OCCORRE RIFORMARE IL RAPPORTO DI AUTONOMIA FRA LA PAT-PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO E I COMUNI, AD INIZIARE DAL COMUNE CAPOLUOGO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2025 @ 7:20 am

Sul quotidiano trentino “ilT” di oggi, a pagina 19, leggo lo scontro fra il CAL-Consiglio delle Autonomia Locali e la PAT: vi suggerisco di procurarvi una copia del giornale.

Da tempo nei miei scritti ho dato centralità alla necessità di questa riforma. L’ho fatto sulla base di una considerazione: la “politica” allo stesso tempo è sempre più anche “amministrazione”, cioè gestione delle iniziative e delle risorse, così come anche nelle SpA, mondo nel quale sono cresciuto come capo azienda: in tali sistemi, la progettualità e la gestione di uomini e mezzi si sviluppano all’interno della “politica” aziendale.
Ho avuto modo di vivere e gestire un rapporto analogo, quello fra una grande holding finanziaria e le sue SpA possedute e partecipate rispetto alle quali la capogruppo di rapportava di volta in volta secondo uno specifico mix di funzione di finanziaria pura e/o finanziaria operativa, mix sempre adeguato sia al tipo di intervento che alla dimensione di ciascuna Spa.

E’ anche sulla base di queste esperienze, che ritengo che si debba dare centralità alla riforma del Rapporto di Autonomia fra la PAT e di Comuni, ad iniziare dal rapporto PAT- Città Capoluogo. Nello specifico, due esempi (da non imitare):

  • la Provincia dichiara che non aumenterà il fondo perequativo in favore dei Comuni che non riescono a chiudere il bilancio, però lei stessa chiude il suo con oltre un miliardo di avanzo?
  • Il Comune di Trento riduce le quote degli asili e la PAT dichiara che rimborserà agli utenti la parte residua a carico loro? (della serie: Comune “cattivo”, Provincia “buona”?).

Trento non è solo una città, è anche la Città Capoluogo e come tale potrebbe farsi promotrice all’interno del Consiglio delle Autonomie Locali della centralità da attribuire a questa riforma: che la Provincia non neghi ai Comuni quello che reclama per sé da Roma.

Riccardo Lucatti – Italia Viva Trento

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SICURINBICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2025 @ 7:47 am

Sul numero ilT del 7 novembre leggo alcune considerazioni sulla sicurezza del previsto anello ciclistico cittadino per allenamenti e gare: al che osservo che il problema della sicurezza in bicicletta si pone già sulle piste ciclabili, ciclopedonali e nelle ZTL.
Infatti, l’utilizzo della bicicletta è in forte crescita il che è molto positivo; non altrettanto può dirsi dell’azione di formazione/educazione/controllo di chi pedala e di chi incrocia/sorpassa il ciclista e dei comportamenti reciproci di questi soggetti. Mi limito ad indicarne solo alcuni da seguire o da evitare: si tratta di ovvietà ma “repetita juvant”.

Il pedone deve procedere lungo il bordo sinistro della pista ciclopedonale (non a destra o la centro!) e non in gruppo. In presenza di piste ciclabili e pedonali parallele (ad esempio nella tratta Riva del Garda-Torbole) non deve impegnare la pista ciclabile.

Il ciclista che sopraggiunge deve preavvisarsi con una scampanellata; deve moderare la velocità soprattutto in presenza di altri utenti; non deve procedere “in gruppo” bensì in fila indiana; ove pedali in zone cittadine a ZTL o pedonali, deve limitare ulteriormente la velocità soprattutto in presenza di molti pedoni.

L’utente motorizzato deve considerare che una “vita a pedali” vale quanto una vita “a piedi” o “motorizzata”, ma è una vita che in caso di incidente anche lieve può facilmente subire danni maggiori.

Per tutti, la rotta di collisione. Per venticinque anni sono stato velista regatante nell’Altogarda Trentino e quindi sono abituato a calcolare tale rotta: ormai la calcolo sempre, anche da pedone, da ciclista, da utente motorizzato. Devo dire che al riguardo i più carenti sotto questo profilo sono i pedoni nei confronti dei ciclisti, nel senso che il pedone che procede lentamente crede di non rappresentare alcun pericolo per il ciclista, senza considerare che anche un minimo contatto fra i due talvolta può causarne la caduta del ciclista con danni anche gravi.

Alla base di queste difficoltà sta il fatto che sullo stesso percorso spesso sono necessariamente ammesse a circolare categorie di utenti con velocità molto diverse, il che deve essere meglio regolato, gestito e controllato: quanto meno, aumenterei i cartelli che riportano i principali comportamenti reciproci ai quali gli utenti si devono attenere lungo nelle strade, nelle piste ciclabili e ciclopedonali e nelle ZTL o pedonali. In questi luoghi auspicherei una maggiore presenza di agenti della polizia locale e/o stradale ciclo muniti. Infine, non escluderei l’introduzione di limiti di velocità e sistemi di telecontrollo.

Riccardo Lucatti, pedone, ciclista e automobilista – Trento

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TERZO MANDATO? NO, E’ ANTICOSTITUZIONALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2025 @ 5:01 pm

Così sentenzia la Corte Costituzionale e la cosa mi fa molto piacere. Lascio le analisi politiche agli esperti (politici e giuristi) e mi limito a considerazioni di buon senso. A mio avviso, rinnovare eccessivamente l’eleggibilità dei governanti, produce tre danni.

  • Il primo danno è che il trieletto perde la capacità di vedere con occhi nuovi i cambiamenti della realtà: succede anche in casa, quando non ti accorgi che un quadro è appeso storto perché da troppo tempo sei abituato a vederlo storto; o anche in un club velico, quando per anni non si interviene a riordinare la cala vele, che invece viene riordinata appena si insedia un nuovo direttivo.
  • Il secondo danno (peggiore del precedente!) è che il trieletto impedisce – interrompendolo – l’iter di chi sta crescendo come pubblico amministratore.
  • Il terzo danno (peggiore del precedente!) è che intorno al trieletto si crea un sotto sistema di potere che condiziona ogni eventuale migliore proponimento/azione del governo ufficiale.

Comunque se mi sbaglio mi corigerete.

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IL TERZO MANDATO? NO, GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2025 @ 7:27 am

Chi è stato eletto al governo di enti pubblici ha il “dovere” di servire la popolazione. Userei questa espressione e non quella comunemente accolta innanzi tutto da lui stesso e anche dalla comunità, secondo la quale gli è attribuito il “potere”. Io stesso, del resto, parlo e scrivo del “potere” dei governanti, ma solo per dire che dovrebbe essere sempre unito alla “responsabilità” per gli effetti della loro azione. Ma questa è un’altra storia.

Chi è al governo si crea una rete di collaboratori, sostenitori, amici con i quali stabilisce una consuetudine e quindi una rete di rapporti reciprocamente favorevoli, il che è comprensibile.
Tuttavia, in caso di una permanenza troppo prolungata nella posizione di potere/dovere, l’esistenza di tale rete relazionale rischia di essere di fatto fortemente condizionante dell’azione di chi è succeduto in quella posizione di vertice.
Ecco perchè io sono personalmente contrario alla concessione del terzo mandato.

Riccardo Lucatti – Italia Viva Trento

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TRENTO – ASSOCIAZIONE CULTURALE ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2025 @ 5:07 am

Ieri sera grande successo del violino di Mertcan Uzel e del pianoforte di Cristina Endrizzi con standing ovation a metà concerto e interessanti cenni della storia della musica barocca!
Eventi “Accademici” preannunciati:
– Giovanni Soncini, mostra di pittura 8-16 novembre;
– Alfonso Masi , “Sorridendo con Cechov”,  presso l’associazione Rosmini del 14 novembre ad ore 17,30.
– Anita Annibaldi, mostra UCAI fino al 24 novembre, “L’aria”
– Prossima serata accademica: “Aspettando Natale”, 1 dicembre.

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TRENTINO: RIFORMIAMO IL RAPPORTO DI AUTONOMIA PROVINCIA-CITTA’ CAPOLUOGO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2025 @ 6:49 am

Da mesi sto scrivendo al “mio” giornale trentino, “ilT” (che mi pubblica) che occorre riformare il RAPPORTO DI AUTONOMIA fra la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni, ad iniziare dal Comune Capoluogo: la città di Trento, che dovrebbe essere riconosciuta come Città Metropolitana. Oggi 2 novembre il giornale ha pubblicato la mia lettera il cui testo che trovate nel post precedente. Inoltre a pagina 16 trovate un’importante intervista al Sindaco della Città Capoluogo Franco Ianeselli che il titolista ha titolato “La provincia si impone. Così non va bene”. Leggetela! Ne vale la spesa, il tempo e la vostra migliore attenzione!

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MIA LETTERA ODIERNA AL QUOTINIANO TRENTINO “ilT”USCITA DELL’AUTOSTRADA VALDASTICO A TRENTO SUD?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2025 @ 9:14 am

Egregio Direttore, ancora nell’estate scorsa il Suo giornale ha ospitato due miei contributi sulla necessità di riformare il Rapporto di Autonomia fra la Provincia e il Comune Capoluogo e di ciò La ringrazio. In quegli scritti mi riferivo a come la Provincia riservi a se stessa il potere e lasci che la responsabilità ricada su altri, in particolare sul citato Comune: sono questi i casi della gestione degli immigrati; della sicurezza cittadina; dell’utilizzo e dell’inutilizzo di vaste aree cittadine; della congestione del traffico urbano in coincidenza dei movimenti della “seconda popolazione” del Capoluogo: quella dei lavoratori pendolari.

Leggo oggi che la Provincia sta ipotizzando di far “uscire” l’autostrada Valdastico a Trento sud, senza averlo non dico concordato ma nemmeno discusso con il Sindaco.

Vede, Direttore, io ho lavorato una vita a capo di aziende o di funzioni centrali di grandi holding e mi sorge spontaneo un primo parallelismo: la provincia si comporta come una Holding operativa la quale “fa le cose” al posto delle sue società possedute. Ora, se questo comportamento si può in parte giustificare nei confronti delle SpA (Comuni) minori, non è accettabile nei confronti della sua maggiore SpA (il Comune Capoluogo) che si fatto è già una città metropolitana, nei confronti della quale dovrebbe invece funzionare soprattutto come “holding finanziaria pura”.Mi conceda un secondo parallelismo: quando si tratta di discutere con Roma sulle modalità del rinnovo della concessione della gestione dell’A22, mi pare che la nostra provincia si muova al contrario: lascia che a trattare sia quella di Bolzano, salvo poi, nel caso dell’auspicato successo (concessione rinnovata in capo alla nostra Autobrennero SpA secondo la procedura del PF, come a suo tempo ottenuto dalle parlamentari Senatrice Donatella Conzatti e deputata Raffaella Paita), fare scattare l’ “Effetto Borsalino”, ovvero mettere (anche) il proprio cappello sul lavoro altrui.

Riccardo Lucatti – Italia Viva Trento #italiavivatrento#italiavivatrento#italiavivatrentino

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IL POTERE ALLA PROVINCIA E LA RESPONSABILITA’ AL COMUNE CAPOLUOGO? NON VA BENE! – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2025 @ 6:59 am

Leggo sulla stampa di oggi: il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ipotizza il completamento dell’autostrada Valdastico con un’uscita nella Valle dell’Adige a Trento sud, SENZA AVERLO PARLATO NE’ TANTO MENO CONCORDATO CON IL SINDACO DEL CAPOLUOGO, Franco Ianeselli. Non mi resta che ripubblicare il testo di una mia lettera al quotidiano ilT pubblicata il 29 luglio 2025 sotto il titolo

“L’autonomia reclamata e il paradosso del capoluogo”.

Inizia

Autonomia, “autos nomizein” ovvero darsi direttamente le proprie leggi anzichè essere regolati da leggi stabilite da altri. Autonomisti sono i cittadini che la vivono, Autonome sono alcune regioni e province e non altre: tuttavia, al di fuori di questi ambiti, per le città maggiori è stato introdotto lo status di città metropolitana e ad esse è stata conferita una maggiore “auto-nomia”.

In Trentino, Provincia Autonoma in una Regione Autonoma, viviamo un “paradosso”, cioè letteralmente una “contraddizione apparente la quale tuttavia ha una sua logica”: alla città capoluogo infatti non è data la possibilità di normare e quindi di agire su molti ambiti che la coinvolgono direttamente i quali invece sono gestiti dalla Provincia. La logica (peraltro non condivisibile) che sta alla base del citato paradosso è la volontà di separare il potere (che rimane in capo alla Provincia) dalla responsabilità (che spesso è erroneamente attribuita alla città Capoluogo).

Tipici sono i casi della gestione dell’immigrazione, con la concentrazione su Trento di tutti gli immigrati, in alcuni casi sradicandoli da inserimenti ottimamente riusciti (Lavarone); con la restituzione a Roma delle somme destinate ad insegnare loro l’italiano; con i lager ove concentrarli; con l’aumento della in-sicurezza cittadina connesso a tale stato di cose. Vi sono inoltre le decisioni su vaste aree cittadine destinate a megaconcerti; l’assenza di decisioni su ampie aree non utilizzate da anni, come le are ex zone militari, aree sempre “in attesa di”; la gestione provinciale di grandi opere pubbliche (passante ferroviario cittadino; ponti cittadini sul fiume Adige); etc..

Ricorrendo ad una battuta, potremmo dire che questa Autonomia è come talvolta è la democrazia, quando taluno la reclama per sé ma la nega agli altri: al pari, in questi tempi, delle decisioni di certi governi “democratici” – centrali e locali – che riconducono il termine democrazia al suo primo significato storico: potere “sul” popolo: infatti, il “democrator” voleva i pieni poteri, come colui che oggi da una sede centrale tende ad accorpare di fatto la funzione legislativa a quella di governo; o come chi , localmente, decide al posto dei Comuni ad iniziare dalle decisioni sul territorio della Città Capoluogo.
E vengo alla “sostanza” della nostra Autonomia Provinciale. Sul quotidiano trentino ilT il 12 giugno scorso è stata pubblicata una mia lettera dal titolo “L’Autonomia da riformare è quella fra Trento e la Provincia”: in quella sede indico – con altre parole – come non sarebbe accettabile che il Sindaco della Città Capoluogo apprenda dai giornali decisioni della Provincia sul territorio del Comune da lui amministrato: sarebbe come avere separato il potere decisionale dalla responsabilità degli effetti di tali decisioni.

Se Cristo di è fermato ad Eboli, l’Autonomia non deve fermarsi alla Provincia, la quale non può e non deve negare ai Comuni l’Autonomia che essa reclama dal governo di Roma: parlo dei Comuni, di tutti, anche di quelli minori, rispetto ai quali di deve passare dal “Comune che va in Provincia con il cappello in mano” e dalla pioggia top down di mini interventi elettoralistici ad una Provincia innanzi tutto al servizio delle idee e delle proposte dei singoli Comuni, di tutti i Comuni, indipendentemente dalla loro dimensione e dall’esito deli loro risultati elettorali.

In sintesi: occorre riformare il rapporto di Autonomia esistente fra la “finanziaria” Provincia – oggi troppo operativa in casa altrui – e le sue “società operative”, i Comuni, di qualsiasi dimensione essi siano, iniziando dalla Città Capoluogo, la quale, se non altro per il raddoppio giornaliero della sua popolazione a causa dell’arrivo dei lavoratori pendolari e per l’insistenza sul proprio territorio di importanti opere pubbliche con valenza anche ultracomunale è già di fatto una Città Metropolitana.

In questa sua azione inizialmente Trento potrebbe essere affiancata da due Comuni confinanti: Lavis e Rovereto: Lavis, ad esempio, per quanto concerne il sistema dei trasporti; Rovereto, iniziando da un accordo circa l’estensione a Trento della auspicata ferrovia Rovereto-Riva del Garda. Solo per fare due esempi molto concreti e attuali.

A suo tempo si propose ed ottenne che non si definisse più il Trentino Alto Adige regione che “si articola su due province” bensì regione “composta da due comunità autonome” (le province di Trento e di Bolzano); parimente vorrei che si ritenesse che la nostra provincia è “composta da molti comuni autonomi”, con particolare riferimento alla Città Capoluogo, alla quale si deve consentire di avere l’autonomia, cioè il diritto di autos-nomizein, cioè di darsi “autonomamente” le leggi sulle materie sopracitate che la riguardano direttamente. La funzione della provincia sarebbe quella di riversare sui i comuni, Capoluogo in testa, i fondi necessari per quanto sopra, ovvero sarebbe una funzione “finanziaria” e non operativa auto delegata. Piuttosto, alla nostra Autonomia Speciale Amministrativa provinciale chiediamo – fra l’altro – di sapere trattenere i migliori giovani neolaureati, i migliori medici specialisti e i vertici della nostra sanità pubblica ospedaliera provinciale.
Riccardo Lucatti, ItaliaViva Trentino.

Finisce.

Quo usque tandem, Fugatti, abuteris patientia nostra?
Fino a quando, Fugatti, abuserai della nostra capacità di sopportazione?

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IL POTERE ALLA PROVINCIA E LA RESPONSABILITA’ AL COMUNE CAPOLUOGO? NON VA BENE! – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2025 @ 6:50 am

Leggo sulla stampa di oggi: il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ipotizza il completamento dell’autostrada Valdastico con un’uscita nella Valle dell’Adige a Trento sud, SENZA AVERLO PARLATO NE’ TANTO MENO CONCORDATO CON IL SINDACO DEL CAPOLUOGO, Franco Ianeselli.
Non mi resta che ripubblicare il testo di una mia lettera al quotidiano ilT pubblicata il 12 giugno 2025 con il titolo “L’AUTONOMIA DA RIFORMARE E’ QUELLA FRA TRENTO E LA PROVINCIA”

Inizia

Il primo a parlarne (per la sua Provincia) era stato il Presidente dell’Alto Adige Luis Durnwalder, promuovendo l’idea di una “Autonomia dinamica”, tale in quanto costantemente adattata alle mutevoli condizioni sociali, economiche, politiche. Il terreno di intervento al quale egli si riferiva era il rapporto fra la sua provincia e Roma.
Da Roma tuttavia pare che possa essere innescato un dinamismo ben diverso, quello dell’Autonomia Differenziata, che però non è oggetto di questo mio intervento. Infatti in questa sede io mi rifaccio alla necessità di un dinamismo rispetto ad un terreno nostrano, quello del rapporto fra la nostra Provincia Autonoma e la nostra Città Capoluogo, città di fatto “metropolitana” ma paradossalmente molto memo autonoma, nel senso che in molte occasioni il potere – mantenuto in capo alla Provincia – è separato dalla responsabilità degli effetti del suo esercizio, che viene lasciata ricadere su di essa e sul suo sindaco.

Inizio prendendo lo spunto dal “terreno” cittadino in senso non figurato: mi riferisco alle ampie aree all’interno del perimetro comunale: quelle agricole utilizzate dalla provincia per i noti concertoni; alle aree ex militari inutilizzate da anni e che sono sottratte ad una positiva politica comunale.
V

Vi sono poi altri “terreni”, questa volta figurati, rispetto ai quali si tiene purtroppo ancora separato il potere dalla responsabilità: il “terreno umano” della concentrazione su Trento da parte della Provincia di tutti gli immigrati prima sparsi sull’intero ambito provinciale, il che ha fatto diminuire il senso di sicurezza cittadino, la cui responsabilità viene lasciata “scivolare” sul Comune, mentre la competenza per la sicurezza spetta istituzionalmente al Ministero degli Interni ed alla stressa Provincia.

Ancora, la restituzione a Roma da parte della Provincia delle risorse finanziarie già arrivate in Provincia e destinate al pagamento degli stipendi ad insegnanti trentini che insegnassero la nostra lingua agli immigrati; la gestione da parte della Provincia delle case ITEA, soprattutto di quelle esistenti nel territorio comunale della Città Capoluogo, alcune delle quali – senza consultare le Circoscrizioni interessate e lo stesso Comune – la Provincia ha assegnato ad alcuni immigrati, ponendo le basi per una violenta protesta da parte di cittadini in lista di attesa da anni e innescando un ingiusto sentimento di rigetto verso l’intera categoria di quelle persone, scatenando una guerra fra gli ultimi e i penultimi.Potrei citare altri casi ma preferisco venire alla conclusione: la Provincia sta operando troppo come “finanziaria operativa” rispetto alla sua maggiore “società partecipata”, la Città Capoluogo, assumendo decisioni che potrebbero/e dovrebbero essere assunte da quel Comune, mantenendo in capo a se stessa il potere separato dalla responsabilità che invece viene lasciata scivolare sul Capoluogo: ecco il Rapporto di Autonomia che occorre riformare.

Il che farebbe guadagnare tempo e attenzione alla stessa Provincia la quale potrebbe dedicarsi più attivamente ai grandi problemi dei rapporti con Roma e – ad esempio – cercare di mantenere in capo all’attuale gestore locale la concessione della nostra autostrada del Brennero A22, assegnazione che invece sembrerebbe a rischio.

Finisce

Quo usque tandem, Fugatti, abuteris patientia nostra?Fino a quando, Fugatti, abuserai della nostra capacità di sopportazione?

Riccardo Lucatti, Italia Viva Trento

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MULTA PAUCIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2025 @ 6:58 am

Fatti molto importanti, con poche parole.

Il Comune di Brentonico (TN) sta studiando la destagionalizzazione (di un turismo oggi molto basato sullo sci) attraverso il bike turismo e il ciclo escursionismo, con i collegamenti con la Valle dell’Adige e l’Alto Garda Trentino. Il Comune di Trento, con la nuova cabinovia al Monte Bondone, lancerà una destagionalizzazione analoga di dimensioni ancora più rilevanti che possono arrivare a livello provinciale, regionale e interregionale. Bene.

La Patrimonio del Trentino SpA (società della Provincia di Trento) è impegnata nella costruzione del Nuovo centro Congressuale a Riva del Garda, ma la catena dei sub-sub-sub appalti che ha lasciato che si sviluppasse “sotto” la ditta aggiudicataria , sfrutta e non paga i lavoratori. Male.

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