The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society

pubblicato da: admin - 29 Agosto, 2010 @ 6:43 pm

Finalmente mia figlia Stefania, di ritorno dagli States e su suolo italico, contribuisce con un post al blog, la presentazione di un libro letto di fresco sull’aereo e consigliatoci dalla cara amica Linda MacKenzie di Binghamton. Il libro l’avevo letto anch’io in italiano ed e’ delizioso. Ma non sono sicura del titolo italiano, cerchero’ su Internet e vi faro’ sapere!

Immaginate una delle incantevoli isole del canale della Manica; l’invasione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale; la costituzione in circostanze estreme e quasi comiche di un’improbabile e segreta società letteraria sull’isola di Guernsey.

E ora immaginate una giovane scrittrice di Londra – Juliet – diventata famosa con una colonna umoristica sullo Spectator negli anni di guerra: Izzy Bickerstaff va in guerra. Juliet ha due carissimi amici, il suo editore e sua sorella, un appartamento con vista sul Tamigi raso al suolo dai bombardamenti e, da poco, un misterioso ammiratore che le fa avere mazzi di fiori in tutte le tappe della presentazione del suo nuovo libro tratto dai “pezzi” di Izzy Bickerstaff.

L’incontro di questi due mondi – la comunità di Guernsey e la vita di Juliet – si intrecciano a causa (o grazie) a un libro, un libro venduto da Juliet anni prima e venuto in possesso di un abitante dell’isola, Dawsey Adams. Dal momento in cui Dawsey scrive a Juliet comunicandole la sua passione per  Charles Lamb, le vite di molti cambieranno per sempre.

Quale miglior specchio del nostro prezioso blog di un libro che parla di libri e di vite che cambiano attraverso i libri? Juliet si chiede dopo la lettera di Dawsey:

Mi chiedo come il libro sia arrivato a Guernsey.. Forse c’è una segreta forma di istinto domestico nei libri, che li porta ai loro lettori perfetti.

A causa di un maiale nascosto e cucinato di nascosto dai nazisti che occupano l’isola, alcuni abitanti fondano la Società letteraria di Guernsey e della torta di bucce di patate (questa la traduzione letterale…). I soci si trovano una volta in settimana e a turno presentano il libro che hanno letto. Grazie a questo gruppo, persone che non hanno mai visto un libro in vita loro iniziano a leggere Seneca e Shakespeare e a recitarne le massime e i versi.

Le lettere fra i personaggi – Juliet al suo editore e a Dawsey, Juliet al suo misterioso corteggiatore e piano piano tutti i membri della Società Letteraria a Juliet – scorrono veloci. Il romanzo e il suo intreccio emergono attraverso lettere e brevi note piene di humour come quelle fra Juliet e Mark che vuole sposarla:

M: Cara Juliet, non voglio vedere la recita altri che con te. Infatti non me ne frega niente della recita. Sto solo tentando di tirarti fuori da quell’appartamento. Cena? Tè? Cocktails? Barca? Ballo? Scegli e io obbedirò. Sono raramente così docile – non gettare via l’opportunità di migliorare il mio carattere. Tuo, Mark.

J: Caro Mark, vuoi venire con me al British Museum? Ho un appuntamento alla sala di lettura alle 14. Possiamo poi vedere le mummie. Juliet.

M: Al diavolo la sala lettura e le mummie. Vieni a pranzo con me. Mark.

J: consideri questo essere docile?

M: Al diavolo l’essere docile.

Nel 1946, Juliet riceverà lettere da tutti i membri della Società letteraria, preparerà il suo articolo per il Times sull’utilità ed il beneficio della lettura in ogni circostanza e scoprirà la storia affascinante di una comunità a cui tutti noi vorremmo appartenere. Una comunità nutrita dai libri ma pronta all’amore e alla generosità in tempi difficili. Le storie drammatiche degli abitanti di Guernsey all’indomani dell’invasione tedesca emergeranno dalle lettere a Juliet e porteranno la nostra protagonista a voler conoscere di persona questa “isola utopica” di gesti umani e di bellezza.

Ho letto questo piccolo volumetto tutto d’un fiato in aereo tornando a casa. Alla fine ero così triste che ho ricominciato a leggerlo immediatamente e ho riso e sorriso nuovamente dinanzi alla sua grazia, leggerezza e profondità di scrittura. Mary Ann Shaffer, l’autrice, che ha lavorato anni e anni a questo progetto, è putroppo mancata nel 2008 e prima di morire ha chiesto alla nipote Annie Barrows di portare a termine i cambiamenti richiesti dall’editore. Ringrazio Linda MacKenzie che lo aveva consigliato a me e mamma circa un anno fa.

E’ una lettura charmant e commovente al tempo stesso. E’ un libretto che tutti vorremmo avere in casa per i tempi difficili. E’ un libretto che ci ricorda il valore dell’amicizia e della lettura.

SN

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5 commenti
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  1. Sì, è un libro delizioso, da leggere e rileggere.
    Interessante poi ricordare che i Nazisti invasero quest’isoletta nella Manica convinti naturalmente di sbarcare successivamente e facilmente sul suolo della grande Albione.

    Recentemente Linda ci ha scritto che alcuni suoi amici dopo la lettura di questo romanzo sono andati a Guernsey per rendersi conto di persona dell’ambiente.
    Piacerebbe anche a me!
    P.S. Come suggerisce Stefania…anche noi stiamo diventando una Società letteraria!

  2. Ciao Stefania e bentornata!
    Sono andata subito a cercare il titolo italiano di questo libro che è “La società letteraria di Guernsey” e dovrò proprio leggerlo. Infatti mi è sembrato di capire che, oltre che divertente, debba avere anche dei contenuti sicuramente condivisili dai lettori di questo blog come ad esempio l’amore per la parola scritta e chissà che un giorno non si vada tutti insieme a Guernsey!

  3. Ciao Stefania!
    Anche io letto questo libro (in italiano) e lo ho trovato originale, delicato e divertente.
    L’avevo comprato perché.. mi piaceva la copertina! E perché mi commuoveva la morte dell’autrice, avvenuta prima della pubblicazione della sua creatura.
    Però mi aveva lasciato un po’ così il finale, mi era sembrato un po’ forzato…
    ps anche a me era venuta voglia di andare a Guernsey!!!

  4. Cercherò anch’io “La società letteraria di Guernsey” di Mary Ann Shaffer perchè questi tipi di racconto, dove i libri tengono uniti e dove i libri sono vissuti con ammirata ma profonda confidenza, li amo e li cerco. Certo che noi italiani non abbiamo simili esempi che abbondano, invece, nel nord Europa, dove il libro è vissuto con la stessa tranquilla “necessità” di frutta e verdura. O di un fiore fresco, o una piantina verde. O di qualche amico. Gentile Stefania, peccato che il titolo sia stato cambiato, purtroppo l’editoria italiana commette tanti peccati del genere, “La torta di bucce di patata” è davvero bello e dice tante cose del libro, mi sembra, che non il titolo un tantino pataccaro italiano.

  5. Bentornata Stefania con il tuo bel post! Sì, l’idea di Enza è stuzzicante, tutti a Guernsey… non male, davvero! Un bacione…
    ps, concordo con Camilla, nel nord Europa ( ho un’amica chirurgo in Svezia) abbondano gruppi di lettura, anche conviviali. La mia amica ne è parte e mi dà sempre bei consigli. Il libro di cui ci racconta Stefy l’ho proprio conosciuto ( ma non letto fin’ora) ad una seduta di un gruppo di lettura a cui ero stata invitata da una collega ( che per ragioni familiari e di tempo purtroppo non lo frequenta più). Ci eravamo trovate a Villa S. Ignazio ed era stata proprio una bella serata…