LE SCARPE AL SOLE… di Paolo Monelli

pubblicato da: admin - 8 Giugno, 2010 @ 4:30 pm

Scan10001Scan1Mi è stato chiesto di scrivere un pezzo per questo blog: colgo molto volentieri l’invito e ringrazio fin d’ora la “prof” Mirna per avermi concesso lo spazio di “un giorno”.

Come penso sia risultato noto a tutti, la mia passione è la Grande Guerra: passione che va dalla raccolta di testimonianze materiali alla ricerca archivistica e cartacea. Ecco che quindi questo “giorno” verrà dedicato alle mie riflessioni su questo tema, prendendo come spunto un libro, che oramai penso sia introvabile in libreria (a meno che non siano state fatte recenti ristampe), e nell’intero sistema bibliotecario trentino ne esiste una sola copia. Mi ritengo dunque uno fra i pochi fortunati in possesso di questo libro, che si intitola “Le scarpe al sole: cronache di gaie e di tristi avventure di muli, alpini e di vino”, il cui autore è Paolo Monelli, giornalista e fotografo amatoriale. Recentemente è stato edito dal Museo permanente della grande guerra di Borgo Valsugana un volume con le foto di Monelli, ed inoltre è stato dato l’avvio ad una mostra itinerante delle foto, partita da Borgo: mostra unica in Italia che per la prima volta ha reso pubbliche quelle foto.

Il libro è un interessantissimo spaccato sulla vita di guerra e di trincea, vissuta in prima persona dall’autore, che dato anche il suo grado di ufficiale poteva permettersi anche delle pause durante i combattimenti.

Paolo Monelli nasce a Fiorano Modenese il 15 luglio 1891. Sebbene esentato dal servizio militare, allo scoppio della guerra fa domanda per diventare ufficiale di fanteria della Milizia Territoriale, specialità alpini. Entra così nel battaglione “Val Cismon”, 265ª compagnia, III plotone. Con il “Val Cismon” partecipa a molte azioni belliche sviluppatesi sul fronte della Valsugana-Alpi di Fassa fino alla primavera del 1917, quando lascia il battaglione per uno dei reparti skiatori in corso di formazione. Dopo un breve periodo passato in valle di Tesino ad addestrare gli alpini all’uso degli ski, passa al nuovo battaglione “Monte Marmolada”, in tempo per partecipare alla sanguinosa battaglia dell’Ortigara del giugno 1917. nei mesi seguenti gli viene assegnata la 301ª compagnia alpina ed ottiene la promozione a capitano. Nel novembre 1917 -sono i giorni di Caporetto- il battaglione di Monelli presidia le posizioni del monte Tondarecar e di Castelgomberto: i suoi uomini si sacrificano nel respingere i continui violenti assalti austriaci ed i pochi superstiti -tra cui Monelli stesso- finiscono prigionieri. Via Trento, il capitano Monelli viene portato dapprima nel castello di Salisburgo e poi a Braunau in Boemia, ad Hart, a Sigmundsherberg: tenta due volte la fuga ma viene ripreso. Alla conclusione del conflitto rimane in Austria con le forze di occupazione del Regio Esercito e rientra in Italia alla fine del 1919. Gli verranno assegnate tre medaglie di bronzo al valor militare per azioni condotte il Valsugana (1916), Ortigara (1916) e sul Tondarecar (1917). Diventerà poi giornalista e collaboratore di numerose testate nazionali ed al contempo scrittore. Si avvicinerà al fascismo, senza però rimanerne entusiasta. Si spegne a Roma il 19 novembre 1984.

Dice di lui Angelo Manaresi, suo conterraneo, amico e collega ai tempi della guerra in Valsugana e sul Cauriol: “Monelli freddo e incaramellato, sottile come un giunco, caustico, mordace, freddurista impenitente, gran conquistatore di donne, partito per il fronte astemio e rapidamente convertitosi ad abbondanti bevute, valorosissimo in combattimento ed impeccabile d’eleganza in riposo, stonato come una campana fessa, ma innamorato dei canti alpini, buon narratore e magnifico scrittore, è oggi fra i giornalisti più noti d’Italia ed il suo libro “Le scarpe al sole” è quello che forse, meglio di ogni altro, interpreta l’anima scarpona della grande guerra…”.

Era un ufficiale sì, ma rimaneva comunque legato ai suoi uomini, con cui condivideva tutto e con cui stringe forti legami affettivi: tutto ciò emerge leggendo il suo libro.

Concludo con le parole di Monelli stesso, prese da considerazioni che scrive negli anni successivi alla fine della guerra: “Nel corso di quella guerra mi sono legato di affetto e di stima a uomini che compivano il loro tremendo dovere con semplicità e con virile coscienza, con lo stesso impegno che avevano portato fino allora nella loro vita di contadini, di minatori, di boscaioli, di emigranti. Ho preziosi ricordi della loro umanità, della loro pazienza, della commovente fiducia che avevano, uomini provati, in me ragazzo che dovevo portarli a morire. È mia ricchezza segreta ed indistruttibile questa esperienza che non vorrei avere avuto”.

Le due foto in allegato ritraggono Monelli durante una pausa dai combattimenti sul Cauriol e i “veci” della compagnia di Monelli, in pausa al rifugio Ottone Brentari di Cima d’Asta.

Ringrazio di cuore Luigi Oss Papot per aver voluto condividere con noi  la sua passione per la storia. Ripeto che sono molto orgogliosa di averlo avuto come alunno, e che alunno! Fra poco sosterrà l’esame di maturità…in bocca al lupo!

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14 commenti
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  1. […] Vai a vedere articolo: LE SCARPE AL SOLE… di Paolo Monelli | Un libro al giorno […]

  2. La storia e le memorie: due interventi maschili ci riportano a questi fondamenti che ci coinvolgono sempre, tutti. Gary si trova di fronte a oggetti che lo catturano, come un’esperienza speciale, commovente e inattesa. Questi sentimenti, profondamente autentici, mi hanno …toccata. Lo stesso succede leggendo le impressioni di Luigi su “Le scarpe al sole” di Paolo Monelli: oltre al ricordo storico , storia recente e “vicina”, ho colto nelle parole di Luigi un rispetto appassionato nei confronti degli uomini che la storia hanno contribuito a fare, una empatia sincera. Ha scelto di riportare per noi alcune parole dell’autore, scritte negli anni successivi alla guerra e anch’io desidero riscrivere l’ultima frase che disvela tutto un vissuto ancora dolente e drammatico, nel suo ricordo :……”E’ mia ricchezza segreta ed indistruttibile questa esperienza che non vorrei avere avuto.” Ringrazio Gary e Luigi per avermi dato queste emozioni.

  3. Ricordo quando Luigi presentò questo libro durante la lezione-conferenza sulla grande guerra che tenne l’anno scorso alla mia terza media. La stessa passione, lo stesso desiderio di trasmettere valori che si stanno, ahimè, sbiadendo, la stessa sensibilità ed empatia verso quei giovani uomini che hanno combattuto per noi, si ritrovano nel suo post.
    Gli alunni lo ascoltavano rapiti e con grande interesse. Bravo Luigi, ricordare per non dimenticare.
    Grazie ancora e dopo la maturità e un doveroso riposo …ci sarà ancora spazio per te!

  4. Vi ringrazio tutti per l’apprezzamento. E’ una bella soddisfazione vedere il proprio lavoro e passione ricompensati ed anche intesi correttamente. Come ho avuto più occasioni di dire, i miei coetanei si disinteressano totalmente a quei valori, ma non solo, anche al semplice racconto di storie ed episodi caratteristici di quel periodo: è in fondo la storia di tutti noi, che non saremmo qui a parlarne se i fatti avessero preso una piega diversa. Ce ne sarebbero di storielle da raccontare contenute nel libro!
    La mia tesi d’esame verterà proprio sulla mia passione con collegamenti poi più generali. Speriamo faccia colpo sulla commissione!
    Verrà dato uno spazio alla mia passione in un libro di prossima uscita (settembre), sulle genealogie perginesi e la loro storia, ricco di immagini che per me come per la gente di buon senso rappresentano un patrimonio inestimabile. E’ stato scritto da un medico in pensione, mio amico d’archivio ma anche fonte inesauribile di conoscenze ed aneddoti sull’intera storia trentina.
    Fortunatamente esiste questo blog ed esistono ancora persone capaci di comprendere il vero motivo di tutto il lavoro. Devo ammettere che più di una volta sono stato vicino al punto di mandare tutto alle ortiche. Per fortuna non l’ho fatto.

  5. In bocca al lupo, Luigi e complimenti per la tua passione sincera. La storia contemporanea piace molto anche a me, il mio pallino è invece la guerra civile spagnola…
    Complimenti anche a Mirna per l’idea delle “ospitate” sul blog… Arricchiscono questa iniziativa già molto bella di per sè….

  6. No, le ortiche no! Mia mamma dice sempre: insisti, persisti, raggiungi, conquisti! Espressione presa da qualche film o libro e che ormai e’ diventata parte del nostro vocabolario. La ricchezza della scena umana e’ data proprio dalla varieta’ di passioni ed informazioni che ci vengono proposte e, anche se sono destinate magari a pochi (io ho costruito una “professione” per pochi “intimi”…), basta una persona che ne comprenda la portata a giustificare tutto il lavoro.
    In merito alla guerra come tematica ahime’ costante della vicenda umana mi colpisce sempre l’aspetto empatico. Quando cioe’ mi calo profondamente nei panni dei soldati e soprattutto quelli in prima linea o nelle trincee, i sentimenti mi travolgono. Il senso della morte imminente e, credo per molti (anche per alcuni idealisti), improvvisamente gratuita, mi annichilisce. E mi meraviglia quante persone ai vertici del potere siano ancora sorde al profondo senso di terrore che l’essere “odiato” e “cacciato” da un simile possa provocare nell’uomo. Grazie Luigi per il tuo lavoro.

  7. Ho sempre apprezzato i commenti di Luigi su questo blog e non posso che confermare la sensazione per quel che riguarda questa presentazione.

    Ho avuto la fortuna di nascere e vivere dopo le due grandi guerre e di non aver così sofferto dei dolori e disagi che inevitabilmente ne sarebbero derivati. Ho comunque sempre amato la storia per cui mi incuriosiscono i racconti che ne fanno riferimento siano essi scritti che orali. Non posso che ringraziare anch’io Luigi, diventato rappresentante di una memoria che forse un po’ alla volta si sta sfaldando e mi auguro anche che, grazie alla sua passione, future generazioni possano non dimenticare.

    In bocca al lupo per il tuo esame!

  8. Ammirevole la passione di Luigi per un tempo, per delle eroiche azioni, per degli uomini valorosi… Immergersi e perdersi nella Storia è uno dei percorsi più nobili per comprendere il nostro Tempo; dando significato e voce al passato che è memoria.
    Grazie per averci reso partecipi delle tue ricerche. Guai a gettarle alle ortiche!

  9. In quanto ex insegnante di lettere come Mirna, mi complimento davvero con Luigi! Anch’io sarei orgogliosa se lo avessi avuto come allievo. Credo sia una persona rara per capacità critica, livello di cultura e maturità!
    E’ sempre molto bello per chi fa o ha fatto il nostro lavoro constatare che non ci eravamo sbagliati sui nostri bravi alunni. Più volte mi è capitato di incontrare qualche mio o mia ex e, constatandone i successi nella carriera post scuola media, di trovarmi a dire proprio esattamente: “Sono orgogliosa di essere stata tua insegnante”.
    Ma a questo proposito voglio fare una precisazione: se gli ex alunni bravi sono motivo di orgoglio, TUTTI gli ex alunni sono carissimi ed è un vero piacere incontrarli. Non so se loro se ne rendono conto, ma sono un pezzo della nostra vita ed è bellissimo quando per strada ci si sente chiamare…”prof!”, ci si volta e si coglie in un viso di giovane uomo o giovane donna l’evoluzione di quel musetto che, diligente o scansafatiche, compìto o scanzonato, organizzato o disordinato, ci guardava dal banco in mezzo a tanti altri musetti.
    Il nostro mestiere è uno dei più belli del mondo.
    Caro Luigi, la grande guerra suscita in me tanti ricordi, indiretti certamente (non sono così vecchia!), ma vivi. E nei miei ricordi trovo qualche patrallelismo tra Paolo Monelli e mio nonno Mario. Anche mio nonno era risultato in un primo tempo rivedibile per debole costituzione, poi chiamato al fronte. Anche lui è partito astemio ed è tornato bevitore (è capitato a tanti…). Non è stato fatto prigioniero, ma se l’è vista brutta con gli Ausriaci quando una notte per punizione (non so cos’avesse combinato) è stato legato ad un palo esposto al fuoco nemico. Il nemico deve aver capito che era un poveretto punito esageratamente e nessuno gli ha sparato, ma a lui per la fifa è venuta l’itterizia! Itterizia che è naturalmente passata in qualche giorno, mentre non gli è mai più passato il vizio del bere. Molti anni più tardi, quando era ormai passata anche la seconda guerra mondiale, noi nipoti lo stuzzicavamo e gli chiedevamo “Ma tu ti eri messo coi fascisti o coi comunisti?” lui rispondeva nel suo dialetto tortonese che qui traduco direttamente “Io non sono nè fascista nè comunista, io sono del partito del bicchiere!”
    Paolo Monelli piaceva molto a mio padre, che leggeva sempre una sua rubrica di linguistica su LA STAMPA di Torino. Spero di non sbagliarmi, ma mi pare propio fosse Paolo Monelli.
    Lupo e balena siano tuoi amici, caro Luigi! E spero di conoscerti, un giorno o l’altro, chissà… tramite la mia amica Mirna…

  10. Grazie infinite a tutti, anche per l’esame: ho già terminato tutti gli scongiuri possibili!
    Ringrazio poi di nuovo tutti per l’apprezzamento. Sarebbe bello che questo gruppo di “commentatori” del blog si trovasse anche di persone, chissà quali discussioni potrebbero saltar fuori…
    In un modo o nell’altro, una volta finiti gli esami, come ha detto la prof Mirna, spero ci sia ancora spazio per delle ospitate sul blog e magari per qualche inedito o poco conosciuto libro o autore.
    A presto!

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