WEBCAM A 360° ANDALO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Marzo, 2020 @ 8:15 am

Detto altrimenti: e il Monte Bondone: due paradisi perduti, almeno per quest’inverno   (post 3799)

Addio monti … per quest’anno!

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Andate la mattina bonora in internet “Webcam 360° Andalo” e la cinepresa a 360° collocata in vetta alla Cima Paganella (m 2125) vi mostra in tempo reale, verso levante, i colori dell’alba e dell’aurora; verso sud il Bondone e il Lago di Garda; verso ponente le piste da sci, le valli, i boschi e le Dolomiti del Brenta … tutto imbiancato di neve! Se almeno non avesse nevicato, ora! Sto leggendo un libro, “I leoni di Sicilia – La sagra dei Florio” di Stefania Auci, Ed. Nord 2019: ogni tanto vi si trova un proverbio siciliano e quello che si addice a queste nevicate è “Addisiari e ‘un aviri è pena di muriri”

Questa mattina presto, 16 marzo, guardo le “mie” piste e scorgo sulla neve le ampie curve tracciate durante la discesa da due sciatori: scialpinisti saliti con le pelli di foca (che poi ormai sono sintetiche), oppure da addetti alla chiusura del rifugio La Roda, saliti questi ultimi con le motoslitte o con il gatto delle nevi. Doppia invidia! Oggi 16 marzo pomeriggio, le tracce sono quelle di cinque sciatori: invidia quintupla!

Il Colletto Verde è sulla destra, nella foto quasi al confine fra sole e ombra: la discesa verso Cervieres è sul versante opposto.

Memory. Mi vengono in mente le mie discese in sci fuori pista, quando abitavo e lavoravo a Torino. Salito con gli impianti da Cesana Torinese (1354 m) al Monginevro (1860 m) e da qui al Colletto Verde (2600 m), scendevo sciando fuori pista sul versante opposto per circa 8 km, su una neve primaverile ricoperta da un palmo di neve farinosa e arrivavo a Cervieres (1620 m), un paesino lungo la salita che da Briancon (1326 m) porta al Col de l’Izoard (2361), quella stessa salita che in estate scalavo con la mia bicicletta da corsa, partendo da Cesana Torinese (1354 m) compreso lo scollinamento a/r del Colle del Monginevro (1860 m). In sci, in inverno: 1020 metri di dislivello in discesa. In bici, in estate:  60 km per un totale dislivello in salita di 2.075 m su 30 km con pendenza media del 7%. Memory, vi dicevo.

Paganella: la nuova “Rossa 2020

Lo so, le cose serie sono ben altre: le vittime del virus e le loro famiglie, l’enorme sacrificio del personale medico, l’isolamento delle persone anziane, il distacco dei nonni dai nipotini, l’economia in ginocchio … ci mancherebbe! Ma che volete, se ad uno sciatore blogger gli togliete lo sci, gli restano i suoi post (e i suoi libri). Ed allora ogni tanto vado a dare un’occhiata in internet alla “mia” montagna, La Paganella. Lo so, lo so che per molti la montagna di Trento è il Bondone (m 2180), ma che volete … sciisticamente parlando la Paganella è superiore. E poi da quando è stata fatta la galleria che taglia fuori Mezzolombardo, andare a prendere gli impianti di risalita per la Paganella (a Fai/Andalo, m 1000) è un attimo: si impiega lo stesso tempo che serve per salire agli impianti del in Bondone anche se i km sono un po’ di più.

Che poi le montagne di Trento sono ben quattro (Bondone, Paganella, Calisio, Vigolana) come ben ci ricordano alcuni versi di una famosa commedia (La Fraglina Commedia, di Riccardante Lucattieri: scannerizzata, chi la vuole me la chieda: la riceverà “a gratis!”)

“La funivia Trento-Bondone? L’idea mi garba …”

Venne sera e la luna col suo opale
chiaror d’argento sostituiva il sole
che lento iva all’ingiù per le sue scale

del Bondone a dormir dietro al mole.
Eppoi ch’alcun momenti ebbimo conti
la luce disparì come far suole.

La notte quinci scese giù da’ monti
con quattro cime che le fean corona
sovra Tridento assieme a li suoi ponti

addormentati al par della padrona.

Ma veniamo ai giorni nostri. Alle piste della Paganella manca solo una pista azzurra di rientro per i principianti portati dai maestri a sciare sulla pista azzurra S. Antonio, principianti che poi alla fine delle lezioni oggi possono rientrare a valle solo per una pista rossa (“Paganella 2” o “Lupetto”). Inoltre, il ripristino della seggiovia da Zambana Vecchia a Fai.

Con la sua bella pista ciclabile per la discesa …

Al Bondone manca – soprattutto per l’estate – la funivia Trento Bondone. Servirebbe per portare la montagna in città e non viceversa! Una funivia che arricchirebbe l’offerta turistica cittadina; che darebbe l’avvio alla creazione ed alla vendita di un nuovo prodotto turistico: il Dislivello (anche in estate), ponendo la prima pietra per la realizzazione di un sistema unico integrato provinciale e regionale di viabilità ciclabile in discesa, collegata con il sistema delle nostre meravigliose piste ciclabili di fondo valle (Valle dei Laghi; Valle dell’Adige; Val di Non; Valsugana, per non citare quelle altrettanto belle del Sud Tirolo): una rete formidabile che già oggi attrae molto cicloturismo sempre più “elettrico” (con e-bike). In Austria ciò è già stato realizzato con il Tirol Mountainbike Safari (v. in internet) che ha messo in rete 14 funivie per ben 700 km di discese. E non si dica che le bici in montagna mai! Perché vi invito a leggere i Quaderni di ciclo escursionismo editi dal CAI Centrale reperibili in internet: infatti la materia non va né liberalizzata nè vietata bensì regolamentata.

Tirol Mountainbike Safari

L’aspetto economico del cicloturismo e del ciclo escursionismo. La Provincia Autonoma di Trento ha tenuto una serie di convegni sulla materia, dai quali risulta il notevole volume di affari già sviluppato e ulteriormente “sviluppando” da queste due forme di turismo ormai ben più che “emergenti” bensì già abbondantemente “emerse”! L’età media della popolazione è in aumento e con essa il forte incremento delle vendite delle e-bike.

Lo strumento per la realizzazione della funivia potrebbe essere una SpA mista in project financing e/o una public company, cioè dei cittadini (+ eventuali fondi UE, se inserito in un progetto interregionale transfrontaliero, tramite la Provincia di Bolzano: abbiamo verificato quest’ultimo aspetto?)

Cosa aspettiamo a portarli in Bondone?

E allora, cosa aspettiamo? Del resto, occorre attrezzarci sin d’ora alle possibili crisi da mancanza di neve! E le nostre piste ciclabili, tirate a specchio come il pavimento dei nostri salotti! Per noi sono un costo e attraggono decine di migliaia di passaggi cicloturistici. Ecco, di “passaggi”: ma quanti si trasformano in “soste” per visitare città e luoghi? Vi sono organizzazioni da fuori provincia che organizzano (a pagamento) questi passaggi e noi … noi stiamo a guardare! E invece dobbiamo catturare questi ciclisti oggi soprattutto “passanti”, e catturarli (da subito!) con una migliore segnaletica, con raccordi più completi che li conducano nei luoghi da visitare e dove sostare, con l’offerta di un sistema di piste che trasformi faccia di Trento il capoluogo di una Bikeland nel quale – ad esempio – sostare per una settimana  e dal quale partire per pedalate “a stella” .

Riva del Garda- Malcesine

Un paio di  esempi di cavalcate in bicicletta. Premetto che ometto di elencare le bellezze dei luoghi che si attraversano, tipo il Lago di Toblino e quello di Cavedine; così come ometto di elencare i tratti di pista già esistenti; i brevi tratti di collegamento da realizzare; le molte varianti e alternative di percorso. 1) Si sale in funivia sul Bondone. Si scende su una ciclabile nella Valle dei Laghi fino a Riva del Garda. Qui, in attesa che sia realizzata la ciclabile lungo lago, i nostri Comuni avranno provveduto – con un invstimento irrisorio – ad illuminare le gallerie che si percorrono per raggiungere la pista ciclabile che porta a Malcesine (oppure si va a Malcesine col traghetto). A Malcesine si sale con la funivia al Monte Baldo e si scende verso sud fino a ricollegarsi con la pista ciclabile Verona -Trento. Si risale fino a Trento. In totale due o tre giorni in sella.

Io, classe 1944, nel 2000 da Trento al Vason salivo via Sardagna con la bici da corsa. Nel 2010 (v. foto) con la mtb via Romagnano. Oggi salgo con la e-bike, e ce ne vuole! E domani? Ad invecchiare non sono solo io: ci sono decine di migliaia di cicloturisti!

2) Dal Bondone si scende fino a Cadine, indi verso nord nella valle dell’Adige a Zambana Vecchia. Si sale con la seggiovia a Fai, si scende verso nord verso le piste ciclabili della Val di Non. In bici o con il trenino si sale fino a Mostizzolo, si percorre la Val di Sole: i più allenati possono salire a Pejo o al Passo del Tonale.

Insomma, occorre un colpo di reni … anzi, uno scatto di “intelligenza turistico-economica”: occorre considerare le nostre potenzialità da un nuovo punto di vista. E allora e saliamo in piedi anche noi come gli studenti dell’Attimo fuggente … no, non sui banchi di scuola ma sulle nostre montagne, anzi, sui nostri Dislivelli, che sono una ricchezza. Ecchediamine, cosa aspettiamo? Giù dalle brande! Sveglia!

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