IL PESO DELLA FARFALLA di Erri de Luca

pubblicato da: admin - 17 Ottobre, 2011 @ 8:55 pm

Una delle ultime letture di Riccardo:

ERRI DE LUCA

Il peso della farfalla

Feltrinelli

 

Ho appena comperato “I pesci non chiudono gli occhi” dello stesso autore, libro che Grazia sta finendo. Ed allora mi rifaccio con un altro “De Luca”, ormai “vecchio” di un paio d’anni. Si tratta di un libretto quasi tascabile, di 70 paginette compresa l’appendice “Visita ad un albero” che si assapora in poche ore.

“Questa è la storia di un camoscio, magnifico animale di montagna, che rimasto orfano, impara tutto da solo, senza appartenere a un branco. E’ forte, unico, bellissimo. Sfida tutti senza timore e diventa il “re dei camosci“. Ma questa è anche la storia del cacciatore che lo ucciderà. Il vecchio cacciatore che vive da solo nella casa del bosco e racconta poco della sua caccia, perché non ha storie da raccontare. Nemmeno una che possa conquistare una donna. Con sua sorpresa una giornalista si mette in testa di seguirlo, su in montagna. Non accetta subito la cosa. Perché lui non è abituato a frequentare le donne e chi non le frequenta, scrive Erri De Luca, ha “dimenticato che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere come una donna“. Il cacciatore è spaesato e ha timore. E poi da anni, tra lui e il camoscio, c’è un silenzioso scontro. Uno scontro che conoscerà fine nel mese di novembre…”

Il libro è scritto con una delicatezza che ricorda il librarsi delle foglie in autunno, il cadere lento dei fiocchi di neve in una notte senza vento, il volo dell’aquila che plana nel cielo, il silenzioso rumore dei pensieri. Il cacciatore, dice De Luca, ammira il camoscio, il re della montagna. lo ammira e basta. Non lo invidia, perché l’invidia è un sentimento “transitivo”: mi fai invidia ed io vorrei essere come te, più di te. L’ammirazione invece, egli afferma, è fine a se stessa. De Luca si è voluto rilassare, lui che è anche uno scalatore, ha voluto fermarsi ad ascoltare le voci della montagna, dei sassi che rotolano a valle, dei torrenti che levigano le rocce, degli uomini della montagna, anzi, di un solo uomo, la cui voce è, al pari dei suoi pensieri, il silenzio. Non vi è retorica nel racconto, ma essenzialità, profondità e ricerca di se stessi. E’ semplicemente impressionante il senso della verità e della misura di De Luca: “multa paucis”, esprime molto con poche parole. E mentre respiriamo l’aria di montagna, il salire senza fatica ma con l’utilizzo sapiente delle proprie forze ben allenate il sentiero che ci conduce a casa – tutto ha un prezzo –, mentre crediamo di “avercela fatta”, improvvisamente ci accorgiamo che la fine esiste per tutti, uomini e camosci, la fine e che il peso di una farfalla, quasi una perla sul diadema regale delle corna del camoscio, può fare la differenza.

Riccardo

 

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13 commenti
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  1. Per favore, leggete questo libro!
    Leggetelo se vi piace gustare pagine di poesia, perchè è una poesia.
    Leggetelo se amate la natura: i paesaggi, gli animali, il cambio delle stagioni, i profumi, i rumori, i silenzi, i venti, le brezze, la montagna, il bosco, la luce, la notte, il cielo, le nuvole, le stelle…
    Leggetelo se vi piace lasciarvi raccontare una favola ed ascoltarla restando appesi alle parole, alle vicende, al detto e al non detto, alle sospensioni…
    Leggetelo se sentite ancora la bellezza delle forme di vita semplici, quelle di una volta, come la forma rotonda del pane che, sbriciolata nel latte, con una fetta di formaggio è la cena.
    Leggetelo se pensate che la vita sia una cosa meravigliosa.

  2. Cara e dolce Maria Teresa, sei irresistibile quando scrivi qualcosa su questo spazio effimero e pure accogliente. E io, che non frequento Erri de Luca, mi commuovo un tantino leggendo il tuo invito. E intuisco il perchè mi preme dire qualche parola su Andrea Zanzotto (un grande poeta, appena morto novantenne, un poeta italiano importante, da mettere nella costellazione di Leopardi) “il miglior fabbro del nostro parlare, del nostro parlarci, dice di lui Massimo Cacciari. E Antonio Tabucchi, sognante cantore dei nostri tempi, così come de Luca, dice di ZAnzotto “assomigliava a uno di quei vati presocratici che sapevano cose che noi non sappiamo”
    .Zanzotto voleva che la sua immensa opera fosse perfetta tanto da non nascondere mai il male di vivere ma proprio” i paesaggi,gli animali,il cambio delle stagioni, i profumi, i rumori, i silenzi, i venti, le brezze, la montagna, il bosco, la luce, la notte, il cielo, le nuvole , le stelle…” come dici tu Maria Teresa, erano i suoi personaggi, appena illuminati nel buio profondo del segreto immane del cosmo, della vita umana, del senso.
    E ancora dice Cacciari “Poeta non è chi descrive lo “”squallido prodigio”” della vita, ma chi, nel suo metro, nella misura della sua opera, lo comprende e, in qualche modo, lo salva”
    Io non penso che la vita sia una cosa meravigliosa ma penso che ogni essere umano sia una meraviglia. E mi piace molto- fuor di poesia- incontrare le tue parole così limpide e sincere e per questo tu mi hai quasi costretta a ricordare con te Andrea Zanzotto, un poeta cosi’ vicino alla tua sensibilità. Un abbraccio camilla

  3. Ciao a tutti,
    grazie Camilla per averci ricordato Andrea Zanzotto con le tue splendide parole…
    Ho comprato anche io l’ultimo di Erri de Luca e pure l’ultimo tradotto per Aldelphi della Nemirovsky. Sto accumulando libri per i quali purtroppo ho poco tempo da dedicare… La scuola è molto esigente in queste settimane di ottobre , in più sono stata anche ammalata ( verrò a trovarti Mirna, abbi pazienza, ma sono comunque felice che tu sia un pò più libera senza gesso!).Ho letto Il peso della farfalla e concordo con Maria Teresa e Riccardo, alcune pagine sono pura poesia. Vi abbraccio tutti

  4. i poeti della natura, i più schivi, i più profondi, i più vicini al nostro mistero.
    Poesia linguaggio alto e rivelatore che scandaglia il nostro animo e il nostro camminare avanti e indietro
    Poesia anche nella scrittura di Irène Némirovsky “Il vino della solitudine”. Pagine sofferte di autobiografia dove centrale è un rapporto conflittuale e amaro tra madre-figlia
    Ci incantano descrizioni di Kiev dove arriva il vento della pianura asiatica, o i canali di San Pietroburgo o l’infinita distesa di neve finlandese.
    paesaggi amici o nemici ma sempre luoghi in cui la fame d’amore materno o si placa o graffia ancor più forte l’animo

    ah, come vorrei scrivere ancora…ma il piccolo tutore blu immobilizza la mia mano destra perciò lascerò la mente vagare tra erri de luca, Zanzotto, la Némirovsky e tra tutte le parole dei cari amici che amano leggere e condividere pensieri ed emozioni

  5. VALENTINA Says:
    circa “LA LETTRICE” DI ANNIE FRANCOISE (v. archivio)

    Ottobre 21st, 2011 at 14:17 e

    Bellissimo libro. Ironico, veritiero e preciso nelle sue descrizioni. Mi ha fatto pensare che se non smetto di comprare e leggere libri, tra un po’ non ci staranno più da nessuna parte. Ma non ho intenzione di smettere! Non so come potrei vivere senza libri.

  6. Cara Mirna, stavo in pensiero e finalmente sei riapparsa alla finestra. Col tutore che, forse, è meno pesante del gesso. Ti confesso che più leggo la Nemirovsky e attorno alla N. , come il bellissimo libro della figlia, più mi emoziono di brutto. Tempeste emozionali, da evitare alla mia età, come dice la signora Marini . La Irene N. mi appare sempre più una grandissima, morta a 40 anni, e mi assale un odio contro il nazismo, e , comunque, le dittature e le violenze in tutta la loro feroce imbecillità che nega e uccide ogni bellezza. a proposito , Stefania ti prego di dirmi su quella serata musicale….un abbraccio. ciao raffaellina, forza e coraggio.

  7. @Camilla: dittature … la morte di Gheddafi in diretta, l’immagine sulla prima pagina dei nostri quotidiani … Concordo pienamente con te, Camilla, sulle dittature. Altra cosa tuttavia è la rappresentazione della morte come spettacolo, che non condivido, così come sono contrario alla pena di morte, per tutti. La dittatura rende gli uomini schiavi, oggetti, li priva della loro dignità esterna. Quella interna possono ancora mantenerla, ma a quale prezzo, con quale sforzo di volontà, con quale capacità di resistenza … non tutti hanno questa dote … Il mondo sta cambiando, ci “indignamo” sempre di più di fronte alle dittature “formali e palesi” ed anche di fronte a quelle “di fatto ed occulte” quali quelle in cui si è schiavi della fame, delle guerre, delle siccità, delle malattie non curate, della mancanza del lavoro e della prospettiva di un futuro, della disuguaglianza all’ennesima potenza … raccogliamo i tappi in plastica, li portiamo in parrocchia per contribuire attraverso queste poche e misere “materie prime secondarie” alla costruzione di un pozzo in Africa … ma soprattutto, attraverso questo minimo contributo, richiamiamo noi stessi alla comprensione del valore assoluto e relativo di ogni forma di risorsa del pianeta … forse stiamo cominciando a capite che l’egoismo, la sopraffazione, la smoderatezza, la ubris (tracotanza) non pagano più. Quesa estate ho acquistato un berrettino da sole, visto che di capelli ne ho pochini … era made in China, possibile? Ma v’era bisogno di andare sin là, per un berrettino? Ecco, vedete, la Cina ci “assale” con i suoi prodotti. Noi l’abbiamo assalita a metà dell’800 con due guerre, le guerre dell’oppio, perchè aveva deciso di smettere di acquistare il nostro oppio, quello che da tempo le stavamo vendendo … ad ogni azione corrisponde una reazione, magari non immediatamente, ma corrisponde … corrisponde … Historia magistra vitae … mi piace ricordare, altro che … sic transit gloria mundi!

  8. Caro Riccardo non ci resta che sperare nel peso della farfalla, imponderabile, imprevedibile e vivere l’attimo. Ciaociao
    @ TUTTI A proposito di cose apparentemente lievi ma capaci di illuminare tante zone buie (la poesia,Zanzotto e nemirosvsky de Luca e tutta la forza dell’arte ): il 24 novembre alle ore 17.30, presso la sala degli affreschi della nostra amata biblioteca comunale( salvo eventuali cambiamenti)ci sarà MARIA PIA VELADIANO che parlerà del suo LA VITA ACCANTO. Mi sembra una grande occasione per capire e per ascoltare qualcuno che ha “il peso di una farfalla”e il pensiero luminoso e forte. E un’anima pellegrina e sapiente .

  9. Di recente ho letto “Anatomia di una scomparsa” di H.Matar, raffinato e poetico, consigliatoci da Camilla. Una vera scoperta, sconcertante per l’intensità delle parole, che maneggiate con cura estrema stordiscono ed incantano; rievocando un ordine delle cose laddove sembra tutto caos.
    Non ho potuto non prendere ” il peso della farfalla”, fatto dei colori della poesia.
    Vi abbraccio, miki.

  10. Che bello Camilla! il 24 novembre sarà un’occasione per rivederci tutti, o almeno chi potrà. Non vedo l’ora. Mi hai illuminato la domenica… Un abbraccio a tutti!

  11. @ Miki–cara miki sono molto contenta che ti sia piaciuto il bel libro di Matar. intenso e elegante. Elegante , è raro poterlo dire di un libro così drammatico. eppure anatomia di una scomparsa lo è. Ti abbraccio e ti prego di fare un salutino al tuo simpaticissimo marito.

    @ Raffaella – sarebbe bello esserci in tante che abbiano letto il libro. Che domanda faresti alla Veladiano? Ciao raffaellina- Io mi sto concentrando sulla figura , per me centrale, della madre. Una figura tragica , biblica persino. E’ lei il fulcro del libro. Non vedo l’ora di chiedere una cosa alla Mariapia Veladiano.

  12. … Veladiano a Trento … e MT ed io siamo trattenuti a Riva per assistere la nonna …. peccato …. ci racconterete!

  13. Ciao carissima Camilla, io farei una domanda alla Veladiano sull’acqua , che è un elemento preponderante nel romanzo.. Se lo penso chiudendo gli occhi, è questa l’immagine che rimane più vivida in me. Una volta ho sentito che la Veladiano diceva in un’intervista che il suo romanzo è un romanzo anche dove giocano un ruolo importante gli elementi….L’aria, il profumo, l’acqua e via dicendo.. Un saluto a tutti… La Oates mi piace ma non è tra le mie scrittrici preferite, forse non ho letto i romanzi gusti…Vi abbraccio tutti, vicini e lontani, ciao Miki!…