AUTONOMIA: TRANSFRONTALIERA, NAZIONALE, REGIONALE, PROVINCIALE, CITTADINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2025 @ 6:54 amPrendo spunto dal recente intervento del Direttore Simone Casalini sul suo quotidiano ilT dal titolo “La metafora del ciclismo” e – più in generale – dal meritato successo del Tour dell’Autonomia organizzato da questo giornale.
Quando qui da noi in Trentino si parla di Autonomia, ci si riferisce alla nostra Autonomia Speciale Amministrativa Regionalprovinciale, ai suoi contenuti passati, presenti e futuri ed alla sua espansione verso l’Euregio, aspetti sui quali non intendo intrattenermi in questa sede.
Piuttosto mi permetto di richiamare l’attenzione di chi legge su alcune sottolineature che riguardano il gradino “cittadino” della scaletta dell’Autonomia ovvero sulla necessità di una riforma del “Rapporto di Autonomia” fra la nostra Provincia e Trento, la sua Città Capoluogo. Ciò se non altro per alcune considerazioni pregiudiziali:
– Trento ha una popolazione di 125.000 abitanti che di giorno si raddoppia per l’arrivo dei lavoratori pendolari, raggiungendo un totale pari a circa un quarto dell’intera popolazione provinciale;
– l’APT “Trento Monte Bondone e Pinè” è il terzo ambito trentino per numero annuo di arrivi turistici certificati (circa 500.000 pari al 10% del totale provinciale!)
– Nel territorio del Comune di Trento si trovano ampie aree urbane inutilizzate e/o dismesse, la cui gestione sorprendentemente non è comunale.
– Trento è un concentrato di funzioni la cui gestione oggi è invece soprattutto provinciale (sanità, università, trasporti, ricerca, istruzione, sicurezza, solo per citare alcuni ambiti).
– Trento è un concentrato di responsabilità a seguito di decisioni assunte in altro loco (emblematici sono il trasporto pubblico locale e la sicurezza) mentre invece occorre che il potere e la responsabilità facciano sempre capo allo stesso soggetto.
Per superare questi paradossi, Trento deve diventare formalmente “città metropolitana”, ovvero ricevere una maggiore “quantità” di Autonomia e le necessarie risorse finanziarie per gestirla.
Sull’altro fronte, nei confronti del suo capoluogo, la Provincia deve essere meno ente finanziario “operativo” (che opera al posto di -) e sempre di più ente finanziario “puro”, (che fornisce le risorse a -) per la gestione delle iniziative del Capoluogo.
In parallelo, un analogo cambiamento è auspicabile anche nel Rapporto di Autonomia fra la Provincia e i molti Comuni minori, nel senso di passare dalla tendenziale “politica con il cappello in mano” alla messa a loro disposizione di uffici centrali strumentali allo sviluppo dei progetti locali.
Riccardo Lucatti – ITALIAVIVA TRENTINO #italiavivatrento#italiavivatrentino#ItaliaViva


















