UNA VITA ALLO SBANDO di Anne Tyler

pubblicato da: admin - 28 Settembre, 2011 @ 6:42 pm

scansione0001Parafrasando il titolo del libro presentato mesi e mesi fa “In viaggio su una gamba sola” di Herta Muller potrei dire di me “in giro con un braccio  solo”dato che ho l’arto destro mezzo ingessato.

Ma che differenza di significato dalla dolente metafora della Muller alla mia realistica frattura del polso. 

Pur se ogni vita presenta gioia. dolore, e spesso  momenti di spaesamento come in questo racconto di ANNE TYLER.

Qui si parla di due adolescenti americani degli anni Ssessanta e della loro fatica per crescere.  si entra nel mondo di Evi, scialba, poco attraente, solitaria ma con le ideee chiare su ciò che vuole e non vuole. e lei vuole un chitarrista rock, Casey, che suona canzoni da lui composte nelle quali vi intercala suoi tristi e oscuri pensieri senza musica.

e nonostante intorno a lui sembri aleggiare una scia d’ aria fredda Evie si incide sulla fronte il suo nome per sentirsi parte di lui ? parte di qualcosa? Perchè la sensazione predominante che questi personaggi suscitano è l’incapacità di comunicare. Un freddo egocentrismo che terrà incatenato Casey mentre Evie, con fatica e sofferenza, riuscirà a crescere.

Certo l’adolescenza ovunque nel mondo occidentale è un’età di fatica: la ricerca della propria identità è un duro percorso e spesso la “centratura” di sè sembra irraggiungibile. si rimane allo sbando per molto tempo , ma, come suggerisce Anne Tyler accostarsi agli altri è sicuramente un aiuto per fratturare l’involucro egoistico che molti  erigono a difesa.

insomma l’essere ingessati nei sentimenti rende malinconici (il riferimento al mio braccio è volutamente casuale)

La Tyler ci porta sempre in atmosfere particolari dove il lettore si addentra con curiosità ritrovando sempre qualcosa che gli appartiene.

spero che Grazia, grande estimatrice di questa scrittrice, lo legga presto e ci dica il suo pensiero. ma in attesa, – e per aiutare l’amica caduta e fratturata- auspico ci scriva qualcosa su uno dei suo libri preferiti e cioè Turista per caso.

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  1. GRAZIA CI SCRIVE .
    Per i consigli di lettura, vorrei proporre a te e ai visitatori/lettori del blog, se non lo conoscete già, un libro degli anni Sessanta che ho chiesto nuovamente in prestito in questi giorni, non ricordandone bene il finale.

    In Italia è stato pubblicato da e/o nel 1989 col titolo “La parete”, esiste anche una edizione economica, l’autrice è Marlen Haushofer, austriaca, morta a 50 anni nel 1970.

    Protagonista assoluta una donna, si tratta di un racconto-diario, alcuni vi hanno trovato tematiche femministe e ambientaliste, per me le risposte agli interrogativi che pone vanno cercati nell’ambito della psicanalisi.

    Le note ne parlano come di un libro-culto per i lettori di lingua tedesca, rievoca il mito di Robinson Crusoe ma in maniera molto più angosciante.

    Mi piacerebbe discuterne e sentire il vostro parere.

  2. @grazia- come un rombo, comunque non definibile, ma qualcosa che ti “tocca”, per un attimo, il ritmo dei battiti del cuore, ho ricordato La parete di Marlen Haushofer, un libro che mi venne prestato anni fa’e che avevo letto con la stessa passione con cui lessi Agota K., Magda Szabò (la porta), alcune opere di Herta Muller, insomma scrittrici forti e importanti. Credo, cara Grazia, che un romanzo come La parete divenga , almeno io lo penso, una delle pietre di paragone nei confronti di molta letteratura,(non faccio nomi ) che nel confronto, ci appare come un gioco di prestigio, un “effetto speciale” da film di largo consumo. L’ineluttabile e l’irrazionale della vita trovano in questo splendido romanzo un eco di straordinaria profondità. La storia di robinson Crusoe non ce la vedo affatto, sono quei paragoni assurdi che spesso si usano tanto per.. Ti ringrazio di avermi ricordato una lettura eccezionale.
    @ Mirna. come te la cavi cara <mirna? Ti penso almeno 20 volte al giorno.

  3. Cara e ammirevole Mirna, fai vivere il Blog anche con un polso fratturato! Non conosco il libro citato, come del resto la maggior parte di quelli che voi donne (sia chiaro, “Dominae”) erudite lettrici citate … mi sento un po’ tanto ignorantone … d’altra parte sono rinato alla vita (cioè in pensione) da soli 2 anni … prima mi occupavo a tempo pieno di ben altri testi …Ma veniamo al dunque. Raggiungere la propria identità da parte dei giovani, di ieri e di oggi aggiungo … per la maggior parte di loro/noi non è stato e non è facile … “ai miei tempi” si era condizionati da tradizioni e convenzioni familiari e sociali, oggi dai media e dalla situazione economica. E quando uno credeva/crede di riconoscersi, siamo sicuri che sia stato/sia un afflato genuino e non subdolamente indotto? Io credo che oggi i giovani (insieme agli anziani, ma per un altro motivo) siano le principali vittime del tempo attuale . “Accostarsi ad altri” dici. Concordo. Ma non per arrivare ad un malinconico “mal comune mezzo gaudio” quanto per prendere coscienza di un comune sentire, desiderare, ricercare. Recentemente mi sono stupito di due fatti: 1) che un giovane mi abbia detto che la mia generazione non è stata in grado di modificare il sistema. Mi sono stupito perchè io stesso, pur con i miei attuali 67 anni, mi sentivo accomunato a lui nel tentativo (non riuscito, purtroppo) di cambiare molto. E quando ho cambiato quel poco che sono riuscito a modificare, mi è stato presentato un conto salato: il prezzo della coerenza! 2) Che un giovane di 30 anni, due lauree con 110 e lode, il quale lavora “a partita IVA”, invece di scandalizzarsi e protestare, mi abbia detto: “Sono ancora fortunato, rispetto a tanti disoccupati”. Ecco, questa “necessaria rassegnazione forzata” non deve addormentare la ricerca dei presupposti necessari a “trovare la propria identità“.
    Mirna, “vale” cioè “stammi bene”!

  4. Carissima Mirna,
    coraggio.. Siamo tutti con te, i giorno voleranno… Sto leggendo un libro che mi è stato regalato per il compleanno, Togliamo il disturbo di Paola Mastrocola. Eccezionale quadro della scuola di oggi,, dei nostri ragazzi e della società in generale allo sbando.
    Verrò presto a trovarti. Intanto un saluto a tutti i frequentatori vecchi e nuovi del blog…
    Un abbraccio

  5. Si’, miei cari amici il non poter usare la mano destra. per scrivere di libri e di pensieri è frustrante e mi fa sentire vuota e un po’ allo sbando. sàra che sono anche costretta a leggere poco perchè faccio fatica con le mie esili brACCIA – UNA INGESSAtA, L’altra ormai allo stremo – a reggere i libri bramati trovati in biblioteca..raggiunta rasentado i muri delle case, l’altro giorno per non farmi vedere esangue e spettinata, ma sono andata con stefy a bere il caffè nell’armonico giardino della biblioteca e poi …razzia e prenotazioni. una JOYCE C.OATES D’ANNATA , LE PARETE CHE Già DALLE PRimE facciatE SENTO MIO (MERCI gRAziA)” Scrive la HAUSHOFER” DEVO TENTARE di sopavviverea ai lunghi, bui mesi dell’inverno…..mi sono i posta questo compito per impedirmi di fissare il crepuscolo e di aver paura”
    E poi una Nemirowsky appena pobblicata da adelphi…ma non ho resistito neppur a prendere “UN ANNO CON THOMAs BERNHArd. adoro la diaristica
    E poi ho prenotato GENEROSITY du POWERS, consigliato da Camilla, e un giallo dellA MIA ELIZABETH GEORGE,( che piacera’ anche a raffaella),e solo il fatto di averli sul tavolo ed il pensiero che ne arriveranno ALTRI MI CoNSOLA dalle mia caduta e dalle mi difficolta’.

    grazia ha scritto un suo parere sul libro precedente.

    Mi piacerebbe tanto conoscere quali libri siamo riusciti a far leggere a Gabry e marito!
    p

  6. Buongiorno.Ma che brava a scrivere con una mano sola….e non la destra ! Ieri nonostante il tempo meraviglioso un potente raffreddore mi ha costretto a casa ma ben
    felice di avere tempo per i miei amati libri ho iniziato “La cena” di Koch e non ricordo se
    qui era stato commentato.Mirna mi chiede quali libri ho letto su vostro sempre interessante consiglio e a mente mi viene Magda Szabo’ (splendida) la Oates, Marco Vichi , Isabella Bossi Fedrigotti , la cugina Bette , la Nemirowsky (per un periodo non
    ho letto nulla altro che i suoi libri) Sandor Marai e tantissimi altri.A volte prima di un acquisto vado a ritroso a leggere i vostri commenti.Ah……se solo avessi piu’ tempo……

  7. Buona sera a tutti del blog! Sono a Trento per qualche giorno, a fare da “braccio destro” a mia mamma e come forse avevo già scritto, ogni casa ha un suo libro sul comodino. Qui ho “La montagna Incantata” verso la cui fine sto scivolando lentamente, quasi rallentandola per non dovermene separare. Ieri sera ho aperto il capitolo stupendo dedicato all’arrivo al Berghof (il sanatorio) di un grammofono e l’estasi musicale di Castorp a tu per tu con la musica riprodotta. Una magia e la voglia immediata – tanto la scrittura sapiente è evocativa – di ascoltare il duetto finale di Aida e Radames nella piramide. Dice Mann con le labbra di Castorp che l’amore vero, ideale, ben poco si cura delle contingenze, del futuro, delle scabrosità materiali. Brilla di luce propria e innalza ad un presente infinito. Sono quelle pagine che scolpiscono la grandezza dell’umanità e delle sue opere.
    Mamma mi ha letto poi alcuni frammenti de “La parete”: mi ha intrigato subito, in primis l’idea. Mi ha subito rimandato a “Perturbamento” di Bernhard, con le sue fratture e le sue paure. Mi piacerà leggerlo. Grazie a Grazia! E buona notte!