GLORIA ALL’UCRAINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2025 @ 7:19 am

Ieri sera la coalizione politica SiTrento, su iniziativa di Italia Viva, ha organizzato un convegno sull’Ucraina, coordinato da Paola Martinelli.
Ricco il contributo dei relatori, buona la presenza di pubblico.
Ho preso appunti “a memoria”:

– l’origine della comunità europea con il Consiglio d’Europa nel 1948, prima della CECA e la definizione come tale di una aggressione armata (Michele Nicoletti);
– i concreti apporti di associazioni trentine a chi sta subendo una attacco militare (Giovanni Kessler, Olha Vozna, Maurizio Camin);
– la necessità di non utilizzare in modo inappropriato le parole (le parole sono pietre) affermando che “tutto sommato se si cede un po’ di territorio tutto finisce” (Olha Vozna);
– il contributo strategico (“indispensabile e insostituible”) di una collaborazione internazionale che parta dalla gente (Maurizio Camin);
– la pandemia “infodemia” che dilaga a causa di una enorme quantità di informazioni che addormenta la capacità di analisi e di critica (Roberto Sani);
– l’obbligo morale e civile di mantenere viva una “concreta speranza attiva”, superando le comode inerzie dell’ottimismo e del pessimismo (un po’ tutti).

Il Consigliere Roberto Sani ha portato il saluto del Sindaco Franco Ianeselli e ha concluso l’evento con una ampia visione prospettica dei governi anche locali anche su questo tema.

A me continua a colpire soprattutto
– l’assenza di una UE politica;
– una “pace” fatta sulla pelle dei cittadini Ucraini.

Due ore di relazioni seguite con la massima attenzione dall’uditorio.

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“GRAMMATICA DELLA SPERANZA – Avvento, Natale, Epifania” di Marcello Farina

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2025 @ 7:46 am

Dal lunedì al sabato compresi, dall’inizio della prima settimana d’Avvento fino all’Epifania, ogni giorno una riflessione di poco più di una paginetta nel prezioso libro di Marcello Farina. “Prezioso” due volte: per i contenuti e perché non se ne trova più una copia in vendita né nelle librerie né presso le case editrici (“Il Margine e seguenti)!  Io ne posseggo una copia regalatami da Marcello il 28 novembre 2023 e sono alla ricerca di una ulteriore: hai visto mai che chi mi legge …

Oggi, 16 dicembre 2925 martedì della Terza Settimana d’Avvento, il titolo della breve riflessione propostaci: “L’idolatria della Chiesa”  inizia citando il 28 maggio 1933 “durante il drammatico confronto con i “cristiani tedeschi” che volevano una Chiesa subalterna al nazismo appena arrivato al potere” contrastati dall’intervento di  Dietrich Bonhoeffer per una “Chiesa che adora un solo Dio”.

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SLAVA UKRAINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2025 @ 8:59 am

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Una nuova Età dei Comuni, ad iniziare da Trento e da Riva del Garda

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2025 @ 2:45 pm

Mia lettera odierna al Direttore del quotidiano ilT del trentino, Simone Casalini.

Egregio Direttore, mi riferisco all’articolo su Riva del Garda a pagina 25 del Suo giornale di sabato 23 dicembre dal titolo “Dal Comune alla Provincia: dateci gli strumenti” in merito al rapporto overturismo/territorio ed in particolare all’intervento del Sindaco di Riva Alessio Zanoni, che condivido in toto. Io intervengo in quanto, pur abitando a Trento sono “mezzo rivano” per molti motivi: “ligure” di nascita, il lago di Garda è il mio mare locale; a Riva ho la seconda casa; a Riva ho realizzato un’importante opera pubblica; da Riva per decenni ho regatato da “fragliotto” ed ho fatto parte del direttivo di sodalizi locali, sportivi e musicali.

Ciò premesso, credo che si possa sintetizzare il pensiero del Sindaco Zanoni con queste parole: occorre riunire sempre il potere alla responsabilità, ovvero riunire i ruoli e la disponibilità del denaro necessari ad affrontare e risolvere ogni problema  in capo ad un unico soggetto, ovvero in capo a chi ha la responsabilità diretta del territorio e cioè in capo ai Comuni, Enti territoriali originari (gli altri, ad iniziare dalla provincia, sono solo Enti Successivi).

Già in precedenza, più volte e anche su questo giornale, ho invocato la necessità di dare vita ad una nuova Età dei Comuni, attraverso una riforma del Rapporto di Autonomia fra la Provincia e tutti i suoi comuni. Per Trento avevo preso le mosse – per citare uno solo dei tanti casi – dalla separazione del potere di disporre la collocazione degli immigrati (in capo alla Provincia) rispetto alla responsabilità della sicurezza cittadina che la gente erroneamente è portata ad imputare al Comune.

L’esigenza della stessa ricongiunzione potere-responsabilità avverto adesso per quanto riguarda il governo di Riva del Garda, per una ragione diversa: il rapporto overturismo-gestione del territorio.

La possibilità di raggiungere questo obiettivo è un’utopia ovvero un” traguardo ambizioso semplicemente non ancora raggiunto”, in merito al cui conseguimento non si può essere né ottimisti né pessimisti, perché in entrambi i casi si resterebbe inerti nell’errata convinzione che tanto le cose andrebbero comunque bene/male. Al contrario, occorre nutrire una “speranza attiva” e cioè adoperarsi, ognuno, a che di questa prospettiva si parli e si discuta in ogni sede. E poi, nella vita, guai a non nutrire utopie!

Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di lavoro Finanza ed Economia mista Italia Viva Trento.

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OGGI TRILINGUI: italiano, tedesco e russo!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2025 @ 11:35 am

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“I LUKONAUTI” di ISABELLA MARIA STREICHER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2025 @ 6:44 pm

(In latino “liber” significa libro e libero)

Ho interrotto la lettura di molti saggi di Hannah Harendt (“Le origini del totalitarismo”) per dedicarmi ai messaggi giornalieri che precedono le quattro settimane dell’Avvento racchiusi nel libro di Marcello Farina “Grammatica della speranza” ma …
… ma durante l’ultima riunione del nostro Gruppo di Lettura “Librincontri” di Mirna Moretti, l’autrice Isabella Maria Streicher ha presentato il suo libro, “I Lukonauti” e le mie due letture mi si sono integrate a vicenda, a testimoniare il valore e la forza della “speranza attiva” anche e soprattutto nei momenti più difficili della nostra vita.

Il libro di Isabella mi ha catturato sin dall’inizio per una numerosa serie di coincidenze alle quali farò brevissimo cenno in coda al mio post. Proseguendo nella lettura, man mano che si sviluppava il racconto-testimonianza della micidiale malattia del marito Luca Primon (liutaio di fama internazionale) e la capacità di Isabella di reagire anche positivamente a tale dramma, la mia lettura è diventata una “corsa”: divoravo le pagine accumulando una serie di input che a fine lettura stanno dando vita a moltissime riflessioni.

Questa mia non è un’intervista all’autrice (come all’inizio avevo pensato di fare) né una recensione del libro, bensì segna l’avvio di una serie di riflessioni intense, ad iniziare da come potrei definire il libro:
Libro diario / coraggio / introspezione verità / speranza attiva / rinascita / famiglia / riforma della propria vita / nuove opportunità / maggiori possibilità di scelte / risparmio di energia non sprecata in eventi immeritevoli / scritto di getto / scritto in un ottimo italiano da una madrelingua tedesca / sicuramente libro Nuovo, nuovo anche perché tale anche nei suoi aspetti più “materiali”: la divisione in “capitoletti oggetto” e in “capitoletti soggetto”.

L’autrice sta scrivendo un secondo libro di genere totalmente diverso, incentrato sulla zona di S Croce (Fiavè), a sua insaputa la zona dei due Don: Lorenzo Guetti e Marcello Farina.

Cosa? Volete che indichi le coincidenze di cui all’inizio del mio post? Ve ne cito solo un paio: abitiamo nella stessa zona di Trento, ambito nel quale si svolge il racconto-testimonianza di Isabella; Franco Primon, fratello del marito di Isabella, già campione italiano di una classe velica (Snipe-Beccaccini), ha fatto parte determinante dell’equipaggio con il quale con il mio piccolo Fun di sette metri Whisper ITA 526 un ventennio fa abbiamo vinto il campionato sociale (articolato su ben 12 regate!) del club velico Fraglia Vela Riva a Riva del Garda: una scoperta dell’ultimo minuto, la mia! Com’è piccolo il mondo, ovvero letteralmente l’insieme delle relazioni umane.
Complimenti Isabella! Al tuo prossimo libro, dunque!

P.S.: Dove trovate questo libro? Sicuramente a Trento nella libreria Il Papiro di Via Grazioli, sempre nella nostra comune “zona”.

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SEGNATELO IN AGENDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2025 @ 9:39 am

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NON DI SOLA POLITICA VIVE L’UOMO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2025 @ 1:37 pm

Io “attore”? Ma no, dai, io sono solo una voce e per di più fuori campo! “Ma però, siccome che” io conosco il tedesco e Roverè della Luna è l’ultimo paese della provincia di Trento sul confine con quella di Bolzano, forse è per questo che sono stato “ingaggiato”! Chiederò al registra se devo intervenire in italiano, in lingua tedesca o nel dialetto tedesco delle valli bolzanine …

Raga, è una replica della rappresentazione del 14 novembre al Circolo Culturale Rosmini a Trento: non mancate perchè non replicheremo più!

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TU, DON MARCELLO FARINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2025 @ 8:31 am

TU, DON MARCELLO FARINA

Questa mattina 28 Novembre 2025 alle ore 04,35 all’età di 85 anni di cui 60 di sacerdozio, sei ritornato alla Casa del Padre.
– S. rosario, Sabato 29 Novembre ore 20,00 presso la Chiesa di S. Luigi a Balbido.
Le esequie:
– Lunedì 1 Dicembre 14,30 nella parrocchia San Carlo Borromeo a Trento, Parroco Don Lino Zatelli, tuo grande amico.
– Martedì 2 Dicembre ore 14,00, Chiesa di S. Giustina, Balbido.

A volerti bene tantissime persone: amici, conoscitori ed estimatori ben più di quanto non possa volerti bene, conoscerti e stimarti io, il che però non mi trattiene dal parlarti per iscritto.


Tu, a Trento. Caro Marcello, mia moglie ed io facevamo parte della folla che seguiva le tue omelie nel Duomo di Trento e nelle altre chiese dove celebravi l’Eucarestia. Siamo stati presenti alle tue partecipazioni a momenti culturali e sociali; ad occasioni conviviali; abbiamo letto i tuoi molti libri, tutti illuminanti! Mi sono permesso più volte di scrivere di te e con te (mi concedesti una lunga intervista) ma il rapporto si è ulteriormente rafforzato da quando, pensionato, ti sei ritirato al paese della tua famiglia d’origine, Balbido (nelle Giudicarie Esteriori) il “Paese dipinto” per i suoi bei murales.
Tu, a Balbido dove siamo saliti molte volte da Trento e da Riva del Garda, da soli o con amici, per stare insieme a te, per ascoltarti e per assistere alla S. Messa che celebravi per i tuoi compaesani. Da queste celebrazioni ogni volta ci portavamo a casa copia dei tuoi preziosi manoscritti stilati con la tua bella calligrafia! Due le chiesette, una estiva ed una invernale: grandi per un paesello così piccolo, piccole per contenere tutti i fedeli che avrebbero voluto entrare.
Tu, l’umanità. L’ ambiente paesano, molto più circoscritto di quello cittadino, ci ha aiutato a sentirti più “nostro”: infatti eravamo meno “gelosi” di quanto lo eravamo stati in città per la presenza dei tanti che letteralmente si contendevano la tua Persona. L’ ambiente di mezza montagna poi – da te definito montano per la vicinanza delle cime che tu scherzosamente chiamavi Himalaya – elevava a potenza la tua umanità che è stata quella di un Sacerdote fatto Uomo, sull’esempio (mi permetto l’accostamento perché tanto … tu non mi potrai rimproverare!) di un Dio fatto Uomo.
Tu, l’accoglienza. Dopo la Messa, ci ricevevi nella tua  bella casa, ricavata da quella dei  genitori, ricca di testimonianze e di molti, … tanti libri, casa alla cui entrata un dipinto riportava la frase di Don Lorenzo Milani ad una professoressa: “Le parole sono pietre”; casa che vorrei fosse conservata intatta per il valore testimoniale che racchiude; casa dalla quale uscivamo con un tuo regalo: un libro: non scelto fra i  tuoi bensì di altro autore, sempre significativo; casa dalla quale ci siamo avviati  molte volte, con la tua guida, a scoprire le bellezze artistiche e culturali della tua terra:  tombe di poeti, affreschi dei Baschenis, chiesine nascoste e molto altro: ma sì, anche ristoranti della zona, perché non dirlo?
Tu, Sacerdote, ci parlavi spesso dei tuoi colleghi Don Lorenzo Guetti e  Don Lorenzo Milani, e sicuramente sapevi che la cattedrale di Genova è consacrata a San Lorenzo; tu che sei stato genovese per i frequenti riferimenti che facevi ad un mio concittadino famoso “credente a sua insaputa”  Fabrizio De Andrè; tu che da giovane giocavi a calcio e sei sempre stato “sampdoriano” come me che sono nato (1944) proprio nella frazione dell’entroterra genovese della Doria, località nella quale i miei erano sfollati per via dei bombardamenti.
Tu, maestro: la Fede? “Una continua ricerca”; il Paradiso? “Dobbiamo realizzarlo già qui, sulla terra”; il primo comandamento? “Ama il tuo prossimo”; l’Altro? “Il suo volto ti guarda e si aspetta una risposta da te”; la nostra religione?  “Creazione e Resurrezione”; il Battesimo?  “La carezza del Signore”. Tu, che ci hai ricordato cosa diceva Hanna Arendt: “Non siamo nati per morire, ma per incominciare”.
Tu, la tua voce. L’ultima volta che ti ho sentito, al telefono, pochi giorni fa, con appena un sottilissimo filo di voce mi hai detto: “Sto cercando di mantenere vive le relazioni con le persone, vedrai che in luglio o in agosto qualcosa riusciamo ad organizzare …”
Tu, la pienezza. Abbiamo un bel dire che la memoria di te non svanirà, che tu resti con noi nel ricordo delle tue parole: in realtà si è creato un grande Vuoto, quello che lasciano le Persone speciali quando intraprendono il Viaggio. Oltre che per quattro genitori (i miei e i miei suoceri) io ho già provato questa sensazione per il Viaggio di altre Persone: due di loro si chiamavano con lo stesso nome, Ruggero; una, Francesca.  Persone a me estranee all’anagrafe, ma molto, molto familiari per quanto mi hanno donato arricchendomi umanamente. Adesso tu le hai raggiunte e quel Vuoto … quel Vuoto aumenta … aumenta enormemente!
Tu, grande viaggiatore, fra i tanti voglio ricordare i molti viaggi in Germania e a S. Francisco e che adesso hai compiuto il Viaggio più importante, quello che ti ha riportato alla Casa del Padre.

Io, che non firmo questa lettera, tanto capirai subito chi sono, anzi …  chi siamo noi: solo una delle mille navicelle che stanno cercando di continuare a navigare nel mare della   vita e nella Fede grazie alla Luce del tuo grande, insostituibile Faro.
Un forte abbraccio, Marcello!”

Lettera firmata.

Qui sotto la tua preghiera per la tua ultima Prima Domenica d’Avvento: la reciterò domani, 30 novembre 2025, Prima Domenica d’Avvento 2025

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LA “SECONDA ETA’ DEI COMUNI”: LA RIFORMA DEL LORO RAPPORTO DI AUTONOMIA CON LA PROVINCIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2025 @ 6:29 pm

(La prima Età dei Comuni si colloca nel Medioevo (XI e il XIV secolo), quando le città italiane acquisirono autonomia politica rispetto a Papato ed Impero e si organizzarono in forme di autogoverno. Questo periodo fu caratterizzato da istituzioni cittadine indipendenti e da conflitti interni ed esterni). 

Il ragionamento odierno sulla necessità di una seconda Età dei Comuni prende le mosse dalle gestioni “amministrative”, ovvero comunali e provinciali, denominazione accettabile unicamente nel lessico per distinguerle da quelle “politiche” che riguardano tutto il paese: infatti chi fa politica allo stesso tempo amministra cioé governa, ad ogni livello. E viceversa.

La nostra Provincia si autogoverna sulla base della Autonomia Speciale Amministrativa, emanando essa stessa (autòs) le leggi (nòmous) nelle materie e nei limiti sanciti dalla nostra Costituzione. Per rendere efficaci tali leggi, la Provincia dispone dei mezzi finanziari che le derivano da una percentuale delle imposte prodotte sul territorio e da eventuali altri trasferimenti diretti da parte dello Stato o indiretti da parte dell’UE. La Provincia ha quindi il potere-dovere di spenderli/investirli per il “suo” territorio ed i “suoi” abitanti.

Solo che non esistono né un territorio né una popolazione “esclusivamente provinciali” rispetto ai quali la Provincia possa decidere in assoluta autonomia: infatti, ogni parte del territorio ed ogni suo abitante sono soprattutto e prima di tutto territori e cittadini “comunali.” Infatti, ogni Comune è l’Ente Territoriale Originario, mentre la Provincia è solo il primo degli Enti Territoriali Successivi e le persone “originarie” che avvertono i fabbisogni concreti della vita di ogni giorno nei diversi ambiti (sicurezza, lavoro, sociale, etc.) e risentono delle scelte di copertura (o meno) di detti fabbisogni sono proprio i cittadini di ogni Comune.

Ora accade che l’essere il raccoglitore di tutti i flussi finanziari pubblici in entrata induca troppo spesso il governo provinciale ad esercitare un potere decisionale top-down in merito alle spese ed agli investimenti che concernono i Comuni, lasciando a questi Enti la responsabilità di eventuali conseguenze negative.

Ciò è particolarmente avvertibile quando si tratti del rapporto della Provincia con il Comune Capoluogo, il quale, considerata la dimensione della maggioranza degli altri Comuni (tutti di piccola dimensione, se si escludono le altre poche “grandi” città, prima fra le quali Rovereto), di fatto è già una città metropolitana, se non altro perché ogni giorno, con l’arrivo dei lavoratori pendolari, raddoppia la propria popolazione sino a raggiungere un numero quasi pari alla metà dell’intera popolazione provinciale.

Esempi della non condivisibile separazione del potere dalla responsabilità che invece  in ogni ambiente e in ogni situazione devono  far sempre capo allo stesso soggetto, sono:

  • la decisione della Provincia di concentrare sulla Città Capoluogo tutti gli immigrati prima distribuiti (e anche in corso di positiva integrazione!) in tanti paesi delle valli, lasciando di fatto ricadere sulla città i problemi della conseguente insicurezza che ne può derivare;
  • la decisione della Provincia di restituire a Roma i denari già ricevuti per pagare insegnanti trentini che insegnassero la lingua italiana agli immigrati;
  • un bilancio provinciale chiuso con un avanzo ultra miliardario in presenza dell’indisponibilità della Provincia a integrare i trasferimenti necessari ai Comuni al pareggio dei loro bilanci, salvo poi provvedere a quei fabbisogni con una pioggia discrezionale di erogazioni dirette, a puro scopo elettorale;
  • l’interferenza sulla gestione comunale degli asili nido: di fronte ad una riduzione delle rette comunali di Trento, l’offerta della provincia ai cittadini della copertura della quota residua;
  • decisioni provinciali prese (o non prese) su ampie aree nel Comune Capoluogo,  dismesse (ad esempio, aree ex militari) o sottratte all’agricoltura per creare spazi sportivi o per spettacoli, decisioni che il detto Comune apprende dalla stampa locale;
  • la gestione provinciale del trasporto urbano, mentre sul Comune Capoluogo ricade l’insoddisfazione dell’utenza per la gestione e per gli ingorghi del traffico.

Un problema analogo – sia pure in direzione opposta – si pone a proposito del rapporto di autonomia Provincia-Stato Centrale, allorché la Provincia di Trento talvolta sembra semplicemente seguire le iniziative della consorella provincia di Bolzano, nella prospettiva di lasciare allo Stato la responsabilità di eventuali insuccessi, ma pronta a mettere (anche) il proprio cappello (cosiddetto Effetto Borsalino!) sugli eventuali risultati positivi dell’azione (soprattutto) altrui. Anche qui si tratta di una “responsabilità separata”: in questo caso separata dal “dovere” più che dal “potere”.

Il problema della riforma e del ribilanciamento della suddivisione dei ruoli e delle risorse finanziarie fra la Provincia e i Comuni è molto complesso ma la sua soluzione è strategica (letteralmente: indispensabile e insostituibile) ed è raggiungibile ove al problema siano attribuite priorità e centralità: questo è il vero problema!

Giungo a due conclusioni.

  • Il Comune Città Capoluogo deve essere formalmente considerato Città Metropolitana e deve poter avere una più ed ampia e specifica attribuzione di compiti e dei relativi mezzi finanziari; deve sentirsi legittimato a proporre, realizzare e firmare progetti che  (per fare un esempio attuale e concreto: la nuova Cabinovia Trento-Monte Bondone)  nascono soprattutto come comunali ma hanno una prospettiva strategica di sviluppo intercomunale, provinciale, bi-provinciale, regionale ed euro regionale, quale è quello che può dare vita ad un nuovo eccezionale prodotto turistico ed economico, il  Trentino  Bike Safari  e quindi al successivo Trentino Alto Adige Bike Safari, da collegarsi all’austriaco Tirol Bike Safari, esistente e funzionante da anni, realizzando in tal modo un prodotto turistico Euroregionale.
  • Gli altri Comuni (con gradazione diversa all’interno della loro categoria fra i pochi Comuni maggiori e i tanti minori) anche grazie ai risultati dell’azione diretta della Città capoluogo, potranno contare sulla creazione di strutture tecniche provinciali strumentali al servizio delle loro iniziative.

All’obiezione che occorrerebbe un lungo percorso legislativo, rispondo che nulla vieta di realizzare sin d’ora quanto sopra con accordi diretti e interventi concreti. In ogni caso é comunque importante essersi posto il problema.

Riccardo Lucatti, Italiaviva Trento, 24 novembre 2025

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