I PONTI DI MADISON COUNTY, dal libro al film

pubblicato da: admin - 6 Gennaio, 2011 @ 8:46 pm

cop[4]gosford_03[1]Di che cosa scrivere oggi, dopo i  bellissimi e lusinghieri  commenti  che avete fatto al mio post su Banville?

Già qualcosa mi serpeggiava stamattina mentre bevevo il caffè. Ripensavo al film visto ieri sera “Gosford Park”. Ma non è stato tratto da un romanzo. E per ora fino al giorno della fine della  mia sfida “un libro al giorno” devo parlare di un libro.

 Poi, come suggerisce Raffaella, mi piacerebbe ampliare le nostre riflessioni anche al cinema o ad altre forme d’arte che  potranno suggerire nuovi pensieri esistenziali  da condividere…

Ed ecco che  proprio ora,  mentre stro scrivendo,  la Tv trasmette  il  romantico film  “I Ponti di Madison County” tratto dall’omonimo romanzo  di  Robert James Waller che  io lessi  durante un’estate di tanti anni fa. Credo di saperlo a memoria: la storia d’amore tra Francesca sposata ad un agricoltore della Iowa e Robert Kinkaid, fotografo del National  Geographic Magazine, è una storia che fa sognare. Un amore che dura soltanto cinque giorni ma che è intenso e perfetto. Un amore utopico. O forse no?  Dolcezze reciproche, rimpianti di non essersi incontrati prima, consapevolezza che loro due sarebbero state le perfette due mezze mele. Ma il senso del dovere, l’amore per i figli e la tenerezza per un buon marito faranno sì che Francesca rinunci al suo Sogno.  Lo racconta però  in un diario che verrà scoperto, dopo la sua morte, dai figli. E’ ciò che lei desiderava: che la  sua storia del Grande Amore  venisse finalmente riconosciuta come parte di se stessa.

Ricordo che fu Bruna, la mia amica più “grande” a prestarmi il romanzo ed insieme sulla sua terrazza ligure  piena di fiori e farfalle, sorseggiando la sua bevanda al sambuco, parlavamo dell’amore romantico così perfetto da sembrarci una chimera.

Se poi in quei giorni  mi capitava di discutere con Piero gli dicevo arrabbiata ” Vorrei tu fossi come  Robert Kinkaid!” . E lui mi guardava stupito con i suoi profondi occhi da principe arabo e senz’altro avrà pensato che in quel momento agisse in me “il gemello scemo” ( Sono del segno dei Gemelli)!

Il film è struggente, fa piangere come il libro, gli attori  sono superbi. Meryl Streep e Clint Eastwood, un po’ appassito, ma sempre intrigante.

 In realtà volevo parlare di “Gosford Park” ,un film del 2001 diretto da Robert Altman che si ispira al romanzo giallo  deduttivo della tradizione inglese,  la parte dell’omicidio sembra tratta da un romanzo di Agatha Christie. Ma  la storia è  nel complesso una denuncia  del rigido sistema di classi dell’Inghilterra inizio Novecento.

Siamo in una bellissima villa della campagna inglese esattamente nel 1932 quando i proprietari invitano per una battuta di caccia moltissimi ospiti con le loro cameriere e valletti personali.

L’intreccio svela  intrighi e relazioni  sessuali  anche fra nobiltà e servitù. Compare persino un personaggio realmente esistito, l’attore Ivor Novello.

Film bellissimo, ma amaro e che fa ribollire di sdegno chi desidera (e desidera ancora invano) l’uguaglianza.

I ruoli sociali inglesi dell’epoca, in questa descrizione di  inizio declino dell’impero britannico, sono oggigiorno  finalmente  scomparsi?

 I privilegi ostentati per cui c’è bisogno per sentiri fortunati e “migliori” di avere vicino persone subordinate da vessare  mi fanno ribollire.

Le nobili e ricche dame che si fanno servire il tè in macchina dalla piccola cameriera che per questo rimane sotto la pioggia scrosciante mi fa andare su tutte le furie. E qual è il discorso predominante di tali “Gentildonne”? Proprio la Servitù.

Stamattina durante la Rassegna stampa di Radio Tre sentivo chiedere dov’era, se mai c’è stata, la famosa Uguaglianza…

 

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3 commenti
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  1. Carissima, che bello I ponti di Madison County…Uno dei film più romantici e delicati che abbia mai visto… E mi aggiungo anche io al coro delle ammiratrici/ tori ( troppo pochi gli uomini anche se Riccardo è un grande e vale per due, tre… ma Luigi, dove sei? ) delle tue ” recensioni”. Che non sono mere frasi di critica letteraria, ma vengono davvero dal cuore…E come scrivi bene… Davvero… Un bacione a tutti,stacco, se tutto va bene, per un paio di giorni 🙂

  2. E sarebbe un film magnifico (almeno la prima parte, che sto leggendo con l’espressione di ezechiele lupo di fronte ai tre porcellini) se un regista, un Bergman – ricordate Fanny e Alexandre? – o qualcuno bravo , facesse un film tratto dalla “Famiglia Aubrey”. All’inizio del novecento una famiglia estrosa e sempre senza soldi, unica,anticonformista e originalissima, eppure mi sembra di esserci vissuta dentro, di aver provato quelle ineffabili gioie di bambina di fronte a Clare, la mamma, agli altri bambini, due sorelle e un fratellino, Una mamma fata, triste, spesso triste, e tuttavia indomita e magnifica, nel dare ai suoi figli un’esistenza d’arte e di luce.una famiglia spettacolare, con papà delizioso o insopportabile, autodistruttivo e la mamma , creatura liberty, E’ la musica la trama dell’educazione dove Clare ricama la loro crescita,con esercizi quotidiani e fantastici al pianoforte e canti e infinite, incantevoli rappresentazioni. Ma sono appena a metà del primo dei tre libri. e, per ora c’è anche la meraviglia dell’infanzia. Carissimi vi saluto .

  3. Vorrei solo ricordare che a fine ‘800 era di moda, a Londra, poter offrire il “primo tè” cioè quello del nuovo raccolto arrivato con il primo clipper (velocissimi vascelli a vela!), tè che veniva coltivato in India dagli schiavi che però venivano pudicamente chiamati coolies, sorseggiato in un’Europa (GB in testa) che pareggiava la sua bilancia dei pagamenti con l’Oriente vendendole l’oppio coltivato dagli stessi coolies nei campi adiacenti a quelli del tè. Ciò fino a quando la Cina vietò l’importazione di tale droga ed allora, cosa volete, fummo costretti a muoverle due guerre, le due guerre dell’oppio.
    Tutto questo naccadde un po’ prima del 1932, ma non molto prima, ed allora perdonedere questo “ponte” storico che mi sono permesso di lanciare fra l’altro ieri, l’ieri, l’oggi ed il prossimo domani …