UNA NUOVA OFFERTA TURISTICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2024 @ 8:29 am

L’età media dei turisti aumenta.

Cresce molto il numero del cicloturismo con le e-bike.

Il cicloturista maturo ha maggiore disponibilità di denaro.

La stampa locale riferisce sul gran numero di cicloturisti nel 2023.

Il Trentino “vende” cicloturismo soprattutto di pianura.

Il Trentino è ricco di dislivelli, che vende soprattutto in estate e in inverno.

L’Austria ha realizzato da anni il Tirol Bike Safari, mettendo in rete 750 km di ciclodiscese.

La progettata cabinovia Trento-Monte Bondone potrebbe innescare il Trentino Alto Adige Bike Safari.

La cabinovia potrebbe essere realizzata da una SpA comunale multiservizi (per utilizzare in loco le imposte altrimenti versate all’erario), con una partecipazione finanziaria della provincia.

Il Trentino potrebbe incrementare il turismo in primavera e autunno, stagioni  che possono sostenere questo incremento.

La copia dell’articolo che allego è stropicciata: scusate ma ieri ero in viaggio e avevo infilato il giornale in una borsa.

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PROGETTI PER VALORIZZARE LA FERSINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2024 @ 7:47 am

Trento. La Fersina, affluente urbano dell’Adige, ottimamente descritto nei suoi diversi aspetti nel volume di cui alla foto qui sotto, il quale comprende anche un mio piccolo contributo poetico: “Il canto di Trento a la Fersena”.

Mi riferisco ad un articolo con questo titolo pubblicato sul quotidiano di Trento ilT del il 27 marzo a pagina 20 e apprezzo le attenzioni e le intenzioni di chi ha concepito e lancia l’idea di una simile valorizzazione del nostro bel fiume affluente urbano de l’Adige, la quale coinvolgerebbe il tratto a nord del ponte del Galilei, l’orrido superiore etc., con gradinate sulla sponda orografica sinistra – il cui argine è già realizzato con una certa inclinazione – che consentirebbero il migliore accesso alla sponda. Infatti ogni giorno ho l’opportunità di cogliere e di godere della bellezza del tratto urbano della Fersina, della cui valorizzazione mi occupo anche quale componente della Commissione Lavori Pubblici e Mobilità della Circoscrizione cittadina S. Giuseppe S. Chiara.

Leggo anche che sarebbero state coinvolte le Circoscrizioni cittadine interessate alla trasformazione dell’idea in un progetto. In attesa di tale coinvolgimento, da tempo io stesso, all’interno della citata commissione, sto proponendo la realizzazione del Parco Urbano della Fersina, idea-non-ancora-progetto che prevede innanzi tutto una speciale regolamentazione normativa ed un migliore servizio di manutenzione e controllo del rispetto delle regole, soprattutto con riguardo alla sistemazione del marciapiede e delle panchine, alla cura della aiuole e alla gestione dei rifiuti d’ogni tipo che vengono regolarmente abbandonati lungo la passeggiata.

Allego alcune foto a testimonianza della bellezza del sito e della violazione delle più normali regole del vivere civile.

Per completezza, segnalo inoltre che lungo il Viale Trieste dovrebbe essere ridotta la velocità dei veicoli da 40 a 30 km; e che nella tratta del lungo Fersina sulla destra orografica del fiume, a sud del Ponte dei Cavalleggeri, pur essendovi due piste separate, una ciclabile ed una pedonale, l’uso che ne viene fatto è promiscuo nel senso di incontrare ciclisti che percorrono la pedonale ma soprattutto pedoni che intralciano la ciclabile.

Concludo con un detto della saggezza popolare e cioè che “il meglio è nemico del bene” nel senso che mi permetto di suggerire che l’amministrazione cittadina, in attesa di realizzare un grande progetto di investimenti, si occupasse da subito dei “piccoli” interventi immediatamente e facilmente realizzabili.

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LA STRAGE DI MOSCA E QUELLA DI HAMAS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2024 @ 1:58 pm

Cui prodest? Cui bono? A chi vien bene? Chi ci guadagna? Così affermava l’avvocato M.T. Cicerone, morto nel 43 a.C..
Chi riesce a fare i collegamenti, conosce la verità: così affermava un mio vecchio capo, il Sen. Bruno Kessler (1924-1991).
Su queste basi, ragiono sulle due stragi.

  • Hamas prevedeva certamente la reazione di Israele ma soprattutto prevedeva la contro-reazione dell’intero mondo arabo la quale – per fortuna! –  non c’è stata.
  • I terroristi fanno strage della popolazione civile a Mosca.
    Si può prevedere una reazione russa. Contro chi?

L’occidente sta rallentando gli aiuti all’Ucraina. Putin vuole sferrare il colpo decisivo: riclassifica la sia iniziativa da operazione speciale a guerra, ha bisogno della mobilitazione generale, di una giustificazione internazionale e del consenso della popolazione, ben oltre quello espresso con un voto “bene indirizzato”.
Cosa di meglio che attribuire la responsabilità all’Ucraina della strage di Mosca, un crimine atroce  che “reclama” vendetta?

Strage in Palestina: cui prodest? Cui bono?
Strage di Mosca: cui prodest? Cui bono?

Fantapolitica la mia? Può darsi, ma almeno io ci ho provato: tanto poi se mi sbaglio mi corigerete.

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Io amo il mio Paese, perciò alle “EUROPEE” di giugno …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2024 @ 11:33 am

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LA STRAGE DEGLI INNOCENTI A MOSCA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2024 @ 7:28 am

Chi è stato? Perchè? Il mio avvocato preferito M.T. Cicerone si sarebbe chiesto: cui prodest? Cui bono? A chi giova? A chi porta vantaggi?

Nel mio piccolo, azzardo un accostamento: la strage di Mosca e quella di Hamas dell’ottobre scorso: entrambe contano su una reazione e su una contro reazione. Le domande sono sempre le stesse: cui prodest? Cui bono?

Se dovessi definire quel tale presidente russo neo rieletto, userei le stesse parole che Cicerone usò per accusare Catilina: simulator et dissimulator omnium rerum, simulatore e dissimulatore di ogni cosa, colui che fa apparire vero il falso e viceversa!

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CENTRI DI COSTO, CENTRI DI PROFITTO, SPA SINGOLE O MULTISERVIZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2024 @ 4:32 pm

Un imprenditore, rivenditore di automobili, vende auto nuove; ritira la auto usate, le risistema per la parte meccanica e la carrozzeria in due sale separate dal salone esposizione e le rivende: tutto con un’unica SpA. Vuole però sapere quale siano i bilanci separati delle due attività nuovo-usato. Pertanto chiede al proprio commercialista di redigere due bilancini separati, salvo poi a fine anno presentare un bilancio unico. In tal modo ha trasformato i due settori di attività da centri di costo (tanta finanza richiedono, tanta utilizzano) in centri di profitto (ognuno dei due settori, separatamente considerati, ha generato utili o perdite?) A questo punto l’imprenditore è in grado di decidere se e come sviluppare ogni settore di attività, ma questa è un’altra storia.

Arriviamo al bilancio finale, unico, quello della SpA: l’imprenditore vede con soddisfazione che la sua società chiude con un utile lordo di 2000 (generato dal saldo costi/ricavi dei due settori di attività) sul quale versa all’erario circa 1000 a titolo di imposta sull’utile.

La figlia dell’imprenditore, Lucia, una giovane ragazza piena di energie e spirito di iniziativa, ha aperto una scuola guida. La concorrenza è forte, gli inizi sono difficili e i primi anni la sua società chiude con una perdita di 300 l’anno. Il padre si offre di ripianare quelle perdite e, a valere sul proprio utile netto di 1000, versa alla figlia 300.

Gli resta in mano un utile “nettissimo” di 700.

Al che all’imprenditore viene un’idea: assorbe la società della figlia nella sua spa. Le perdite della figlia di 300 fanno scendere l’utile lordo da 2000 a 1700; egli versa all’erario 850.

Gli resta in mano un utile “nettissimo” di 850.

L’imprenditore ha un altro figlio, Giorgio, il quale si è messo in politica ed è diventato sindaco della città. Giorgio deve dotare la sua città di una nuova cabinovia ma teme che il bilancio annuale possa chiudere in perdita. Una sera il papà gli espone la soluzione adottata nei confronti della figlia e gli dice: “Ma la città, Giorgio, ha due SpA in forte attivo: quella dei parcheggi e quella delle farmacie, le quali ogni anno versano all’erario ingenti somme a titolo di imposta sull’utile di bilancio: riuniscile in una unica SpA multiservizi e affida ad essa anche la realizzazione e gestione della cabinovia. La perdita della cabinovia diventa un costo che riduce l’utile lordo complessivo e quindi le relative imposte. Parte di quello che la società multiservizi pagherà all’erario in meno rispetto a quanto oggi pagano le due citate società sarà più che sufficiente a ripianare l’eventuale perdita del settore cabinovia. E ancora ne avanzerà …”.

Giorgio ringrazia e si avvia a procedere in tal senso.

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DOMENICA DELLE PALME

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2024 @ 3:24 pm

Laico per molti significa anticlericale. Per me significa sentirsi parte di una molteplice diversità: basta chiarirsi prima sul significato che attribuiamo alle parole.

Io sono laico nel senso che credo che ognuno debba avere la sua fede o anche non averla. Io ho la mia fede… quella cattolica … anzi, sono alla continua ricerca di passare dalla fede alla Fede.
PQM io vado a Messa e non ci vado perchè mi è stato “comandato”: ci vado perchè “desidero” andarci, con interesse, entusiamo, gratitudine per quanto queste ecclesie (adunanze di fedeli) mi arricchiscono spiritalmente e umanamente.


In questo fine settimana pre pasquale (Domenica delle Palme) sono stato a due Messe: ieri, sabato a Trento, da Don Lino Zatelli nella sua parrocchia di S. Carlo Borromeo; oggi, domenica a 40 km di distanza, nelle Alpi Giudicarie esteriori, a Balbido (Il “Paese dipinto” per via dei suoi bei murales) da Don Marcello Farina, sacerdote che si è ritirato lì, in pensione, nel suo paesello natìo.

Lino e Marcello sono due amici: quindi “li scriverò” così, semplicemente, senza il don e senza il cognome. Non me ne vorranno.

La Chiesa di Lino è grande e le sue Messe la riempiono sempre: 400-500 persone ogni volta. Quando Marcello predicava in Duomo, bisognava andare un po’ prima e prende il numerino per entrare tanta era l’affluenza dei fedeli! No, ovviamente scherzo: è solo per dire che anche Marcello riempiva la “sua” grande Chiesa. Adesso Marcello riempie regolarmente le chiesette locali: in estate quella di S. Giustina, appena fuori paese. Nelle altre stagioni, quella più piccola, in paese.

Ieri non ho creduto di mettermi a scattare foto … comunque la Messa di Lino della domenica mattina alle 10,00 è in streaming. Oggi a Balbido mi sono sentito più rilassato e ne ho scattate alcune, che allego.

Cosa mi sono portato a casa, dentro di me da queste due celebrazioni? Moltissimo, solo che devo essere breve: da Lino, il senso della famiglia-comunità: essere insieme, esserci, in tanti, gli uni per gli altri, sempre.
Da Marcello, “se in noi è la pace, daremo la pace; se in noi è armonia, creeremo armonia …. armonia fra le pesone e verso la Terra … noi apparteniamo agli altri … la felicità degli altri sia il nostro pensiero”.
Da entrambi, Lino e Marcello, quanto possa essere brutta la morte non in se stessa ma per quanto la può accompagnare: l’abbandono, il voltafaccia, il tradimento. Entrambi con il pensiero rivolto alle vittime delle tante guerre in corso.

Sono una persona molto fortunata.

P.S.. Marcello chiama ” la nostra Himalaya” le montagne innevate che si vedono in una foto …

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TRENTO: ALFONSO MASI, PER LA S. PASQUA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Marzo, 2024 @ 6:26 am

Alfonso: letterato, studioso, autore, regista, attore, voce recitante e cantante. Ha messo su una “compagnia teatrale” di arte varia con alcuni amici comuni: Ester D’Amato, Patrick Coser, Michele Tovazzi, Luciano Maino. Ieri pomeriggio, al Circolo Rosmini di Trento, la rappresentazione per la S. Pasqua: parla Gesù, dal “reclutamento” degli Apostoli, all’ultima notte prima della sua cattura. Pensieri, riflessioni, parole, episodi, miracoli di Gesù Dio e uomo, intervallata da musica e canti dell’epoca e “nostri”: assolutamente coinvolgente e convincente. Grazie, amici!

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LE PAROLE SONO PIETRE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2024 @ 6:39 am

… scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa.

Leggo parole sulla stampa: dolore per chi è morto nell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023; ansia per chi ancora è prigioniero dei terroristi; volontà di punire gli autori di questi orrendi delitti. Parole scritte con molto sentimento e lette con molta sin-patia (cioè, con partecipazione al dolore altrui come se fosse proprio.

Esprimo anche io alcune parole.

  • Più fredde, anzi tendenzialmente “numeriche” sono le parole scritte e lette sulle decine di migliaia di morti sotto le bombe e sul milione e mezzo di civili spinti nel deserto che sta morendo di fame.
  • Mi sorprende che sorga la discussione se questa ecatombe di civili possa essere definita o meno genocidio: non è questo il problema.
  • Non è credibile che gli autori degli orrendi delitti del 7 ottobre 2023 non avessero previsto la forte reazione di Israele, la quale avrebbe potuto danneggiare – come sta accadendo – moltissimi loro stessi concittadini.
  • Non è credibile che l’autorità palestinese e gran parte della stessa popolazione non si fossero accorte dell’ingente volume di “lavori pubblici” a fini bellici, realizzati da Hamas nel loro limitatissimo territorio.
  • Mi pare strano che non si sia riusciti a intercettare e interrompere il flusso di rifornimenti di armi ai terroristi.
  • E’ errato che si continui a confondere l’ebraismo con il sionismo.
  • E’ necessario risalire all’origine storica delle condizioni che hanno generato le attuali tensioni e violenze.
  • Sul piano internazonale, occorre chiedersi: cui prodest? Cui bono?

Queste sono le mie “parole” e sono “pietre sbagliate” … vi ringrazio se mi corigerete

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PROGETTUALITA’ DEMOCRATICA E GENERAL MANAGEMENT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2024 @ 6:24 am

Nella prefazione al libro di Norberto Bobbio “Democrazia e segreto” (Einaudi Ed. 2011), Marco Revelli cita idee e passaggi dell’autore come promesse non mantenute dalla democrazia, fra le quali la “tendenza alla frammentazione” e il “minaccioso estendersi di istanze tecnocratiche che si manifestano con il moltiplicarsi dei campi dell’esperienza umana caratterizzati da saperi tecnici così complessi ed esclusivi … da trasformare il tecnocrate – depositario di conoscenze non accessibili alla massa – in un moderno e involontario despota”.

Se riportiamo il discorso alla gestione- narrazione di un progetto ingegneristico, il problema del superamento della “tirannia del tecnocrate” oggi è affrontato e risolto in due ambiti: interno ed esterno.

Nell’ambito interno (relativo cioè all’attività progettuale) con l’adozione del general management, ovvero affidando il potere e la responsabilità della gestione del progetto ad una funzione manageriale despecializzata la quale coordini i contributi dei diversi manager specialistici a capo dei singoli settori del progetto.

Nel secondo ambito, quello “esterno” con la creazione dei “documenti direzionali per gli azionisti” e cioè di relazioni, brevi, sintetiche, significative, complete, immediatamente comprensibili anche da chi tecnocrate non è, relazioni dotate in allegato di “dettagli a richiesta”.

Questa metodologia evita che le riunioni di presentazione di un progetto si riducano alla proiezione di una serie di slides ingegneristiche e di dati assolutamente non immediatamente leggibili e/o comprensibili dall’uditorio, il quale spesso  subisce e accetta passivamente l’esposizione nella speranza che finisca presto, senza riuscire a  “portarsi a casa” alcun dato significativo dell’idea a base del progetto stesso.

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