I SOGNI PERDUTI DELLE SORELLE BRONTE, di Syrie James

pubblicato da: admin - 7 Settembre, 2010 @ 6:38 pm

scansione0002Pomeriggio piovoso nel quale ci si rifugia in un libro conforto. Che cosa meglio che entrare nella vita di Charlotte Brontè e delle sue sorelle Emily ed Ann? Tornare nella loro casa nella brughiera e leggere di incontri, viaggi, lavoro,  famiglia e, soprattutto, di come è iniziata la grande avventura della scrittura.

Syrie James ci presenta questa sua opera come un diario segreto tenuto da Charlotte. Il diario non esiste, ma esistono documenti, lettere alle quali la James  ha attinto meticolosamente. Ciò che leggiamo quindi è vero, ma presentato con la voce narrante della creatrice  di “Jane Eyre”. Riusciamo ad entrare nei suoi penseri, ricordi e  segreti più nascosti..  

Mi è stato donato da Renata che mi conosce bene. Ed ecco la prima riflessione: di quanti possiamo dire che ci conoscono profondamente? Io posso dirlo di mia figlia, di qualche amica sebbene anch’esse non sapranno mai fino in fondo chi sono. Talvolta non lo so neppure io. 

So per certo che questo tipo di letture mi allieta, mi arricchisce, mi interessa.

A tett” diceva mia madre quando una cosa le dava un immenso  piacere. E’ un’espressione  dialettale che significa pieno benessere come quando si succhiava il latte materno.

“La vita di Charlotte è così affascinante che sono riuscita a narrarla basandomi quasi esclusivamente sui fatti” ci dice Syrie James che è stata ovviamente nello Yorkshire, al Museo di Haworth dove ha potuto visionare tutti i manoscritti della famiglia Brontè e dove ha visto  i vestiti di Charlotte, quelli pronti per un suo matrimonio. Eh, sì perchè Charlotte che ricevette quattro proposte di matrimonio forse sposò alla fine il reverendo Arthur Bell Nicholls, coadiutore del padre…

Il diario segreto di Charlotte inizia così ” Ho ricevuto una proposta di matrimonio….Chi è quest’uomo che osa chiedere la mia mano?…Come diavolo ha fatto, mi domando, a sfuggirmi così di mano la situazione? Ho scritto delle gioie dell’amore. A lungo nel mio cuore, ho sognato di legarmi intimamente a un uomo; ogni Jane credo, merita il suo Rochester…o no? Eppure da tempo avevo perso ogni speranza di provare quell’esperienza in vita mia. Al suo posto mi sono dedicata alla mia professione e ora che l’ho trovata dovrei abbandonarla? E’ possibile che una donna si doni completamente sia a un lavoro sia a un uomo? Possono la sua mente e il suo spirito coesistere in pace? Così dev’essere, perchè la vera felicità, ne sono sicura, non la si può raggiungere in altro modo.”

Un’altra riflessione attuale ancor oggi!

Dopo questo incipit si ritorna al  21 aprile 1845,  quando Charlotte compie 29 anni.  Nel resoconto giornaliero conosciamo meglio la sua famiglia, il padre che sta diventando cieco e che ha bisogno di un aiuto per dirigere la canonica, di Emily che scrive poesie stupende in segreto, di Ann che sta per tornare dal suo lavoro di isitutrice e del fratello Branwell già schiavo dell’alcool e dell’oppio.

Presto incontreremo il giovane reverendo Nicholls,  irlandese come il padre, (Brontè è una storpiatura del cognome irlandese Brunty) che susciterà irritazione per le sue idee maschiliste. Ci viene raccontato  di un pranzo durante il quale si svolge un’ accesa discussione  sulla differenza uomo-donna.  Un ospite, un altro reverendo,  si appella alle teorie di Alexander Walker : “ L‘uomo possedendo facoltà dialettiche, potenza muscolare e il coraggio di impiegarla, ha i requisiti per essere un protettore; mentre la donna essendo poco incline al ragionamento, debole e timida, richiede protezione. Stando così le cose, l’uomo per natura comanda, la donna per natura obbedisce.”  (Tratto dalla trilogia del fisiologo scozzese Alexander Walker sulla donna “Woman”, 1840). !!!

Naturalmente Charlotte ed Emily sono furenti, tanto che lasciano la sala da pranzo.

Tutti in famiglia scrivono, anche il fratello che ha già pubblicato alcune poesie.  Per Charlotte vivere un giorno senza mettere qualcosa di nero sul bianco è una vera tortura per l’anima.  Finalmente le sorelle decideranno di pubblicare un libretto di loro poesie e di mettersi tutte e tre a scrivere un romanzo. Sappiamo già di “Cime Temnpestose” di Emily, di “Agnes Grey di Ann” e delle opere di Charlotte. Molto di quello che scrivono ovviamente si riferisce ad avvenimenti, ricordi, suggestioni autobiografiche.

Quando Charlotte è in visita ad una ex-amica di collegio va a prendere il tè al castello degli Eyre.  ” Mentre scendevamo, dopo la visita al tetto merlato, passammo davanti a una pesante porta di legno che, ci spiegò il giovane padrone di casa, conduceva agli appartamenti della servitù all’ultimo piano. – Si dice, – ci raccontò, – che la prima padrona di North Less Hall fu rinchiusa là sopra in  una stanza imbottita perchè era diventata matta. Dicono che morì in un incendio-” Che storia fantastica, pensai. ”

Presto sarebbe nata Jane Eyre.

 Eyre dalla famiglia del grande maniero, Jane perchè era il secondo nome dell’amatissima sorella Emily.

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10 commenti
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  1. Tutta presa dal fervore romantico delle Bronte ho dimenticato di anticipare il post di domani che sarà presentato da Riccardo e …dal suo gatto Dorian!
    E a proposito di gatti, se volete, ci sono altri due commenti al libretto di cui ho scritto alcuni giorni fa “Angeli a quattro zampe.”
    Colgo l’occasione per invitare Camilla a commentarci un libro del suo amatissimo John Banville, autore che io ancora non conosco.
    Aspetto anche da Maria Teresa ciò che ha promesso.
    E naturalmente tutti i visitatori del blog possono partecipare a questo Circolo letterario virtuale che ci dà mille e una suggestione di lettura e di riflessione sulla nostra vita.

  2. La conoscenza di sé spesso rimane un mistero. Tuttora non riesco a dire: “Io avrei fatto (mi sarei comportata) così”, forse solo gli altri riescono a vederci come realmente siamo, ma penso anche che gli altri non siano sempre i più validi osservatori. Solo chi ci vuole bene forse sa capire e tollerare: ambiti molto vicini al conoscere.
    Bella questa riflessione suscitata dalla storia delle tre sorelle, vissute in un periodo e in luoghi lontani dai nostri, quando cioè esistevano pregiudizi nei confronti delle donne, a cui era chiesto di non pensare (troppo). Leggevo infatti che, per questo motivo, avevano firmato i loro scritti con degli pseudonimi. Chi l’avrebbe detto che sarebbero diventati, come dice Mirna, di conforto, per cuori appassionati di donne di tutti i tempi?

  3. E anche, assieme a Jane Austen, hanno creato i personaggi maschili piu’ affascinanti, interessanti e sensibili di tutti i tempi, l’uomo “perfetto” per una donna.
    Le donne che hanno deciso di dedicarsi totalmente (ed esclusivamente) alla loro passione (che non sia la religione) sono di frequente viste con sospetto, perfino oggi. Ma all’epoca (e anche oggi) sono state capaci dello stesso impeto creativo di un uomo, forse ancora piu’ forte perche’ strappato a mille ostacoli.
    Spero di riuscire a leggere presto questo libro assieme a “Agnes Grey” e ad una rilettura di “Cime Tempestose” e “Jane Eyre.” Non ha neanche piu’ senso chiamare questi romanzi “letteratura femminile,” sono classici e basta!!!
    PS IL dipinto in copertina… e’ di un preraffaelita? bellissimo..

  4. Hai proprio indovinato, infatti ho fatto una ricerca e ho scoperto che il dipinto è di John William Waterhouse (Roma, 6 aprile 1849 – Londra, 10 febbraio 1917), che fu un pittore britannico di epoca vittoriana appartenente alle ultime manifestazioni dello stile dei preraffaelliti. È noto soprattutto per i suoi soggetti mitologici e per le protagoniste femminili dei suoi dipinti, incarnazioni di grazia o donne fatali. Sono d’accordo sul fatto che ormai le Bronte con la Austen si debbano annoverare fra i classici. Devo però ancora leggere “Agnes Grey”…oltre a molto altro!

  5. James A. Froude~ You cannot dream yourself into a character you must hammer and forge yourself one.

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