A MENO CHE di Carol Shield

pubblicato da: Mirna - 5 Febbraio, 2012 @ 5:54 pm

La storia ruota intorno a Norah che appena diciottenne decide all’improvviso di vivere all’angolo di due strade di Toronto. Sta seduta senza parlare con un cartello appeso al collo  con su scritto BONTA’.

Possiamo immaginare quello che può provare una madre? In questo splendido romanzo di Carol Shield seguiamo passo  passo l’angoscia e tutta l’esistenza della madre  Reta Winters, l’io narrante. 

 “Sono entrata da poco nella maturità e ho una figlia che vive per strada.” 

Ecco le considerazioni di Reta che si sentiva serena della sua  famiglia unita, della sua bella  casa, della sua carriere di traduttrice e scrittrice.

Capitolo dopo capitolo  non entriamo solo nei personaggi, ma nella Vita che appartiene a tutti, che ci confonde, ci rallegra, ci angoscia.

Le domande che Reta si pone per capire  la fuga della figlia vanno da analisi approfondite su di sè e  le probabili manchevolezze di madre ad accuse alla società maschilista che percepisce pesantemente anche nel mondo della cultura. Si chiede se anche Norah ha percepito di appartenere all’altrà metà dell’umanità: quella che nei secoli non ha mai avuto voce, quella che per salvarsi fugge dentro di sè.

Danielle Westerman, la scrittrice femminista di cui  Reta sta traducendo la biografia le dice che forse Norah si è rifugiata dove si rifugiano tutte le donne senza potere, nella totale passività. Non facendo nulla per chiedere tutto.

Ma Reta ripercorrendo la sua vita di madre  ripensa a quella sua seria e riflessiva bambina, ai suoi sentimenti di amore per il Tutto, alla quale sembrava troppo poco amare i genitori, le due sorelle, il suo ragazzo. Forse nel suo desiderio di trovare l’Assoluto, in un eccesso di vita e gratitudine per la Bellezza e la Ricchezza dell’universo si è sentita incapace di reggere tale grandezza. Forse se ne sente esclusa, come se non fosse stata invitata.

Intanto Reta prosegue il suo romanzo, parla di sè come  della scrittrice che scrive di essere scrittrice in una sorta di vortice di esperienze di vita che risucchiano e centrifugano emozioni, pensieri, speranze, dolore.

Frammenti di vita di coppia, di ricordi d’infanzia, di tenerezze con le figlie di tale struggente intensità che ti senti coinvolta in questo dramma e vuoi sapere, sapere. E leggi fintanto che la luce del pomeriggio non si spegne, ma poi sai che leggerai anche a letto.

E’ questo un libro edito dal Ponte alle Grazie nel 2003. Da leggere assolutamente, cercatelo in Biblioteca come ho fatto io.

Mi sono ritrovata completamente in questa donna che si interroga punto per punto su quella sorta di inquietudine che serpeggia più o meno  invisibile in noi , dalle piccole quotidianità, al rapporto con gli altri, al nostro essere Donna.

A meno che, Unless, “è la voce dell’inquietudine: la senti appena, eppure tutto dipende da questo sussurro: A meno che: è la congiunzione inerte che porti con te, come una pietruzza nella piega di una tasca. Sempre presente, o assente. “

 

Share

5 commenti
Lascia un commento »

  1. Nessun commento sotto “A meno che ” di Carol Shields. I libri spariscono presto dalle librerie se non sono stati, almeno, grandi successi d’incasso, indipendentemente dal loro valore, io cerco di rincorrerli , quelli che posso cerco di leggerli al più presto. fra pochi giorni saranno in un paio di copie nell’ordine alfabetico. e poi spariranno del tutto. E forse in qualche biblioteca, dieci anni dopo, se ne troverà traccia,solo per puro caso.. In compenso c’è una sovrabbondanza di titoli, che spariranno nel giro di pochi mesi, senza distinguere l’opera originale dal prodotto industriale , seriale, nato per non dire nulla di nuovo a nessuno. . Di quanti militi ignoti letterari ci dobbiamo dispiacere? Perchè non sono certo i salvati che ci possono consolare.E non sapremo mai nulla di tanti grandi pensieri mandati al macero.
    E allora, cara Mirna, come è andata ieri pomeriggio? Ci penso e ci ripenso ma non so immaginare come funzioni questo Angolo. Un abbraccio

    Non sarebbe bello aprire una libreria di”SOMMERSI?”
    Ma si deve, anche nel caso dei libri, cambiare cultura (come per tante altre cose in questo Paese) I libri sono importanti, più di un vestito, di una vacanza, del ristorante. i libri bisogna anche comprarli e amarli. Sono utili e spesso, sono arte.Con tutto quello che vuol dire questa piccola parola.

  2. Auguri CHARLES DICKENS. “Grandi speranze” ancora vicino a me fisicamente, “Il circolo Pickwick” suggeritori dei miei primi club segreti di adolescente ; i luoghi di Dickens cercati con tenacia a Londra e a Dublino dove andò per un breve periodo.
    E a voi quale romanzo rimane impresso più degli altri di questo scrittore?
    Giusto a proposito di libri “sommersi” di cui parla Camilla: nell’Angolo-Papiro di cui vi racconterò domani ho intenzione di anche di “ripescare” i dimenticati e “rispolverarli”.
    Di libri non ci si sazia mai nè di nuovi nè di “vecchi”.

  3. La storia della Shield mi entusiasma moltissimo e ti ho chiesto subito come si evolveva durante la lettura. Mi sembra una trama VERA, non un espediente come tanti usano (e qui mi collego a Camilla) per “rendersi interessanti”. E’ l’esperienza che e’ interessante, in tutte le sue forme, meno un “io” egocentrico che la manipola. Beh, in questo giorno di febbraio – ventosissimo – che mi tiene a casa (e per fortuna perche’ ho da lavorare all’eccesso…) mi unisco al coro degli auguri per Dickens. Questo superbo ritrattista di esperienze. Il romanzo che ricordo bene e’ “David Copperfield”, storia di un ragazzo che attraversa la vita passando da un’avversita’ all’altra e rialzandosi sempre. Forse per questo che ieri, in un pezzo sul Corriere, Magris scrive che regalerebbe volentieri “David Copperfield” al nostro Mario Monti, sulla falsariga del ministro della cultura inglese che ha regalato “Grandi speranze” e “Tempi difficili” ai suoi colleghi di governo. David Copperfield – scrive Magris – e’ la storia di un ragazzo e del suo passaggio, ammirato, stupito, incantato, ora doloroso ora giocoso ma sempre appassionato, quale comparsa pur irripetibile e insostituibile nel “grande spettacolo del mondo.” Ispirato da David Copperfield e dalla sua tensione fra pubblico e privato, politica e vita quotidiana, Magris tratteggia un concetto di esistenza quotidiana che ho trovato illuminante nella sua semplicita’… “la possibilita’ o difficolta’ di coltivare interessi e appagare sentimenti e desideri, di formarsi una famiglia, di vivere con piu’ o meno gioia, di leggere, divertirsi, passare serate di festa bevendo qualche buon bicchiere, guardare il mare”. Cari amici, non e’ forse questa la vita? Auguri Dickens.

  4. C.Dickens è un romanziere che continua a conservare il suo fascino immutato nel tempo per la coralità di caratteri umani variegati descritti, a cui non puoi rimanere indifferente. Le avventure di O.Twist e la piccola Dorrit sono sono state letture d’infanzia che m’hanno incantato, pur rattristandomi a tratti.
    Ho appena terminato la lettura della “Ragazza Tatuata” di J.C Oates, che sempre ci svela donne e uomini di cui traccia analiticamente la complessità psichica, a fronte di storie di vita talvolta indegne di essere vissute. Tutto spietatamente reale.
    V’abbraccio.

  5. Da GABRY: Volevo dire che ho letto su tuo consiglio

    “La notte ha cambiato rumore” e mi e’piaciuto davvero e per quanto riguarda la Nemirovsky ho letto

    Jezabel e Il malinteso entrambi molto belli….ho sul comodino Suite Francese che sara’ il prossimo……

    Splendida l’idea dei tuoi lunedi’ letterari tanto piu’ che il posto deve essere molto bello, a noi qui a Treviso manca un angolo cosi’ !! Attendo allora resoconto e nel frattempo estendo i saluti a tutti Gabry