IL LIBRO DI MISS BUNCLE di Dorothy Emily Stevenson

pubblicato da: Mirna - 2 Marzo, 2012 @ 4:52 pm

Che lettura deliziosa questo romanzo che si svolge in un villaggio inglese! Lo scenario da me preferito fin da  Elizabeth Bennet, Jane Eyre attraverso Miss Marple e le zitelle della Pym,  fino a tutte le storie più o meno leggere che si svolgono in England.

Siamo negli anni Trenta e la signorina Barbara Buncle si accorge che la crisi economica le ha bloccato l’arrivo dei dividendi che le permettono una vita semplice ma decorosa. Che fare? Allevare galline come le suggerisce la fedele cameriera Dorcas?

Pensa invece di scrivere un libro, ma non ha immaginazione per cui si concentra  sugli abitanti del suo villaggio, Rivargenton. E ne ha da raccontare. La sua capacità di osservazione è profonda così riesce a percepire vizi e virtù di chi la circonda. Come faceva Jane Austen che ci ha lasciato come in una fotografia la vita quotidiana , i pensieri, gli usi e i costumi dei suoi contemporanei. Entriamo  in questo villaggio inizialmente con il profumo dei panini dorati di Mrs Orafum che aleggia già di buon mattino  nelle varie abitazioni svelandoci subito  le abitudini dei vari abitanti.  Dall’arrogante Mrs. Agnelli di Featherstone che si sente di dirigere e controllare la vita di Rivargerton alla serena, pragmatica e simpatica Sarah Pedony moglie dell’onesto medico condotto.

Non poteva mancare un reverendo,  appena arrivata al villaggio, di bell’aspetto e con una buona rendita che diventa subito preda di Vivian Verdimanicy, donna bella, senza scrupoli che vuole sposarsi per soldi.

Già i nomi propri sia dei reali personaggi che quelli del romanzo (nel romanzo)  di Miss Buncle sono divertentissimi,  e talvolta amagrammi dei veri, altri indicatori di caratteristiche della personalità di ognuno.

L’incontro con il solido e gentile editore Mr. Abbott sarà determinante per Miss Buncle perchè, grazie a lui,  il suo libro verrà pubblicato con lo pseudonimo di John Smith ed avrà un gran successo.

Ma gli abitanti del villaggio scoprono che si parla di loro e molti si vogliono vendicare. Assemblee, malintesi, piccoli colpi di scena faranno sì che Miss Buncle inizi un secondo libro dove lei stessa, che già appariva nel primo romanzo come Elizabeth Wade, avrà un ruolo importante perchè descriverà in tempo reale ciò che avviene. A Miss Buncle piace  la sua nuova identità romanzata tanto che lentamente si trasforma in essa. Rinnova il guardaroba (grazie al guadagno della vendita del libro- che va a ruba -), si acconcia meglio i capelli, diventa più sicura e affascinante. Mr. Abbott ne rimane intrigato.

La Rivargentum, diventata nel libro Campoferrum, è dunque dove Miss Buncle/Wade si sente felice. Dove le cose si aggiustano e i meschini smascherati. Dove si diventa ciò che si vorrebbe essere.

 Ed è così che la scrittura ci regala consolazioni e ci  fa sentire  speciali. Letteraturizzare la nostra vita, i nostri ricordi è un cospargere di stelle il nostro essere e,  come per Miss Buncle, può diventare una spinta a migliorarci.

Rileggendo i miei diari dei sedici anni ritrovo descrizioni di festicciole danzanti colorate, allegre, mentre i miei ricordi ogni tanto me le riportano come pomeriggi invernali un po’ freddi e noiosi. Ma intrecciando la realtà con l’immaginazione si ottiene un risultato più completo e interessante. Ciò che siamo ed eravamo con ciò che desideravamo o desideriamo essere. Per noi, per gli altri.

Edizioni Astoria

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4 commenti
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  1. @Miki–Sentire il sapore, l’essenza, l’Autenticità dei sentimenti di chi ci sta vicino (o credere di sentire) non permette di prendere tutto con entusiasmo e piacere. Si deve scegliere, continuamente, è più forte della volontà, chiede continue rinunce. Ma le poche scelte mi danno il senso profondo di essere in contatto con me stessa. A volte è doloroso questo sentimento prudente e selettivo verso “le torte al limone” della vita, ma mi salva da un senso di “fasullo, superficiale” con qualche sacrificio. Ciao Miki adorabile: ti devo chiedere una cosa. Ma non subito che “go da nar”Un abbraccio

  2. Mi piace leggere di diversi approcci verso la vita e gli altri; per me che sono spesso incosciente e non serena come crede Camilla,è sempre una sorpresa il cammino dei pensieri altrui.
    Mi butto a capofitto conoscendo il rischio dei graffi della delusione, ma quanta gioia se questo non succede.
    E’ troppo breve la vita per non rischiare di non assaporare qualcosa e qualcuno che ti rassicura ed illumina ciò che hai scoperto.

  3. @ Mirna–Come leggi i libri, cara Mirna! Vorrei essere tua vicina di pianerottolo (per tua fortuna non lo sono) , durante certe allegre letture farei un continuo andirivieni col libro sotto il naso, sottoponendoti a letture “ridolente” di pezzi di libro e cose così. Con Dario non posso , vedo il suo sorriso spegnersi dopo tre righe di lettura,e un’aria disperata comincia a dipingersi sotto la barba.Tu ci staresti invece. C’è un nuovo libro rosso per noi, di Stella Gibbons I SEGRETI DI SIBLE PELDEN. Questo tipo di letteratura inglese , anni ’30. raffinatissimo e autoriale conserva grande fascino . C’è una bella mostra al MART su Alice nel paese delle meraviglie: spero di andarci domani.Ci sei già stata?
    Ciaociao

  4. “SONO STATA ALICE” di Melanie Benjamin (dall’archivio)
    Ho finito l’avvincente romanzo di Melanie Benjamin con dispiacere. Mi sarebbe piaciuto rimanere ancora dentro il mondo di Alice Pleasance Liddell, l’ispiratrice della famosissima fiaba scritta da Lewis Carroll. Ha ragione Cinzia, molte letture ti catturano e ti fanno vivere insieme ai personaggi. Staccarsene è sentire una perdita.

    Entriamo nella Oxford vittoriana, nella famiglia del decano del Christ Church College, frequentato anche dai figli della stessa regina. Il Decanato é il centro sociale di Oxford e la numerosa famiglia Liddell è la famiglia più importante e privilegiata della contea. Una grande casa, ricchezza, tantissima servitù, relazioni importanti. Oltre il giardino del Decanato abita Charles Lutwidge Dodgson un diacono che insegna matematica, è di gentile aspetto, balbuziente e amante della fotografia. Egli frequenta la casa dei Liddell dimostrando una spiccata simpatia per le loro figlie. E’ premuroso, le fa divertire, racconta storia e nonsense, le accompagna a fare passeggiate insieme alla severa istitutrice. Ha pubblicato poesie e brevi racconti con lo pseudonimo di Lewis Carroll.

    Questa biografia un po’ romanzata ha l’ “io narrante”della stessa Alice che ci fa seguire con interesse la sua affettuosa e misteriosa relazione con Mr. Dodgson. E’ divisa in tre parti: la prima inizia nel 1859 quando Alice ha solo sette anni, ma è il periodo durante il quale viene scattata la sua celeberrima fotografia vestita da zingarella. E’ un punto importante della storia in cui viene evidenziato il rapporto particolare e un po’ ambiguo fra i due. Alice e le sorelle desiderano l’attenzione di Mr. Dodgson, tanto da diventare rivali per essere ammirate e prese in considerazione. Lui preferisce Alice con la quale ha un’intesa complice, un segreto da condividere…ci viene raccontato che la foto viene scattata dopo una piacevole e libera corsa a piedi nudi tra l’erba. Dogson fa vestire Alice con pochi stracci e riesce a ritrarla, forse perchè sollecitata dalla sua amorevole attenzione, con già una intensa civetteria femminile nello sguardo. Sembra che si capiscano: lui ancora bambino, lei quasi donna.

    “Guardai Mr. Dodgson. Era appoggiato alla sua macchina fotografica e mi osservava con uno di quei suoi sorrisi seri e tristi sul volto. Mi disse “Vai ora, corri. Corri quanto vuoi, rotolati per terra, se vuoi..” Mi rotolai nell’erba come un animale selvaggio. Non c’era nessuno a dirmi “Alice, non ti sporcare” …C’era solo Mr. Dogson, che mi osservava, osservava sempre.”

    Tre anni dopo, durante una gita in barca sul fiume Isis, Mr Dogson inventa per le sorelle Liddell la famosa fiaba di “Alice nel paese delle meraviglie”. Alice ne è lusingata perchè è dedicata a lei, e gli chiede di scriverla, “così non sarò costretta a diventare grande. ” E’ l’infanzia l’anello che li lega…Ma li legherà per sempre anche il libro che, appena stampato e pubblicato, diventerà uno dei libri più letti al mondo; sembra fosse uno dei preferiti della Regina Vittoria. Sarà infine la vendita all’asta, nel 1928, dello stesso manoscritto a salvare dalla rovina economica Alice, ormai vedova e anziana.

    Succede qualcosa subito dopo la pubblicazione del libro che farà sì che la signora Liddell allontani per sempre Mr. Dogson dalla sua famiglia…troppe attenzioni…domanda di matrimonio? …una particolare situazione imbarazzante? Non si sa con certezza. Rimane un punto oscuro che sembra abbia influenzato l’intera esistenza di Alice Liddell.

    Da raccontare ci sarebbe tantissimo, ma non posso fare il riassunto del libro. Posso dire che Alice prima di sposare un gentiluomo di campagna ha una breve relazione con Leopoldo, figlio della regina Vittoria; che avrà tre figli, due dei quali saranno uccisi sul fronte occidentale.

    Una vita intensa, piena di incontri importanti , fra cui anche quello con John Ruskin qui descritto come un personaggio ambiguo e irascibile.

    Ma certamente ciò che ha definito la sua vita è stato l’incontro con Lewis Carroll che ha fuso nella sua fiaba la vera Alice con quella immaginaria, facendole oltrepassare lo specchio delle possibilità impossibili.

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