STONER di John Williams, Fazi editore

pubblicato da: Mirna - 1 Marzo, 2013 @ 7:18 am

Chi è Stoner? Quest’uomo che ha un nome che sembra di pietra (stone)? E’ un insegnante universitario che si è ancorato al baluardo dell’istituzione universitaria e che ha trovato il conforto alla sua vita difficile nello studio e più specificamente nella letteratura inglese.

William Stoner nasce in una  povera famiglia di contadini   -  su una terra arida, tra vacche magrre e  galline vecchie che fanno uova piccole – ma che riesce con grandi sacrifici ad  iscriversi  alla facoltà di Agraria dell’università di Columbia .

Presto però  scopre  la sua passione per la letteratura seguendo  un corso del professor Sloane.  E’ un sonetto di Shakespeare che apre uno squarcio nella sua mente e nella passiva accettazione del suo destino . La sua visione del mondo si apre finalmente.  Si trasferisce  immediatamente  alla Facoltà di Filosofia e Storia antica dove la cultura non solo nozionistica gli apre il pensiero  e gli fornisce  una dimensione completa e più  consapevole del proprio sè.

Potenza  della letteratuta che riesce a cambiare il mondo.

William Stoner è un eroico antieroe se mi si può passare l’ossimoro. Eroico perchè riesce a rimanere sempre se stesso nonostante i suoi due antagonisti; antieroe perchè  è un uomo qualunque chiuso in un mondo circoscritto dalle colonne del campus e dagli scaffali dei libri.

Chi sono i suoi antagonisti? Innanzitutto Hollis Lomax  direttore del dipartimento  che per tutta la sua vita lavorativa  lo terrà confinato in un ruolo accademico più modesto. Lomax lo odia per non aver appoggiato un suo protetto – storpio come lui -  e mai gli perdonerà questa offesa che sente rivolta a se stesso.

E l’altra antagonista che lo tiene relegato nell’infelicità è sua moglie Edith di cui  Stoner  si era  innamorato a trent’anni. Lo  avevano incantano il suo pallore e  quelllo sguardo indifferente e chiaro. Ma Edith è fredda, distante, frigida e lo detesta in quanto “colpevole” della sua stessa infelicità. Nasce Grace, in uno dei pochi amplessi iniziali, Grace, succube anch’essa di un rapporto senza calore .

Stoner rimane solido, ancorato allo studio, all’università che è la sua vera casa, anche  quando deve  rinunciare ad un ‘inaspettata  e appassionata storia d’amore con Katherine Driscoll, una sua allieva. Ha già 43 anni, il dolce e timido rapporto con sua figlia Grace gli è stato strappato con acrimonia dalla moglie Edith, ma per alcuni mesi Stoner vivrà con Katherine in un caldo mondo in penombra dove entrambi portano la parte migliore di se stessi e da dove il mondo esterno sembra  falso ed irreale

la loro felicità era tale che non avevano bisogno di parlarne, e neppure di pensarci. Nel piccolo appartamento di Katherine, nascosto come una  caverna sotto a quella vecchia casa, gli sembrava di muoversi fuori dal tempo, in un universo atemporale scoperto solo da loro.”

Inizia un declino precoce per  William Stoner che non supera mai il grado di ricercatore, ma la cui passione per l’insegnamento della letteratuta inglese  aleggerà, dopo la sua morte,  come una leggenda.

Nel 1956 Stoner muore. Il suo ultimo sguardo dal lettino posto sulla veranda coperta è per un gruppo di studenti  che attraversa il prato illuminato dal sole. “Camminavano leggeri sull’erba, quasi senza toccarla, senza lasciare tracce del loro passaggio“.

Parole che commuovono lo scrittore  Peter Cameron autore di una  postfazione  che elogia questo straordinario romanzo scritto in una prosa perfetta e accattivante e che riesce ad appassionare il lettore molto più che una storia di avventure ed azioni emozionanti.

La vita di Stoner che si conclude con lo sguardo sul campus e con la carezza al suo unico libro pubblicato ha una sua ragion d’essere. Una piccola parte di lui,sapeva, sarebbe rimasta per sempre impressa in quelle pagine.

Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attravesò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la presenza. Era se stesso, e sapeva cosa era stato.”

 

 

 

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1 commento
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  1. Stoner, libro stupendo, tanto da non poter essere raccontato senza sminuirlo, si può solo suggerire di leggerlo, chi lo fa ne resta incantato.
    Stoner attraversa la sua vita con una forza tutta speciale, affronta gli ostacoli con pazienza, non si piega.
    Cattura il lettore e da lettori si è felici della sua felicità. Ci si stupisce, come fa lui, della crudeltà di chi dovrebbe essergli vicino. Si partecipa ad ogni momento della sua vita con dolcezza ed emozione.
    Magnifica e magistrale scrittura, progetto di rileggerlo per rivivere la storia, perfetta per come viene raccontata.
    C’è da augurarsi che presto vengano tradotti in italiano gli altri romanzi di Williams e che siano altrettanto belli.