MAI SENZA MIA FIGLIA, di Betty Mahmoody e William Hofer

pubblicato da: admin - 21 Ottobre, 2010 @ 6:29 pm

imm[1]Sono contenta di lasciare lo spazio a Riccardo per una storia autobiografica forte,avventurosa e  drammatica, ma anche per conoscere la sua interessante esperienza di lavoro in Iran.

Sono inoltre lusingata per il plaudo alle donne con il quale Riccardo chiude il post.  E fa bene….da poco è diventato nonno di …una donna con la D maiuscola!

 Una storia vera

Sperling & Kupfer Ed., 1993

Pagine 391, €10,50

 

Avevo visto il film. Ora, in un giorno, dopo anni, ho letto il libro. E’ un giallo “vero”: Una cittadina USA sposa un medico iraniano ormai americanizzato. Con la caduta dello Scià, l’uomo si trasforma, diventa quasi un fondamentalista, di fatto rapisce moglie e figlia e le rende prigioniere a Teheran, da dove esse riescono, dopo 18 mesi di sofferenze, a fuggire. Questa la storia, d’altra parte molti di voi la conoscevano già. Raccontato in prima persona, sorprende come Betty sia riuscita a ricordare nomi, fatti, circostanze … e certo, a suo tempo, non disponeva di blocco notes né tanto meno di computer …

Ognuno di noi ormai conosce l’esito – per fortuna felice – della vicenda. Tuttavia il racconto vi tiene con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.

Sono stato a Teheran, quando ancora c’era lo Scià, anzi, lo Sciansià, il Re dei Re, per circa un mese, per lavoro. La città si stende, da su a nord, per circa 50 km, dall’altitudine di circa 300 metri della zona sud, quella del mercato (bazar, bellissimo!), sino ai 2.500 metri della zona residenziale più ricca, quella nella quale vi era – fra le altre – la residenza (fortificata) di Reza Palhavi, la cui effige era dovunque, in qualunque atteggiamento, come talvolta capita qui da noi di vedere le effigi di qualche nostro politico in occasione dei turni elettorali …

Più a nord, in lontananza, montagne di oltre 6.000 metri che separano la città dal Mar Caspio, innevate anche in estate. Nel suo libro Betty cita i rigagnoli d’acqua che spesso scorrono ai lati delle strade cittadine, acqua in cui e di cui si fa di tutto … Confermo!

Traffico caotico, prezzi pazzi: ristoranti quasi gratuiti (per le nostre tasche di europei), vestiario occidentale costosissimo. Vivevo negli Hotel, che poi erano anche il mio ufficio e lavoravo all’interno dei tempi assolutamente dilatati degli Iraniani: giornate intere per riuscire a spedire un telex (all’epoca non c’era internet).

All’epoca (del mio soggiorno) inquadravi l’etnia di una persona dal saluto: salaam (araba o iraniana, che poi sono due cose diverse), shalom (ebraica), salaamelek (turca). Oggi shalom è vietato.

Feci amicizia con Michele Cazzato e Luciana Serra, rispettivamente direttore del teatro imperiale e soprano, liguri entrambi come me. Potei assistere ad alcune opere liriche (ricordo “L’elisir d’amore”).

Le donne locali, alcune con il velo, altre no. Le occidentali assolutamente libere di vestirsi. Gli Iraniani se le mangiavano con gli occhi, le nostre! Non ricordo di aver mai trovato uno di loro che si scandalizzasse per i loro corpi in buona misura scoperti in quanto l’abbigliamento estivo della stagione lasciava molto vedere e intravedere. Anzi! Sono gli stessi uomini che dopo la rivoluzione komehinista, hanno imposto alle donne il “coprifuoco” anche nell’abbigliamento … una rivoluzione nella quale a rimetterci maggiormente sono state le donne e non solo o soprattutto per l’abbigliamento!

Gli occidentali all’epoca fornivano – fra l’altro – armi, ma mantenevano il controllo delle loro parti di ricambio strategiche (indispensabili e insostituibili). Ricordo poi l’enorme grattacielo del ministero dell’agricoltura, i cui numerosi piani erano letteralmente stipati di computer di una notissima marca, tutti imballati nel cellofan e mai attivati! Come pure le montagne di cemento sui moli del porto di Bardar Abas, ormai solidificate per la pioggia che era stato consentito cadesse loro addosso! Peccato …

Peccato, per tutto ciò … tuttavia peccato soprattutto perchè si sta nascondendo ai nostri occhi un immenso patrimonio di arte, storia, cultura. Infatti l’Iran è un grande Paese proprio per gli immensi tesori che ancora possiede. E non sto pensando al petrolio!

Termino qui con una nota: libri che narrano di vicende o luoghi che “ricomprendono” pezzi della nostra vita, ovviamente ci catturano particolarmente. Sarà un caso, ma in questi giorni io ne ho “incontrati” ben due: “Eva Dorme” della Melandri e questo qui sopra. Entrambi scritti da Donne con la D maiuscola. Viva le Donne!

 

Riccardo Lucatti

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15 commenti
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  1. Congratulazioni a nonno e nonna! Bellissimo il racconto del periodo a Teheran…
    Buona serata e W le donne allora!

  2. Grazie per la citazione! Infatti … questa mattina alle 09,57 è nata Sara, la mia prima nipote! Kg. 3,180 mora come la mamma Valentina – bravissima nel farla nascere in poche ore – bimba con gambe lughe come mamma e papà Daniele.
    E complimenti a mamma Vale, papà Dani e a benvenuta a Sara!

    Tornando al libro, non è un romanzo: è la cronaca vera di una sopraffazione, per fortuna sconfitta dalla forza e dall’amore di una mamma per la sua figlioletta.

    Ringrazio Mirna: il suo blog ci sprona a leggere, a dialogare, a raccontarci … e vi pare poco? E’ il nostro “facebook” privato.

  3. Come ti amerà questa nipotina Sara, caro Riccardo. Ti amerà di specialissimo amore, ti vorrà vicino, la farai felice: conoscerai i suoi giochi, ti farà fare l’eroe delle sue fantasie e tu lo sarai. Un tipo di amore ancora inimmaginabile sta già fiorendo tra voi due. A tutti un mio pensiero affettuoso.
    Sono molto curiosa dei tuoi post, ovviamente. Mi picerebbe molto sapere cosa pensi di “Eva dorme” Fuor di letteratura, io l’ho trovato molto interessante, specialmente per noi trentini e italiani in genere. Anche se si sa tutto della storia relativa al Sud Tirolo, rivederla indossata da bambini, da giovani e meno giovani, dare volti e pensieri e sentimenti e nomi propri fa vivere in modo empatico e, quindi, fa comprendere, finalmente, che siamo davvero tutti talmente simili !
    Ancora un augurio a te e a tua moglie da una veterana della nonnità.

  4. p.s. facebook non permette dialoghi. é come cercare un posticino sulla spiaggia a ferragosto a Rimini. ciao ciao

  5. Che coraggio questa donna… grazie Riccardo della tua scelta, parlare delle storie di “ordinario eroismo” da parte di donne fa del gran bene alla societa’. Ne abbiamo bisogno.
    E complimenti ai neo-nonni!

  6. Forza, coraggio e determinazione, Donna esempio, grazie Riccardo…. per fare il tifo per noi!!!!!
    MIKI

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