POTERE E RESPONSABILITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2024 @ 2:50 pm

Dovrebbero sempre essere congiunte e far capo ad un unico soggetto. Invece talvolta ciò non accade. Ad esempio, quanto al grado di sicurezza della nostra città (Trento).

Una trasmissione TV ha descritto Trento come una città poco sicura, il che non è vero. La gente se la prende con il Sindaco, al quale fa capo il potere regolamentare (ma si sa, le leggi son ma chi pon mano ad esse?) e il nucleo di Polizia Locale, composto da un numero di addetti molto inferiore rispetto agli addetti delle altre Forze dell’Ordine.

Tuttavia nessun cittadino se l’è presa con il Comandante dei CC, della Polizia di Stato, della GdF, bensì sempre e solo con il Sindaco.

Si dice che molta insicurezza derivi da immigrati, persone che la Provincia ha concentrato  su Trento, facendoli venire dalle valli dove erano sistemati. Inoltre la stessa Provincia ha azzerato i fondi per l’integrazione degli immigrati e l’insegnamento loro della nostra lingua. Ma si sa … la colpa è del Sindaco!

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QUO VADIS, SSN?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2024 @ 2:34 pm

Dove stai andando, Servizio Sanitario Nazionale? Il governo ogni tanto stanzia qualcosa, come per dire “Vedete bene che me ne sto prendendo cura?” Tuttavia quegli interventi sono assolutamente insufficienti e la situazione peggiora di giorno in giorno: in particolare molto personale se ve va e altro non entra, per cui, alla fine non vorrei che chi non è intervenuto per tempo e in modo significativo, se ne uscisse con la micidiale frase: “SI E’ VENUTA CREANDO UNA SITUAZIONE TALE PER CUI … VEDETE BENE ANCHE VOI CHE COSI’ NON PUO’ ANDARE AVANTI” per  cui si darà da fare per organizzare una Sanità Privata, aspettandosi anche un ringraziamento da parte nostra.

Amiche ed amici che mi leggete, sarò anche un gufo, ma a pensar male …Comunque, ricordate: quando sentirete quella micidiale frase … quello sarà il segnale!

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ELEZIONI COMUNALI TRENTO 2025.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2024 @ 10:43 am

Noi di ITALIA VIVA TRENTO sosteniamo il reincarico all’attuale sindaco FRANCO IANESELLI, in quanto

1) lo avevamo già sostenuto in occasione del suo attuale mandato e in questi anni è stato aperto al dialogo, al confronto e ha lavorato molto bene;
2) il limite al numero di mandati (chi vorrebbe fossero due chi tre, chi “n”) da parte mia è letto anche nell’opposto senso di marcia: è conveniente confermare chi ha maturato una esperienza positiva sul campo.
3) “Sul campo” ho scritto: infatti il ruolo del Sindaco di Trento, città capoluogo che da sola costituisce un quarto dell’intera popolazione della provincia, comporta in capo al primo cittadino una serie di grandi responsabilità non sempre accompagnate da un’ugual “dote” di poteri, i quali – per via dei meccanismi della finanza – restano in capo alla Provincia.

Al sindaco di una città capoluogo come Trento/in/Trentino mi permetto di offrire questi contributi.

Caro Franco ti scrivo

di là delle “cose” concrete che hai fatto, stai facendo e potrai fare”, la tua funzione è arricchita dalla tua capacità di innescare progetti che hanno una portata ben più ampia di quella “semplicemente” comunale!

Un esempio: già al tempo della tua precedente elezione, uno dei tuoi progetti era la realizzazione della Cabinovia Trento-Monte Bondone. Adesso la si sta realizzando concretamente, con denaro dello Stato della provincia e forse anche altro, ma a seguito della tua iniziativa e dell’ottica con la quale è stata proposto l’investimento, ovvero quale scintilla per la creazione di un nuovo prodotto turistico provinciale destagionalizzante, cioè la vendita del “dislivello” non solo per lo sci ma anche per il crescente cicloturismo e ciclo escursionismo anche in primavera e autunno!
Ciò sviluppato a livello provinciale, farà della tua/nostra città il centro di un incrocio di sistemi cicloturistici da Bolzano a Verona e da Bassano del Grappa a Riva del Garda.

Solo per fare un esempio del perchè – se non altro per questo motivo – Franco Ianeselli merita la riconferma alla guida del Comune.

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SSN – SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2024 @ 6:25 am

Ho appena visto una trasmissione TV sul SSN. Una situazione a dir poco tragica: chi chiede una cosa, chi ne reclama un’altra … tutti interventi e suggerimenti parziali.
Questi i maggiori problemi che mi pare di avere colto:
– mancanza di posti letto;
– esodo del personale in servizio e mancato arrivo di nuovo;
– conflitto Pronto Soccorso-Medicina del Territorio;
– Medicina del territorio “collettiva” e non più individuale.

A mio avviso, da vecchio top manager per una vita, manca chi abbia detto una cosa semplice: ci vuole innanzi tutto una scelta politica sulla volontà politica di mantenete il SSN e subito dopo una pianificazione e programmazione “generale” che analizzi contemporaneamente tutti (tutti!) gli aspetti e vi provveda.

Pertanto, la prima scelta da fare e da dichiarare è: si vuole mantenere il SSN oppure no? Occorre essere onesti: E SMETTERLA DI PRENDERE IN GIRO I CITTADINI: se si vuole mantenere il SSN occorre operare come ho accennato poche righe sopra, sulla base di alcune considerazini preliminari:

1) la popolazione sta invecchiando sempre di più e di ciò il “nuovo” SSN deve tener conto;
2) occorre invertire il fenomeno dell’esodo del personale ospedaliero (medici e infermieri in primis);
3) occorre essere attrattivi di personale nuovo;
4) il fabbisogno finanziario necessario è rilevante e non può essere coperto con l’aumento del debito.

Sul punto 4) da tempo suggerisco l’emisione di Titoli Pubblici Irredimibili Rendita, i quali non sono titoli di debito ove prevedano espressamente l’esclusione del diritto al riscatto unilaterale (ma non il loro libero riacquisto un borsa valori da parte del Tesoro).

Se emessi in sostituzione volontaria di tranche di titoli di debito pubblico in scadenza, riducono il debito. Nuove emisisoni, aumentano la liquidità senza aumentare il debito pubblico.

Ne ho aprlato diffusamente in tanti miei post precedenti. Il flusso per maggiori interessi corrisposti sarà più che bilanciato dalle mancate restituzioni del capitale.
Il sottoscrittore che volesse recuperare il capitale, offrirà i suoi tutoli in vendita alla borsa valori, ove potrà triovare come acquirente anche lo stesso Tesoro.
Il tasso di rendimento – in parte fisso e in parte variabile – garantirà il mantenimento del valore nominale del titolo.

Con l’emissione di Titoli Irredimibili Rendita si attua uno swap finanziario: lo Stato cede una rendita e rivceve un capitale.

Dice … ma tu, Riccardo, sei di ITALIA VIVA … non siete al governo e allora che senso ha la tua proposta?
Rispondo: se l’attuale governo la adottasse, potremo sempre dire che è stata una nostra idea, quindi merito nostro. Se non la adotterà, diremo che è colpa loro. Mi direte che sono machiavellico ma io punrto ad ottenere il necessario finanziamento del “nuovo” SSN. #ItaliaViva #italiavivatrento #italiavivatrentino

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Ottobre, 2024 @ 8:18 am

(Associazione privata culturale di arti varie)

Se 16 anni vi sembran pochi …
Sedici anni fa nacque l’idea: Cristina fece “nascere” questa nostra associazione nella quale gli aderenti (ci si “iscrive” con il passa parola) contribuiscono ognuno con l’arte propria: musica, canto, poesia, pittura, fotografia, letture, danza, teatro, viaggi e così via.
Nove-dieci serate l’anno, due eventi a serata: se escludiamo la pausa Covid, grosso modo abbiamo realizzato circa 250 eventi.

Ieri sera abbiamo inaugurato l’anno accademico 2024-2025 nella nostra “sede”, la bella e accogliente casa della Presidente Cristina, la quale al suo pianoforte ci ha intrattenuto con un’ora intera! Grazie, Cristina!
Dopo la musica, la presentazione del programma annuale, il consueto momento eno-gastro-astronomico e la distribuzione dei graziosi cotillons alla lavanda preparati e ricamati da Cristina e Giovanna.

Buona Accademia a tutte e a tutti!

Allego il programma della serata e del nostro sedicesimo anno di attività. (Sul mio profilo FB trovate un breve cenno della serata).

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RISULATI NEGATIVI … IMPROVVISI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Ottobre, 2024 @ 12:44 pm

(mia lettera odierna al quotidiano trentino ilT)

Egregio Direttore, un ministro da Roma ci dice che in vista della necessaria quadratura della legge di bilancio, è indispensabile che tutti facciano sacrifici. Qui da noi a Trento, improvvisamente “si scopre” che Music Arena Festival ha generato una forte perdita che crea uno sbilancio finanziario di 2,5 milioni al Centro S. Chiara cui è stata demandata la gestione.

Tutto solo ora, improvvisamente?

Vede, Direttore, nella mia lunga vita di lavoro sono stato anche direttore in una SpA del gruppo Siemens: ogni investimento veniva seguito con tre tipi di controlli: il vor, mit e nach Kontroll cioè il controllo preventivo, concomitante e successivo: le esigenze improvvise non esistevano.

Per questa mia formazione culturale e professionale provo una forte contrarietà quando mi si dice che a Trento come a Roma si è costretti ad agire spinti dalla necessità di far fronte ad una emergenza (peraltro prevedibile ed evitabile, la quale quindi emergenza non è).

Riccardo Lucatti – Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO

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HO VISTO IL FILM “VERMIGLIO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Ottobre, 2024 @ 7:10 am

Due ore di quadri della difficile vita della gente sulle montagne del Trentino 80 anni fa, nel difficile 1944. Bellissimo film, molto denso di sentimenti e di storia della “piccola” grande gente.
Ho notato un mancato espresso riferimento al paese ospite della storia: mai pronunciato il nome suo (o mi è sfuggito?) o quello della Val di Sole, mai una inquadratura distintiva della località che avrebbe potuto essere un qualunque altra località alpina (e non mi riferisco ad un cartello stradale).  

Solo due le inquadrature delle montagne: una con la neve, più volte, sempre identica, con le cime dei monti a scalare, sul versante destra orografica del fiume Noce (anch’esso mai nominato: splendida la drammatica inquadratura delle cascate!); una seconda, in estate, mi pare di poter dire nella direzione opposta. Mi sarei invece aspettato una migliore individuazione del paese trentino, una sorta di carta di identità, confinante com’è fra 6000 metri di montagne: i 3000 del Presena e i 3000 della Val di Pejo. Ma da un appassionato sciatore, ex alpinista e fondatore della Carosello Tonale, cos’altro ci si può aspettare?

Sotto il profilo storico, la fine della guerra è stata descritta come una fine effettiva, il che purtroppo sappiamo non essere stato per la permanenza dei tedeschi e la temporanea sopravvivenza del fascismo.

Queste mie osservazioni probabilmente sono fuori dal coro dei meritatissimi giudizi largamente positivi sul film, coro al quale peraltro mi associo molto volentieri, auspicandogli il riconoscimento del premio Oscar.

A Vermiglio, nel 1924, era nato un mio capo diretto, Bruno Kessler, poi senatore, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, fondatore e/o Presidente di società, enti e istituzioni per il Trentino, una istituzione lui stesso, prematuramente mancato nel 1991: mi sarebbe molto piaciuto conoscere il suo giudizio. Probabilmente, da grande Persona Politica che era (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso), anche considerata la presenza delle due provincie autonome di Bolzano e di Trento nei titoli che precedono l’inizio della proiezione del film avrebbe, probabilmente il Kessler avrebbe  considerato positiva questa astrazione, per evitare qualsiasi spunto di contrapposizione fra due culture: quella soprattutto tedesca dell’Alto Adige- Sud Tirolo e quella soprattutto italiana del Trentino, culture che invece anche grazie alla sua azione  sono complementari a livello regionale.

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POST TRENTINO (per gli abitanti di Trento)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2024 @ 2:41 pm

Questa mattina ho dovuto andare al CRM Dolomiti Ambiente Trento per rinnovare la mia dotazione di sacchetti della spazzatura (di carta e azzurri).
Esco in auto da casa (Viale Trieste), vado a Trento Sud (“Il marinaio”) per immettermi sulla tangenziale, la risalgo verso nord e dopo Ravina dalla tangenziale entro direttamente nel CRM lato ovest.
Eseguito il ritiro, sempre alla guida della mia auto, esco dal CRM direttamente sulla tangenziale verso nord, la lascio alla prima uscita, Lungadige S. Nicolò, coda, ponte S, Lorenzo, coda.
In totale 14 km in 40 minuti.
Mi chiedo: forse esiste un accesso pedonale/ciclabile al CRM dal lato est, cioè nelle adiacenze del ponte ciclopedonale Le Albere, accesso che io non conosco? Io avrei dovuto vederlo perché percorro quel ponte e quella pista ciclabile molte volte l’anno …
Se c’è e non l’ho visto, mea culpa. Se non ci fosse, andrebbe fatto.

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AMARCORD L’IRAN 49 ANNI FA.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Ottobre, 2024 @ 10:25 am

Ero trentunenne. Trascorsi due periodi a Teheran per offrire a quel governo la fornitura di piccole centraline solari prodotte da una grande industria italiana, impianti dotati di una mini parabola da orientarsi a mano, da collocarsi presso gli abitanti dei deserti per fornire loro l’energia per estrarre l’acqua dal sottosuolo.

C’era lo Scia Reza Palhavi. L’Iran era compresso da molte forze: un forte inurbamento; i settecento km di confini con la Russia; l’integralismo islamico; la corruzione delle istituzioni pubbliche; la natura del rapporto con gli USA; le altre pressioni esterne; il proprio regime dittatoriale.

Il grande sviluppo urbanistico della capitale. In pieno centro di Teheran moltissimi cantieri edili aperti dal lavoro di muratori che,  giunti a Teheran dai deserti, venivano trattati in modo disumano (un poco come i nostri meridionali a Torino, negli anni ’50): il cemento ed i mattoni si portavano ai piani alti delle costruzioni a piedi, in secchi e sacchi a spalla (in un paese che già  allora era dotato di moderni cacciabombardieri USA); la notte i muratori dormivano a cielo aperto, nello scavo, su cartoni stesi per  terra ed uno di loro, a turno, montava di guardia per evitare che i passanti lungo gli adiacenti marciapiedi si divertissero a svegliare gli operai dormienti con il lancio di sassolini, operai che, “svegliatisi” confrontavano il loro stato con quello di noi ospitati negli Hotel a cinque stelle, a champagne e ad aria condizionata! Da qui un dilagante “comunismo” sommerso che poi virò in integralismo islamico.

L’integralismo islamico si sentiva sacrificato sull’altare della modernizzazione. Il velo? Lo portavano liberamente le donne che lo volevano. Le altre no. Le altre avevano iniziato a ribellarsi ai maschi (padre, fratello, marito) e questo ai maschi non andava bene. Ora … se qualcuno o qualcuna si ribella, se dall’esterno arrivano segnali e/o aiuti, i futuri Guardiani della Rivoluzione avrebbero ristabilito l’ “ordine” …

La corruzione. Ai massimi livelli. La prassi era: acquistare dall’estero, incassare mazzette e poi non curarsi di utilizzare il cemento ammassato sulle banchine del porto di Bandar Abbas che nel frattempo era diventato una montagna di granito; e nemmeno delle centinaia di computer di fabbricazione estera che riempivano, cellofanati e inutilizzati, i venti piani (o trenta?) del grattacielo del Ministero dell’Agricoltura.

Il rapporto con gli USA, all’epoca inizialmente buono: si veda la fornitura dei cacciabombardieri che però non comprendeva le parti di ricambio strategiche (indispensabili e insostituibili) che restavano in mano USA. Poi sempre più deteriorato (da “USA e jet” a “usa e getta”) e la Russia e l’Iran pronti a soffiare sul fuoco per farsi spazio.

Gli altri “influenti” esteri: l’Arabia Saudita, paese sunnita, che vuole combattere l’Iran sciita; Israele, che vuole difendersi dall’ “avversario” Iran.  

Il proprio regime dittatoriale: lo trovate egregiamente descritto in internet.

Noi europei … noi speriamo che ce la caviamo con le nostre commesse.

La mia società (“Parsital SpA” ) era a maggioranza italiana e minoranza iraniana. I soci iraniani erano di origine ebraica (in Iran c’erano tre ceppi: locale, ariana – “Noi non siamo arabi!” dicevano – e il saluto era salam aleku; di origine turca, e il saluto era salamelek; di origine ebraica, e il saluto era shalom) i quali prevedevano che la situazione politica avrebbe subito una “svolta pesante” entro cinque anni. L’ambasciatore italiano Luigi Cottafavi mi fece i complimenti in quanto la mia era la prima SpA mista italo iraniana a maggioranza italiana. Ed io? Io contatti, conoscenze, incontri, visite a uffici, ministeri, ministri, parenti dello Scià: tutto girava e girava e girava al punto che sembrava il Gioco dell’Oca: ritornare al punto di partenza perchè mancava un tassello, quello che io non avevo voluto/saputo considerare: l’  “incentivazione” al sistema. In ogni caso per me, giovane trentunenne, fu un’esperienza molto interessante e formativa.

A parte che mi concessi anche della buona musica andando all’opera (italiana) al teatro Roudaki Hall: Direttore (di tutto: dell’orchestra, dei cantanti, del coro e cantante “basso” lui stesso) il maestro genovese (come me) Michele Cazzato; soprano l’ottima Luciana Serra (poi arrivata alla Scala! Bravissima Luciana!): ottima esecuzione de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti!

E oggi nel 2024 ? Cosa penso oggi? Io temo che purtroppo la legittima ribellione del popolo iraniano alla fine abbia generato guai ancora maggiori di quelli che voleva combattere: in dialetto trentino di dice che ‘l tacon l’è sta pezo del bus, la toppa è stata peggio del buco che vuole riparare.

TEHERAN

Teheran, una città molto estesa, in genere costruzioni non molto elevate (a causa del rischio sismico), su una “pianura leggermente in discesa”, dai 2000 metri della residenza dello Scià, ai piedi della catena montuosa di 6000 metri, innevata anche in estate, che la divideva dal Mar Caspio, fino alle poche centinaia di metri di altitudine della down town dove si trovava il bazaar. A nord, alberi di rose come fossero di ciliegie, data la dimensione. A sud, il caldo. Gli hotel: da sud a nord la qualità ed il prezzo cresceva.

La città era attraversata, da nord verso sud, da molti piccoli ma impetuosi rivoletti d’acqua “multiuso”. Man mano che si scendeva, qua e là bidoni metallici contenenti acqua pretesa potabile alla quale si dissetava il “popolino”, mediante una tazza comune assicurata al bidone da una catenella. Noi no. Noi turisti per affari si stava negli hotel all’aria condizionata. Erano i nostri “uffici”, dotati di (vecchi) apparecchi telescriventi azionabili solo dagli addetti (quando c’erano!) con tempi biblici.

Per muoversi in città, i taxi o più spesso le auto dei passanti ai quali gridavi la tua meta: se era compatibile con la sua destinazione, l’automobilista si fermava e ti caricava e ti trovavi insieme ad altri sconosciuti compagni di viaggio. Traffico caotico: velocità media commerciale delle auto in città : 2 kmh. Per chiedere all’autista di accelerare bastava dire  “Buro, buro, you Fittipaldi!” ; per farlo rallentare “iavasc, iavasc”. Un paio di volte: squadre di poliziotti in motocicletta, traffico fermato, strade liberate e presidiate dalla polizia, passa lo Scià.

Una bella ragazza prosperosa: con ammirazione dai i maschi locali veniva definita labagnat  che letteralmente significa latteria.

I controlli della polizia (politica, la  SAVAK): fui avvicinato in hotel da un giovanotto che parlava ottimo italiano (si era laureato in Italia) il quale mi chiese le ragioni della mia permanenza in Iran: affari, impiantistica … ok, buon lavoro.

Il lavoro e lo svago. Cercai il migliore commercialista per organizzare il pagamento delle eventuali imposte locali: mi disse che occorreva organizzare il non-pagamento delle imposte! Il lavoro: anche il sabato. Solo la domenica ci si fermava … per fare cosa? Ad esempio un volo ad Esfahan; la visita al Tesoro dello Scià; una visita al bazaar; una gita in auto fuori città (nel deserto).

Uno scippo evitato. Tentato ai danni di un mio collega italiano. Gli si affianca un’auto e in inglese il passeggero gli chiede quanto egli debba pagare all’autista per un certo tragitto. Fa finta di non capire la risposta e chiede che gli siano mostrate le banconote. Il mio amico sta per farlo. Io gli grido di fare un passo indietro. L’auto fugge via.

I ristoranti. Spesso andavamo al ristorante del Teatro Roudaki, ne ricordo il prezzo: pranzo a base di caviale e champagne, l’equivalente di 5000 lire. Ma spesso non pagavamo nulla perchè avevamo fatto amicizia con il cameriere (spagnolo) al quale avevamo regalato un paio di blue jeans e il nostro conto – su sua iniziativa – veniva “diluito” all’interno del  conto del mega pranzo sociale di turno (i medici di Teheran, gli ingegneri di Teheran, etc.). Ah …  questi italiani!

Il caldo. Molto ma secco, all’ombra di stava abbastanza bene, la sole no. L’aria degli hotel era sempre molto condizionata.

Il bazaar. La cosa più vera che vidi. Un mercato molto esteso, stradine ricoperte, un odore di olio bruciato (quello delle lampade), illuminazione elettrica abbagliante da semplici lampadine appese a fili elettrici. Improvvisamente sento un grido: “Paisà, paisà!” Mi fermo: possibile? Che qui ci sia un napoletano e che per di più mi abbia riconosciuto come italiano e mi chiami in quel modo? Mi giro: si trattava di un venditore di banane, a cinque (pai) sa (centesimi di rial) cadauna!

Si era nel 1975. I miei soci iraniani, parlando molto riservatamente, davano al regime solo altri cinque anni di vita al massimo (lo Scià poi  sarebbe caduto nel 1978), e si lamentavano con i propri genitori che li avevano mandati a laurearsi negli USA: giudicavano infatti quel periodo una perdita di tempo rispetto alla corsa all’arricchimento che stavano facendo.

Considerazione finale. Tutte le maggiori imprese mondiali e italiane erano presenti in Iran, anch’esse come i miei soci privati iraniani per partecipare alla corsa all’arricchimento, reso possibile dall’elevatissimo grado della corruzione. Un esempio, banale ma significativo: poco sopra, parlando dei ristoranti, ho ricordato il dono di un paio di blue jeans ad un cameriere. L’importazione di quei capi era vietata: poi, improvvisamente, per una settimana tale divieto cessava (per legge) e nel paese entravano alcuni TIR carichi di blue jeans che poi venivano rivenduti a prezzi molto elevati in negozi gestiti dalle mogli di alti funzionari di stato.

Come finì la mia avventura imprenditoriale iraniana? Ben prima della rivoluzione, ricevetti l’offerta della dirigenza in una grande SpA finanziaria pubblica italiana: avevo famiglia e non ebbi il coraggio di rinunciare al certo per l’incerto e smisi (in tempo, per mia fortuna!) di fare l’imprenditore italo-iraniano.

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CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Settembre, 2024 @ 1:48 pm

(Mia lettera odierna al quotidiano trentino ilT)

Gentile Direttore, non ero presente al convegno Comune-UniTN sulla decarbonizzazione di sabato 28 settembre scorso per cui le mie osservazioni riguardano solo ciò che ho appreso dalla lettura del Suo giornale: del che La ringrazio.  Infatti,  a pagina 21 dell’edizione di ilT del 29 settembre  leggo che la Provincia ha riferito che i costi dell’opera “sono schizzati a oltre 100 milioni di cui già stanziati 42,5 dalla Provincia e 37,5 dal Ministero dei Trasporti; l’importo comprende la realizzazione di un maxi parcheggio di mille posti; i lavori del tratto fino a Sardagna dovranno essere affidati entro il 2025; ove i passeggeri fossero meno dei 900.000 preventivati, si produrrebbe una perdita gestionale annua tra i 3 e i 4 milioni di euro”. Al che alcune domande e sottolineature:

  1. Qual è il punto di pareggio dell’investimento (“break even point”)?
  2. Qual è il costo degli ammortamenti e degli interessi?
  3. Si è pensato al coinvolgimento del capitale privato attraverso l’emissione di BOC-BOP, Buoni Ordinari Comunali/Provinciali ex art. 35 della L. 23.12.1994 n. 724, titoli a rendimento elevato, sottoscrivibili anche dai nostri turisti e convertibili in azioni della società di scopo?
  4. Quanto ai costi della gestione, mi si riferisce che in Francia vi siano telecabine totalmente automatizzate le quali richiedono un numero molto basso di personale addetto, con notevole riduzione di quel costo.
  5. Il maxi parcheggio di 1000 posti potrà prevedere tariffe diverse per ciascuna categoria di utenza: utilizzatori della cabinovia; lavoratori pendolari urbani; residenti; altri. Da ciò che l’utile del servizio potrà essere inferiore a quello di un parcheggio senza questa articolazione tariffaria: tuttavia una quota di utile dovrebbe ugualmente generarsi.
  6. Se una società è in perdita e altre società dello stesso gruppo sono in forte attivo e pertanto pagano all’erario rilevanti imposte, basta fonderle tutte in un’unica società multiservice. Così facendo quanto le società in attivo versano all’erario a titolo di imposta sull’utile di bilancio rimane recuperato all’interno della gestione complessiva e la perdita dell’unico settore diventerà una minore perdita dell’unica società multiservice, la quale richiederà all’azionista un ripianamento inferiore.
  7. Ancora: la nuova cabinovia non nasce soprattutto per la pratica dello sci, bensì per collegare un quartiere  (parchi, case e hotel) al suo centro città; per offrire a tutti i cittadini di potere godere di un po’ di aria fresca a basso costo (molto importante se consideriamo il surriscaldamento climatico); per valorizzare la vendita di un prodotto turistico – il dislivello – anche nelle stagioni “intermedie” della primavera e dell’autunno, attirando la crescente massa dei cicloturisti e ciclo escursionisti. Questo nuovo turismo, in fortissima espansione, non va né vietato né ignorato, bensì regolamentato, come ci ricorda il CAI Centrale nei suoi Quaderni di Ciclo turismo Ciclo escursionismo, reperibili in internet. Infatti, la nuova cabinovia Trento-Monte Bondone potrà innescare la realizzazione del Trentino Bike Safari (“safari” significa “viaggio”) analogamente a quanto fatto da anni in Austria con il sui Tirol Bike Safari che ha messo in rete molti impianti di risalita per oltre 700 km di ciclo discese, attirando moltissimi cicloturisti in tre stagioni l’anno e realizzando la piena destagionalizzazione di questo settore economico. In tale prospettiva, la nuova cabinovia può essere la componente iniziale di un sistema che vede già in costruzione la ciclopista Trento-Pergine, per cui l’asse ciclabile est-ovest sarà Bassano-Trento-Bondone-Altogarda Trentino e quello nord-sud è già Bolzano-Trento-Verona con la città di Trento al centro di questa importante, preziosa “stella” cicloturistica. Senza dimenticare la destagionalizzazione “ciclabile” del Passo del Tonale, che prevede la sistemazione della tratta ciclabile Passo del Tonale-Vermiglio-Fucine per collegarsi alla ciclabile della Val di Sole e a Mostizzolo; la Mostizzolo-Cles (tratta già finanziata); la sistemazione della “sconosciuta” tratta ciclabile Mostizzolo-Passo delle Palade.
  8. Da ultimo: l’infrastruttura Cabinovia Trento-Monte Bondone e l’intero più ampio progetto al quale ho fatto cenno richiedono di essere gestiti secondo le regole del general management.

La ringrazio e porgo i migliori saluti.

Riccardo Lucatti – Finanza ed Economia mista Italia Viva Trentino.

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