LA FILOSOFIA DELLA SARDINA, di Robert Hughes

pubblicato da: admin - 30 Agosto, 2010 @ 8:49 pm

Fino a quest’ora, e sono le 20,30, temevo di non riuscire a mantenere il ritmo del libro quotidiano perchè il Pc e la chiavetta sembravano esausti,ma fortunatamente…un’impennata ed io posso scrivere !

Mi piace l’idea di “società letteraria” in questo scrivere e leggere di libri. Proprio ieri la mia nipote ligure Fla’, che si trovava a Borzonasca per alcuni giorni  (lei abita in Valtellina ora) mi ha detto che sta leggendo con piacere “Maximum City”, presentato da Riccardo.

E sempre  ieri, Aurelia, ha mandato questo commento su “La pianista bambina”:
Ho finito oggi di leggere la stupenda storia delle due sorelle pianiste
Zhanna e Frina: non ho le parole giuste per dire quanto mi è piaciuto.
Credevo di conoscere molto sulla Shoah, questo libro mi ha dimostrato
quanto ci sia ancora da sapere. Grazie all’autore e grazie alla
testimonianza delle due meravigliose pianiste.

 Ma rieccomi in prima persona dopo alcune giornate dedicate ai  post di cari amici e figlia.

Siamo già alla fine di agosto e per me alla fine di un periodo di isolamento durante i quali ho vissuto  momenti di malinconia, di tranquillità ed altri di pienezza estiva, grazie a questo mio giardino montaliano, alle passeggiate, al mare, agli amici del blog e a quelli (pochi) in carne e ossa.

Ma soprattutto giorni di pensieri, di riflessioni. Ecco dunque che “Le riflessioni di un pescatore mediocre” che fa da sottotitolo a questo apparentemente lieve libretto giallo mi sembrano appropriate al mio post quotidiano.

Robert Hughes  ci  racconta che la cattura di un tarpone atlantico o la visione di un marlin che corre sul pelo dell’acqua possono essere esperienze indimenticabili.

“La pesca è molto più che una passione, è una filosofia di vita, un modo speciale per entrare in contatto con se stessi e con il mondo. Il rapporto tra l’uomo e il pesce è un’attrazione fatale dietro cui si nasconde il grande legame con la natura e la fascinazione profonda del mare”

Come non pensare a Capitan Akab di “Moby Dick?” O a “Il vecchio e il mare “di Hemingway? Da sempre il mistero del mare ha alimentato la nostra fantasia. La superficie acquea era il limite della razionalità, mentre la profondità degli abissi sono stati  da sempre paragonati alle nostre inconsce paure, a un ricettacolo di demoni e mostri. L’archetipo biblico è il Leviatano. Verso il Cinquecento si sono moltiplicati e trasformati in indicibili orrori come ci racconta Edmund Spenser ne “La regina delle fate” E come non pensare alla “Ballata dell’antico marinaio” di Coleridge dove in un mare immoto vivono immersi accanto al veliero deformi figure marine?

Ma non solo citazioni o suggerimenti letterari in questo libro, ci sono anche molti ricordi personali  e aneddoti coloriti dedicati alla pésca, descrizioni naturalistiche e soprattutto “risvolti, implicazioni e significati di questa antichissima attività”.

Attività che si svolge perlopiù in solitudine e quindi permette ai pensieri di espandersi, indi raccogliersi e concentrarsi, insomma  di “filosofare”.

E’ quello che è accaduto a me in questo mese, “costretta” per scelta a un intenso, e spero, proficuo lavoro sulle mie future decisioni.

In fondo ognuno di noi ha un luogo o un tempo privilegiati per entrare in contatto con se stessi…chi ci riesce trovandosi a tu per tu con un pesce, altri nel silenzio di un giardino profumato, chi  – potrebbe essere - tra la folla, oppure nel silenzio del proprio salotto o  nello spazio metafisico della musica…o anche entrando ed uscendo dalle pagine di un libro…

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  1. […] Fonte: LA FILOSOFIA DELLA SARDINA, di Robert Hughes | Un libro al giorno […]

  2. Carissima Mirna, forse sei già uscita dal tuo dolce esilio e dalle tue, elegantissime, malinconie. A modo mio , mi sento sempre in trincea, con questi miei libri tanto amati, con questo mio bisogno di leggere cose “mai viste” (da me ovviamente), di correre col pensiero dietro a chi racconta cose nuove. Mi sembra proprio che stiano succedendo cose nuove e belle nel mondo del romanzo. Scrittori pieni di energia , capaci del passo lungo della narazione romanzesca , una fioritura di talenti , un nuovo paesaggio letterario. Ed ecco Bolano, e Enrique Vila-Matas. Per non parlare di Doctorow , ora ultraottantenne ma straordinariamente classico e contemporaneo, e pieno di energia per dire qualunque cosa.Ed ecco un manipolo di donne pronte a rinnovare il grande romanzo, con una maestria e un’arte lucenti, ci regala romanzi come arazzi.Dopo “Amy e Izabelle e Olive Kitteridge , bellissimi, si è potuto leggere (tutto di Fazi) il suo libro più bello “Resta con me”. Non ho più dubbi, Elizabeth Strout sta rigovernando la casa del romanzo e del realismo americano. E mi viene da nominare l’indiana Kiran Desai, con “gli eredi della sconfitta”, e Marie NDyaje, Francese-africana, con ” tre donne forti”. e altre voci “nuove” e potenti . Insomma, andrò a Sarzana,(festival della mente) ad ascoltare Enrique Vila-Matas (uno dei più grandi scrittori del mondo) che parlerà del “lettore intelligente” e che dice “io scrivo per una grande minoranza”). E potrò incontrare di nuovo il mio scrittore preferito in assoluto, John Banville, che parlerà della BELLEZZA.E mi sarebbe piaciuto andarci con te, cara Mirna, lettrice intelligentissima.

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