UCCELLINO DEL PARADISO, di Joyce Carol Oates

pubblicato da: admin - 30 Giugno, 2011 @ 10:23 pm

scansione0005Durante la lettura di questo straordinario romanzo della Oates mi sono sentita avvolta da una cappa di piombo. Dicevo fra me e me che avrei avuto ben poco da raccontare su di esso tanto mi sembrava che la vita dei protagonisti fosse infelice, infelice, quasi senza speranza, per cui mi sentivo ammutolita. Ma ripensando alla voce della prima protagonista narrante, la dolce e  timida Krista Diehl ho trovato il suo  caparbio  filo vitale  per andare avanti  se non altro nel raggiungimento di una piena consapevolezza di sè e  degli accadimenti drammatici  vissuti.

La biondissima e  tenera Krista che vive in quello stato di New York così freddo e cupo  – e guarda caso proprio a Sparta, una città dove la virilità violenta sembra essere la caratteristica predominante – è percorsa da una travolgente sensualità. E’ un’adolescente “innamorata ” del  padre come nella più ortodossa teoria psicoanalitica freudiana. Rifugge dagli abbracci e dall’ampio seno della madre, “gommoso” “spugnoso”, rifiutando il conforto perchè desidera soltanto l’abbraccio e  lo sguardo di approvazione del padre. Il suo odore, quell’odore di maschio dominante e severo  la “eccita” come se andasse sulle montagne russe. Teme le reazioni del padre, ma vuole disperatamente essere amata da lui. 

Nonostante “il guaio” che accade alla sua famiglia - il padre fortemente sospettato  di aver ucciso l’ amante e  la tragedia che incomberà su tutti -Krista vorrebbe solo lui .

  ” E si sentiva quell’odore per me così struggente, legato al ricordo di mio padre, del suo mondo, odore di birra, di tabacco, un sentore quasi impercettibile di sudore maschile, forse di inquietudine , di angoscia.”

E il suo primo e unico amore ricalcherà l’ideale maschile paterno. E’ Aaron il figlio di Zoe – l’amante uccisa forse da Diehl forse dal  marito –  un ragazzo mezzosangue,  bello e problematico. Tenero e  crudele anch’egli proverà uno strano sentimento verso Krista, ma  i due si ritroveranno anni dopo e  dopo aver elaborato la tragedia che ha sconvolto le loro adolescenze. Lui che aveva scoperto  il cadavere massacrato della madre, lei che temeva che il padre ne fosse l’assassino.

Il loro confronto tra adulti è caratterizzato da una passione cupa, violenta, che potrebbe annientare la tenera Krista.

In questo mondo descritto da Joyce Oates (che dimostra  ben poca gioia nonostante il suo nome inizi per joy) sembra esserci l’ineluttabile destino delle donne succubi della predominanza maschile, della loro quasi animalità primordiale, della loro prepotenza.

 Zoe, che talvolta appare come un alter ego di Krista, sarà una vittima della brutalità maschile,  un povero uccellino al quale sono state strappate le ali.

 (E non si continua a leggere sempre di omicidi, stupri e violenze sulle donne?)

Zoe lavorava in una deliziosa cremeria Honeystone’s avvolta in un odore di latte, cioccolato, dolci al forno avvolta in un sogno d’infanzia, come nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.

In questo preludio-intermezzo di serenità iniziale di Krista bambina , nasce anche l’attrazione fra Zoe e suo padre Ed.

 Krista si identifica con la  minuta Zoe  – l’oggetto d’amore di suo padre -  Zoe dai capelli biondo fragola, dalle gengive rosee e invitanti, dalla bella e gioiosa  voce che la porta a cantare la sera in un localino di Sparta.

Nella cremeria Zoe flirta con Ed, ma riesce anche a parlare teneramente con Krista la quale si sente avvolta voluttuosamente dal suo profumo di borotalco e lillà e percepisce prepotente il desiderio. Il desiderio dei sensi per poter abbandonarvisi?

 “Anche altri particolari rendevano affascinante la madre di Aaron Kruller, per esempio il modo in cui arrotolava intorno ai gomiti le maniche del grembiule bianco di Honeystone’s lasciando scoperte le braccia sottili, ricoperte di piccoli nei scuri e di lentiggini simili a minuscole formiche! Oh, c’era qualcosa di scabroso che dava i brividi, in Zoe Kruller! Quella donna alta quanto una tredicenne, con la sua risatina roca, ti faceva venire voglia di affondare i denti nel gelato, di morderlo fino a sentire dolore ai denti, alle mascelle, rabbrividentdo per il freddo.”

 E’ così che gira il mondo come dice il nostro Freud?

Storia drammatica che soltanto la Oates sa rendere così pregnante e indimenticabile. Nella prima parte è Krista che racconta, ma l’abilità della scrittrice riuscirà a inserire il punto di vista dei suoi genitori e ciò che provano quando avviene la tragedia.

Ciò che mi ha colpito è sempre e solo la fragilità femminile nei confronti di un certo tipo d’uomo, quello cacciatore, forte, prevaricatore. Ma è proprio così?

Krista nelle ultime pagine dopo  un’appassionante notte d’amore con Aaron guarderà  il suo amante mentre dorme “Aaron Kruller, con quella faccia da indiano…Ecco cosa posso fare a sua insaputa…toccarlo. In un moto di adorazione estatica mi chinai su di lui…strofinai la guancia sul suo petto…osservai i suoi lineamenti spigolosi, grossolani, un volto che poteva assumere un’espressione crudele, ostinata, di ottusità maschile…La bellezza di quell’uomo, la sua mascolinità mi sopraffaceva, rendendomi fragile, disorientata…mi resi conto che quell’uomo era simile a mio padre, un maschio predatore..”

Per gli “uccellini del Paradiso” non vanno bene certi tipi di uomini. Fortunatamente  non tutti sono così. Ci sono uomini teneri, forti e dolci che non spezzano le ali.

Well love they tell me is a fragile thing / It’s hard to fly on broken wings / I lost my ticket to the promised land / Little bird of heaven right there in my hand.

Beh, dicono che l’amore è una cosa fragile/ E’ difficile volare con le ali spezzate / Ho perso il biglietto per la terra promessa / L’uccellino del paradiso è qui nella mia mano.

 

 

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  1. L’uccellino del paradiso ho faticato a leggerlo.Fin dalle prime pagine ho provato quel disagio (ancestrale-inconscio. l’odore della brutalità intrinseca nel maschio verso la femmina, è un’esperienza , anche se non subita direttamente, tuttavia intuita durante la propria infanzia o adolescenza o giovinezza. Certe parole, certi sguardi, più o meno spaventosi, sono pur percepiti dalla preda, e l’occhio rapace del predatore, magari sepolto nell’inconscio, ha toccato tante piccole femmine) quel disagio, dicevo, che mi ha reso davvero difficile leggere l’ultimo romanzo di Oates. Questa grande Oates potrebbe diventare un testo di sociologia-crimimale e non solo per il rapporto tra i sessi, ma in tutta l’immensa tragedia dello squilibrio di potere.In “Sorella, mio unico amore, c’è tutta la violenza paludata di amore materno, sui bambini, che nelle mani degli adulti possono essere distrutti nel corpo e nell’anima, col plauso delle microsocietà dove si vive. Ed è un fenomeno di massa, dove spesso, gli uccellini del paradiso si fanno complici dei predatori e li aiutano a mettere le reti. in una tragedia umana e culturale che non sembra mai avere fine.E, comunque vada, le fragili ali vengono spezzate. Quasi sempre, anche se si è “fatta carriera politica”

  2. Della prolifica e grande Oates ho letto solo ” Missing Mom” , “la madre che mi manca” ( mi sembra sia stato tradotto così). Ricordo poco la trama, ma mi è rimasta impressa la volontà fortissima di questa figlia di staccarsi dalla madre, figura incombente che poi viene a mancare. E dopo la sua morte avviene una riconciliazione, quella con la madre e con se stessa. Vorrei leggere Sorella mio unico amore, magari lo prenderò in biblioteca….
    Buon viaggio a Graz Mirna e buon concerto a Stefy!
    p.s forse dovrei fare un altro commento ma lo aggiungo qui : ammiro il lavoro di Francesca, figlia di Daria, mia cara ex collega come Mirna, per la salvaguardia dell’acqua ed il suo dedicarsi a problematiche ecologiche e non solo con forte impegno , dedizione e convinzione. Forza Francesca… Comprerò il libro.