Il bel romanzo di Veladiano merita molta attenzione . è raro nel panorama italiano contemporaneo, è bello,è scritto magnificamente. Lo ripenso spesso, LA VITA ACCANTO , e lo contemplo .

    Ho deciso di non parlare più del mio magnifico Salvatore Scibona: LA FINE va letto.Dopo avremo ( io ho)almeno una decina di persone , alcune vicinissime, altre interessantissime , che si affollano, talvolta, nella mente. Costanza e Lina e Ciccio e i suoi insegnanti Gesuiti. E Enzo, un padre di rara delicatezza, con suo padre Francesco, nonno ( oppure no’)di Ciccio , e i genitori di Lina.E Rocco:dio, patria e famiglia. e il gioielliere folle e disperato.Ma qualcuno avrà consolato la Lina, quella volta? Forse Enzo. Ma forse lei non ha mai detto nulla nessuno. E ha sopportato tutto , da sola. queste cose e altre, le ho dette a Salvatore Scibona, che stringendomi, affettuosamente le man,i mi diceva grazie. Bello? Magnifico – magnifico. Un bacio a tutti.

    Un nuovo libro , bellissimo, ANATOMIA DI UNA SCOMPARSA di Hisham Matar (scrittore libico)dopo Nessuno al mondo (di cui parlai molto su questo blog) racconta in modo stupendo il senso della perdita e del desiderio. Una prosa calma ed elegante per una storia terribile e dolorosa. Da non perdere, come di usa dire.

  14. Mirna carissima, con gradevole sforzo stanotte sono rimasta sveglia per sentirti intervistare da Costanzo e sono rimasta incantata dalla tua sicurezza, speditezza nel parlare, raffinatezza di lettrice che sa cogliere e valutare. Si percepiva nettamente il tuo amore per la signora Dalloway e l’assidua frequentazione che ne hai fatto negli anni. Sei stata gradevolissima, hai parlato tanto e vivacemente, si capiva che non avresti mai smesso! Che bello avere un’amica di tale intelletto! Ti abbraccio, Maria Teresa

  15. Ringrazio Maria Teresa e le sue lusinhiere parole e tutti gli altri che sono rimasti alzati…per amicizia. E’ vero avrei parlato di più perchè su Mrs. Dalloway c’è tantissimo da dire. Ma già ne avevo scritto in un post dell’anno scorso (cliccare La signora Dalloway nello spazio dell’archivio).
    C’è da sottolineare soprattutto questa empatia verso l’altro, questo canto sotterraneo e gioioso della vita che sicuramente Virginia Woolf avrebbe voluto possedere completamente, ma che invece non riusciva a trattenere, “vittima” com’era della “follia”, delle “voci”, della disperazione come, appunto ,l’altro protagonista, il soldato tornato dal fronte.
    Non molti hanno letto questo libro, come pensavo, neppure la mia amica di Aquileia che mi ha telefonato all’alba per “congratularsi”…mi ha detto che andrà immediatamente a comperarlo.
    Sono contenta dunque che , seppur di notte, un’altra trasmissione inciti alla lettura.