DIARIO D’INVERNO di Paul Auster, ed. Einaudi

pubblicato da: Mirna - 28 Marzo, 2013 @ 5:28 pm

«Pensi che a te non succederà mai, che sei l’unica persona al mondo a cui queste cose non succederanno mai e poi, a una a una, cominciano a succederti tutte, esattamente come succedono a tutti gli altri».

Questo è l’incipit del nuovo libro autobiografico di Paul Auster.

Mi piacciono i libri di ricordi e  riflessioni sulla vita. Già avevo letto l’intenso “L’invenzione della solitudine” (v.archivio) dove lo scrittore “ricompone” i sentimenti verso suo padre appena morto.

In queste pagine invece, all’indomani dei suoi 64 anni  e rendendosi  conto  di essere entrato nell’inverno della sua vita,  Auster ripercorre con meticolosità ogni suo  accadimento e sentimento. Scrive, scrive cercando di rivivere intensamente la vita vissuta tra gioie e amarezze, come in ogni altra vita.

E’ uno di quei romanzi che definisco “paralleli”, ogni sua riga  si accosta mentre la si legge a noi.  Si aprono dunque  anche i nostri ricordi  e le nostre sensazioni che si intrecciano  a stella, vanno e vengono.

Paul Auster  è uno scrittore prolisso e sembra confidarci tutto ciò che prova in questo momento della sua vita. Dai lontani ricordi infantili quanto la distanza dal terreno era così breve che gli faceva osservare con più attenzione la vita brulicante di fiori, formiche, erba (ah, io ricordo che passavo tanto tempo a guardare le formiche e le loro file disciplinate) ad ogni altra sensazione soprattutto legata alla fisicità. Perchè il corpo, strettamente intrecciato alla nostra psiche, racconta tanto di noi. Le sue cicatrici che gli segnano il viso, le spalle, le gaambe  rivelano che senza dubbio egli “ è un essere menomato e ferito, un uomo che si è portato dentro una ferita dalla nascita (altrimenti perchè avrebbe passato la vita a sanguinare parole su una pagina?)”. Il corpo sente più della mente e noi, ci suggerisce lo scittore, ci vedremo sempre  come qualcuno che  cammina a piedi  attraverso tanti luoghi e tanti  tempi.

Ci fa entrare in tutti gli appartamenti che ha cambiato, e sono tanti, da Manhattan a Parigi, a Brooklin, ognuno legato a pezzi importanti della sua vita, dalla prima moglie e il primo figlio, agli esordi come poeta e poi come romanziere e regista.

E’ un viaggio attraverso un’intera vita in cui i momenti salienti ci vengono raccontati con l’abilità del poeta e del narratore esperto. Struggenti le pagine centrali in cui viene  analizzato il suo rapporto con la madre. Bellissima la dichiarazione d’amore per la seconda moglie con la quale vive da trent’anni.

Vivisezionatore dell’animo umano questo Paul Auster che sollecita in noi la presa di coscienza del nostro “essere qui”, senza perdere una virgola del nostro contatto con la vita, anche nel nostro inverno. La vecchiaia da vivere come una nuova avventura.

L’altro giorno io e Stefania eravamo a Stoccarda, una Stoccarda  ammantata di neve soffice. Ospiti presso una coppia, appena fuori città. Ultrasessantenni, gentilissimi. Ci hanno offerto caffè è dolce nella loro piccola sala da pranzo  sul cui  tavolo bianco spiccava un mazzo di tulipani.

Lui era appena tornato da una passeggiata nel bosco vicino, un luogo bianco di fiaba, lei era uscita per comperare le uova di Pasqua per i nipotini.

Immagini di serenità e piccole cose, di un inverno che può essere dolce.

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