L’ AUTONOMIA “IN CANTIERE”?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Settembre, 2025 @ 6:58 amIl “mio” quotidiano locale ilT ospita la rubrica “Opinioni”: recentemente quella di un importante personaggio politico che in passato ha ricoperto più volte primari ruoli di governo locale. Il suo intervento – mirato alla “cantierizzazione” della nostra Autonomia – è lungo ed articolato: è un messaggio che attesta le esperienze maturate dallo scrivente, ma che difficilmente arriverà alla maggioranza dei cittadini, sia perché non tutti comprano il giornale; fra costoro non tutti questo giornale; fra costoro non tutti leggono l’intero pezzo; fra costoro non tutti lo comprendono.
La mia esperienza di vita e di lavoro è assolutamente diversa da quella dell’autore dell’Opinione alla quale mi sto riferendo: sul piano politico è incommensurabile; sul piano del governo di enti pubblici, la mia è inesistente: sono stato solo a capo di SpA o di funzioni centrali di importanti holding. Tuttavia ciò non mi impedisce di “pensare” e “ragionare con la mia testa” e di suggerire che si “cantierizzi” soprattutto anche il Rapporto di Autonomia fra la Provincia e la sua Città Capoluogo Trento di fatto Città Metropolitana, la quale rappresenta un unicum all’interno di una Provincia composta da poche altre città (peraltro tutte di una dimensione frazione della sua!) ma e soprattutto da decine e decine di piccoli paesi.
Concretamente, nei confronti di Trento la Provincia deve ricoprire sempre di meno il ruolo di “Provincia operativa” che di fatto opera al posto della città e sempre di più “Provincia finanziaria” che fornisce i mezzi per la realizzazione dei progetti “in città e della città”. In altre parole, si tratta di riunire in capo ad un unico soggetto, la Città capoluogo, il potere e la responsabilità, altrimenti in capo alla Provincia l’uno, alla città l’altra.
Lo stesso criterio deve essere adottato da una Autonomia frutto della cantierizzazione nei confronti delle altre città minori . Per i piccoli comuni delle valli poi occorre che si passi dalla politica “del cappello in mano” del comune che “chiede” progetti locali alla Provincia, alla organizzazione di uffici centrali che possano e debbano sviluppare tecnicamente i progetti di iniziativa comunale, rispetto ai quali i piccoli comuni non hanno le strutture e le competenze necessarie. Progetti che poi siano automaticamente finanziati dalla Provincia.
Riccardo Lucatti – ITALIA VIVA TRENTINO


















