LA LUNA E LA FIGLIA CAMBIATA di Maria Cannata

pubblicato da: Mirna - 21 Giugno, 2012 @ 10:59 am

Ancora una storia del rapporto madre-figlia, poco dopo aver letto e presentato il romanzo di Angelika Overth “Giorni vicini”. Questa di Maria Cannata, insegnante e Presidente del Circolo della rosa di Verona, ancora più forte e destabilizzante per la figlia.

Tutto ci viene raccontato mescolando avvenimenti, leggende regionali in una sorta di fiaba inquietante  e nello stesso tempo poetica.

Il linguaggio  spazia in modo sinuoso da frasi del dialetto siciliano a calligrammi che accompagnano i sentimenti a seconda della loro intensità.

Come nelle fiabe c’è una madre estranea e temibile  alla quale viene riportata la figlia dopo alcuni anni , una madre che appare come la strega cattiva di Hansel e Gretel, una madre grossa, divorante, dalla bocca-voragine dalla quale sembrano uscire soltanto delle grida e nessuna Parola.

Terrori ancestrali narratici  sia in molte fiabe come Pollicino e  nei miti greci.

Maria Cannata si riaggancia a leggende siciliane sulla Luna, su Rosamarina ed è prodiga ad  impreziosire qua e là frasi in dialetto siciliano, quello più ancestrale …  “Riticedda dilli mè vuredda” (Reticella delle mie viscere)  come esclama una mamma al figlioletto malato.

La piccola Bambina si ritrova in un ambiente cupo, forte di emozioni, diverso dal contesto borghese e tranquillo dove ha vissuto  e per farsi coraggio scrive a Lina, la sorellina bionda, ( o è un’altra se stessa?)  rimasta al Nord dalla Zie amorevoli che l’avevavo allevata con tenerezza e con Parole d’amore.

Ma questa madre che a volte si scinde da Madre Cattiva in Madre Buona (ricordiamo Melanie Klein e la percezione  di  Seno buono e cattivo che già i neonati provano quando sono allattati e quando sono staccati dal seno) non riesce a trovare le Parole per comunicare con la figlioletta che si sente  perduta. Perchè?

Le Parole che la Bimba  scrive per raccontare ciò che ha trovato su quest’isola misteriosa l’aiuteranno  ad attraversare la sofferenza come se dal mare “tavola di metallo grigia e immobile” dove “era come se il suo corpo si fosse disciolto tra le onde ed lei  stessa fosse diventata mare”, dove si sentiva avvolta da una “secunnina“(placenta) con enorme fatica raggiunge gli scogli ed infine la terra sotto gli occhi implacabili della Luna, figura muliebre archetipica.

Già dalla prima pagine sono stata spinta a proseguire la lettura per scoprire anch’io , insieme alla Bambina, il mistero della sua storia, e nello stesso tempo venivo incantata dalle parole folgoranti, colorate dei caligrammi che ondeggiavano a seconda dei momenti.

Se apro la mano

tutto

il mare

fugge

dalle mie dita

e

il gabbiano

è

libero.

La lettura viene rallentata e sembra respirare con l’emozione descritta.

Nel microcosmo che imprigiona la Bambina rivoluta  dalla Madre Doppia agiscono personaggi che ricordano, con iloro soprannomi, i Malavoglia di Verga.  Da Nicuzzo, il più piccolo bimbo del cortile, a Donna Fava perchè mastica sempre una fava, da Ariddu, il grillo, alla magica Cuntatura, la narratrice, un po’ sciamana un po’ depositaria della storia orale dell’isola.

Tutto si risolverà in spiegazioni logiche, ma la Bambina avrà a quel punto  attraversato con fatica e dolore un percorso irto di antri scuri, paludi, figure archetipiche e temibili come le “Donne de fora” che controllano la vita delle altre donne, dalla casa ai figli,   per poter raggiungere e comprendere   una Madre finalmente  accogliente.

L’introduzione della psicoanalista   Paola Erbice è interessantissima .

Premnio Essentia- Edizioni Gabrielli

 

Mi piacerebbe fare molte domanda e Maria Cannata: la scelta dello stile, il contenuto un po’ autobiografico ?  il rapporto con la terra di Sicilia…

spero, come promesso, di incontrarla a Trento  in autunno quando ricominceremo i nostri incontri di lettura all’Angolo- Papiro del Libri & Caffè.

 

 

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6 commenti
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  1. Ciao Mirna,è bello tenersi in contatto attraverso il blog, ci manchi!!! Il libro di cui parli oggi mi potrebbe piacere, mi piacciono i libri che oltre ad una buona trama usano stili anche che rompono con la tradizione.Nel libro Molto Forte, Incredibilmente vicino di Safran Foer di cui abbiamo parlato nell’ultimo incontro ci sono molti calligrammi, pagine vuote, scritte colorate… che vogliono a mio parere estraniare il lettore e alleggerire un contenuto a volte drammatico, a volte commovente, a volte ironico… Come Franca Pellzzari lo consiglio come lettura estiva … MI direte…
    Un abbraccio a te e alla Liguria

  2. Ciao Raffa e ciao a tutti i lettori. Sebbene l’estate sia per me una cesura anche di spazio dalla mia solita vita -e di cambiamenti consistenti, come no TV, passeggiatine in vicoli e sentierini, altro tipo di pausa-caffe’ – rimane grande e solido l’appiglio con i libri. Alcuni portati da Trento e altri che mi prestera’ Grazia con la quale ho gia’ ripreso con gioia gli incontri sia nella solita pasticceria ( che buona la loro torta di pinoli, pasta di mandorla e amaretti) e molto presto anche nelle nostre rispettive case.
    Stamani dunque solito incontro e con la mia ospite americana e con i libri in borsetta da valutare.
    Spero che il caldo non blocchi i vostri consigli o commenti di lettura…che cosa c’e’ di piu’ rinfrescante e tonificante di un’altra storia che va in parallelo con la nostra?

  3. –Prima di tutto due parole su la ragazza Coral Glynn (lo splendido romanzo di P. Cameron) una giovanissima donna, senza alcuna educazione sentimentale, sola al mondo, ha imparato a fare l’infermiera e deve lavorare per vivere. Non sa nulla la piccola Coral, nemmeno “ma chi sono io?”, cerca disperatamente amore o affetto e inevitabilmente le pare di trovarli nelle attenzioni istantanee di maschi lascivi, attratti dalla sua bellezza di cui lei non si rende nemmeno conto. (Ma a chi, da giovanissima, non è successo qualcosa di simile??)Lo stato di grazia con cui scrive Peter Cameron dà vita a personaggi in doloroso equilibrio tra stupore e dolore,Coral, ma anche Clement, si cacciano nei guai, e se ne rammaricano senza scampo. Ma Coral non segue la solita strada delle donne della letteratura: non sarà Anna, nè Emma, tanto meno April, la splendida eroina di Revolutionary road,. No Coral è fiera, è coraggiosa, anche se spaventata, a volte annichilita, come le accade nella Foresta Verde. La sua giovinezza di dolore le “sarà stata utile”. E diventa, meravigliosa metamorfosi, una piccola Pinocchio, una giovane donna vera.E il mio cuore vola con lei. Grande Peter Cameron, originale e unico nel suo elegante e sommesso stile
    –Carissima Mirna, penso che starai bene nel tuo ritiro estivo, con una amica come Grazia e tanti colori, e il cielo e l’aria diversi da quelli di sempre. Al primo momento mi sono stupita del nome dell’autrice dell’ultimo libro che hai recensito, la collocavo in ben altri luoghi. Poi ho capito che era una omonimia.Sto leggendo molto, ora, dopo tanti tentennamenti, sto leggendo l’ultimo Eugenides, ma per oggi ti abbraccio affettuosamente. Salutami Grazia.

  4. Finalmente sono arrivati i tempi lenti dell’estate. I libri vengono trasportati nelle capaci sacche contenenti costumi e creme solari, per poi essere aperti sulle assolate spiagge o più prosaicamente in piscina. Purtroppo a volte si rovinano, perché non viene data loro l’attenzione dei giorni corti dell’inverno, all’interno delle comode case.
    Così è successo per “Accabadora” di Michela Murgia, libro già segnalato da Betti all’angolo “Papiro”. Mi è piaciuto così tanto che si è disfatto e così lo dovrò far sistemare.
    La vicenda si svolge nella Sardegna degli anni ’50. Sono stata così trasportata in un mondo antico, anche grazie alla scrittura che sembra d’altri tempi.
    “Accabadora” in sardo è colei che finisce ed il libro affronta il tema etico dell’eutanasia, tuttora dibattuto e ancora irrisolto. I protagonisti della storia portano ognuno un fardello di dolore, misto ad amore, così come la vita e la sua conseguente conclusione.
    Buona estate!

  5. Si;, si legge ancor di piu’ in questa stagione ,la”distesa estate” di Cardarelli; ognuno in luoghi diversi, chi in piscina o al mare o in un’azzurra stanza fresca…o sotto il nespolo pieno di frutti come sto facendo io in questi giorni.E Grazia, che ha sempre un libro in borsetta, legge o dopo una passeggiata sui monti o i spiaggia e naturalmente nell’angolo privilegiato della sua casa.
    Amore per la lettura che fa distruggere i libri come e’ successo all’Abbacadora di Enza o che ci rende entusiasti ed appassionati come succede spesso a Camilla. Mi piace la sua voce in difesa di Coral Glinn che io ho trovato invece non cosi’ vera ed affacinanante. Ma si sa che noi lettori siamo attivi e mettiamo tanto di nostro nella lettura e talvolta esageriamo proprio per amore cio’ che lo scittore ci vuole raccontare.
    E’ quello che diceva Montale dopo le accurate e strabilianti analisi delle sue poesie “ma veramente era quello il significato he intendevo?” commentava meravigliato.

  6. Il lettore è attivo, e partecipa : l’Autore ha scritto per lui ( si scrive per essere letti) e parlo solamente di grandi Autori, (non di dilettanti, quelli in genere si “dilettano” e cercano adulazione).
    E Montale, lui stesso, rileggendosi, si stupisce a volte delle sue stesse parole. Che hanno preso vita e sono fiorite, come quando si semina e non si sa dove finiranno le sementi che chissà quali fiori potranno far sbocciare, l’autore stesso si rilegge e si commuove per quel scopre nelle sue stesse parole, stupito. Ogni lettore legge con il proprio e unico senso della vita. Perciò ci si può innamorare di Emma Bovary o la si può biasimare, persino disprezzare: è sempre accaduto.
    Ho finito con un certo fastidio il romanzo di Eugenides, LA TRAMA DEL MATRIMONIO. Mi pare di averlo letto passivamente, per questo ho fatto fatica. Ho provato ammirazione e qualche turbamento. Ma non mi sono sentita parte della narrazione. in nessun momento del potente romanzo. Sento, tuttavia, che non potrò dimenticarlo.
    Io non ho amato affatto accabadora: cercare nel passato più buio e orrendo, frugare tra la polvere di tetri rituali morbosi, dettati non so bene se dalle ataviche miserie o dalla disperazione , mi fa arretrare e fuggire via. E penso che , per fortuna, simili” giustiziere della notte” e simili situazioni sono assai più rare anche se certo non sono scomparse del tutto nel nostro Paese. Richiamarle con nostalgia mi sembra una cosa assurda.Certo ero attiva nella lettura di accabadoara e vedevo con orrore aggirarsi una pazza per le tetre stanze a fare cose orrende.
    Oggi inizierò ROSA CANDIDA di una scrittrice islandese dal nome….difficile ricordarlo. Un abbraccio, sono così dispiaciuta di non averti vista abbastanza spesso cara Mirna, nei mesi scorsi. Stai bene. Un saluto a tutti.