QUALCUNO DA AMARE, la dolcezza dell'attenzione

pubblicato da: admin - 27 Maggio, 2010 @ 6:06 pm

8877383976[1]Sono così felice quando ricevo commenti alle mie letture! Ho così  la conferma affettuosa che il mio “lavoro” ha un senso,  mi sento appagata nel  mio bisogno di comunicare. Perciò grazie Cinzia che hai parlato di Joyce e della scuola…Hai descritto così bene questo periodo scolastico che mi sembra proprio di avervi lasciato ieri, invece è passato quasi un anno…ma non c’è giorno che non dica “Prendo l’auto e vado a scuola”…ma poi mi sembra tutto così lontano e irraggiungibile. Sarà la mia pigrizia, ma  trovo sempre qualche scusa: il divieto di circolazione per la Uno, ora il grande caldo, i vari impegni di neo pensionata. Ma siete così impressi nella mia mente che posso ricreare con facilità ogni attimo vissuto insieme… i caffè, le torte, le confidenze…la preoccupazione affettuosa per i nostri alunni soprattutto al tempo degli esami.  E’ un periodo della mia vita vissuto intensamente e conclusosi in armonia.

Ora altre decisioni importanti mi aspettano e  abbastanza difficili perchè dovrò cambiare ancora una volta la mia vita. E non avrò vicino le persone care –  voi -,  che avete  sostituito negli ultimi anni  la mia famiglia.

Nei momenti di ansia e di timori  mi viene da ripensare ai romanzi di Barbara Pym, scrittrice inglese morta nel 1980 e sottovalutata mentre era in vita. I suoi racconti sono deliziosi e rassicuranti proprio perchè  si soffermano  sulla vita di ogni giorno,  parlano di esistenze  senza grandi scosse e tuttavia piene di piccoli eventi significativi.  In “Qualcuno da amare” entriamo in un mondo alla Jane Austen (chissà se Valentina conosce questa autrice. A proposito, cara Valentina, mi piacerebbe leggere il tuo libro di Roma Jaffe! ). Ci sono due sorelle di mezza età, zitelle, che vivono sole, ma  che non sentono la mancanza di un uomo perchè  sono occupatissime  a svolgere  una miriade di impegni sociali.  Hanno tante persone da accudire e da  amare:  l’arcidiacono della loro parrocchia, un nuovo bibliotecario amante un po’ troppo della birra, un interessante vescovo giunto da una lontana diocesi africana, gli abitanti del villaggio.  E quante cose da fare! Lavori a maglia per chi ne ha bisogno, tanti inviti per il tè, tanto tè che come sapete per gli inglesi è il rimedio più efficace  per ogni tipo di  malessere sia fisico che psicologico.

Pur rimanendo in un mondo piccolo, tra salotto, cucina e  parrocchia, le due sorelle Harriet e Belinda rimangono fedeli a se stesse e si sentono in sintonia con le proprie possibilità.  C’è un’accettazione consapevole del loro stato del quale apprezzano però le rassicuranti abitudini e l’autonomia. Vivono intense relazioni umane  e porgono un’attenzione affettuosa sia ai mobili  rosi dai tarli , alle maglie mangiate dalle tarme, che agli esseri umani trascurati.

E’ proprio la disattenzione verso gli altri il peggior delitto. Questo loro mondo,che può apparire grigio e ripetitivo, è illuminato e redento dal lavoro dell’attenzione. Jane Austen ci ha insegnato.

L’ attenzione che riceviamo è dunque amore. Grazie.

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  1. Cara Mirna! Non conosco questa autrice ma lo farò presto – anche perché l’editore è La Tartaruga, e non so se lo sai ma la tartaruga è il mio animale-simbolo, quindi insomma (anche) questo libro mi chiama. ‘Il meglio della vita’ è in ingresso, pronto per essere portato alla mamma, che poi lo darà a te. Un abbraccio, a presto!

  2. Nel lontano 1985 lessi il primo romanzo di Barbara Pym, “Donne eccellenti”, ed. Tartaruga. Me ne innamorai subito e non persi nessuna pubblicazione di Pym in italiano. Le sue fgure di donne , insegnanti o mogli di pastori, le sue canoniche, le passeggiate, i tè con , sempre, la speranza di trovare un buon tè e qualcosa di buono da mangiare, una tartina al crescione o una fetta di torta , da qualche parte,( e bisogna pensare che gli inglesi , nel dopoguerra, erano davvero affamati!) e i sentimenti , così raffinati e sapienti malgrado l’apparenza, a volte ingenua, delle sue eroine. Perchè di vere eroine della letteratura inglese si tratta. Se penso a quegli anni certo Pym è sempre presente, per i suoi libri felici, da assaporare e di cui parlare con i propri amici, momenti di serenità, di bellezza. Cara Mirna sta diventando un grande piacere, un momento di serenità anche questo tuo blog, generoso e gentile. Pieno di cultura bella, quella vera che nulla a ache vedre con l’erudizione, quella che fa parte integrante della tua persona e che la rende così come è, come sei.

  3. Buongiorno cara signora Mirna!
    Ora trovo tempo per scriverti… la Pym non la conosco ma dal racconto che ne fai la assimilo mentalmente a ” Mrs.Dove” ( del film “Buongiorno mrs. Dove”). Sono donne che sanno prestare ascolto all’altro, a cui amorevolmente rivolgono le loro attenzioni e quindi ( sono in accordo con te) Amore.
    L’attenzione quindi come ricerca dell’Uomo, di significato, di Vita.
    Ti abbraccio

  4. giorno prof!!!
    si ricorda ancora di me???
    sono colei che ha collezionato immensi non sufficienti in grammatica in prima e in seconda media…
    esatto sono proprio il Lucrezia…
    volevo chiederle se prima degli esami passava a salutari perchè la 3°d l’attende dall’inizio dell’anno!!!
    le auguro una buona giornata
    cordiali saluti
    Lucrezia

  5. Cara Mirna, ho divorato questo libro in montagna, immaginando di sorseggiare un thè, intenerita da Belinda ma anche da Harriet… Che bello, grazie del suggerimento. Credo proprio che ne cercherò altri, di Barbara Pym.

  6. Gentile signora anch’io adoro la Pym praticamente ho quasi tutti i suoi libri ed era molto amata anche dalla mia adorata mamma….
    mi farebbe piacere scambiare tanti pensieri con lei perchè è così raro trovare persone che amano le stesse letture almeno per me…

    In questa solitudine dell’intelligenza….

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