CORPI ESTRANEI di Cynthia Ozick

pubblicato da: Mirna - 11 Gennaio, 2012 @ 8:26 am

Significativo il fatto che Camilla ed io abbiamo scelto lo stesso libro di Cynthya Ozick negli stessi giorni:  io in Biblioteca, lei in libreria. Ma come fa quella adorabile lettrice ad essere così veloce?

 Infatti stamattina mi trovo il suo entusiasta commento poco prima della mia intenzione di scriverne.

Allora decido ridendo di  restare sulla stessa storia e completarla con le mie impressioni.

Sembra quasi che in copertina ci siamo …noi due!

Il personaggio principale del romanzo è Bea, insegnante di letteratura inglese di mezza età che vive solitaria in una New York degli anni Cinquanta. Ha avuto un grande amore, Leo, un  musicista del quale rimane soltanto il  pianoforte a coda, trattato come un totem,  come un oggetto sacro da non toccare, esso occupa infatti  gran parte del mini appartamento di Bea, come in realtà il  ricordo di Leo  occupa tutta la sua mente.

Forse per questo si lascia “ricattare” dal fratello- lontano –  ma ancora padrone –   a rintracciare i figli fuggiti da lui o meglio dal “suo cervello”onnipotente ed onnipresente.

Ritrovare un po’ di famiglia? Aiutare gli altri per vocazione? Trovare un senso alla propria vita?

I ragazzi fuggiti a Parigi la trattano però come un’estensione del padre tiranno che è riuscito persino a far internare la moglie in una casa di cura. Ma Bea non si dà per vinta e pur agendo in modi che non sempre avranno gli esiti sperati procede, va avanti nella vita con generosa caparbietà.

Lettura intensa, che ci parla di partenze, di ritorni di “corpi estranei “, di ricerca di sè.

Ma che cosa voleva questa Bea dalla vita? Giovanissima , proprio dopo l’incontro con Leo, il suo egocentrico e appassionato musicista, aveva compreso improvvisamente che la sua vita doveva contare qualcosa  in questo pianeta …come la poesia contava qualcosa per lei.

 “Tutto d’un colpo lei comprese; era questo che cercava: essere connessa in modo intimo a un miracolo, a una potenza, un prodigio, all’altra faccia della luna, là dove i comuni mortali non potranno mai andare”

Edizioni Bompiani, 2011

 

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12 commenti
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  1. Certo questa Bea dà da pensare. Certo l’infelicità è il tema dominante del romanzo. Certo la Ozich è un’anima in pena. Anche se , forse, aver voluto bruciare il denaro destinato a l nipote e a Lili potrebbe avere significati assai diversi tra loro. Forse la solitudine, in questo terribile romanzo, è la vera protagonista. Una solitudine di corpi estranei che , in qualche momento, si illudono di contare qualcosa per qualcuno. Sofferenza e solitudine.
    E per fortuna che arriva la luminosa Veladiano, attorniata dal suo alone quasi angelico. Da lei ci si aspetta la speranza , la fiducia, sia pure intermittente, la possibilità di empatia, di gioia, di non sentirsi mai, mai corpi estranei. Per chi non lo sapesse il 19 , giovedì prossimo, alle cinque e mezzo, alla biblioteca .E ora, carissima Mirna, mi accingo alla lettura della città degli angeli , della Christa Wolf.

  2. Ciao a tutti… Ritorno a scrivere dopo una settimana di intensi accadimenti, come molti di voi sanno è mancata una mia cara amica e questo evento , seppure un pò atteso ( Monica soffriva da quattro anni per un cancro) mi ha destabilizzato… Pensate che per qualche giorno non sono riuscita più a leggere, ero in ansia e sempre in pensiero…Monica amava molto la lettura e le avevo anche segnalato questo blog… Quasi tutti i libri della Nemirosvky me li ha regalati lei, perchè sapeva che mi piaceva…Ieri ho ricominciato a leggere, ho iniziato La bambina di neve e non vedo l’ora di poterne scrivere anche io e darne un parere…Vi penso tutti e vi dedico questa poesia, di un poeta che lei amava. Per me è bellissima. Un abbraccio…

    ITACA di Costantino Kavafis
    Quando ti metterai in viaggio per Itaca
    devi augurarti che la strada sia lunga,
    fertile in avventure e in esperienze.
    I Lestrigoni e i Ciclopi
    o la furia di Nettuno non temere,
    non sara` questo il genere di incontri
    se il pensiero resta alto e un sentimento
    fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
    In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
    ne’ nell’irato Nettuno incapperai
    se non li porti dentro
    se l’anima non te li mette contro.

    Devi augurarti che la strada sia lunga.
    Che i mattini d’estate siano tanti
    quando nei porti – finalmente e con che gioia –
    toccherai terra tu per la prima volta:
    negli empori fenici indugia e acquista
    madreperle coralli ebano e ambre
    tutta merce fina, anche profumi
    penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
    va in molte citta` egizie
    impara una quantità di cose dai dotti.

    Sempre devi avere in mente Itaca –
    raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
    metta piede sull’isola, tu, ricco
    dei tesori accumulati per strada
    senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio,
    senza di lei mai ti saresti messo
    sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

    E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
    gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

  3. Stupendo KAVAFIS. Grazie, Raffa, di averci trascritto la sua Itaca. Eh sì , è il percorso che ci denota la meta!

  4. Anch’io amo moltissimo quella poesia di Kavafis. Cara Raffaella, è bellissimo che tu l’abbia trascritta nel ricordo della tua amica! Penso che tutti sarebbero più felici e anche in pace con se stessi se ognuno sentisse la propria vita come viaggio che arricchisce, come raccolta di esperienze e meraviglia dell’assaporare le esperienze stesse, gustandole e facendole proprie e rimeditandole… senza pensare per forza ad un risultato ottimale da raggiungere a tutti i costi!
    I libri sono un perno importante su cui costruire il proprio viaggio. Ci sono persone che leggono molto e velocemente e poi ricordano anche sempre tutto quello che hanno letto, ne riparlano e a distanza di anni sono in grado di confrontare quel che un libro ha lasciato in loro con quel che ha lasciato in altri… Vero Mirna, vero Camilla? Vi ammiro tanto.
    Io invece leggo assai meno e soprattutto ho bisogno di rileggere per tenere a mente. Rileggo però solo i libri che mi sono davvero piaciuti. E ultimamente ho assaporato più volte LA VITA ACCANTO, per il quale sono enormemente grata a Mariapia Veladiano. Lo trovo stupendo, una miniera di suggestioni, un libro sul quale si potrebbe parlare per ore ed ore perchè tanti e tanti sono i punti di vista da cui guardarlo. Mi ha proprio “presa” intensamente. Non vedo l’ora che sia giovedì 19!

  5. @ Maria Teresa -Carissima Maria Teresa, proprio un attimo fa’ ho ricevuto una bellissima mail di Mariapia Veladiano dove dice di essersi dovuta curare una polmonite, E’ ancora a Vicenza ma assicura che per il 19 sarà a Trento. Il suo atteggiamento di incredibile dolcezza e semplicità si adatta perfettamente alla sua scrittura. Anch’io non vedo l’ora di conoscerla e provo qualcosa di raro . Stammi vicino, se puoi, il 19, ascolteremo Mariapia con un solo cuore. ciao bella. Un abbraccio. Camilla

  6. Mi piace molto il tema del viaggio proposto con la poesia “Itaca”, che ben si confà al libro proposto, visto che si parla di ricerca d’appartenenza. La ricerca immancabilmente porta al viaggio verso una meta e molti possono essere i tipi di viaggio, anche se spesso penso che sia ormai ora di ripartire, quando si crede di essere arrivati, ma non più come Ulisse, ma come Tantalo che non riuscì a gestire la felicità di vivere con gli dei e come gli dei.

  7. LETTERE DALLA TERRA di Samuel Lanhorne Clemens, in arte tale Mark Twain., lo ricordate? Clemens? L’avreste detto “clemente”? Certo, ma solo prima di aver letto questo libro che fu pubblicato postumo due volte: dopo la sua morte e dopo che egli si era affermato come autore per ragazzi. E’ il regalo di Natale di Camilla, un po’ provocatorio se vogliamo, data la ricorrenza, ma anche Camilla è provocatoria, in senso buono, s’intende, cioè documentatissima, analitica, sintetica, dialettica. Insomma, una che “non se ne sta”.
    Si tratta delle lettere che l’Arcangelo ribelle, Satana, cacciato dal Paradiso, scrive dalla terra ai suoi ex colleghi.
    E fa una analisi critica e dissacrante della creazione, di chi non coglie che Quel Tale osannato cone infinitamente buono, in realtà non ha nemmeno saputo perdonare una marachella a due ragazzi che avevano mangiato una mela (ma probabilmente qiella famosa località era la Val di Non, ed allora si può ben capire, con quanto ci tengono alle loro mele …! N.d.r.), tanto per citarne una e poi ha riempito il mondo di malattie, guerre, sciagure d’ogni tipo. Ma i temi trattati sono molto più profondi, e confrontano tre mondi, quelli descritti nel Vecchio Testamento, nel Nuovo e dalle leggi e dai comportamenti umani. Il libro si legge di volata. Si tratta infatti di undici lettere per un totale di novantun paginette. A parte la crudezza dei fatti e l’irreligiosità “comunque”, mi ha colpito la sottolineatura della stupidità e dell’ipocrisia umana a prescindere dalla religione, cioè laicamente interpretate. Inoltre queste paginette mi hanno ricordato una scena del film L’attimo fuggente, quella in cui il professore (Robin Williams) sale con i piedi sulla cattedra per indicare agli alunni che occorre guardare il mondo “anche” da altri punti di vista che non i nostri consueti angoli visuali. Infine, la caricatura di una divinità “suis legibus soluta”, cioè non soggetta alle sue stesse leggi, mi ha ricordato molti dei nostri attuali parlamentari, i quali, chiamati dalla legge decidere sul fatto “A”, e cioè se una certa iniziativa giudiziaria promossa contro uno di loro facesse parte o meno di un disegno di persecuzione politica, si sono pronunciati, in base alla loro “libera coscienza” (ma non avrebebro dovuto esprimersi in base alla legge?) su un fatto diverso, sul fatto “B”, e cioè sul fatto che il collega de quo fosse stato o meno autore dei reati contestati e/o se il provvedimento restrittivo propposto (l’arresto) fosse o meno adeguato alle contestazioni mmssegli. Insomma, la lingua batte dove il dente duole, direte voi … ebbene si, lo confesso, quest’ultimno episodio mi ha causato un certo mal di denti … ed anche mal di pancia con un po’ di nausea … Se fosse ancora vivo, l’Autore avrebbe probabilmente scritto una dodicesima lettera.

  8. @Camilla- Grazie, sì sì! Mi piacerà molto ascoltare la Veladiano insieme a te che l’apprezzi così tanto. Immagino che ci sarà grande affluenza di pubblico e allora anch’io -che tendo eternamente al ritardo- andrò là almeno una mezz’ora prima dell’inizio. Vorrei che tutte le mie amiche potessero venire!
    @ Mirna- Grazie per questa ennesima occasione di lettura e di riflessioni che devo a te. Sei preziosissima!

  9. Camilla, “desculpa segnora”: nella foga ho omesso di ringraziarti pubblicamente per il bel dono! Ma .. come ti ho scritto, questi sono solo frutti dell’irruenza giovanile che contraddistingue i giovani. Grazie!

  10. L’incontro com M. Veladiano è stato un piccolo miracolo, e vederla ne darà conferma, ne sono sicura. I miracoli tanti e piccoli, si nascondono dietro la bellezza e ci attendono dopo le ingiustizie- d’inciampo, talvolta troppo frequenti. I Miracoli così diventano la mia Casa che custodisco e “ritocco” di colori cangianti.
    Vi abbraccio

  11. @michi–Michi sapiente che custodisce la sua Casa con colori cangianti! Mi incanti ,michi, sempre. anche quando ordini un piattone di patate e te le mangi, piano piano. Un abbraccio.

    @Maria Teresa–Una come te, Maria Teresa non sembra “vera”. e tu lo sei, eccome se lo sei. A presto.

    @ Riccardo–Non ti sarai scandalizzato , spero. e’ che un po’ di spirito critico e quindi caustico, mi sembra talmente necessario, specialmente nelle cose del mondo di cui ti occupi quotidianamente. ciaociao

  12. GRAZIA promette …” di farmi viva anche sul blog, ieri sono andata in libreria e sono tornata con cinque libri, uno è minuscolo, penso di iniziarlo questa sera e se è bello te ne parlerò.

    Nottetempo ho finito, non riuscivo a dormire e ne ho approfittato, “Qualcuno da amare” della Pym, proprio divertente, forse ancor più di “Crampton Hodnet”. Simpatica Belinda, la zitella bruttina e introversa, ne ho ammirato la calma, la ritrosia ed il desiderio, condiviso del resto anche dall’altra sorella, di riempirsi la vita e le giornate con qualcuno da amare. Certo l’ambiente in cui vivono è fuori del tempo e della realtà, ma non mentre si legge, mi sono trovata alle prese con lavori a maglia, vestiti da rammodernare, fiere di beneficienza, curati, arcidiaconi, vescovi”