MISS CUORI SOLITARI di Nathanael West

pubblicato da: admin - 2 Dicembre, 2011 @ 4:31 pm

scansione0001Miss Cuori Solitari,  Miss Lonelyhearts, è un uomo, un giovane giornalista che vive nella New York della Grande Depressione.

 Egli stesso si racconta:

” …Assumono un uomo per dare consigli alle lettrici di un giornale. Il lavoro è un gioco d’equilibrio per aumentare la tiratura del giornale e tutti quelli che vi lavorano lo considerano uno scherzo. Lui accetta volentieri quel lavoro…anch’egli considera quel lavoro una barzelletta..ma dopo alcuni mesi si accorge che la maggior parte delle lettere sono solo suppliche profondamente umili di consigli spirituali, espressioni di sofferenze genuine. …Per la prima volta in vita sua è costretto a fare un esame dei valori per i quali vive…”

Miss Lonelyhearts soffre veramente per il dolore che legge nelle lettere che gli arrivano, sente su di sè la miseria, lo sfruttamento, l’ignoranza, la desolazione delle tante Cuore spezzato, Stufa di tutto, Disperata, Disillusa con marito tubercoloso, una anche con il marito storpio… ne è talmente rattristato che persino la Primavera gli sembra priva di speranza di rinascita. Eppure deve consolare, ma è consapevole di non essere onesto in ciò nonostante i consigli elargiti  di darsi alla preghiera, all’Arte – come via d’uscita -, e alle solite risposte di ottimismo di maniera “ Le cose migliori della vita sono gratis – guardiamo il cielo chiazzato di nubi, il mare decorato di spuma…odoriamo il dolce pino e l’inebriante ligustro “

Egli stesso non è convinto, guarda il cielo di maggio e lo vede “come ripassato da una gomma da cancellare”.

 Soltanto  il Sogno può combattere le vite miserevoli dei più, seppure oggigiorno- riflette -i sogni non abbiano più il potere profetico o catartico del passato. Sembrano essere stati sostituiti dal cinema, radio e giornali (Noi del 2011 diremmo dalla TV,TV,TV)

Miss Lonelyhearts dovrebbe risultare il Consolatore, ma egli diventa succube , come riflesso in uno specchio, del dolore dell’umanità.

Nella sua stanza triste e solitaria, dove lo aspetta la lettura de I fratelli Karamazov, è appeso un Cristo d’avorio. Miss Lonelyhearts aveva  a suo tempo rimosso la scultura dalla croce per inchiodarla al muro con dei grossi chiodi, ma il Cristo…invece di contorcersi, secondo le aspettative,  rimane  freddamente decorativo.

Tutto ciò ci viene raccontato da Nathanael West con travolgente ed amara ironia ( e come non poteva visto il suo background culturale, cioè l’ambiente ebraico dell’Upper West Side?)

Spassoso il capitoletto sulla nuova mania per l’ordine e il controllo sugli oggetti di Lonelyhearts  “Quando guardava fuori da una finestra sistemava il panorama bilanciando un edificio contro l’altro. Se un uccello attraversava quella disposizione, Miss Lonelyhearts chiudeva gli occhi con rabbia finchè l’uccello non se n’era andato.”

Straniamento e alienazione di Miss Lonelyhearts tanto che non si conoscerà mai il suo vero nome.

Rivoluzionario, dissacratore, talvolta surreale questo breve romanzo del 1933  diventa il capostipite di una tradizione letteraria, teatrale e cinematografica americana.  Nel 1958 viene girato un film dal titolo omonimo con Montgomery Clift, Robert Ryan e Mirna Loy ( alla quale devo il mio nome).

Libro gustoso come un cioccolatino ripieno di un liquore inconsueto.

Passigli Editore, 2011

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