JANUZ KORCZAK, e l'amore assoluto per i bambini

pubblicato da: admin - 27 Dicembre, 2010 @ 8:49 pm

200px-Janusz_Korczak[1]Quante persone si sono sacrificati con amore per gli altri! Non potremo mai conoscerle e ricordarle tutte.

Ma la vita e il lavoro  di Janusz Korczak si possono leggere  in molti testi.  Ebreo polacco, medico , scrittore, educatore, è il responsabile di un orfanotrofio in cui accoglie e cura, a Varsavia, circa 200 bambini. Durante l’invasione nazista della Polonia è costretto a trasferire la sua Casa degli orfani all’interno del ghetto, dove comunque prosegue nel suo operato. Qualche tempo dopo, il 6 agosto 1942, dovrà scortare i suoi bambini, ignari, fino al campo di concentramento di Treblinka, dove morirà insieme a loro.

Questi i brevi cenni biografici, ma la sua vita e il suo operato , la sua umanità sorridente, luminosa e soprattutto il suo amore e il rispetto per i bambini li troviamo raccontati magistralmente in un prezioso libretto di Anna T.Rella Cornacchia che io studiai per un esame di pedagogia.

Che scoperta, che emozione, che lacrime per quest’uomo fuor del comune!

 Korczak è un precursore nel campo dell’ educazione e della letteratura per bambini. Egli affronta con coraggio argomenti e problematiche educative innovative ed importanti.  “La democrazia deve essere appresa daccapo in ciascuna generazione” è il suo messaggio principale ” e va quindi posta in termini di autoeducazione; anche perchè il bambino sente la costrizione, soffre per questi vincoli, anela alla libertà…ma non la troverà…Non possiamo dare al bambino la libertà finchè noi siamo in ceppi.”

Il suo vero nome è Henry Goldszmit, nasce nel 1878 da famiglia agiata. Sceglie, meditando, il suo ebraismo. Altruistico, sogna un’infanzia felice per tutti. Scrive “Il nodo Gordiano” firmandosi Janusz Korczak, nome di un suo eroe letterario. Lavora gratuitamente nelle biblioteche e inizia il suo speciale “dialogo” con i bambini di ogni ceto sociale insegnando loro l’importanza della lettura.

Egli spiega che  il bambino è considerato NIENTE, non ha nessun DIRITTO. Gli si dà qualcosa solo per benevolenza. Quanti bambini hanno sofferto segretamente nell’infanzia! Pensiamo dunque  ai patimenti fisici e psicologici dei poverissimi bambini dei bassifondi di Varsavia che Korczak visita spesso con amici sociologi e psicologi. Nel 1901 scrive “Ragazzi di strada” per denunciare le problematiche dei bambini mal curati.

Diventa pediatra nel 1905. Scrive trattati, articoli, novelle ed anche poesie.  Studia sociologia e psicologia. Dice che occorre apprezzare il bambino per quello che è e non per l’uomo che diventerà.

Il suo grande progetto di vita diventa “La casa degli orfani” dove si attuano i principi pedagogici e sociologici volti a soddisfare i bisogni dei bambini, con particolare riguardo alla suddivisione degli spazi per le diverse attività sia personali che di gruppo. Darà ad ognuno di loro un “pezzetto di mondo da autogestire”. Dichiara “Non sono essi gli schiavi più antichi?”

L’inaugurazione ufficiale della Casa degli Orfani che ospita non solo orfani, ma anche bambini con particolari difficoltà e in stato di semiabbandono avviene il 27 febbraio 1913.

Durante molti anni ho letto dozzine di libri interessanti sull’infanzia.” scrive Korczak . Ora leggo bambini interessanti. Leggo lo stesso bambino una volta, due volte, una terza volta, una decima volta e non so ancora tutto, perchè un bambino è un mondo intero grande e vasto che esiste da sempre ed esisterà sempre.”

Dopo l’invasione della Polonia da parte dei Nazisti viene invitato da amici  ripetutatemente a lasciare l’orfanotrofio situato nel ghetto. Korczak si rifiuta categoriacamente e seguirà fino alla fine i suoi 200  bambini nel campo di concentramento di Treblinka dove morirà con  loro.

 Una persona meravigliosa.

Un libro stupendo, non solo di pedagoglia, ma di grandissima umanità.

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5 commenti
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  1. Il bambino, il Bambino … quanto grande può essere, quanto grande è!
    In sè ha tutto il bene del mondo, e nessun male.
    Guardando la mia neo prima nipotina, come già ho scritto, mi vien da dire:”Sei un miracolo”. Ebbene, a mio avviso nulla giustifica il sacrificio anche di una sola vita, tanto più di una vita “in credito”, cioè quella di un bambino. Essa vale molto, molto di più di qualsiasi altro (pseufdo) valore (rectius, cosidetto valore) umano: potere, denaro, difesa della razza … poi!
    Oggi il mondo si occupa ancora troppo marginalmente dei bambini che soffrono, forse perchè ancora non votano? O forse perchè molti di loro sono lontani (o li “teniamo” lontani) da noi e quindi, “lontano dagli occhi lontano dal cuore”?
    Il libro di oggi mi ricorda, per certi aspetti, gli eventi narrati da Enrico Deaglio (compagno di scuola di mio cognato Franco Perasso) in La banalità del bene (da cui il film su Perlasca interpretato da Luca Zingaretti).

  2. Che meraviglia di persona, che grande insegnamento, che coraggio e che rispetto. Le migliori doti di un essere umano. Le tragedie rivelano la grande umanità.
    In particolare mi ha colpito del suo insegnamento “Non possiamo dare al bambino la libertà finchè noi siamo in ceppi”. Finchè ci sono dei nodi non si può insegnare liberamente, e men che meno aiutare l’altro a “sbrogliarsi”. Quindi l’educatore deve fare un grande e preventivo lavoro su di sè.
    Grazie per questo post!

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